Film > Il pianeta del tesoro
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Autore: Minina    30/05/2012    2 recensioni
Un nuovo viaggio. Un nuovo pianeta. Un'altra persona con qualche rotella fuori posto.
P.S: un po' di originalità nel titolo, mettiamolo in spagnolo!
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Purtroppo ormai non sono più solita a scrivere commenti miei, all'inizio o fine pagina, per cui non li troverete in nessun capitolo :)
Ma comunque, vi auguro buona lettura di questo Prologo.




 

Al Benbow Inn la serata si stava svolgendo come suo solito, con un aria di allegria e serenità lievemente sormontata dal bisbiglio dei clienti che sa sempre metterti a tuo agio.

Sarah Hawkins era così felice.

La sua locanda era stata ricostruita anche meglio di prima, e gli affari andavano a gonfie vele; per non parlare del figlio! Raccomandato dal capitano Amelia in persona all'accademia intergalattica, dove si stava a poco a poco distinguendo per le sue abilità fuori dal comune. Non poteva essere più fiera di quel ragazzino, ormai uomo, che dalla scomparsa del padre non aveva fatto altro che mettersi nei guai; ma lei aveva sempre detto che era in gamba e alla fine, grazie al cielo, era riuscito a dimostrarlo.

Il fine settimana Jim lo passava a casa, a dare una mano a lei e a B.E.N che ormai era diventato quasi una mascott per il Benbow insieme, ovviamene, al piccolo Morph che pur non potendo seguire il ragazzo fin dentro l'accademia, sistematicamente, lo faceva; per la gioia del nuovo cadetto.

Era venerdì sera e Jim era rientrato ormai da mezza giornata, sistemando le sue cose nella sua stanza e cambiandosi d'abito, indossando i suoi inseparabili vestiti che l'avevano accompagnato nell'avventura verso il Bottino Dei Mille Mondi, dal quale tutto era iniziato.

Chissà come se la passa quella vecchia canaglia di un cyborg. Si ritrovava a pensare di tanto in tanto, senza nascondere che Silver, spesso, gli mancava parecchio.

Sarah stava facendo un ennesimo giro per i tavoli quando, all'improvviso, una figura fece il suo ingresso dall'entrata.

“Buona sera” le andò in contro la donna “prego accomodati pure!”

la figura la guardò dritta negli occhi, pieni di esasperazione.

Quando mise piede dentro la locanda e l'ombra della notte si dissolse, Sarah poté notare che quella figura non era nient'altro che una giovane ragazza dal viso molto stanco.

“Mi perdoni...” parlò fievolmente con un po' di timore “lei è la signora Hawkins??”

“eh...si, cosa ti serve?” domandò con tono interrogativo, senza distogliere gli occhi da quelli nocciola della giovane che, chinata in un primo momento la testa come in segno di disperazione, la risollevò con un sorriso che andava da una parte all'altra del volto, squillando: “finalmente!!” facendo sobbalzare la povera donna.

“è la diciottesima, diciottesima, locanda che visito! Andate al Benbow Inn, mi hanno detto, è una locanda qua vicino allo spazio porto, mi hanno detto, la troverete subito, mi hanno detto. Peccato che qui nei dintorni ci siano all'incirca 25 locande, 25! E io trovo quella giusta a che numero?? diciotto! Aaaaaah ma appena torno qualcuno mi sentirà....l'unica locanda vicino allo spazio porto eh???”

lo sguardo di Sarah ora non era più interrogativo, o meglio, lo era, ma aveva assunto anche un tono quasi spaventato, confuso. L'agitazione nelle parole e nei gesti della ragazza le avevano messo in corpo un certo di ansietà, quasi.

Notando il volto straniato della donna, la giovane scosse il capo e continuò: “ad ogni modo, questa è una lettera per il signor Hawkins, che presumo sia suo figlio, questa mattina si è dimenticato di recuperarla, e ovviamente hanno mandato la sottoscritta a rimediare facendola girare come una trottola per tutto Montressor. Una cosa che non vedevo proprio l'ora di fare” terminò, ironicamente.

Sarah prese timorosa la lettera bianca dalle mani della ragazza che, con un sorrisetto, non smetteva di fissarla.

“Grazie mille....”

“Sanela!” concluse la giovane intuendo il vuoto del nome “ma tutti mi chiamano Sane”

“Grazie Sanela, non appena Jim scende gli consegnerò immediatamente la lettera”

“perfetto” sorrise. “maaaaaa, prima che me ne vada, potrebbe indicarmi la strada più corta per arrivare allo spazio porto? Sa, non mi va di camminare a vuoto un'altra mezza giornata!”

il modo di fare di Sanela ricordava a Sarah tremendamente B.E.N.

La giovane mentre parlava non faceva altro che fare facce strane, gesticolare, cambiare spesso tono di voce....troppo simile a B.E.N, non era una bella cosa.

“Bhe, per tornare allo spazio porto minimo un'oretta di cammino te la devi fare” le disse Sarah, iniziando a vedere nel volto della ragazza disperazione “vuoi fermarti qua per questa notte? Sarai anche stanca! No?”

“grazie mille, ma i miei genitori mi aspetteranno a casa anche. E poi..” non fece in tempo a finire la frase che si sentirono i passi di Jim scendere le scale.

