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Autore: Martychan Fantasy    31/05/2012    7 recensioni
Per tutta la vita, non ho fatto altro che sognare un mondo diverso dal mio. Un mondo in cui i sogni possono realizzarsi davvero. Un mondo in cui sentirsi liberi e felici è un diritto di tutti, e non solo un lusso per pochi. Adesso, finalmente, dopo tanto cercare, quel mondo io l'ho trovato. QUI. -Martine Dowall-
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fight for Fire - Ocean J. Eve -'
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Fight for Fire 2

Ocean J. Eve – Il Ritorno (Parte Seconda)

 

 

Gli occhi profondi e magnetici di Ace, non volevano saperne di staccarsi dai miei, ed io iniziavo seriamente a preoccuparmi, e a chiedermi cosa mai gli fosse preso così all’improvviso. Non poteva essere così perplesso, solo per la lieve scossa che gli avevo procurato al braccio, per fargli chiaramente capire che volevo fermarmi e non avevo alcuna intenzione di combattere. Intanto, i miei sette vice capitani, mi avevano raggiunta, circondandomi.

-Tutto bene, capitano?- mi domandò Neil per primo, ma io, non lo sentii nemmeno.

Tutti i miei sensi, tutta la mia attenzione, erano rivolti interamente, al giovane in piedi sul cornicione della Moby, che continuava a fissarmi con i suoi intensi occhi corvini. Tremai con forza, deglutendo ripetute volte, anche se lievemente, mentre sentivo il suo sguardo, cercare in tutti i modi, la maniera di scrutarmi oltre il mio essere fisico. Che si fosse accorto di qualcosa?! Ma no..come avrebbe potuto?! Avevo il viso ben nascosto anche senza cappello. Allora come mai, mi dava tanto l’impressione di avermi quasi riconosciuta?. Mi agitai ancora di più, sentendo il cuore quasi saltare violentemente contro la cassa toracica nel quale era riposto, tanta era la misura dell’intensità delle mie emozioni!. Distolsi per prima lo sguardo da Pugno di Fuoco, non riuscendo più a sostenerlo. I miei sentimenti me lo impedivano. Mi impedivano di continuare a fingere di non essere la stessa di quasi tre mesi fa. Mi impedivano di continuare la sceneggiata della piratessa impavida che voleva allearsi con Barbabianca per poter solcare sicura i mari del Nuovo Mondo. O meglio, volevo anche quello, sia chiaro, ma non era il motivo vero per cui ero arrivata fin lì. Io volevo soltanto, rivedere Ace, e potergli dire, tutto quello che non ero riuscita a dirgli quel giorno. Potergli dire, che lo amavo? Come avrei fatto?Piombando lì improvvisamente come pirata, e poi rivelare invece chi ero in realtà dicendo “Eccomi qua,tesoro! Sono arrivata!” come se niente fosse?! Che stupida!!. Mi voltai di lato, iniziando a muovermi nella direzione opposta alla Moby Dick, col chiaro intento di voltare le spalle ad Ace, e a tutti i sentimenti che mi avevano mossa fino a quel punto. Mi stavo comportando come una vigliacca, lo sapevo perfettamente, ma le mie paure, il mio timore di incomprensione e di rifiuto da parte di Pugno di Fuoco, erano decisamente troppo grandi da sostenere in quel momento. Come Ace, anch’io, temevo l’abbandono, e la sofferenza della solitudine. Non avevamo avuto, la stessa storia nel nostro passato, ma potevo capire perfettamente, cosa lui avesse patito da piccolo almeno dal punto di vista affettivo. Io, non avevo avuto l’amore dei miei genitori, non li avevo mai conosciuti o visti in vita mia, e avevo saputo che non mi avevano mai desiderata, abbandonandomi alle cure dei miei nonni, ed in particolare di mia nonna, che mi crebbe da sola quando rimase vedova. Ace, era stato cresciuto da una madre adottiva, Dadan, non potendo a sua volta poter provare cosa volesse dire l’amore dei genitori.Tormentato dal peso del nome e della fama del padre, e sofferente e molto legato, al ricordo della madre, che si era sacrificata per proteggerlo, quando lo diede alla luce. Le nostre storie erano profondamente diverse, ma simili, su un unico punto fondamentale, l’amore dei nostri genitori, negatoci sia per un modo che per un altro. Chi nella propria vita, non desidera altro che l’amore dei suoi cari e dei suoi amici?Chi non desidera l’amore vero di una donna o di un uomo?. In quel momento, mi sentivo improvvisamente piccola e sciocca.

-Capitano?Dove vai??-

-Che ti succede ora, capitano?!-

Sentivo Tuono e Frollo, i più giovani e ingenui del mio gruppo, che mi richiamavano ansiosi, non capendo cosa mi stesse prendendo all’improvviso. Strinsi forte i pugni lungo i fianchi, tremando, mentre abbassavo anche il capo e serravo la mascella, mostrando lievemente i denti, in una smorfia di sofferenza. Non potevo restare lì. Non riuscivo ad andare oltre il confine al quale mi ero avvicinata, e, oltre il quale si trovava Ace.

Avevo PAURA.

Una smisurata paura di essere scansata da lui. Lo so, poteva sembrare sciocco, ma in fondo, quando si è innamorati, chi non ha mai avuto paura del rifiuto o dell’incomprensione dell’amato?? Io, avevo paura ad andare oltre, ritenendo Ace, troppo oltre, per me. Io, la semplice campagnola Martine Dowall, anonima ragazza come ce n’erano a milioni, sia nel mio mondo che in quello dove mi trovavo. Perché avrei dovuto fare la differenza?!.

-..- Oscar mi osservava a braccia conserte al petto, senza dirmi una parola. Sapeva benissimo cosa mi stesse prendendo, lo vedevano chiaramente, tutti i restanti miei vice capitani, ma non volevano assolutamente interferire, in quella che era una mia scelta personale.

-Oh, Eve!- disse lievemente Viola guardandomi coi suoi grandi occhi scarlatti, dispiaciuta per quell’estenuante combattimento che l’amore che provavo dentro di me, stava affrontando contro le mie più nere e assurde paure!.

**

Dall’alto della Moby Dick, tutto si era come fermato. Barbabianca osservava la scena con cipiglio un po’ preoccupato. Era un vecchio saggio in fin dei conti, un uomo sensibile ai sentimenti, ed aveva intravisto chiaramente, in Eve, un profondo turbamento dopo il suo scontro aereo col figlio. Sapeva che se non si sbagliava, e se era come Silvers gli aveva confermato, quella era la misteriosa salvatrice che Ace stava disperatamente cercando ed aspettando. Non capiva perché, quel repentino cambiamento d’intenzione nella ragazza, che dava tutta l’aria di voler girare i tacchi ed andarsene, ma confidava nel fatto che se Ace si fosse accorto di chi lei fosse in realtà, avrebbe fatto di tutto per impedirle di andarsene. Se davvero Ocean era la fanciulla di Marineford, Barbabianca non desiderava altro, che poterla abbracciare e ringraziare con tutto il cuore.

