Il mio aereo è caduto pochi giorni fa, sono l' unico sopravvissuto, ho da poco sepolto i miei più cari amici e in un' isola come questa non posso che seppellirli in piccole fosse scavate con le mie stesse mani. Sono costretto a doverli spogliare per poter prendere i loro vestiti. ( Solo a pensarci rabbrividisco!). Le mie giornate le trascorro cercando tutti i mezzi necessari per il mio sostentamento, per la prima volta in vita mia ho iniziato a prendere dei piccoli ramoscelli e sfregandoli tra loro riuscii ad ottenere il fuoco. Ora sì che capisco com' era difficile la vita dei primitivi.
Questa mattina sono andato in giro per l' isola, e cosa ho ritrovato? Il pallone che mi regalò la mia Kelly prima della mia partenza. Le avevo promesso che sarei tornato il prima possibile ma credo che sia impossibile poter mantenere questa promessa. Ormai, anche se è passata solo una settimana, credo che questa sarà la mia casa e qui non posso far altro che aspettare che qualcuno mi trovi, stare qui mi rende nervoso e triste...

La lontananza da Kelly mi fa impazzire, la vorrei qui con me ma so che è impossibile! Cosa c'è di peggio? Sono solo, qui non c'è anima viva se non qualche animale, quella palla è l' unico oggetto che mi tiene compagnia. Con il sangue del palmo della mia mano ho disegnato un volto su un pallone e l' ho chiamate Wilson. Wilson, è ufficiale, sei il mio nuovo migliore amico. Passiamo ore ed ore, anzi io passo ore ed ore a raccontargli della mia amata e Wilson non può che stare lì zitto ad ascoltarmi....

Ieri sera ho ritrovato un piccolo gingillo che mi regalò Kelly, c' era una nostra foto e posso dire di aver pianto per ore ed ore ma invano, e come sempre il povero Wilson mi guardava...

 In preda alla disperazione ho iniziato ad invocare il suo aiuto. Starò impazzendo? Spero di no! E intanto tra la disperazione e questa vita inutile e dolorosa è passato un anno…