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Autore: MaggieMurdock    31/05/2012    5 recensioni
New York City.
Un incontro.
Un compleanno da festeggiare.
Scoprite come :)
[Buon compleanno all'irlandese più meraviglioso che il creato conosca, un milione di questi giorni a Colin James Farrell ♥]
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ciao tesore! :D 
Anche io non potevo trattenermi dallo scrivere una shot per l'occasione.. voglio dire, compie gli anni il nostro irlandese preferito o no?! <3
Naturalmente tutto ciò è puramente ipotetico, non so niente di come passerà il compleanno l'adorato Cole, nè tantomeno con chi.. però ne ho una vaga idea e ce l'avete anche voi!  
Quindi, mie care, spero che questa stupidaggine sia di vostro gradimento :3 
ps. i luoghi descritti sono reali, ci ho messo in mezzo alcuni angoli di New York che personalmente adoro (perchè sappiamo che Jared è a New York in questi giorni, quindi... avete capito XD) ..un'altra piccola precisazione ve la faccio alla fine, intanto buona lettura *-* 


Sorrido ad una nuova mattina, alzandomi dal letto sfatto dell'hotel, arredato in stile ultramoderno.

La coperta bianca manda un fruscio delizioso, così come il lenzuolo di cotone sotto il quale fino ad un attimo prima ero avviluppato. Sono uno che non sta fermo nemmeno durante la notte.

Poggio i piedi sul parquet marrone scuro. Non è freddo come il marmo, mi rimanda calore.

Mi alzo, tirando le braccia verso l'alto sopra la testa, mentre la mia schiena si stiracchia e chiede maggiori attenzioni da parte mia. Per quanto in forma sia, non sono più un ragazzino e qualche doloretto ce l'ho anche io sparso lungo il corpo. E' solo che nessuno lo deve sapere.

Rimango o no un quarantenne di tutto rispetto?!

Mah.. chi lo sa, la maggior parte della gente dice di sì..

Cammino a piedi nudi sulle mattonelle candide che mi separano dalla doccia, canticchiando a bassa voce una canzone di cui non ricordo il titolo. Lascio scorrere piano l'acqua, mentre torno in camera e apro l'armadio, cercando biancheria pulita e qualcosa da indossare per la giornata.

Poso sul letto una maglietta bianca e un paio di jeans e ritorno in bagno.

Sono di buon umore, come non mi succedeva davvero da un po'.

Mi lavo con cura, non smettendo di canticchiare quel motivetto che rimbomba contro il vetro della doccia. Indugio ancora un po' sotto il getto caldo, poi esco, avvolgendomi un asciugamano in vita.

Lo specchio appannato dipinge di me un'immagine confusa, l'unica cosa che spicca è il colore dei miei occhi, che penetra oltre la coltre di vapore che ricopre la superficie riflettente.

Sorrido, mentre passo una mano su quella nebbia per vederci più chiaro.

A volte è davvero così semplice, anche nella vita, una passata e via, le cose sono subito più nitide.

A volte è semplice. Ma nella maggior parte dei casi non basta un gesto per togliere i dubbi, ci vogliono dedizione e impegno. E forse anche così, alcune circostanze rimangono inafferrabili per sempre.

Oggi non voglio pensarci, però.

Recupero il necessario per radermi dal mobiletto vicino, distribuisco il gel da barba sul viso mentre alcuni raggi di sole penetrano dalla piccola finestra posta sulla parete alla mia sinistra rilucendo contro lo specchio e le piastrelle.

Lascio scorrere delicatamente il rasoio, attento a non tagliarmi, metodico e preciso.

Oggi devo essere perfetto, non uno screzio, non una piccola macchia di sangue, nessun taglietto fastidioso.

Mi sciacquo con acqua tiepida per eliminare gli ultimi residui di schiuma e controllo il lavoro.

Tutto a posto.

C'è ancora quel sorriso stupido sul mio volto, ma non è una cosa che mi preoccupa.

Anzi, semmai mi rende fiero. Euforico.

Soddisfatto di me stesso pienamente, una volta tanto.

Fuori ci sarà già un brulicare di persone e traffico, ma tutto è attutito qui.

Ovattato, disperso in piccoli rumori di sottofondo che non riescono veramente a spezzare la calma e il piacere di questi gesti quotidiani.

Alla fine, penso, il senso di tutto sta nei dettagli.

Nelle sfumature impercettibili. Mi ritengo un privilegiato a poterle osservare, a saperle vedere.

Chissà quanti di quelli che si sono già buttati da ore nel marasma di appuntamenti, commissioni, mansioni di vario tipo possono dire lo stesso..dieci? Venti?

Scuoto la testa al me stesso dello specchio e lascio perdere.

Non voglio contarle.

Ritorno in camera a vestirmi, infilati i boxer e i jeans recupero la maglietta e la lascio scivolare lungo le braccia, poi il torace, sistemo le spalle e le maniche e sono pronto.

Le tende solo parzialmente tirate riescono a far intuire lo stesso la fantastica giornata primaverile che mi aspetta.

Energia e prospettive ottimistiche oggi sono tutte qui.

Mi scorrono dentro.

Il fruscio del lenzuolo annuncia la presenza di qualcun'altro.

Qualcuno che sembra cercare un qualsiasi appiglio per recuperare lucidità.

Mi avvicino alla parte opposta rispetto alla mia, chinandomi sulla coperta.

Lascio un bacio sulla guancia di un viso disteso, un accenno di barba incolta mi pizzica un lato delle labbra.

Mi risponde un mugolio indistinto.

Svegliati – sussurro piano e un altro verso sembra protestare di richiamo.

Apre gli occhi, per poi portarsi una mano sulla faccia per proteggersi dalla luce che sembra disturbarlo non poco.

Rimango in attesa in silenzio, mentre cerca nei meandri delle sue facoltà mentali.

Buongiorno – lo sento dire infine, con la voce impastata dal sonno.

Buongiorno..veramente è quasi ora di pranzo, ma fa niente – ribatto piano, cercando di non dare disturbo anche se vorrei urlare e fare un gran casino.

Ma capisco che ancora non è pronto, quindi mi trattengo. Mi limito a sedermi sul bordo del letto, accarezzando piano il suo braccio, la porzione scoperta, dal gomito fino alla spalla.

Apre gli occhi e fa un mezzo sorriso, mentre butta una mano sulla mia e me la stringe.

Auguri irlandese -

Grazie bambolina..anche se.. -

Cosa? - chiedo incuriosito

Cazzo, sto diventando proprio vecchio! -

Mi libero della sua presa per rifilargli un leggero schiaffo sulla spalla – Ah ma finiscila con queste stronzate, cosa dovrei dire io?! -

Tu sembri sempre un ragazzino, maledetto! - e restituisce una leggera spinta.

Seh, proprio.. comunque, sei pronto? -

Per cosa, se è lecito? - chiede sospettoso guardandomi di traverso.

Non gli piacciono granchè le sorprese, ma me ne sono sempre infischiato.

Dopo un po' lo ha anche accettato, nonostante le proteste di rito, e lì capisco quanto ci tenga a far stare in piedi questa cosa tra noi.

Non lo puoi sapere! - faccio una linguaccia, recuperando un tono di voce normale – Vestiti, e vedrai! -

Naaaah.. non potremmo semplicemente starcene a letto? - prega riluttante e cerca di attirarmi a sé per baciarmi, assaggio brevemente e piacevolmente le sue labbra morbide..ma non mi lascio corrompere.

Per nessuna ragione, sfaticato! -

Mi alzo in piedi e metto le mani sui fianchi, sperando che uno sguardo ammonitore faccia il resto.

Ok, ok – sospira dopo un po'. Brancola verso il bagno e lo guardo ridacchiando spostandomi sul fondo del letto.

Sto qui ad ascoltare il rumore dell'acqua, immaginando lo spettacolo sublime che si nasconde a pochi passi da me.

Dopo un po' ritorna coperto solo dall'accappatoio dell'hotel, lasciando una scia di profumo che per un attimo mi annebbia il cervello.. le sue gambe nude e muscolose fanno il resto.. dio, sono fottutamente fortunato.

Cosa guardi? -mi chiede divertito, accorgendosi del mio sguardo eloquente che lo sta praticamente spogliando con gli occhi.

Ah ehm..niente, niente! - mi scuoto un attimo – sbrigati a vestirti! -

Sorride malizioso e tira fuori dall'armadio una camicia nera e dei jeans.

Si veste in fretta, troppo in fretta per i miei occhi che indugerebbero eternamente su quello spettacolo..i muscoli della sua schiena deliziosamente tesi, le braccia forti, i tatuaggi sparsi sul suo corpo.. E' la cosa più bella che abbia mai visto, mi chiedo come tanta perfezione possa essere mia.

Sono certo di essere sul punto di esplodere, nonostante cerchi di trattenermi con tutte le forze.

Pronto! - mi risveglia dal torpore sensuale nel quale sono precipitato.

Ok, andiamo! -

Usciamo dalla stanza appena in tempo, prima che abbracci l'idea di buttare la chiave giù dalla finestra e rinchiudermi lì dentro con lui per il resto dei miei giorni.

C'è una macchina con i finestrini oscurati che ci aspetta nel garage dell'hotel, l'ho fatta noleggiare ieri per uscire indisturbati.

I paparazzi non devono rovinare il tuo compleanno.

L'autista ha già ricevuto tutte le indicazioni da Emma. Ancora una volta, è stata un'alleata preziosa.

A lei concedo tutto, di sgridarmi quando ce n'è bisogno, di starmi vicino e di conoscere i miei segreti. Sa anche di lui, ovviamente.

In questi anni, si è dimostrata onesta, affidabile, discreta, una grande lavoratrice, una persona pulita.

Mi vuole bene e io ne voglio a lei, Adoro quella ragazza, non è solo una collaboratrice, è una della famiglia.

Allora, si può sapere dove mi porterai? - chiede chiudendo la portiera.

Ti ho già detto di no! -

Sbuffa, incrociando le braccia al petto e lasciandosi andare sul sedile.

Io sogghigno senza farmi accorgere, sto in silenzio e lo guardo.

Lascio scivolare la mano fino al suo fianco, scorrendo sul sedile in pelle, finchè non trovo la parte morbida dei suoi fianchi, poco sopra la cintura. La pizzico, impreca e si gira: Che diavolo fai?! -

Una linguaccia da parte mia e tutto finisce in una risata.

E' sereno, lo vedo dai suoi occhi brillanti, dal suo viso rilassato..da quel sorrisino all'angolo delle labbra che non accenna a spegnersi.

Sfrecciamo in mezzo a quel caos che rimane ancora estraneo, centinaia di individui camminano a passo svelto sui marciapiedi senza guardare in faccia nessuno, con il cellulare incollato all'orecchio, i portadocumenti e un bicchiere di Starbucks in mano.

Solitamente io sono uno di quelli, uno stacanovista. La mia testa è un lavorio continuo a cui probabilmente solo io riesco a dare un senso. Oggi ho lasciato da parte tutto, siamo solo noi, io e te e nessun'altro ospite indesiderato.

Ci stiamo dirigendo a Soho, la mia zona preferita di New York, dove di solito faccio prenotare anche l'albergo. Ed infatti, fino a pochi giorni fa dormivo al Bowery, poi con il tuo arrivo ho pensato fosse meglio dare meno nell'occhio e mi sono trasferito tra l'ottava e la nona avenue.

Emma deve avermi amorevolmente maledetto per questa decisione, ma alla fine ha convenuto che fosse il caso di non essere troppo prevedibili.

Arriviamo in Spring Street e scendiamo davanti a un ristorantino tutto arredato di bianco, piccolo e accogliente.

So che gli piace, ci abbiamo pranzato ancora quando ci è capitato di doverci trovare qui per passare un po' di tempo insieme.

E poi non è uno dei locali vegani dove cerco sempre di trascinarlo a tutti i costi. Anche se molto spesso mi lascia fare anche questo, so che preferisce un altro tipo di cucina.

“Bread” è perfetto. Piace anche a me, perchè servono una grande quantità di insalate e sandwich alle verdure, mentre lui è libero di mangiare panini con qualsiasi cosa dentro. A sentire lui, i migliori di New York. Ama i piatti semplici, senza troppe pretese e questo è un buon compromesso, è come una paninoteca ma arredata con molto buon gusto e per niente trash.

Mi guarda compiaciuto, prima di aprire la porta e lasciarmi entrare per primo.

Una cameriera con i capelli biondi raccolti in uno chignon ci fa accomodare ad uno dei tavoli, lascia due menù senza dire una parola sul nostro status di celebrità ma sorridendo molto gentilmente e poi torna dietro al bancone.

Si vedono spesso attori e personaggi famosi quanto noi qui, il personale è abituato alla nostra presenza ed è estremamente discreto.

La ragazza ritorna dopo qualche minuto con una brocca di acqua e prende la nostra ordinazione.

Ho una fame! - esclama sistemandosi il tovagliolo sulle gambe.

E io rido – Pensi sempre solo al tuo stomaco! - osservo fintamente offeso.

L'hai detto tu prima, è ora di pranzo no?! - continua imperterrito, prima di ritornare serio e dedicarmi un sorriso strepitoso – Grazie Jay -

Di nulla – mi schernisco improvvisamente lievemente imbarazzato e certo di essere arrossito violentemente. Non resisto a quel suo modo di fare, mi manda il cuore in gola, nonostante siano passati anni dalla prima volta che me l'ha riservato.

La cameriera non tarda a ritornare per servirci e ci mettiamo a mangiare, io la mia insalata mista con crostini e lui una gigantesca baguette ripiena di brie.

Mi fa rabbrividire, ma temo di dover lasciare da parte le mie rimostranze da nemico di prodotti caseari.

E' il suo compleanno, posso chiudere un occhio, solo per questa volta.

Sono ancora sovrappensiero quando prende la forchetta e ruba uno dei miei crostini, lo fa sparire in bocca in un batter d'occhio e poi mi guarda innocente – Volevo assaggiare – si stringe nelle spalle in un modo così adorabile che non ho nemmeno la forza di ripetergli che odio che mi si rubi il cibo dal piatto.

Prendo la fettina di limone dal piattino, che la ragazza bionda mi ha portato insieme all'insalata, e me lo porto alle labbra con fare innocente, come se fosse un gesto casuale..lo succhio lentamente, gustandone il sapore aspro e fresco, guardandolo dritto negli occhi con tutta la malizia di cui sono capace. Gli altri commensali non si sono accorti di nulla, ma lui sì. Sa che lo sto facendo apposta, per restituirgli una piccola provocazione.

Sembra una cosa di poco conto, a guardarla da fuori, ma per lui non lo è affatto.

Smettila – sibila infatti dopo qualche secondo.

Di fare cosa? -

Lo sai benissimo -

Sogghigno a bassa voce, poi riprendo a mangiare la polpa, lasciando solo la buccia che poso di nuovo sul piattino.

Dio grazie.. - sussurra quasi provato – non avrei resistito un minuto di più –

E io gli faccio l'occhiolino, senza smettere di sorridere - Così impari a rubare il mio cibo! -

Alza gli occhi al cielo ma sorride a sua volta – Sei come i bambini! -

Terminiamo il pranzo, e ordiniamo un caffè.

Allora cos'hai in mente per dopo? -

Vedrai! - rispondo senza sbottonarmi ancora.

Pago il conto e usciamo, ritornando in macchina.

L'autista si dirige verso un'altra misteriosa destinazione.

Arriviamo nella zona dei Pier dopo circa dieci minuti, nei quali ha giocherellato con la mia mano mollemente adagiata sul suo ginocchio, intrecciando le dita con le mie e accarezzandola delicatamente, tanto da provocarmi qualche brivido fugace lungo la schiena.

Nessuno sa quanto sia dolce quando vuole, rido sempre dietro a chi lo vede come un duro impossibile da scalfire..non c'è niente di più lontano dalla realtà.

Colin ha un cuore enorme, una sensibilità fuori dal comune, ed è capacissimo di dimostrarla.

Basterebbe osservarlo cinque minuti giocare con i suoi figli per non avere nessun dubbio al riguardo, non è affatto taciturno come sembra: è disponibile, aperto ed entusiasta.

Quella apparenza dura, ce l'ha solo davanti ai giornalisti impiccioni troppo curiosi dei dettagli della sua vita privata. E' normale dopotutto, certe domande nessuno dovrebbe farle, invece alcuni si prendono fin troppe libertà e purtroppo anche io lo so bene.

Vuoi farmi fare un giro in battello? - chiede riconoscendo il posto.

No, ancora meglio! - replico euforico.

Scendiamo e ci dirigiamo all'interno di quello che sembra una sorta di deposito, un grande capannone a un lato di una pista cementata sulla quale è dipinta una grossa 'H' cerchiata.

Ma quello è un elicottero! - esclama Colin indicando a bocca aperta il centro del cerchio.

Indovinato! Non l'hai mai fatto vero? - chiedo retorico, sicuro che non nessuno gliel'abbia mai proposto.

No, ma non vedo l'ora! Che figata! - Mi mette un braccio intorno alla vita, stringendomi, e appoggio solo un attimo la testa sulla sua spalla, prima di vedere una ragazza con tutta l'aria di una hostess che ci viene incontro. Il saldo ha già provveduto Emma a farlo avere alla compagnia, non ci resta che salire dopo alcune indicazioni di rito e goderci l'avventura.

Benvenuti Signori, siamo pronti a partire! Prego, accomodatevi. Io sarò in cabina per qualsiasi vostra esigenza, non esitate a chiamarmi. - dice la ragazza, facendoci strada verso il gigantesco elicottero nero che ci sta aspettando.

Ringraziamo e saliamo. L'interno è curato nei minimi dettagli: due ampie poltrone di pelle beige, dinnanzi alle quali sono fissati due tavolini a scomparsa, una moquette marrone chiaro ricopre il pavimento, e c'è perfino un piccolo schermo fissato alla parete come il tavolino, che permette di ricevere informazioni sui luoghi principali che sorvoleremo durante il giro.

Ci sediamo e a Colin brillano gli occhi, so quanto gli piacciono queste cose e io gongolo in una estrema soddisfazione.. adoro vederlo così, sembra un bambino con il suo giocattolo preferito.

La hostess ci porta dell'acqua e qualche bibita analcolica e poi scompare in cabina. Installato nel bracciolo della poltrona c'è un piccolo pulsante che ci permette di avvertirla in caso di necessità.

Decolliamo dopo qualche minuto e Colin ha gli occhi fissi sul finestrino con un'espressione entusiastica dipinta sul volto.

L'elicottero si dirige verso Ellis Island e la Statua della Libertà, il panorama è mozzafiato e visto da qui sembra tutto ancora più incredibile e suggestivo.

Il mare sotto di noi, le isole che vi si stagliano al centro, i turisti microscopici che scendono dai battelli, il sole che si riflette sull'acqua e le nuvole come panna montata in mezzo alle quali sembriamo galleggiare.
Ci spostiamo verso Midtown, sorvolando i grattacieli scintillanti, perdendoci ad osservare tutto come se lo vedessimo per la prima volta.

Finchè ad un certo punto Colin si alza, trasgredendo agli ordini della hostess che ci ha consigliato di tenere allacciate le cinture per tutta la durata del viaggio e chiede di fargli posto sulla mia seduta.

Non ci stiamo in due! - pigolo fintamente irritato.

Sì che ci stiamo, scommetti? - e mi fa cenno di alzarmi a mia volta, per poi farmi adagiare su di lui. Entrambe le gambe da un lato, le braccia intrecciate al suo collo.

Hai visto? - sentenzia orgoglioso.

Ho visto che trovi sempre il modo di fare quello che ti pare, ecco – rido punzecchiandolo.

Certo che sì, non so perchè hai ancora dei dubbi su questo punto! - e poi mi chiude la bocca con un bacio.

Sento le sue labbra soffici e volitive sulle mie, la sua lingua farsi spazio tra esse e in secondo mi ritrovo totalmente avvinto da una sensazione impagabile.

Sono ad alta quota, accoccolato sull'uomo più meraviglioso che abbia mai conosciuto e mi sembra di stare in una paradisiaca bolla di felicità.

Continuiamo il bacio prendendo slancio, finchè non ci manca il respiro, quando ci stacchiamo abbiamo entrambi il fiato corto e io mi sento le guance in fiamme.

Il suo sguardo annebbiato mi restituisce il medesimo piacere, intensifica l'abbraccio e io mi lascio andare nuovamente la testa sulla sua spalla.

Grazie Jared – sussurra – è più di quanto mi aspettassi, non dovevi.. -

Ah zitto – redarguisco – per te questo ed altro -

Oggi ce lo meritiamo, ci meritiamo di vivere in un sogno per un po', abbiamo sempre milioni di cose da fare, impegni improrogabili che ci tengono lontani l'uno dall'altro, le nostre vite sono complicate e frenetiche.

Ma questi attimi di calma, ci ripagano di tutti i nervosismi e di tutte le ansie che abbiamo dovuto affrontare per andare avanti come coppia.

Ti amo -

Anch'io ti amo, Colin – rispondo riportandomi di fronte al suo volto e perdendomi nel misterioso oblio nero dei suoi occhi.

Riprende le mie labbra in un soffio, per poi staccarsi di nuovo – Pensavo.. l'hai mai fatto in volo? -

Rido imbarazzato a questa sua domanda, ma anche inevitabilmente deliziato e già pronto a vedere cosa ha in mente – Incredibile a dirsi, per uno come me, ma direi di no..-

Ride anche lui – Mmmh..allora.. forse potremmo porre rimedio..-

Qui?! Adesso?! - esclamo sconcertato. Ma che gli salta in testa?

Sì, perchè no? - prosegue tranquillo e serafico.

Perchè no? Colin?! Ci sentirebbero! Dai, aspettiamo di tornare in hotel.. - cerco di dissuaderlo morbidamente.

E' il mio compleanno o no?! Decido io! - replica capriccioso.

Annuisco un po' controvoglia, temendo l'irruzione della hostess da un momento all'altro, ma lui ha pensato anche a questo.

Ci rifugiamo nel bagno, nessuno verrà a disturbarci.. dai, alzati -

Eseguo e mi trascina nel piccolo bagno, un cabinotto vagamente claustrofobico nel quale perfino un contorsionista da circo avrebbe qualche problema motorio.
Ringrazio il cielo e qualsiasi divinità che questo sia un elicottero privato e che tutto sia pulito e disinfettato tanto da sembrare perfettamente asettico.

Non credo che avrei mai avuto il coraggio di farlo altrimenti, sono un tantino schizzinoso riguardo ai germi.

Ma come diavolo intendi farlo in questo buco?! -

Tu non preoccuparti, ci penso io – e per tutta risposta mi spinge contro la parete, riprendendo il bacio interrotto poco prima. Gioca con la mia lingua per un tempo indefinito, scorrendo le sue mani sul mio corpo in una carezza sempre più frenetica. Non posso fare altro che arrendermi a quello che mi sta facendo.
Slaccia febbrilmente i miei pantaloni, insinuando le dita oltre il tessuto e toccando la mia erezione già pronunciata.

Sto facendo sesso su un elicottero..ok, non era questo quello a cui avevo pensato, ma è molto nel suo stile.
Colin è tanto premuroso quanto istintivo e famelico in certe situazioni, le sue fantasie corrono veloci esattamente quanto le mie e a giudicare da come si sta comportando questa è decisamente una di quelle che lo eccitano parecchio.

Sento dolermi una gamba, compressa in una rientranza della parete, ma non oso lamentarmi.

Si accorge della posizione scomoda nella quale mi trovo e me la alza, portandola sopra al ripiano in cui è incassato il wc.
Scaccio qualsiasi pensiero, quando Colin prende a massaggiarmi con decisione.
Le sue dita scorrono sulla mia lunghezza, mentre le sue labbra si sono spostate a torturarmi il collo.