Portuguese D. Ace, continuava a scrutare Ocean J. Eve dall’alto, stupendosi, quando la vide distogliere lo sguardo dal suo e voltarsi di lato, come nell’atto di andarsene. Cosa le prendeva?! Dov’era finita tutta la sua spavalderia? Non era forse venuta apposta per loro?!. Più di tutto, quello che faceva girare la testa al ragazzo di fuoco, era il profumo chiaro ed inconfondibile, che aveva sentito provenire dai suoi capelli. Lo stesso profumo della sua misteriosa salvatrice!. Il cuore ad Ace, saltò un paio di volte, quando olfatto e cervello si misero d’improvviso in contatto.

“LO STESSO PROFUMO!!” gridò nella sua mente, sgranando gli occhi scioccato.

-Ehi, Ace!! Che ti prende adesso?? Perché vi siete fermati così all’improvviso?!- Marco si avvicinò al cornicione dove stava Ace con Vista e gli altri comandanti, per cercare di capire cosa tra il fratello e la piratessa, stesse succedendo.

-M-Marco! Lei..- balbettò Ace che ancora non si capacitava di dover fare quel nesso

-Cosa??- lo incitò a parlare la fenice, piuttosto preoccupato da quell’atteggiamento.

-Lei..ha lo stesso profumo! Lo stesso profumo della ragazza che mi salvò a Marineford!!!- lo disse d’un fiato, secco ,forte e chiaro, cosicchè lo sentissero bene, non solo sulla Moby, ma anche sulla Fire and Tunder.

Eve, infatti, a quell’affermazione sconcertata da parte di Ace, bloccò i suoi passi, rimanendo immobile di lato, sgranando gli occhi che presero a tremare selvaggiamente. Lui..si ricordava addirittura del suo profumo?!Pazzesco!.

-EHHH??-

-CHE COSA?!-

-POSSIBILE?!-

I commenti, i brusii e le esclamazioni sconcertate, salirono alte dalla Moby Dick, impregnando tutta l’aria circostante. Dal punto della nave a prua, in cui si trovava, Rufy poteva vedere bene tutto quello che succedeva tra il fratello e la piratessa.

-COOMEE???? Quindi!!! Quella laggiù in realtà è la ragazza che ha rischiato la vita per salvare Ace a Marineford??!!- strabiliò cappello di paglia tenendosi stretto con le mani al suo cappello.

Nemmeno lui riusciva a crederci. Aveva dell’incredibile tutta quella storia!. Era da quando aveva visto il fratello sano e salvo a Marineford, che ringraziava quella misteriosa fanciulla ed il suo provvidenziale intervento!. Anche Rufy si era sempre chiesto chi fosse, e da dove fosse saltata fuori, ma soprattutto, cosa l’avesse spinta a quel gesto estremo di sacrificio, per salvare suo fratello da morte certa. Doveva volergli molto bene, per fare una cosa simile, si era risposto. Ma come poteva, se lei ed Ace non si erano mai visti prima?!. A Rufy non importava. A sua volta, voleva poter abbracciare forte e ringraziare di cuore, colei che gli aveva restituito il fratello sano e salvo! Sarebbe stata sua amica per la vita, per sempre! Aveva fatto qualcosa di molto grande per tutti loro, per tutti quelli che amavano Ace.

-Eh eh eh! Rufy! Saresti felice, se tuo fratello, trovasse le risposte alle sue domande?-

Domandò improvvisamente Rayligh facendo sobbalzare di poco il mugiwara.

-EH?- fece infatti Rufy che non se lo aspettava, ma poi, tornando a fissare prima Ace e poi la piratessa, sorrise, con un sorriso maturo, gentile, sincero : -Sarei contento, si. Ma sarei felice, se mio fratello trovasse il modo di esserlo a sua volta!-

Alla sua risposta pura e sincera, Silvers, fece una risatina, contagiata dalle parole d’affetto di Rufy, e poi, rivolse il suo potente sguardo, su Eve, usando su di lei, il potere della sua Ambizione.

In quell’istante, la giovane, stava ancora tremando di paura.

-EVE! Non fare così, andiamo!- le stava dicendo Bett Mary

-Dopo tutta la strada che hai fatto per giungere fin qui! Non puoi indietreggiare proprio ora!!- le disse Neil

-Questo è il tuo sogno più grande! Non puoi assolutamente fermarti ora!!- sbraitò Boward con decisione

-Sigh! Mi dispiace tanto ragazzi!! Ma non posso!!- trattenne le lacrime con forza la giovane, scuotendo il capo in segno di negazione.

-PERCHE’?!- gridarono i suoi vice tutti in coro

-PERCHE’ HO PAURA!!!-

Gridò forte, forse troppo, e la sentirono inevitabilmente tutti, sia sulla Fire and Tunder, che sulla Moby Dick. La paura di non essere accettati, proprio da chi noi amiamo ed in chi abbiamo riposto tutti i nostri sogni e speranze, spaventati dall’idea di essere sbagliati.

-…- Barbabianca la fissò con una nota di affetto, sempre più convinto di chi avessero davanti.

-..- Ace aveva ancora lo sguardo perso e tremante, la bocca semi aperta per lo stupore, e le palpitazioni a mille. Aveva paura? Di cosa? Di lui?? Se lei era veramente chi pensava, non doveva temere assolutamente niente!. Serrò i pugni lungo i fianchi, guardandola con preoccupazione. Il suo istinto, continuava a dirgli che non sbagliava, e il suo profumo continuava a tornargli forte e chiaro alla mente. Ognuno di noi, ha un profumo ed un odore unico sul proprio corpo e sulla propria pelle. Ace, sapeva bene che solo una persona poteva possedere quel profumo, lei e nessun’altra!.

-Ho paura..sono una codarda infondo..ho paura di come lui potrebbe reagire..- continuò la piratessa abbassando ancor di più il capo verso terra.

>WOOOOOSHHH!!!!!

**

Arrivò improvvisa, inaspettata, una forte folata di vento fresco. Una folata di vento strana, in cui percepii chiaramente, si celasse la potente forza di volontà di qualcuno. Quella folata di vento prepotente, mi investì in pieno, sciogliendo il nodo della bandana che avevo intorno alla nuca, e alzando in aria, liberi di svolazzare selvaggiamente al vento, i miei lunghissimi capelli castani. Sconcertata dall’accaduto, tenni prontamente con una mano, la bandana ferma sulla mia fronte, per evitare che mi cadesse del tutto, ma ormai, i miei capelli erano liberi sotto alla luce del sole, e il mio volto quasi del tutto scoperto. Non potevo più nascondermi.

