Le farfalle
Non gli importa se è per finta. Non gli importa se con lei finge. Può fingere come può non
farlo. Ma quello che Harry sa di certo è che lui non è capace di fingere. E che
non l’ha mai fatto.
Singhiozza nel momento in cui si mette la mano davanti alla bocca e si scruta
senza troppa attenzione nello specchio del bagno. L’altra mano è all’altezza
del petto e stringe la pelle fino a lasciare segni rossi, mentre le palpebre s’aprono
e si chiudono velocemente, tentando di trattenere quelle lacrime che fanno
sempre meno fatica a sgorgare.
Si chiede se vivere col dolore che morde le interiora possa essere considerato effettivamente vivere. Si chiede se sia possibile amare qualcuno a tal punto da avere la mente, il corpo, la vita completamente paralizzati nel suo pensiero, di cosa fa, di con chi parla, di chi abbraccia, di a chi sorride. Si chiede se sia possibile che le sensazioni positive legate ad una persona possano essere troppe e pesare sulle spalle come un macigno, e spingere verso il basso, e fare male che potresti morire.
Harry porta il polso ad asciugarsi le lacrime che non sono
ancora scese, in un gesto ormai automatico. Si vergogna un po’ della scenata di
ieri sera. L’ennesima scenata di gelosia. Si è detto un centinaio di volte che ha
da sopportare, lei adesso è con loro,
appiccicata come una cozza, pronta ad entrare negli obiettivi dei paparazzi, e
Louis è con lei, sempre. Sempre. Sempre.
Quindi ieri ha pianto. Ha urlato tanto da provocare le
lamentele di metà albergo. Perché Louis ha ragione, deve piantarla di fare il
bambino e accettare le cose come stanno, e capire che è per il bene della band
che sta facendo tutto questo.
E Harry urlava “E a me non pensi? Perché non
pensi a me?” e persino Louis, che non sa fare altro che prendere qualunque
minimo avvenimento con leggerezza, ha aggrottato le sopracciglia, perché mai
aveva visto Harry disperarsi a quel modo. Le guance e il mento bagnati di
lacrime, i capelli arruffati perché scompigliati dalle mani che tremavano
frenetiche, le labbra viola dallo sforzo.
E Louis gli ha ordinato di smetterla, “Cosa
diavolo ti salta in mente?!”, e lo scuoteva, gli diceva di
tranquillizzarsi, che adesso c’era lui e tutto sarebbe andato per il verso
giusto, che erano soli e avrebbero passato la notte insieme.
E Harry ha avuto la sensazione che Louis parlasse a quel modo per metterlo a
tacere, per farlo smettere di frignare, e s’è sentito un tale ripiego, un tale
sfogo per le noie di Louis, che s’è limitato a singhiozzare, e non ha opposto
resistenza quando il più grande l’ha trascinato sul letto e gli ha passato le
mani sotto la canottiera macchiata di lacrime.
“Mi ami?”
E lui zitto, a baciare il collo di Harry.
“Mi ami ancora?”
E quello zitto, a stringergli i polsi, a fargli segno di stare in silenzio a
sua volta, mentre scivolava sulla sua pelle, e non sembrava più la cosa più
naturale del mondo. Non più.
“Louis, dimmi che mi ami.”
“Stiamo parlando e piangendo un po’ troppo stasera, o sbaglio?” aveva risposto,
forse infastidito, forse frettoloso.
Si stringe i ricci leggermente sudati, perché è proprio
tanto che Louis non gli dice quelle due parole per cui sospira da tutta la
vita. Si dice che probabilmente è così, Louis non lo ama più, magari non l’ha
mai amato, e s’è divertito. Chi può biasimarlo? Ha vent’anni ed è famoso in
tutto il mondo, e giustamente vuole potersi divertire. E Harry non può credere
che a diciott’anni abbondanti abbia già deciso con
chi voler passare il resto della propria vita. Con una persona che lo sta
mettendo in ginocchio, che lo smonta pezzo per pezzo, che gli annoda intestino
e cuore, che nutre le farfalle che
gli svolazzano nello stomaco. E poi le uccide.
E Harry sente che sono morte un’altra volta. Col sangue freddo che neanche lui
sapeva di avere, esce dal bagno con gli occhi asciutti, addosso solo un paio di
boxer bianchi. Lancia uno sguardo sul letto e, come s’aspettava, Louis è ancora
avvolto nelle lenzuola a pancia in su, mentre respira pesantemente con la bocca
socchiusa, una mano sullo stomaco e l’altra vicino al capo.
Harry percorre con gli occhi ogni lineamento del suo volto, non avvertendo
altro che il vuoto dentro di sé, e sente una voragine aprirsi all’altezza dell’addome
al pensiero che qualcuno glielo sta portando via. E’ così, Louis non gli ha
detto che lo ama perché pensa a qualcun altro, vuole andare via con qualcun
altro, vuole passare il resto della vita con qualcun altro. Qualcuno che non è
lui.
“No.” Dice Harry a mezza voce, e Louis muove
impercettibilmente le labbra, ma resta addormentato. Ed Harry sembra muoversi
automaticamente quando si allunga a recuperare il proprio cuscino e lo poggia
delicatamente sul volto sereno di Louis. Quello s’agita nello stesso momento in
cui sente le vie respiratorie impedite, ma la pressione che Harry esercita sul
cuscino non gli permette di vincere la partita. Si divincola, le gambe si
muovono freneticamente, le mani graffiano il volto di Harry, che non si
scompone e preme ancora, gli occhi spenti e incoscienti.
Poi Harry capisce che è finita, perché Louis ha smesso di muoversi. