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Autore: La_Babbana    31/05/2012    5 recensioni
Il Principe dei Serpeverde aveva poteri spettacolari: nulla poteva celarsi ai suoi occhi di un color nocciola così intenso che avevano delle proprietà ipnotiche vere e proprie per chiunque.
Chiunque adempiva a ogni sua richiesta, soddisfaceva ogni suo desiderio al primo sguardo che il moro rivolgeva a chiunque passasse per la via.
Chiunque, tranne che Lui.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grifondoro.

 

Era lì quel ragazzo biondo, il ragazzo tanto agognato dal moro in quei quattro anni di scuola di magia.
La classe sociale –a suo parere- peggiore di tutta la scuola: Grifondoro.
Il moro non disprezzava qualche ragazza Corvonero o Tassorosso, da portare a letto occasionalmente, ma lui, quel biondino con quel fisico esile, lui era della peggiore razza esistente.
Un Serpeverde non avrebbe potuto abbassarsi a quei livelli, neanche per la ragazza più bella di Hogwarts, figuriamoci per un ragazzo irlandese con sangue sporco.
No, non poteva pensarci, doveva distrarsi e così quel moro con l’aria misteriosa seduto in ultima fila iniziò a disegnare le sue fantasie più impure, a scarabocchiarle su quella pergamena gialla.
Quando il professore si avvicinò al moro per richiamare la sua attenzione, il ragazzo –chiaramente in difficoltà- soffiò sul foglio e ne cancellò i tratti di matita che lo riempivano quasi totalmente l’attimo prima.
L’aveva scampata anche quella volta, il professore si limitò a ritirargli il foglio consapevole che nessun incantesimo avrebbe mai potuto far riapparire il disegno. Il Principe dei Serpeverde aveva poteri spettacolari: nulla poteva celarsi ai suoi occhi di un color nocciola così intenso che avevano delle proprietà ipnotiche vere e proprie per chiunque.
Chiunque adempiva a ogni sua richiesta, soddisfaceva ogni suo desiderio al primo sguardo che il moro rivolgeva a chiunque passasse per la via.
Chiunque, tranne che Lui.                                                                                                                                                                 
Lui, Niall Horan, sangue sporco, irrimediabilmente macchiato da una madre troppo occupata a prostituirsi e da un padre troppo occupato a lavorare per accorgersi che il figlio possedeva doni in cui ormai non si sperava più.
Il nonno materno del biondo irlandese, il grande mago Silente per generazioni preside della scuola di magia di Hogwarts. Un mago potente che gli ha trasmesso buona parte dei suoi poteri.
Il moro si divertiva a pensare che quando il sangue è “impuro” spesso si salta una o più generazioni, aspettando il discendente appropriato.
Dio, quanto lo odiava. Il semplice fatto di non poterlo ipnotizzare, di poter rendere suo schiavo chiunque sulla faccia della terra tranne lui e il suo degno nonnino lo mandava in bestia.
Ad accrescere questa rabbia, il fatto che ogni cosa gli uscisse dannatamente bene al primo tentativo, senza trucco, senza inganno, ma cosa più tragica e fottutamente dolorosa, senza fatica.
Nessuno si era mai spiegato come potevano due miseri Grifondoro resistere allo sguardo ipnotico del Principe dei Serpeverde.
Nelle sue vene scorreva sangue talmente puro che avrebbe potuto dominare il mondo intero con un solo colpo di bacchetta, un giorno.

E così quel ragazzo moro e affascinante noto a tutti con il nome di Malik e a pochi eletti con il nome di Zayn, così, con questi pensieri così impregnati di vanità, quel ragazzo si divertiva a passare l’ora di difesa contro le arti oscure.
 
 
Pozioni. La lezione più stupida in assoluto. Osservava il biondo armeggiare goffamente con le provette.
Lo trovava il nemico più fastidiosamente indifferente al suo odio che avesse mai avuto.
Con quel sorriso sempre stampato sul volto non faceva altro che accrescere il fastidio del moro che lo guardava con sguardo di sfida, aspettando che l’irlandese ricambiasse, ma non era mai così.
-“Ehi attento Horan, mi hai schizzato!”- urlò il moro al ragazzo che gli chiese un veloce ‘scusa’, ritornando a spremere il suo chicco di Adomentis Formatus.
Non contento il moro continuò con aria di sfida, sperando di innescare una discussione e, perché no, una rissa.
-“Cosa? Non ho sentito?”- disse.
-“Ho chiesto scusa.”- gli disse il biondo alzando velocemente lo sguardo e incontrando gli occhi nocciola del suo compagno. Ora nei suoi occhi azzurri viaggiava una minuscola scintilla di sfida che Zayn colse al volo, che Zayn vide chiara come il sole e più grande dell’universo intero.
-“Allora ci vediamo dopo nel campo da Quiddich, così me lo chiedi meglio.”- 

 
 