-Capitano!!- fecero i miei uomini preoccupati

Dal canto mio, percepivo le voci e le presenze attorno a me, come al rallentatore. Sentivo vorticare le mie emozioni d’amore e di paura, scosse da quella folata di vento provvidenziale, che, oltre a sciogliermi dal mio mascheramento, mi scoteva e mi ridestava dallo stato di agitazione nel quale ero caduta da sola.

IDIOTA!

Che cos’avevo da perdere in fondo?! Avevo la mia famiglia di pirati! E poi, il mio sogno di poterlo incontrare senza marine o guerre da combattere, era davanti a me!. Dovevo buttarmi, mandando al diavolo tutta la paura che avevo. Il terrore mi attanagliava l’animo, ma sentivo, nel profondo del cuore, che se non agivo, se non mi mostravo per quella che ero ad Ace, l’avrei solamente rimpianto per sempre!. Non aveva importanza più nulla. Anche volendo, non potevo più far finta di niente, e così, mi decisi. Afferrai con tutte le mie forze quel poco coraggio che era riaffiorato di nuovo in me, e con altrettanta determinazione, strinsi nella mia mano destra, un lembo della mia bandana, alzandomi di scatto dritta in piedi, rivolgendomi di nuovo interamente, col corpo, verso Ace, mentre tirando via con forza la bandana dal mio viso, rivelavo a lui e a tutta la ciurma di Barbabianca, compreso Rufy e Rayligh la mia vera identità.

**

Ace a quel punto, sgranò ancor di più gli occhi, sentendo il respiro mancare, e un desiderio di gridare “SEI TU!!” forte come un tornado, farsi gigante nel suo petto. Dalla sua bocca aperta per lo stupore, non uscì un suono però, troppo travolto dalle emozioni, più di quanto lui stesso avrebbe mai creduto. Lo stesso stupore colse anche Rufy e tutti i pirati di Barbabianca, che la riconobbero all’istante. Tutti, l’avevano impressa bene nella memoria,la fanciulla di Marineford. Solo Barbabianca e Rayligh non si scomposero troppo, sorridendo tra loro, felici di ricevere piena conferma alle loro supposizioni. Newgate dal canto suo, spostò il suo intenso sguardo, dalla giovane fanciulla al figlio che la guardava sconvolto e rapito. Ridacchiò tra sé, pensando a quanto bello era essere giovani e innamorati. Non voleva aspettare altro tempo,ma permettere finalmente quel meritato incontro, sospirato sicuramente non solo dal figlio, e così, gridò imperativo un ordine :

-GETTATE SUBITO L’ASSE ALLA FIRE AND TUNDER!! FATE SALIRE A BORDO LA SALVATRICE DI MARINEFORD!!!!!!!!!!!- gridò talmente forte che la sua voce rimbombò tutt’intorno

-YAAAAAHHH!!!!!- gridarono euforici i suoi pirati, scattando velocissimi e recuperando all’istante una lunga e pesante asse di legno, che calarono dal cornicione dove si trovava Ace, davanti ai suoi piedi, e fecero cadere sul cornicione della Fire and Tunder davanti a Ocean.

Un invito, chiaro e forte, a superare quel confine, ad andare oltre.

-NON AVERE PAURA!! DI MIO FRATELLO NON DEVI MAI AVERE PAURA!!!!!-

Si sentì il grido deciso di Rufy in mezzo a tutto il vociare e le esclamazioni esaltate.

**

Una lacrima, mi solcò il viso veloce e furtiva, mentre ormai libera da ogni maschera, guardavo Ace dritto negli occhi, perdendomi in quei profondi diamanti oscuri, e sentendo brividi caldi in tutto il mio corpo. I miei lunghi capelli, ancora svolazzavano al vento, mentre tremante, gli sorridevo come feci quel giorno, con tutto il bene che provavo per lui. Il grido forte di Rufy, mi colpì dritta al cuore. Lo ringraziai silenziosamente, guardandolo un istante, gli sorrisi gentile, ricevendo da lui in risposta, lo stesso sorriso ed un accenno col capo in assenso, per incitarmi a proseguire. Il mio sogno più grande, era unitoa me da quell’asse di legno che collegava le due navi. Non avevo la minima idea di come sarebbe andata a finire dopo, di cosa mi sarebbe aspettato, raggiungendo Ace sulla Moby Dick. Ma una cosa era sicura. Ora che ero ad un passo dal poterlo toccare, dal potergli parlare con calma di nuovo, non avevo nessuna intenzione di fermarmi. I miei sentimenti in quel momento, avevano sconfitto di netto le mie paure. Guardai un po’ titubante l’asse di legno davanti a me, avvicinandomi con timore, ma quello che udii e sentii subito dopo, spazzò via quel poco di remore che ancora provavo :

-EVEEEE!!!!- era la voce forte e chiara di Ace, esplosa all’improvviso nell’istante in cui mi ero avvicinata all’asse di legno. Quando alzai il capo emozionata per poterlo guardare nuovamente in viso, quello che vidi mi sconcertò, provocandomi altri profondi sussulti del cuore. Ace stava sorridendo!! Ma non nella sua solita maniera provocatrice o di sfida! Mi stava sorridendo, con un sorriso molto dolce, affettuoso, gentile. E per la prima volta, lo sentivo chiamarmi per nome!. Lo vidi tendere il braccio sinistro col palmo aperto verso di me : -VIENI!-

Pronunciò di nuovo. Ed io credetti davvero di prendere fuoco all’istante, ma in realtà era solo una sensazione che provavo dentro di me.

Vieni.

Un invito, pronunciato con affetto, con delicatezza e gentilezza. Non l’avevo davvero mai visto e sentito così!. Era qualcosa di puro ed estremamente sconvolgente!. Non so bene come, ma senza volere, di nuovo, calde lacrime mi inondarono il viso, grandi e prepotenti. Dovevo proprio avere l’aria di una bambina impaurita in quel momento, ma non riuscivo a farne a meno. Quel suo invito per me, valeva come una vita intera!. Non avrei mai e poi mai nemmeno lontanamente potuto sognare una cosa del genere da parte sua! Eppure, era proprio quello che stava accadendo. Pugno di Fuoco mi stava chiedendo di raggiungerlo, di andare da lui. Mi venne alla mente Barbabianca il giorno che affrontò Ace e gli chiese :”Diventa mio figlio!!”. Quel “Vieni” di Ace per me aveva lo stesso profondo significato, anche se era una situazione totalmente diversa.

