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Autore: YouAreBeautifulInYourWay    31/05/2012    1 recensioni
Era una sera calda di maggio de ero al lago con dei miei amici, quando una creatura mezza donna mezza pesce, grande poco più di tre piedi mi si avvicinò.
Disse che aveva da raccontarmi la storia di una terra, chiamata Asaldya, la ascoltai per tutta la notte. Quando la creatura fini rimasi così affascinata dal suo racconto che decisi di trascriverlo qui e raccontarlo a voi che leggete. Su forza non siate timidi entrate leggete e recensite.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taly si svegliò nel suo grande letto a baldacchino, stropicciandosi gli occhi, mentre la sua ancella Giselle apriva le grandi finestre della sua camera «Buon giorno signorina, avete dormito bene?» le chiese sorridendole «Si Giselle, grazie mille.» rispose l'elfa sorridendo alla sua cameriera, che si congedò lasciandola sola.
Si alzò pian piano dal letto, le faceva ancora male la ferita alla spalla che si era fatta il giorno prima durante l'allenamento con suo fratello, i due soli iniziavano a sorgere sulla nazione di Asaldya e ad illuminare le cime delle verdi colline annunciando l'inizio di un nuovo giorno a palazzo, ma in città c'era già un via vai di gente: cavalieri, mercanti, donne, già da qualche ora. Gli schiamazzi dei venditori e delle donne per le vie giungevano fino alla sua camera nonostante questa fosse agli ultimi piani della grande costruzione.
Si mise dei pantaloni di pelle, una camicia bianca e degli stivali alti e controllò che il suo Iiver fosse al suo posto sul pollice destro, l'anello di argento azzurro-verde era di vitale importanza per ogni elfo del regno, fungeva da contenitore dell'energia magica che man mano ognuno immagazzinava durante la propria vita, ogni cucciolo ne aveva uno che era dato in custodia ai genitori fino al compimento degli undici anni, quando si iniziava l'apprendimento delle arti magiche nelle varie accedemie. Taly non ne aveva mai frequentata una, essendo la figlia dei regnanti di Asaldya aveva sempre preso lezioni da uno degli stregoni più anziani del padre e che ora come tutte le mattine si apprestava ad incontrare.
Dopo aver preso un paio di fette di Sajami un dolce fatto di farina, bacche di Asmaldya e canella gialla corse in biblioteca dove Morban l'aspettava. Trovò il vecchio stregone appisolato sulla sua scrivania con la testa appoggiata su di una pila di libri
«Maestro, maestro gli sussurrò lei ad un orecchi percuotendolo dolcemente «Oh Talysmea, mia fanciulla! Devo essermi addormentato qui ieri notte mentre studiavo..» disse lui con aria un po'confusa che la giovane dovette strozzare una risata «Maestro, cosa ha catturato tanto la sua attenzione da farla rimanere alzato fino a notte fonda?» lui guardò il libro aperto davanti a sè e lo richiuse di scatto, nascondendolo in una tasca interna della sua pesante tunica viola di velluto impedendo a Taly di leggerne il titolo «Nulla di interessante per una giovane e fresca violetta come te, cose vecchie mia cara.. Perfino più di me!» rispose con un fare misto tra l'ironico e il preoccupato.
