“Scusami, ma mi sembrava giusto dirtelo…”

Harry si mise una mano tra i capelli neri e disordinati, ai suoi occhi, ormai gonfi e arrossati dal recente pianto, sembrava che l’uomo di fronte a lui fosse del tutto indifferente a quello che gli aveva appena detto.
 Non riusciva ancora a capire perché lei aveva scelto uno come lui…cosa li avesse portati a innamorarsi… erano così diversi…

“si, grazie Potter…” l’uomo che aveva appena pronunciato quelle parole in modo sofferente, alzò lo sguardo verso il suo interlocutore e puntando i suoi occhi grigi in quelli verdi di Harry, in una muta preghiera, gli chiese di andarsene.

Rimasto solo, si alzò e andò verso l’enorme finestra della sala.
La Luna nella sua imponente figura splendeva nel cielo notturno illuminando la terra con la sua luce bianca. Gli vennero in mente quelle sere alla torre di astronomia ad Hogwarts,quando guardavano le stelle insieme per poi renderle partecipi del loro amore…

Il tempo si fermò.

Aveva finalmente concepito ciò che aveva detto l’uomo che aveva appena lasciato casa sua.
Era successo davvero? Non c’era davvero più? Perché? Lei non aveva mai fatto nulla di male nella sua vita, perché quella malattia non aveva preso lui?!?

Fu un attimo.

Emozioni contrastanti si mescolarono nel suo animo, il suo cuore incominciò a sgretolarsi in mille pezzi, incominciò a gridare tutta la sua rabbia e il suo dolore… lasciando poi rigare il suo volto da piccole scie di cristallo.
La porta del salone si aprì, e una donna bionda, rossa in volto per la corsa, fece la sua comparsa richiamata dalle urla dell’uomo che si erano sentite per tutto il Manor.

Lui si tolse velocemente le lacrime dal viso, appena senti aprire la porta. Non voleva farsi vedere debole. Non era nella sua natura.
 “Perché urli?!? Cosa voleva Potter?”
L’uomo gli rispose cercando di trattenere le lacrime.
“Nulla Astoria, tranquilla…e ho gridato perché mi è appena arrivato un gufo da lavoro con notizie per nulla positive…scusa se ti ho svegliato.”
La scusa faceva pena, e la voce lo tradì tanto era spezzata e irregolare, diversa da quella forte e decisa che era solito usare.
La donna gli si avvicinò, lui aveva gli occhi lucidi… si chiese se fosse possibile che lui…

“Draco, hai pianto?” cosa gli stava nascondendo? Cos’era veramente successo? Tante domande alle quali lei non avrebbe mai avuto risposta alcuna, come al solito.
Draco, invece, sembrava non aspettare altro che quella domanda.
Caricò sulle labbra un sorriso e le rispose pacato: “No, torna a dormire è tardi, io ti raggiungo dopo”.
Astoria, anche se indecisa, si incamminò fuori dalla sala lasciando l’uomo dai capelli biondi a ricordare il giorno in cui la conobbe.

Il giorno in cui conobbe la medicina e il veleno del suo cuore.
 colei che aveva il nome di Scarlett Potter. 

ECCO QUI IL PRIMO CAPITOLO DI QUESTA STORIA :) FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE, OVVIAMENTE E' SOLO UN ESPERIMENTO. SI ACCETTANO RECENSIONI :) UN BACIO :*