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Autore: Nannaria    30/05/2012    3 recensioni
Cinque normalissimi ragazzi vengono strappati alla loro vita.
Possessori di un potere che non sanno di avere. Eredi di qualcosa di troppo grande per voltare le spalle.
“E' qualcosa di più antico di noi, Mel. Qualcosa di più grosso di me, di te e degli altri stupidi ragazzini. Ma come fai a non vederlo, eh? Ci stanno usando, cazzo.”
“Ci stanno usando perchè siamo gli unici strumenti che hanno, Lea.”
Perchè a volte, semplicemente, non abbiamo scelta.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a chi ha aperto questa storia! Benvenuti in questo delirio :) Sebbene io abbia scritto molte FF, è la prima volta che scrivo qualcosa di orginale o almeno, è la prima volta che lo pubblico. Quindi, cosa c'è da dire...spero vi piaccia, per il resto ci vediamo a fine capitolo. ^^

 


Libertà

 

 

 

Nello stesso istante, come dal nulla, quattro ragazzi apparirono al centro di una collina. Dalle loro facce, sgomente alcune, infastidite altre, si poteva intuire che non avessero idea di dove fossero. Una ragazza dai capelli rossi cadde sulle ginocchia, tenendosi un braccio stretto attorno alla pancia.

Prima ancora che il ragazzo che le si trovava più vicino potesse chiederle se fosse tutto apposto una luce bianca invase la collina, accecando per un breve istante i quattro.

La ragazza con l'espressione infastidita fu la prima a riacquistare la vista. Si ritrovò davanti un uomo, un vecchio, si corresse mentalmente. Era vestito in modo bizzarro, considerando che fosse Estate inoltrata. Indossava una lunga tunica di un celeste leggero, con le maniche che non lasciavano intravedere le mani, ma solo il bastone che chiaramente stringeva al di sotto della stoffa. Un bastone nodoso, di un legno scuro. Aveva un viso sereno, pensò la ragazza, quasi come se cercasse di trasmettere a lei e agli altri tre sicurezza. Gli occhi scuri però, quasi neri, emanavano autorità. La ragazza osservò i suoi 'compagni', tenevano tutti e tre lo sguardo basso, come se il vecchio gli incutesse paura. In effetti nemmeno lei era riuscita a sostenere quello sguardo per più di tre secondi, ma non aveva intenzione di abbassare la testa come se gli dovesse qualcosa, mentre era senza dubbio lui che doveva qualcosa a lei. Una cazzo di spiegazione.

 

Benvenuti nel quinto mondo, nella leggendaria terra di Eleade. Sono fiducioso che tutti voi ne abbiate sentito parlare. So che siete confusi e, forse, spaventati, ma devo chiedervi di pazientare ancora. Ci sarà un tempo per le spiegazioni, ma non è questo. Presto sarete scortati in quella che sarà la vostra dimora per i prossimi tempi.”

 

La ragazza considerò che la voce del vecchio era...potente. Non c'era altro modo per definirla, ma sembrava quasi che anche la natura tacesse, timorosa di interrompere le sue parole. La seconda cosa che notò era che quella voce potente li stava prendendo per il culo.

 

Non è questo?! Ci trascini fino a qua, senza un cazzo di avvertimento e poi hai il coraggio di chiederci di 'pazientare'?”

 

Ecco, forse avrebbe dovuto essere meno rozza, ma il concetto era quello. E se i ragazzini che aveva intorno non avevano intenzione di dire quello che pensavano, al diavolo, l'avrebbe fatto lei!

 

Mantenga la calma, Lea Kaltz.”

 

Non ci fu bisogno di dire altro, negli occhi e nel tono di voce si poteva leggere il rimprovero. Lea aveva sulla lingua la risposta, per fare capire al vecchio dove poteva ficcarsela, la calma. Un secondo dopo, però, l'uomo sparì in un altro lampo di accecante luce bianca.

 

Razza di stronzo bastardo.” brontolò Lea, a bassa voce, più che altro a se stessa.

 

Non credi di aver esagerato?” disse qualcuno, quasi esitante, alle sue spalle.

 

Lea si girò, pronta a scoprire di chi fosse quella voce e a rispondere per le rime.

Si ritrovò di fronte un ragazzo dal fisico efebico, i lineamenti appuntiti e la pelle candida. Aveva i capelli di un nero intenso, come la notte, e gli occhi viola.

Si chiese come avesse fatto a non notarlo prima, non passava di certo inosservato. Non aveva mai visto qualcuno proveniente dalla terra di Lalit (in realtà non aveva mai visto altri che la sua gente), ma ne aveva sentito parlare e aveva letto di loro sui libri della biblioteca. Avevano la fama di essere bellissimi e una leggenda voleva che i loro occhi fossero in grado d'incantare, se fissati troppo a lungo. In effetti quel viola acquoso era ammaliante.