Si sedettero assieme ad un grande tavolo circolare poco distante dalla scrivania del maestro, il quale consegnò a Taly un grosso libro «L'energia delle piante di Asaldya» lesse lei lentamente, mentre apriva il libro all'indice dei capitoli «Come tu ben sai l'enregia degli Iiver non è infinita, un po' viene raccolta dai tuoi sogni ogni notte, ma è solo una minima parte, la gran quantità, invece, dobbiamo essere noi a farla affluire nell'anello e questa proviene da agenti naturali, piante ed animali.» si voltò per un'attimo per prenderedal davanzale di una delle grandi vetrate una piantina di Usuam, dai fiori dorati e le foglie trasparenti «Ricordati quando dovrai ricavare energia da una pianta che ce ne sono alcune che ti daranno più energia ed altre meno e non importa la grandezza dell'albero o dell'arbusto, ma dalla potenza energetica di ogni specie«Quindi non devo scegliere una pianta dalle sue dimensioni ma dal suo flusso energetico?» intervenne lei ragionandoci su «Brava!-esclamò lui- e l'unico modo per saperlo è studiare tutto questo libro oppure questo... Ièrgo!» esclamò tendedo il palmo aperto della mano sinista sulla pianticella che s'illuminò di una luce azzurra quasi accecante. Taly per un momento dovette coprirsi gli occhi a causa della luce abbagliante «Ora dimmi, su una scala da uno a cinque quanto il grado della potenza di questa pianta?» l'elfa guardò negli occhi il suo maestro, diede un occhiata alla pianta, ci pensò su e poi affermò convinta «Quattro!» «Giusto!» intervenne lui «Quindi non serve che studio tutto il libro se esiste già questo incentesimo?» chiese speranzosa «Lo studierai fino a quando non avrai imparato l'incantesimo» disse lui con un sorriso ironico, il viso si Taly si contorse in una smorfia facendole scoprire i canini appuntiti come quelli di un grosso felino «Devi anche allenarti a mantenere il controllo sui tuoi stati d'animo, se non lo impari resterai sempre debole nei confronti dei tuoi nemici.» la ragazza rilassò il viso e respirando lentamente tese la mano sinistra sulla pianta e sempre come aveva fatto Morban disse «Ièrgo!» sentì le punte delle dita sfrigolarle, ma non avvenne niente, la pianta rimase immobile al suo posto, non un accenno di luce, non un movimento di una delle sue foglie «Può sembrarlo, ma non è un incantesimo semplice... Devi riuscire a legare la tua anima con quella della pianta ed è molto più complesso che legarla con quella di un animale, ora va, ho bisogno di stare da solo, chiudi la porta e trova un posto dove esercitarti bene, per domani devi sapere tutte le piante che trovi nel primo capitolo e voglio vedere anche dei progressi con l'incantesimo." la principessa lo guardò sconcertata poi prese il libro e se ne andò frustrata da quella lezione deludente.
Si diresse nel giardino, vicino alle stalle dove sapeva che c'era suo fratello ad allenarsi con le spade, lui era uno spadaccino provetto, lei preferiva le mezzelune o l'arco le trovava più comode e non amava i combattimenti corpo a corpo. Quando arrivò lì si accucciò su una pietra con le ginocchia al petto e iniziò ad esercitarsi con delle piccole piantine ai piedi del masso «Hey, cosa stai facendo? Non dovresti essere a lezione?» disse una voce dura me allo stesso tempo premurosa alle sue spalle «Mi ha mandata via... Aveva da fare... E mi sto allenando con un incantesimo.» rispose triste «Cos'è questa depressione sorellina?»  «Niente di importante Omar... Solo che non ci riesco e Morban mi sta nascondendo qualcosa.» lui le si sedette vicino cingendole le spalla ferita con il suo grosso praccio facendola gemere «Fa male.. ancora.» «Non sei ancora andata a farti curare dalla balia? » «No...»
«Dai, vieni, mettiamo apposto questa spalla e poi ci occuperemo del problema Morban!» disse il principe alzandosi e tendendole una mano per aiutarla teneramente, lei gliela prese e insiame si incamminarono fino alla stanza della balia. Arrivati la si bloccarono sulla soglia sentendo la donna che li aveva cresciuti litigare animatamente con qualcuno.

Ciao, questo è il primo capitolo, spero gradiate, per qualsiasi consiglio, giudizio o commento perfavore lasciate una recensione, ho bisogno di pareri da parte vostra dato che questo è il mio primo fantasy. Grazie ed un bacio a chiunque sia arrivato a leggere fin qua in fondo.
 

  
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