-Insomma! Che aspetti sorellina?? Datti una mossa avanti!- Oscar mi diede una gentile ma decisa spinta nelle spalle mandandomi a finire ad un passo dall’asse si legno.

Mi voltai di lato a guardare prima lui e poi tutti e sette i miei vice, con ancora le lacrime agli occhi.

-Ti pare questo il momento di piangere,Eve?!- mi canzonòViola

-Datti una mossa a raggiungerlo!- grugnì Boward a braccia incrociate

-E prendi il tuo sogno tra le mani con forza! Mi raccomando!- mi sorrise commossa Bett Mary

-Dacci dentro, capitano!!- gridarono in coro Tuono, Neil e Frollo

Lasciai che le lacrime mi bagnassero il viso ancora un po’, nel guardare le loro facce incoraggianti e felici, e lo lasciai correre oltre, anche a tutti i restanti membri della mia ciurma, poi, con una mano, mi asciugai il viso, annuendo a tutti loro con un sorriso grato : -Grazie, ragazzi!!- dissi felice. Poi, presi tra le mani tutto il mio coraggio, e tornai a voltarmi ancora verso l’alto, verso Ace.

Mi guardava con maggiore affetto di prima. Possibile? Eppure, era quello che mi esprimevano i suoi occhi ed il suo volto intero. La sua mano sinistra, sempre tesa e aperta verso di me, non accennava ad abbassarsi. La camicia giallo paglierino che indossava, aperta come sempre a lasciare il suo ventre scolpito in bella vista, svolazzava leggera al vento soffice che si era da poco alzato. I suoi bellissimi capelli corvini e ribelli, seguivano la stessa danza, lasciandosi scompigliare dal vento, dando al ragazzo di fuoco, un’aria ancor più attraente ed accattivante.

“VIENI!”

La sua voce gentile mi rimbombava ancora nel cuore. E guidò i miei passi. Si, esattamente. Mi lasciai guidare dalla voce di Ace e dal mio istinto, oltre che dai miei sentimenti. Con un balzo, fui in piedi sull’asse di legno, ed il vento a quel punto, scompigliò con maggiore forza anche i miei capelli, portandosi via dalle mie spalle, il mio scialle di cotone nero, lasciandomi scoperta interamente alla vista di tutti. Tremai fortissimo a quel punto, sentendo qualcosa in me scoppiare prepotentemente, e gridai, gridai fortissimo, proprio come quel giorno a Marineford, gridai forte il suo nome, mentre presi a correre veloce su per quell’asse, dirigendomi sempre più in alto, e sempre più vicina a lui.

-ACEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-

Corsi e urlai con quanto fiato avessi in gola, mentre la figura del ragazzo che amavo, si faceva sempre più vicina a me. Lo vidi chiaramente, sorridermi con più gioia di prima, per poi allargare entrambe le braccia verso di me, come per accogliermi a sé. Non credo però, si aspettasse proprio quello che stavo per fare, ed infatti, lo vidi un po’ stupito, quando non arrestai la mia corsa, ma mi gettai letteralmente tra le sue braccia, stringendolo forte forte per le sue larghe e forti spalle. Non potevo vederlo in viso in quel momento, ma ero convinta che fosse piuttosto sorpreso.

**

Il tempo, si era fermato nell’istante in cui Eve si gettò in corsa nelle braccia di Ace. Nessuno fiatava in quell’istante così carico di significato per tutti. La fanciulla che aveva rischiato la sua vita, salvando quella di Ace, era finalmente ritornata!. Ora, tutti quanti, avevano la possibilità di poterla incontrare, di poterle stringere la mano, e di poterla ringraziare come si doveva!. Ace tremava lievemente, tenendosi rigido in tutto il corpo per quell’improvviso abbraccio così avvolgente e caloroso. Nessuna donna, prima di quel momento, l’aveva mai abbracciato, e mai in quel modo così amorevole. Sentiva il corpo esile e snello della ragazza, pigiato con forza sul suo, e le sue braccia gentili, avvolgerlo completamente intorno alle spalle, stringendolo forte. Quando poi, il profumo dolce dei suoi capelli lo inebriò penetrandogli nelle narici, riuscì a superare quel momento di tensione e smarrimento, rientrando in possesso di sé stesso. Non poteva sapere cosa avesse mosso quella ragazza per fare ciò che aveva fatto salvandolo, ma di una cosa era sicuro in quel momento, era una ragazza estremamente speciale!. Lasciò allora che l’imbarazzo e la tensione, si sciogliessero del tutto, e strinse a sua volta le braccia attorno ai fianchi ed alla schiena della fanciulla, stringendola forte forte a sé, nascondendo il viso sul suo capo, tuffandovi il naso, respirando così a pieni polmoni il suo dolce profumo. Chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto che gli trasmetteva solo una profonda serenità e senso di pace. Eve dal canto suo, quando sentì il ragazzo di fuoco, lasciarsi andare e ricambiare la sua stretta, sentì nuovamente il cuore galoppare forte, e strinse ancora un po’ di più, nascondendo il viso nella spalla destra di Ace per poter respirare il suo intenso odore. Newgate in quel momento, era sceso dal ponte di comando, e si era posto al fianco di Rufy e Rayligh che stavano a non molti metri di distanza dal punto in cui si trovavano Ace ed Eve circondati dai pirati che gridavano e facevano festa.

-Quindi le nostre supposizioni erano fondate. Ti faccio i miei auguri, Ed!- gli sorrise Rayligh non appena lo ebbe accanto

-Gurarara! Sono molto felice della piega che hanno preso gli eventi. E poi..- si fece serio ma emozionato guardando il figlio ed Eve -.. non ho mai visto prima di oggi, Ace così felice!- la sua voce tremò per la lieve commozione che lo stava catturando.

-Eh eh eh! Vecchio mio!- gli diede una pacca su un braccio Ray

-Quella ragazza è la risposta! E’ la risposta che Ace cerca da sempre!- affermò Rufy convinto, provocando un sorriso particolare sia sul volto di Barbabianca, che su quello di Rayligh.

La sua era un’affermazione che poteva sembrare ingenua, e dettata dall’emozione del momento. Rufy però, era il tipo che, sulle cose veramente importanti, non diceva mai delle cose a caso. Conosceva fin troppo bene suo fratello, sapeva il suo dolore, e la sua continua ricerca di una risposta alla sua esistenza, e si augurava davvero, che quella ragazza venuta da chissà dove, potesse esserlo.