-Ore 15.30, Magazzino delle scope-
-“Ciao Malik.”- il biondo arrivò con un foglio in mano, un foglio che Zayn conosceva e che temeva molto.
-“Cos’hai lì Horan?”- chiese il moro curioso, consapevole che Niall sapesse bene della sua preoccupazione.
-“Mmm, questo è il foglio con il ‘disegno’ che stavi facendo all’ora di arti oscure. Freg non può vederlo perché è un idiota, ma io si. Io posso e tu lo sai.”-
Niall pronunciò qualche incantesimo che rivelò un disegno quasi perfetto in ogni suo particolare che ritraeva lui e Zayn a letto. Alla visione di quel disegno Niall non si sorprese e Zayn non si imbarazzò, anzi rise quasi come se fosse soddisfatto della sua opera d’arte. Infondo infondo, loro erano come fratelli.
-“Sono il tuo sogno erotico, Malik?”- continuò beffardo l’irlandese.
-“Tu sei un idiota, Horan.”- disse il moro sottolineando quel ‘tu’.
-“Sai che non è vero Malik. Io e te siamo due facce della stessa medaglia. Da che mondo è mondo la mia famiglia e la tua rappresentano il bene e il male, l’amore e la morte. Io e te siamo geniali quanto maledettamente impossibili da eliminare per la nostra posizione ‘scomoda’. Non sai neanche quanto i maghi da ogni parte del mondo, di qualsiasi età e nazionalità vorrebbero entrare per un nanosecondo nel nostro cervello, per camminare nel sapere più assoluto tramandato di generazione in generazione fino a due grandi come mio nonno e tuo nonno. E’ inutile che scappi dalla realtà: io e te siamo allo stesso livello e, sebbene sia in me che in te ci sia una forte voglia di supremazia sull’altro tu sei consapevole almeno quanto me che non ci sarà mai un briciolo di differenza tra me e te, neanche uno. Neanche un piccolo granello di conoscenza in più o in meno che ci permetta di tirare un sospiro di sollievo o, al contrario, che ci permetta di disperarci. Non c’è speranza e per quanto sia fastidioso dobbiamo accettare che l’uguaglianza tra di noi è la malattia peggiore dalla quale potevamo essere infettati.”- ed era così che il biondo parlava e parlava, incurante se pur consapevole del fatto che Zayn li avesse trasportati con un solo colpo di bacchetta in una stanza che Niall conosceva bene e che amava: la stanza delle necessità.
 
-“Oh Horan credimi, una differenza c’è eccome tra noi.”- prese parola il moro, guardando profondamente Niall con quegli occhi castani che ora iniziavano a bruciare mentre sputava tutti i sentimenti che, per troppo tempo ormai, si era tenuto dentro.
-“Tu non hai difficoltà, tu sei così maledettamente perfetto in tutto quello che fai. Perché io ci devo mettere tutto me stesso per fare qualcosa che tu fai sorridendo felice e sereno? Io sono stato sospeso –e di conseguenza bocciato- l’anno scorso per colpa tua!”- lo accusò Zayn lasciando cadere qualche lacrima sul volto.
-“Mia? Hai tentato di usare Crucio su di me perché non riuscivi a ipnotizzarmi con lo sguardo. Sarebbe colpa mia? Sarebbe, anzi, merito mio non averti denunciato al consiglio dei maghi che ti avrebbe spedito ad Hazkaban senza pensarci due volte.”-
-“Funziona con tutti Niall cazzo, perché, perché con te no?”- lo implorò il moro piangendo pesantemente.
-“Non puoi torturare chi ami.”- la voce di Niall arrivò debole all’orecchio di Zayn, nel cui cervello però rimbalzavano quelle cinque parole come se fossero la sua ragione di vita, ora.
-“Perché ti amo? Perché Niall?”-
-“Perché tu hai un cuore più puro di quanto tu possa immaginare. Sei solo influenzato dalla tua famiglia che ti impedisce di essere il ragazzo che vuoi essere.”-
-“Ma io… Io sono il principe dei Serpeverde.”-
-“Ma qui”- si interruppe il ragazzo per avvicinarsi al moro e mettere una mano sul suo petto indicandogli il cuore –“Qui tu sei solo un ragazzo innamorato.”-
Pochi centimetri dividevano i loro visi, collegati solo dai loro sguardi che si intrecciavano consapevoli di volere la stessa cosa.
I loro nasi si sfiorarono, le loro labbra si toccarono e tutt’intorno a loro si fuse per fare da sfondo a quel momento tanto agognato in quei lunghi quanto faticosi quattro anni.
-“Ti amo Niall Horan.”-
-“Ti amo, Principe del mio cuore.”-
 
#chicca

-Give a Look-
Salve ragazze! Questa storia è nata tra mezzanotte e le due di notte,
quindi mi scuso per errori e stupidaggini varie.
E' la prima storia di questo genere per me quindi che ne dite di dirmi cosa ne pensate (?)
Love you All :*

 

  
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