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Autore: lerey    30/05/2012    9 recensioni
Era una di quelle allegre cene di inizio estate che i genitori fanno quando sono ancora giovani, hanno ancora tutti i capelli in testa e il tempo e la voglia di vedersi a cena con qualche amico per rimuginare i vecchi tempi e farsi quattro risate con un paio di bicchieri di vino rosso di troppo, lasciando i loro bambini piccoli scorrazzare per il parco mentre si scambiano battute spinte.
Erano quei fantastici primi giorni di giugno in cui la scuola finisce e puoi passeggiare di sera con una felpa sulle spalle e una maglietta con le maniche corte.
Un paio di piccole ali e un corpicino luminoso attirò l'attenzione di Edward mentre svolazzava serena dietro la testa di Valerie per poi posarsi sul naso della bambina.
Il rosso rideva estasiato dalla bellezza di quell'isettino, mentre Valerie urlava terrorizzata e si dimenava per scacciarlo.
- No, stupida! - le urlò lui prendendo l'insetto tra le mani - è solo una lucciola!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una di quelle allegre cene di inizio estate che i genitori fanno quando sono ancora giovani, hanno ancora tutti i capelli in testa e il tempo e la voglia di vedersi a cena con qualche amico per rimuginare i vecchi tempi e farsi quattro risate con un paio di bicchieri di vino rosso di troppo, lasciando i loro bambini piccoli scorrazzare per il parco mentre si scambiano battute spinte.
Erano quei fantastici primi giorni di giugno in cui la scuola finisce e puoi passeggiare di sera con una felpa sulle spalle e una maglietta con le maniche corte.
John e Imogen erano comodamente seduti al tavolo all'aperto di un ristorante rustico poco fuori città e si godevano il buio della sera che si faceva lentamente spazio nel cielo estivo.
Alfred e Lucy erano di fronte a loro, mentre tutti e quattro si estraneavano dal resto della chiassosa gente che li circondava.
Stavano parlando del bellissimo colore dei capelli del loro figlio più piccolo, Edward, mentre lui tirava impaziente la camicia della madre.
- Mamma, voglio andare a giocare con le lucciole, posso?
- Ok, amore, ma non mangiarle - sorrise Imogel - puoi andare a giocare con la figlia di Alfred e Lucy, è laggiù, insieme alle sue amichette - gli sussurrò poi.
Ed eccola lì, tra tutte le bambine paffute si distingueva subito. Lei non era la solita bambina dagli occhi limpidi e dai boccoli biondi, o dalle treccie scure, che indossava i soliti vestitini pomposi rosa pallido. Lei era la bambina dagli occhi marroni e dai capelli castani, estremamente lisci. Una frangia para le incorniciava il viso rotondo. La maglia arancione a maniche corte stonava decisamente con la gonna larga di pizzo bianco.
Edward saltò giù dalla lunga panca di legno e le corse incontro.
- Ciao! - esclamò con la voce acuta da bambino attirando la sua attenzione.
- Ciao - rispose lei scrutandolo con gli occhi spalancati - la mia maglia è dello stesso colore dei tuoi capelli, lo sai?
- Sì, lo so, i miei capelli sono arancioni.
- Sei la prima persona che vedo con i capelli arancioni, è normale avere i capelli arancioni?
- Certo! - la apostrofò - anche la mia mamma ce li ha, e anche i miei nonni.
- Mi piace l'arancione.
Un paio di piccole ali e un corpicino luminoso attirò l'attenzione di Edward mentre svolazzava serena dietro la testa di Valerie per poi posarsi sul naso della bambina.
Il rosso rideva estasiato dalla bellezza di quell'isettino, mentre Valerie urlava terrorizzata e si dimenava per scacciarlo.
- No, stupida! - le urlò lui prendendo l'insetto tra le mani - è solo una lucciola!

- Come diavolo ti è venuta l'idea di fare un picnic alle otto di sera, Ed? - chiese infastidita.
- Perché è inizio giugno - le sorrise lui.
Valerie scrollò le spalle e si limitò a poggiare la tovaglia a scacchi blu e bianchi sull'erba fresca.
Da un cestino tirò fuori qualche panino, due pezzi di torta e qualche succo di frutta.
Ed imbracciò la sua fidata chitarra un po' vecchia e consumata e ci fece scorrere le dita sopra.
- Oh, Lloyd, sei l'unica che mi capisce in questo schifoso mondo - sospirò parlando con la sua inanimata chitarra.
La ragazza dai lunghi capelli castani gli diede un pugno sul braccio con tutta la forza che aveva.
Il rosso rise.
Prese fiato e cominciò a cantare.
- I fell in love next to you, burning fires in this room. It just fits light and smooth, like my feet in my shoes. Little one, lie with me, sew you heart to my sleeve. We'll stay quiet underneath shooting stars if it helps you sleep - Valerie sorrise sentendo le prime strofe di quella canzone. Di quella che, in un certo senso, era la loro canzone - there's a firefly loose tonight, better catch it before it burns this place down. And I lie if I don't feel so right, but the world looks better through your eyes - lui continuò a cantare, con la sua voce calma e melodica che era l'unica cosa che poteva far tornare il sorriso sulle labbra di Valerie in ogni situazione.
Si poggiò sulla spalla di Ed e si mise ad ammirare il cielo fresco e buio, ancora senza stelle. Ma le stelle non servivano. C'erano centinaia di altre piccole lucette con le loro minuscole ali ad illuminare il parco, e quelle erano meglio delle stelle.
- Ora mi ricordo perché mi sono innamorata di te, Sheeran - disse flebilmente mentre osservava ancora il bellissimo spettacolo che offrivano le lucciole.
- And hold me tight, don't let me breathe, feeling like you won't believe - continuò.
- Oh, non ti preoccupare, ho intenzione di tenerti stretto ancora per molto tempo - sorrise lei.
- Che ne dici dell'eternità? - le chiese interrompendo la sua canzone
Lei aggrottò la fronte.
Ed cercò i suoi occhi e sollevo le sopracciglia chiare - hai capito, no? - le chiese.
- Sì, Ed - sospirò, scuotendo la testa - mi vuoi sposare?
Una piccola lucetta le sfiorò il viso, facendola sobbalzare e urlare.
- Stupida! - ripetè lui prendendo l'insetto - è solo una lucciola!

   
 
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