Non riesco a trattenere un gemito prolungato, non riconosco più nemmeno la mia voce, si confonde mischiandosi ai suoi sospiri altrettanto profondi.
Non so come ci stia riuscendo, in questo piccolo spazio, ma riesce a muoversi sapientemente senza nessuna difficoltà e mi sta mandando fuori di testa.

Oltre ad essere un compagno stupendo, più di quanto avessi mai potuto sperare, è l'amante migliore che mi sia capitato in tutta la vita. Fare l'amore con lui è una scoperta continua, l'esperienza più eccitante in assoluto. Sarebbe capace di rendere sexy qualsiasi situazione, perfino questo innocuo volo panoramico che avevo organizzato solo per regalargli un compleanno alternativo.

Non c'è niente di innocente qui, ora.
E' tutto proibito, scandaloso e terribilmente travolgente.
Non riesco a dire una parola, il cuore sembra pulsarmi direttamente in gola e mi manca il respiro.

Non ho idea di quanto tempo sia passato, non mi importa più di nulla, solo di averlo vicino in questo modo. Mi lascio investire da questa miriade di sensazioni, amplificate dal fatto che ci legano sentimenti importanti, ormai consolidati, indissolubili.
Riesce a prendermi in braccio, mi riappoggia contro la parete, cingo la sua vita con le gambe, in modo da permettergli di penetrarmi.
Gli spostamenti sono difficoltosi, ma non impossibili come avevo pensato, e con poco sforzo riesce ad entrare dentro di me.

Comincia a muoversi, dapprima piano, poi sempre più frequentemente, mentre mi tengo saldamente ancorato alle sue spalle per non perdere il delicato equilibrio nel quale ci troviamo.
Colin continua a farmi suo, con spinte ancora maggiori, finchè entrambi non esplodiamo in un orgasmo sconvolgente, a distanza di pochi secondi l'uno dall'altro.
Mi rimetto in piedi, senza lasciare il suo collo, appoggiando la testa sulla sua spalla e aspettando che l'adrenalina dia tregua al mio corpo.

Sento anche il suo respiro placarsi, dopo alcuni minuti – Allora, ne valeva la pena, che dici? -

Con te, sempre - annuisco sorridendo, posando l'ennesimo bacio sulle sue labbra.

E' lui che voglio, è solo lui. In ogni momento. Non importa dove.

Però, lasciamelo dire, sei un pazzo! -

Sorride, un sorriso ampio e generoso, che mi riempie il cuore.

Potrei stare qui ad osservarlo, per ore.

Ma all'improvviso, l'atmosfera protetta e ovattata nella quale ci troviamo viene rotta da un rumore.

Un bussare insistente alla porta, poi una voce femminile – Signori?! Signori tutto bene? Uno di voi due si sente male?! -

Cazzo, a quanto pare l'abbiamo scampata per un soffio..se solo fosse arrivata un attimo prima.. non oso immaginare!

Soffochiamo una risata che potrebbe tradirci, mentre ci affrettiamo a ricomporci alla meno peggio, con l'ansia di essere scoperti.

Ah ehm, sì, ma non si preoccupi, usciamo subito, solo un momento! - risponde Cole, cercando di fare una voce il più convincente possibile.

Sistemo i miei capelli scompigliati, la maglietta è stropicciata e non posso farci niente, spero che la hostess scambi il mio stato per quello di uno che ha avuto un attacco di mal d'aria e finalmente usciamo.

Ci guarda sospettosa ma senza proferire una parola – Scusi, Jared soffre un po' l'altitudine, ma ora va tutto bene, grazie! - le dice frettolosamente Colin e io annuisco a mia volta – Sìsì infatti, ora sto meglio - mentre stringendoci ritorniamo ai nostri posti.

Questo sarà decisamente un compleanno del quale parleremo per anni.

Ed in fondo, è proprio quello che volevo.

 

NdA : Il giro in elicottero è davvero possibile farlo, ci sono varie possibilità e vari prezzi, anche il noleggio di un mezzo privato da vip (ad un prezzo che..lasciamo stare XD) ..non mi sono inventata io questo particolare, ecco. 
Detto questo, alla prossima, vi adoro troppo, tutte quante <3 *sparge amore* 

 

  
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