Mentre il giovane mugiwara faceva quei pensieri, tornò di nuovo con lo sguardo sul fratello e la piratessa. Erano ancora stretti in un profondo abbraccio, e nessuno dei due sembrava intenzionato a lasciare la presa per primo. Eve piangeva ancora per le forti emozioni che stava provando, nascosta nella spalla di Ace, che a sua volta, teneva ancora il viso nascosto tra i capelli della ragazza, inebriato dal suo dolce profumo. Tra i tremori ed i singhiozzi, la giovane, sentì forte nascere dal cuore un’affermazione importante, che salì veloce nella sua gola, per poi giungere sulla punta della lingua ed uscire carica di sentimento dalle sue labbra :

-Sono così felice, di vedere che stai bene!!!- affermò piena di commozione, rompendo il silenzio che regnava tra loro, riportando così anche Ace alla realtà, svegliandolo con la dolcezza e sincerità della sua frase, dal torpore in cui era caduto.

Nel sentirla parlare così, con tutta quella gentilezza nei suoi confronti, Ace alzò il capo di poco da quello di Eve, sentendo un sorriso felice nascergli spontaneo sulle labbra, mentre gli occhi brillavano per tutto quello che di così forte stava provando grazie a lei.

-Finalmente..posso incontrare e ringraziare la ragazza che ha salvato la mia vita!- fu il sussurro gentile di risposta di Ace, all’orecchio destro di Eve, che arrossì di botto tra le lacrime, nel sentire il fiato caldo del moro, direttamente sulla pelle.

-Non sei un sogno,vero?Sei davvero qui! Sei davvero reale!- continuò Pugno di Fuoco emozionato, cercando nella voce della ragazza una nuova conferma. Anche lui doveva avere parecchia paura per tutto quello che di sconvolgente stava avvenendo nella sua vita.

-Si! Si…sono davvero qui! Sono qui per te, Ace! – fu la risposta carica di altrettanta emozione da parte di Eve, che si stupì di sé stessa, per l’audacia delle sue parole!. Dirgli che era lì, proprio per lui! Santo cielo!! Arrossì nuovamente con più intensità, sentendo le guance in fiamme per quello che aveva appena detto. Chissà come l’avrebbe presa lui? Cosa avrebbe pensato di lei? Non sapeva più che fare, e nemmeno come staccarsi dal loro abbraccio, così, continuò a tenere il viso nascosto nella spalla del fireboy, grata che non potesse vedere quanto fosse in imbarazzo in quel momento. Alla sua audace risposta, Ace fece un sorriso particolare, felice ed eccitato allo stesso tempo. Sollevò di peso Eve,che, per abbracciarlo era dovuta rimanere tutto il tempo in punta di piedi, e la prese in braccio, sciogliendo il loro abbraccio, per poterla anche vedere bene in viso. Eve dal canto suo, quando si sentì sollevare di peso all’improvviso, sentì il cuore perdere un battito, ritrovandosi poi in pochi secondi tra le braccia del ragazzo di fuoco, che la guardava in viso con un sorriso davvero, davvero particolare. Ace si girò poi, verso l’interno della Moby, spostando lo sguardo dalla ragazza a tutti i suoi compagni, compreso il babbo e Rufy, gridando con aria trionfante:

-ECCOLA QUI!!! ECCO LA MIA SALVATRICE DI MARINEFORD!!!!- gridò scoppiando poi a ridere felice come un bambino, mentre saltando dal cornicione al pavimento di legno della nave, veniva circondato da Marco, Vista, Izo e tutti gli altri comandanti e pirati, che facevano festa alla loro eroina, con risa e urla di gioia.

A quel punto, il grande Barbabianca, lasciò il fianco di Silvers, e, con passo lento ma deciso, si avvicinò a quel nutrito raduno festante. Eve, quando lo vide a pochissimi passi da lei, trasalì, ammirandolo in tutta la sua grandezza e possenza. Per quanto fosse un uomo anziano di oltre settant’anni, Barbabianca aveva ancora un fisico prestante e marmoreo, che poteva fare tranquillamente invidia al più giovane e muscoloso dei pirati. Guardando il grande imperatore bianco, la ragazza non potè fare a meno di smettere di ridere alle feste che riceveva, e di guardarlo con tutta la profonda ammirazione ed il profondo affetto che aveva sempre nutrito per la sua figura. Ace, notando il cambiamento in Eve, sorrise, capendo all’istante che la fanciulla volesse dirigersi verso suo padre, la mise giù, liberandola dalla sua stretta. Tutti i pirati intorno a lei, si aprirono in due file, per poterla far passare. Calò un silenzio importante, carico di significato e attesa. Questa volta, Eve sentiva il cuore galoppare forte, per tutta l’emozione, l’ammirazione profonda che provava per quel leggendario pirata, ora davanti ai suoi occhi, che la osservava con cipiglio serio. Anche la giovane a quel punto, assunse un’aria seria in viso, muovendosi poi a passi decisi verso Barbabianca, attraversando le due ale di pirati che la osservavano rapiti al suo passaggio. Quando fu al pieno cospetto di Edward Newgate, Eve si permise di guardalo alcuni istanti dritto negli occhi, provando così quanto fosse penetrante ed intenso lo sguardo di quel vecchio lupo di mare. Tremò davanti a quegli occhi e alla loro intensità, tremò di gioia e di rispetto. Infatti, si mosse prostrandosi a lui con un profondo ed ammirato inchino, chinando tutta la sua schiena in avanti, mettendosi una mano sul petto all’altezza del cuore, e tutto questo, per rendere onore al grande pirata bianco che l’aveva sempre profondamente ispirata. Era seguendo le sue gesta, che aveva deciso di diventare piratessa a sua volta, prima nei suoi racconti, e poi di persona.

Eve non poteva vederlo, ma Newgate fece a quel punto, un sorriso davvero gentile. Le si avvicinò del tutto, ed allungò una sua gigantesca mano, calandola su di lei ed avvolgendole entrambe le spalle con le dita, tanto era grande, incitandola con una leggera pressione, a tornare in posizione eretta:

-Perché ti inchini in questo modo a me, figliola?- le domandò col suo profondo vocione, pieno in quel momento, di gentilezza.

-Per rendervi omaggio,grande Barbabiaca! Io..io vi ho sempre profondamente ammirato! Ed è un grande onore per me! E’ un grandissimo onore, il poter essere al vostro cospetto, a bordo della vostra magnifica nave!!- rispose di getto Eve piena di emozione, mentre tornava in posizione eretta, con ancora la manona del vecchio su di lei.