Lea distolse lo sguardo quando si accorse che il ragazzo era arrossito. Forse lo stava fissando un po' troppo insistentemente. Quasi si scordò di dover rispondere.

 

Non sappiamo dove siamo, perchè, cosa ci succederà ora! Non credo di aver esagerato.”

 

Tipico di quelli del terzo mondo credere di sapere tutto.” proferì una voce un poco più profonda, appartenente all'altro ragazzo.

 

Tu chi cazzo sei e come sai da dove vengo?”

 

Pelle olivastra, capelli neri, occhi leggermente a mandorla. Sei vestita come una Cacciatrice e inoltre sei arrogante e presuntuosa, vieni sicuramente da Darsha. Ah, io mi chiamo Duncan.” enunciò il ragazzo, aggiungendo un occhiolino.

 

Lea decise di odiarlo prima ancora che aprisse bocca. Non gli rispose, si limitò ad allontanarsi di pochi metri, andando a sedersi sotto un albero.

Chiuse gli occhi, ripensando all'inizio di quella giornata. Era stato tutto normale, fino a che non si era ritrovata su quella maledetta collina. Possibile che fosse l'unica stizzita per essere stata strappata alla sua vita e alla sua terra senza alcun preavviso?!

L'unica che si domandasse cosa volessero da lei e cosa l'accomunasse a quegli altri ragazzi? Più ci pensava e li osservava, più arrivava ad una sola conclusione: niente. Almeno a prima vista, non avevano nulla in comune. L'elfo sembrava impassibile, non aveva più fiatato da quando si era rivolto a lei e se non fosse stato per la sfumatura d'ansia che gli si leggeva negli occhi sarebbe sembrato perfettamente a suo agio. La rossa sembrava terrorizzata, aveva versato qualche lacrima, poi si era seduta a fissare il cielo. Duncan poi, non lo considerava nemmeno. Evidentemente era l'unica a cui prudevano le mani dalla voglia di prendersela con qualcuno per questa maledetta situazione.

Presa dai suoi pensieri non si accorse dell'arrivo di una carrozza, e quando vide l'elfo dirigersi verso di lei roteò gli occhi, chiedendosi cosa volesse.

 

Che fai, rimani qui?”

 

Lea stava per chiedergli cosa intendesse, ma poi notò la carrozza e i cavalli, uno bianco e uno nero, stagliarsi ai piedi della collina.

Preferirei.” confessò, ma si alzò in piedi e seguì il ragazzo.

 

**

 

Tutto in quella specie di palazzo sembrava essere fatto di marmo bianco. Persino l'enorme cancello d'entrata era bianco, con ai lati due statue raffiguranti una creatura somigliante a un cavallo. Stavano seguendo quell'uomo, quello che aveva guidato la carrozza fin lì. Lea odiava il fatto di doverlo seguire, assieme agli altri tre, come se fosse normale. Come se glielo dovessero, e come se non fosse un suo diritto avere una spiegazione prima di entrare in quel posto. L'uomo, vestito anche lui di bianco, si fermò di fronte ad una porta e gli disse di attendere.

 

Credete che ci succederà qualcosa?” domandò la rossa, la voce le tremava.

 

Duncan le si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio.

 

Tranquilla, rossa.”

 

Lea inarcò un sopracciglio, e con un ghigno cattivo lo canzonò: “Se è perchè ci sei qui tu, ha poco da star tranquilla, la rossa.”

 

Mi chiamo Melanie.”

 

Il concetto è lo stesso, Melanie.” palesò Lea. Quindi, rimuginò poi la ragazza, c'erano Duncan, Melanie e il ragazzo che sembrava un elfo. Si interrogò ancora una volta su cosa c'entrasse lei con questi ragazzi. Anche escludendosi, nemmeno loro sembravano avere qualcosa in comune. Caratteri diversi, aspetti diversi. E se non errava venivano anche tutti e quattro da mondi diversi. Il rumore di passi interruppe i suoi pensieri.

 

Un ragazzo che sembrava avere più o meno la loro età, non più di una ventina d'anni, avanzò con un mazzo di chiavi in mano, fino a fermarsi di fronte alla porta. L'aprì e con la mano gli fece cenno di entrare.

La stanza si presentava, notarono i ragazzi esasperati, con un enorme tavolo rotondo di marmo bianco. Le sedie erano in legno chiaro, ornate lungo i bordi con un motivo floreale e coperte da un cuscino candido. La stanza era molto illuminata, grazie alla luce che filtrava attraverso una grande vetrata dietro la quale si intravedeva un balcone. Tutti i ragazzi non poterono evitare di pensare che quella stanza era magnifica, sicuramente non avevano mai visto nulla di simile.