Sanela riprese velocemente la lettera delle mani di Sarah correndo verso il giovane.

“Signor Hawkins!” gesticolò con la lettera in mano.

Jim si voltò verso di lei riportando in volto la stessa identica prima espressione della madre: “sssi?”

“questa è una lettera da parte del capitano Amelia che vi siete dimenticato di ritirare!” disse.

“ah ma dai...”

ah ma dai, ah ma dai!”

“ma cosa...??” Sanela si guardò attorno per capire da dove quella vocetta stridula provenisse.

“non spaventarti” ridacchiò Jim “è solo Morph!”

l'esserino rosa spuntò da dietro la spalla del ragazzo ridendo ed emettendo degli strani mugolii, iniziando a svolazzare attorno alla ragazza che, sorridendo divertita, lo fece appoggiare sulla sua mano.

“se fa così, gli piaci” l'avverti Jim indicando il blob malandrino.

“oddio ma è carinissimo!” continuò a ridersela intenerita la giovane finché il blob non se ne tornò da Jim, accoccolandosi sulla sua guancia.

Distratta da quella cosa tenerissima, Sanela si era momentaneamente dimenticata di ciò che era stata incaricata.

“AH SI!” si risvegliò urlando, facendo sobbalzare sia il neo cadetto sia il blob, similmente alla madre qualche momento prima “il capitano Amelia vi raccomanda di essere puntuali lunedì allo spazio porto! Non tollererebbe che voi siate in ritardo il primo giorno”

“il primo giorno di cosa?” domandò curioso.

“basta che aprite la lettera e leggiate” suggerì indicando la carta.

Jim non se lo fece ripetere due volte. Una lettera direttamente dal capitano, per lo spazio porto dove si raccomandava puntualità, doveva essere assolutamente qualcosa di grosso, qualcosa di speciale! Sicuramente migliore degli addestramenti all'accademia.

I suoi occhi scorrevano velocemente tra una parola e l'altra e ad ogni spazio il suoi occhi brillavano sempre di più. Si, era sicuramente qualcosa di importante.

Anche Sarah si avvicinò, abbandonando momentaneamente i clienti vedendo il sorriso del viglio.

“allora, cosa dice?” domandò la donna anch'essa curiosa.

Jim sollevò gli occhi dalla carta e sorridendo alla madre le disse: “lunedì parto per un viaggio verso il pianeta Calarius, dice che dobbiamo andare a recuperare delle mappe abbandonate li per qualche strano motivo. Finalmente un po' di movimento! Non sarà la stessa cosa dell'ultimo viaggio ovviamente, ma almeno metterò piede su una nave”

“oh Jim, sono felice per te. E in che veste vai?”

“comandante in seconda” rispose mostrando un pizzico di orgoglio. Era al settimo cielo per una possibilità del genere. Certo, non si trattava di una spedizione carica di adrenalina, ma era pur sempre qualcosa.

“mi raccomando” si intromise Sanela “alle otto in punto allo spazio porto. Altrimenti il capitano se la prende con tutti noi”

a quella affermazione Jim guardò confuso la ragazza dagli occhi nocciola e dai capelli castani raccolti.

“cioè..tu stai dicendo che...”

“eeeeh si mio caro!” lo interruppe “sono un membro dell'equipaggio io; sennò col cavolo che mi facevo tutto il giro tondo di oggi pomeriggio!”

“ah..” riuscì solamente a dire Jim, molto sorpreso della notizia. Come poteva essere che una ragazza così giovane e...gracilina facesse parte di un equipaggio?

“so quello che stai pensando, ma me la cavo abbastanza bene” disse, come gli leggesse nel pensiero, facendogli l'occhiolino. “bhe, è meglio che mia avvii altrimenti torno a casa che fa giorno! Arrivederci signora Hawkins; a lunedì signor Howkins”.

Con una lieve cenno del capo Sanela imitò un inchino, prima di sostituirlo con un tranquillo e informale gesto di mano accompagnato da un profondo sorriso.

Come quella piccola tempesta di persona era entrata nel Benbow Inn, così se ne uscì lasciando soli due interdetti Sarah e Jim Hawkins che, girato il passo, se ne stavano tornando ai propri impieghi prima di sentire un tonfo sordo provenire dall'esterno.

Aperta velocemente la porta, madre e figlio si ritrovarono davanti alla ragazza stesa per terra, pancia in giù, che mugugnava.

“stai bene?” le domandò Sarah vedendola alzarsi piano piano e scrollarsi la terra dai vestiti.

“eh...il buio, l'ultimo scalino...” disse ridacchiando imbarazzata “adesso io, già, me ne andrei. Stando magari anche attenta dove metto i piedi eh? Bhe, allora, bene....grazie, ciao! A lunedì!...io...bhe, è meglio che vada eh?? già. Notte!” il suo modo di gesticolare mentre indietreggiava erano unico, inquietante quasi.

Sarah e Jim rimasero qualche momento fuori dalla locanda, fissando la figura della ragazza allontanarsi nell'oscurità, e domandandosi se mai sarebbe arrivata a casa viva.

“ma che cos'era??” saltò fuori dopo qualche istante di silenzio la donna.

“non lo so, ma non sono convinto che quella cosa abbia tutte tutte le rotelle al posto giusto!”  



 

   
 
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