-No..- proferì il vecchio pirata, attirando Eve a sé e abbracciandola con affetto profondo -..l’onore è tutto mio, figliola! E’ un onore per me, avere sulla mia nave, la fanciulla che ha rischiato la sua vita, per salvare quella del mio amato figlio!..-

A quell’abbraccio così inaspettato ed immenso, data la grandezza di chi la stava stringendo, e a quelle parole così calorose nei suoi confronti, Eve non riuscì a trattenersi, dallo scoppiare in un pianto liberatorio. Fino a quel momento, aveva pianto di paura, di emozioni, di felicità e per molti altri sentimenti, ma non per liberazione. Oh si, adesso finalmente, stava buttando fuori tutto quello che aveva tenuto dentro al suo cuore. Grazie alle parole di quel buon vecchio, stava lasciando andare tutto quello che aveva passato sino a quel preciso momento. In quell’istante, rendeva finalmente reale al cento per cento, la sua presenza in quel mondo, e la consapevolezza che davvero era riuscita a salvarle Ace. Il suo pianto liberatorio, commosse Barbabianca, che la guardò dapprima un po’ stupito, ma poi con affetto, le accarezzò il capo con una mano, per farle coraggio :

-Su, su! Figliola! Che ti succede ora?- le diceva sottovoce

Intanto, mentre i singhiozzi di Eve riempivano i cuori di tutti, facendoli sorridere di felicità, Rufy si avvicinava con Raylight, come anche Ace si era portato vicino al babbo e alla sua salvatrice. Anche Cappello di Paglia, voleva avere la possibilità di dirle grazie, ma forse, vedendola così provata e sconvolta, pensò che non era ancora il momento, e decise di aspettare, limitandosi a restare ancora per un po’ un felice spettatore insieme al suo maestro.

**

Quando riuscii a chetare un po’ il mio pianto liberatorio, guardai Barbabianca nuovamente negli occhi, leggendovi tutto l’affetto che poteva provare un padre per un figlio, e ne fui irrimediabilmente rapita. Quanto era grande, quell’uomo?. Sciolse il suo abbraccio da me, lasciandomi di nuovo libera, e , rivolgendosi a tutti disse :

-STASERA!! CI SARANNO GRANDI FESTEGGIAMENTI FIGLIOLI!! Stasera festeggeremo la nostra salvatrice di Marineford!!!!-

-SIII!!! YEEEAAHHH!!!!!!!!!!- tutti i pirati si esaltarono alla notizia, alzando i pugni al cielo con foga .

Io mi sentivo nuovamente in imbarazzo. Non credevo davvero potessero pensare di fare addirittura una festa per me. Ma, quando vidi di nuovo lo sguardo di Ace, incastrarsi col mio, ed il suo infuocato sorriso provocante accendersi sul suo viso, illuminandolo, smisi nuovamente di farmi tanti “ma o perché” nella mente, lasciandomi completamente rapire da lui. Poi, improvvisamente, mi vennero alla mente i miei uomini ancora sulla Fire and Tunder, e interruppi le risa di festa di Barbabianca, prendendolo delicatamente per un braccio richiamando la sua attenzione: -Signore! Mi permette una domanda?- chiesi garbata.

-Uhn?- mi guardò curioso

-I miei uomini, ancora sulla mia nave..hanno il permesso di salire a bordo?- domandai seria

-GURARARARA! Ma certo che hanno il permesso! Che domande mi fai, figliola!! Non essere così rigida! Sciogliti pure! GURARARA! Sei nostra graditissima ospite!- mi battè una pacca su una spalla, ma con delicatezza, lasciandomi fare solo un lieve spostamento in avanti.

Tutti scoppiarono a ridere, ed anch’io, contagiata, soprattutto da quel sole che era la risata di Ace in mezzo a tutte, scoppiai a ridere per la prima volta insieme a loro. Poco dopo, dall’asse di legno che collegava le due navi, giunsero anche tutti i miei uomini ed i miei sette vice capitani, che si presentarono a Barbabianca con rispetto.

-Marduk Boward, terzo vice capitano dell’Asso di Cuori di Ocean J. Eve! Sono il medico di bordo, signore!-

-Flangwell Oscar, primo vice capitano dell’Asso di Cuori di Ocean J. Eve! Sono il cuoco di bordo, signore!-

-Lucky Bett Mary, secondo vice capitano dell’Asso di Cuori di Ocean J. Eve! Sono l’addetta all’artiglieria di bordo, signore!-

-Ninetin Frollo, sesto vice capitano dell’Asso di Cuori di Ocean J. Eve! Sono il musico di bordo, signore!-

-Supper Tuono, settimo vice capitano dell’Asso di Cuori di Ocean J. Eve! Sono il carpentiere di bordo, signore!-

-Lein Von Viola, quarto vice capitano dell’Asso di Cuori di Ocean J. Eve! Sono la navigatrice di bordo, signore!-

-Abigaw O. Neil, quinto vice capitano dell’Asso di Cuori di Ocean J. Eve! Sono l’esperto di spade e arti da combattimento di bordo, signore!-

-GURARARA! Dei compagni davvero notevoli a quanto vedo, mia cara! Benvenuti sulla Moby Dick, ragazzi!!- si compiacque il grande Newgate.

-Ehm!- feci io un po’ in imbarazzo, quando Oscar mi passò, il dono che avevamo portato dall’ultima isola che avevamo visitato. –Ho un regalo per lei, signore! Spero proprio lo possa apprezzare!- dissi tenendo l’enorme fiascone nascosto dietro alle mie spalle.

-Un regalo per me?? Davvero? GURARARA! Non dovevi davvero, figliola!- si stupì piacevolmente il vecchio bianco

Quando sorridendo gentilmente, gli mostrai quello che avevo portato per lui, vidi i suoi occhi illuminarsi, mentre , inevitabilmente, quelli delle sue tre infermiere, si accesero di odio puro nei miei confronti. Eh eh eh! Sapevo bene che non avrei dovuto, conoscendo le condizioni di salute di Barbabianca. Ma sapevo anche troppo bene, quanto lui adorasse quel liquore, e quanta gioia provasse nel gustarselo. Perché togliergli questo piacere? Era un vecchio forte, dopotutto. Barbabianca, tese una sua manona verso di me, e afferrò l’enorme fiascone di sakè, che nella sua mano pareva una palla da bowling, e se lo portò al naso, senza però stapparlo. Lo fissammo, io ed i miei uomini, con trepidante attesa, sapendo bene, quanto fosse esperto e critico in fatto di sakè. Nell’isola dove l’avevo ricevuto in dono come ringraziamento, per aver liberato gli isolani da un sordido gruppo di piratucoli da strapazzo, mi avevano garantito che era uno dei loro sakè migliori, invecchiato di vent’anni, e prodotto proprio da loro.

-Mmmhhhh!- fece poi Barbabianca riaprendo gli occhi con aria assorta

-??- lo guardammo tutti

-GURARARA! A giudicare dall’odore che emana il tappo, mi pare proprio un ottimo sakè! Sarà invecchiato almeno di vent’anni! Rakuyou! Portalo nella mia cabina! Lo terrò con cura per una serata speciale!-

Ci mettemmo tutti a ridere, felici davvero che il nostro regalo fosse stato ben gradito al nostro padrone di casa.