 

Il ragazzo uscì, lasciandoli nuovamente da soli.

 

Com'è che ti chiami, elfo?” chiese Lea. Non che le interessasse davvero, era solo per avere qualcosa da fare.

 

Non sono un elfo. Christopher.”

 

Sei di Lalit, vero?”

 

Christopher annuì, pensando che fosse stato inutile domandarlo. Se c'era un popolo riconoscibile, quello era il suo. Doveva averlo pensato anche lei, visto che poi aggiunse un 'si notava'.

Passò una mezz'ora prima che qualcuno entrasse nuovamente nella stanza.

Con un certo fastidio Lea si accorse di conoscerlo già. Era il vecchio.

 

Ben arrivati. Vi trovate nella sala delle riunioni del Palazzo del Consiglio.”

 

Tutti i ragazzi sgranarono gli occhi, Lea compresa, anche se fino a quel momento aveva cercato di non avere l'aria di pendere dalle labbra dell'uomo, come gli altri.

Certo che avrebbe potuto fare due più due tempo prima. Insomma, gli era stato detto che era nel quinto mondo e poi erano stati portati in quel palazzo così sfarzoso. Di certo non era un edificio comune e si trovava ad Eleade. Si diede della stupida per un momento, poi pensò che c'erano questioni più urgenti: che cazzo ci faceva lei nel Palazzo del Consiglio? Le era stato spiegato a scuola, quando era piccina, che ogni mondo, o terra, aveva un nome e un Sovrano. Tutti i Sovrani si riunivano nel Consiglio, che aveva sede nel quinto mondo, o Eleade. Quindi, non essendo un Sovrano, anzi, non essendo nessuno, tutto ciò non aveva senso, in qualsiasi modo si guardasse la faccenda.

 

So che ci sono molti interrogativi nelle vostre menti, e ogni cosa vi sarà chiarita al più presto. Sappiate, per ora, che siete qui per qualcosa di estremamente rilevante. Vi prego affinché proviate ad andare d'accordo, è di vitale importanza.”

Il vecchio aveva taciuto per un momento, osservando la reazione dei ragazzi.

Christopher sembrava tranquillo, al solito. Duncan sembrava chiedersi 'perchè io?' e Melanie sembrava leggermente spaventata. L'espressione di Lea era indecifrabile.

 

In pratica sta dicendo che non ci dirà un cazzo. Che dobbiamo stare qui, buoni, e fidarci di un vecchio qualunque che viene a parlaci di cose 'estremamente rilevanti'. Io me ne vado.”

 

Lea marciò a passo svelto verso la grande porta bianca. Il vecchio, con un'espressione assolutamente tranquilla, alzò il braccio e mosse la mano da destra verso sinistra.

La porta si chiuse apparentemente da sola, sotto lo sguardo allibito di Lea e di tutti gli altri.

 

Devo pregarla di nuovo di calmarsi, signorina. So che vi riesce difficile, ma devo chiedervi di fidarvi. Verrete presto scortati nelle vostre stanze da Elan, il ragazzo che vi ha aperto la porta. Verrete chiamati per la cena. Per ora è tutto, vi saluto.”

 

Sparì nella solita fastidiosa luce bianca. Lea fremeva di rabbia, tanto che le tremavano le mani, al pensiero che quel vecchio stronzo la stesse tenendo lì contro la sua volontà. Le venne voglia di spaccargli il naso con un colpo ben assestato.

Nessuno aveva il diritto di toglierle la libertà.

 

**

 

Le stanze che erano state affidate ai ragazzi erano tutto sullo stesso piano. Elan gli aveva spiegato che erano già state assegnate e che all'interno avrebbero trovato tutto quello di cui avevano bisogno, compresi i loro effetti personali.

Le porte avevano incisi sopra i numeri dall'uno al quattro, ed erano state affidate rispettivamente a Christopher, Lea, Melanie e Duncan.

Tutti si erano chiesti per chi fosse la porta contrassegnata col numero cinque.

 


 

Eccoci. Sono emozionata *-* Se fa schifo, non temete, potete comunicarmelo cliccando 'inserisci una recensione' u.u Se vi è piaciuta, potete sempre fare lo stesso :D Non so, mi sembrava di avere un sacco da dire e ora non mi viene in mente nulla. Non so quando aggiornerò, spero presto, dipende anche dalla risposta del pubblico. Che poi siete voi, quindi...alla prossima, spero! :)

Anna.

Ps: ecco, mi stavo scordando...probabilmente, anche se non è sicuro, il rating si alzerà. Giusto per avvisare! 

 

  
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