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Autore: alvigi    31/05/2012    1 recensioni
Certe volte la Notte ti chiama, e sta a te decidere se risponderle o meno.
Ieri la Notte mi ha cercata e io l'ho seguita.
E' durante essa, nel silenzio più perfetto, tranne per i suoni della Natura, che si pensa più lucidamente, capisci cosa ti stai perdendo.
E certe volte, come nel mio caso, ti fa uno effetto strano, perchè è di una bellezza indicibile.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che sensazioni.

Mi sento la testa leggera, come se fossi ubriaca, ogniqualvolta che entro a contatto con la Natura, come se fossi la Natura stessa, e non una semplice ragazza.

Gli alberi e il vento sembra cerchino di parlarmi e io qui, da sola, sulla terrazza, a tentare di cogliere quella poesia nascosta fra un fruscio e l'altro delle fronde scosse dolcemente dalla brezza notturna che intanto invoca il silenzio di una volta, desiderio negato a causa delle poche macchine che passano accanto al giardino.

Silenzio assoluto, adesso, a eccezione dei mormorii trasportati dal vento, pronti a essere colti da chi se lo merita.

Questa essenza della terra come era migliaia di anni fa e come purtroppo non vedrò mai mi commuove, e così piccole gocce calde solcano il mio volto, si ricongiungono sulla punta del mento e si gettano nel vuoto, verso un mondo oramai dimentico di questa linfa vitale, ovvero il poter fondersi con la natura in un periodo del giorno speciale, la notte.

La luna fa capolino da dietro le nubi e, come a volersi prendere gioco di me, va e viene, conscia del fatto che questa sia una delle pochi notti in cui mi sento viva ma che lei ha vissuta milioni di volte, angelo custode delle Tenebre sin dai primi anni di vita della Terra.

E intanto essa mi regala, quasi per pietà e compassione, un altro piccolo momento perfetto, durante il quale capisco tutto, carpisco alla natura ogni suo più piccolo segreto. Non abbiamo bisogno di parole, poiché, mentre un venticello fresco mi manda i sussurri degli alberi, dentro di me dei fili si sono collegati e

- voilà – una lampadina si è accesa: la Consapevolezza.

Perché adesso so, ma è come se non sapessi, perché di parole non ce ne siamo scambiate, io e la Natura, bensì solo fruscii e lacrime, ma non di dolore, di gioia, perché questa è una bellezza davanti alla quale non puoi stare impassibile, e lo stesso che ascoltare musica che ti fa venire i brividi, uno strumento musicale del quale apprezzi la melodia o ancora leggere un libro che ti ha colpito, che ti ha capito: tutti ti colpiscono al cuore.

La Natura mi racconta la sua antica storia, tramandata da millenni grazie ai sussurri degli alberi, durante la notte.

Lei racconta, io immagazzino.

Lei spiega, io recepisco.

Lei narra, io custodisco il suo messaggio.

E di nuovo tutto ciò è stupendo.

Di nuovo gli alberi parlano e io rispondo con le lacrime.

Di nuovo gocce salate si fondono con la terra.

E di nuovo entro a far parte del mondo notturno, pura essenza di nostalgia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti voi che avete avuto il coraggio di aprire queste...

Francamente non saprei come chiamarle.

Delucidazioni?

Beh, fatto sta che ieri sera, a mezzanotte e dieci, la notte mi ha chiamato e io le ho risposto.

Si, ho pianto davvero.

Perché?

Mmmmmh...

Consapevolezza.

 

Comunque, essendo la prima volta che pubblico, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

A dirla tutta, mi reputo una che scrive cose allegre, o perlomeno cose “normali”.

Ma ogni scrittore, penso, almeno una volta si trova a che fare con questo genere.

E questo era il mio turno.

Spero vi sia piaciuto.

A presto.

Spero.

Ale

  
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