-B’è? Ma non restate tutti lì impalati a fissarla come babbei! Ho detto o no che stasera faremo una grande festa?? SCATTARE UOMINI!!- ordinò di getto Newgate, risvegliando i suoi uomini dal torpore, che, effettivamente mi fissavano più o meno quasi tutti con sguardi adoranti. Avrei davvero voluto sprofondare dalla vergogna a quell’affermazione, ma cercai di resistere, arrossendo lievemente.

-Cara Ocean! Il pomeriggio si allunga e volge al termine! Torna pure sulla tua nave per prepararti alla serata! Sarai festeggiata e ricoperta di tutta la nostra gratitudine, questa sera!- mi sorrise festante Newgate, quando rimanemmo solo io, lui ed i miei uomini.

-La ringrazio,signore! Ma voi non dovete..!- stavo cercando di dire, ma un dito del pirata bianco davanti al mio viso, mi fece zittire all’istante.

-Non devi,mia cara! Non sentirti a disagio! Permetti a noi tutti di essere grati a colei che ci ha restituito un nostro caro!-

Lo disse, in un modo così commosso, che non mi permise davvero di ribattere. Gli sorrisi, con affetto, annuendo in segno di resa e di accordo. Tutto sommato, ero felice anch’io da morire, all’idea di una grande festa nella Moby Dick con Barbabianca, i suoi uomini, Ace e anche Rufy!. Già, dov’era Rufy? Lo cercai con lo sguardo, e lo vidi poco distante, accanto al vecchio Rayligh che mi fissava con ancora un bel sorriso stampato in volto. Sorridendogli mi avviai verso di loro, mentre i miei uomini, salutato Barbabianca, si dirigevano all’asse di legno, tornado tutti sulla Fire and Tunder. Tutti tranne Oscar, Boward e Tuono, che si offrirono di rimanere a bordo della Moby, per aiutare coi preparativi, dato che la festa era in mio onore. Li vidi sparire dietro l’angolo seguendo Vista e Halta, e sorrisi tra me, nel vedere come già i miei uomini si rapportavano bene e con naturalezza con quelli di Barbabianca. Quando fui davanti a Rufy, provavo un’emozione davvero unica e forte. Non c’entrava nulla con quello che provavo per Ace o Barbabianca. Per Rufy, io avevo sempre provato un profondo amore fraterno, sin dal primo giorno che accendendo la tv, vidi la prima puntata dell’anime di One Piece. Lo adoravo con tutto il cuore, ma non potevo certo dirglielo così sui due piedi!. Già quella sera, avrei dovuto spiegare per bene a tutti, da dove ero saltata fuori, e perché avessi fatto ciò che avevo fatto per Ace, e la cosa mi agitava parecchio al solo pensiero!. Una cosa per volta insomma, anche se non potei proprio evitarmi, di allungare una mano aperta verso di lui, sorridendogli con affetto :

-Rufy!- dissi carica di emozione, facendo trapelare al mugiwara, anche al solo dire il suo nome, tutto ciò che di bello provavo per lui.

-Eve, giusto? Ehe! Sono davvero felice, di poterti stringere la mano!- mi regalò uno dei suoi soliti solari sorrisi aperti, stringendo la mia mano con la sua. Stringendomela forte.

-Ed io, sono felice di poterti finalmente incontrare di persona!- gli risposi grata.

Il giovane cappello di paglia, mi guardò in una maniera davvero particolare. Mi sorrise, serio, con aria davvero matura e coinvolta. Davvero diverso, da come l’avevo sempre visto rapportarsi con gli altri, uomini o donne che fossero.

-Sono curioso, davvero curioso di sentire la tua storia stasera!- tornò poi il solito, facendomi un goliardico sorriso a trentadue denti.

Io risi a quella sua faccia buffa. Rise anche lui insieme a me, anche se non smettevamo di tenerci stretti la mano. Rayligh accanto a noi, ci osservò per tutto il tempo col suo proverbiale sorriso enigmatico stampato in faccia, ma alla fine, decise di prendere parola:

-Sono contento anch’io di fare la tua conoscenza..mia cara ragazza di un altro mondo!- disse tendendomi la sua mano.

Io lo guardai sconvolta. Sapevo bene, di quali poteri mentali, di volontà e di ambizione, quel vecchio pirata disponesse. Ma non credevo davvero, che riuscisse addirittura a capire da solo, la mia reale provenienza. Ero scioccata! Evidentemente, avevo sempre sottovalutato troppo, la figura di Silvers Rayligh. Lui ridacchiò al mio sconcerto, capendo probabilmente, che non mi aspettassi assolutamente da nessuno di loro, un’intuizione del genere. Rufy fece tanto d’occhi come me, e fece di più, prendendomi anche l’altra mano e stringendo forte mi guardò esaltato dicendo :

-COOMEE???? Dici sul serio vecchio Ray??! E dove si troverebbe questo “altro mondo”, Eve??- mi guardò con un’intensa luce di curiosità negli occhi, ed io invece, guardavo stralunata prima lui, poi Raylight a ripetizione. Poi, feci un respiro profondo, e cercai di dare una risposta soddisfacente :

-Ecco..Rufy..se sarai paziente, risponderò a questa e a tutte le altre domande che giustamente avete, questa sera..- gli feci un sorriso gentile

A quel punto, il giovane capitano, si chetò, tornando fermoe sorridendomi gentile a sua volta. Mi lasciò le mani, in modo che io potessi prendere quella che mi tendeva Silvers, e gliela strinsi forte. Quando la mia mano, si unì a quella del vecchio pirata, provai una forte sensazione. Sentii chiaramente, tutta la grande forza di volontà che possedeva, e ne rimasi turbata. Era un uomo con una volontà davvero temibile. Vidi i suoi occhialetti tondi, scintillare ad un lieve movimento del suo capo in avanti, mentre mi scrutava profondamente. Sentivo chiaramente, che con i suoi occhi, andava oltre i miei, leggendomi dentro. Alla fine, scoppiò in un’allegra risata, lasciando me e Rufy un po’ perplessi.

-AH! AH! AH! Si..sei davvero una ragazza speciale tu!- disse tra le risa, provocando così il mio ennesimo imbarazzo. Ormai però, ci stavo facendo il callo al continuare ad imbarazzarmi!. – Ace è un ragazzo fortunato!- affermò per finire, e, a quel punto, le mie orecchie fumarono inevitabilmente. Se possibile, divenni ancora più rossa dello stemma che portavo al cordino del mio cappello.

-M-ma cosa dite! I-io!- balbettai mentre Silvers mi lasciava la mano continuando a ridere, contagiando anche Rufy.

-Sono convinto anch’io, di quello che dice il vecchio! YAH AH AH AH!-

-R-RUFY!!!- lo ripresi di getto sentendomi davvero in difficoltà

Per fortuna a salvarmi da quei due simpaticoni, arrivò la voce di Viola che si sbracciava dall’asse di legno. Doveva essere salita per chiamarmi. Grazie al cielo!! La riempii di benedizioni mentali! Quella ragazza era sempre stata la mia salvezza, nelle occasioni in cui dovevo uscire da situazioni imbarazzanti!. Non so..forse aveva una sorta di radar che le partiva in automatico nella testa, e captava ogni volta, il mio imbarazzo e bisogno di aiuto!.

-EEHII!!! EVEEE!!!! Datti una mossa a tornare giù!! Non abbiamo molto tempo per prepararci alla serata!!!-

-Arrivo subito!- le feci cenno con la mano, guardandola con occhi pieni di gratitudine.

Viola mi annuì, facendosi una risatina sommessa tra sé, sapendo bene di avermi tirata fuori da un pasticcio, e poi, sparì, ridiscendendo l’asse.

-Bene, ehm! Rufy..Maestro Rayligh…vogliate scusarmi! Ci vediamo più tardi!^^-

-Certo,a dopo!- mi sorrise il mugiwara

-A dopo, mia cara!- ridacchiò il vecchio volpone, sapendo bene quanto mi avesse messo in imbarazzo con le sue allusioni.

Così, li lasciai, vedendoli con la coda dell’occhio, che si dirigevano verso il ponte di comando da Barbabianca. Sorrisi tra me, mentre raggiungevo l’asse. Ancora non mi capacitavo del tutto. Ero sulla favolosa Moby Dick!! E potevo avere l’onore di cenare con Barbabianca e i suoi pirati quella sera!!. Ma non solo! Avevo l’onore di poter vedere anche l’interno di quella gloriosa e maestosa nave!. Chissà quali meraviglie aveva al suo interno. Fremevo all’idea! Non vedevo davvero l’ora.

-Che espressione gioiosa!-

-Ah!-

Quando giunsi all’asse di legno, ero ancora persa nei miei esaltati sogni ad occhi aperti sulla Moby, e non mi accorsi affatto, che Ace era appoggiato con i gomiti, al cornicione proprio vicino all’asse, e mi guardava con sguardo sornione. La sua calda voce, mi fece scuotere di colpo. Alzai lo sguardo su di lui, bloccandomi sul posto, ed arrossendo peggio di una lanterna, lo guardai sconvolta. Mi faceva davvero un effetto tremendo quel fireboy!. Non credevo proprio, che sarei mai riuscita ad abituarmi, ai tremendi sussulti che provocava al mio povero cuore sensibile!. Notando il mio sconvolgimento, chiaro come se fossi un libro aperto, Ace si tirò su dalla sua posizione, grattandosi dietro alla nuca, con un risolino imbarazzato, cercò di scusarsi. Ma scusarsi di che?! Non era mica colpa sua se mi faceva quell’effetto! Cioè si, ma.. Ad ogni modo, cercò di scusarsi con me:

-Eh! Eh! Ehm..t-ti chiedo scusa..non volevo metterti in imbarazzo..- continuava a grattarsi il capo un po’ nervoso

-N-no! Non devi scusarti!- mi affrettai a rispondere lasciandolo di stucco – Cioè..ecco..a me piace il tuo fare spontaneo!^^ E, si! Mi sento tremendamente felice, per essere qui sulla Moby Dick, con tutti voi!!-

Avrei voluto dire “con te”, ma non ne ebbi proprio il coraggio. Già mi ero buttata senza rendermene conto con quel “sono qui per te” che mi era costato un mezzo infarto!. Non sarei riuscita ad essere di nuovo così audace!. E poi, ero perfettamente conscia del fatto, che Ace non mi conoscesse per niente, non sapesse niente di me, a parte le cose che circolavano sul conto della piratessa Ocean J. Eve. Ma di me, come ragazza, non sapeva niente, e quindi, niente da lui mi potevo giustamente aspettare. Ecco, stavo ricominciando col mio pessimismo, ma non potevo farne a meno!. Lui mi guardò di nuovo, tornando rilassato e facendomi un sorriso dolcissimo, mi tese la sua mano sinistra, per aiutarmi a salire sul cornicione :

-Ne sono felice. Allora..questa sera,se me lo permetterai, sarò il tuo mentore per quanto riguarda la visita della nave..-

Presi la mano che mi porgeva, cercando in tutti i modi di non lasciar trapelare troppo il profondo turbamento che mi aveva provocato, ma, ahimè, il fitto rossore che si dipinse sulle mie guance, non potei proprio evitarmelo, e questo, fece sorridere nuovamente Pugno di Fuoco, in quel modo particolare che aveva usato anche prima, quando mi aveva tenuta tra le sue braccia. Ad ogni modo, feci leva sulla sua gentile mano, e salii sul cornicione. Mi voltai di poco a guardarlo e gli sorrisi amorevolmente :

-Ti ringrazio. E si! Sarò molto felice, se sarai tu ad accompagnarmi stasera!^^- mi voltai velocemente dopo quell’affermazione, sparendo alla sua vista, e scendendo in corsa d’un fiato l’asse di legno, balzai sul ponte laterale di prua della mia nave, col viso in fiamme. In quel modo, non potei vederlo, ma anche sul viso di Ace, si era accesso un intenso colore rosso.

Colore che però notò la fenice Marco, che si era tenuto in disparte fino a quel momento ad osservarci, e che poi, saltò fuori d’improvviso facendo saltare Ace di mezzo metro da terra :

-ALLOOORA! Il nostro bel cavaliere, si è proposto alla sua dama, eh????-

-YAHH!MARCO!! Accidenti a te, cavolo!!- lo guardò male Ace voltandosi verso di lui.

-Ih ih ih! Eravate proprio carini, sai? Due piccioncini,eh!- se la rideva la fenice a braccia conserte

-GRR! TUUU!!!!!- e finì che Ace inseguì Marco per tutto il ponte di prua, lanciandogli dietro varie pistolate di fuoco, mentre quello se la rideva a crepapelle, contagiando anche tutti quelli che erano presenti, e facevano avanti ed indietro, per i preparativi della serata.

 

Fight for Fire2 (Parte Seconda) –Fine-

Note d’autrice: Ci rivedremo presto con la Terza Parte! Grazie a tutti per la vostra fantastica attenzione, e per il vostro interesse a questa storia!!^^

 

   
 
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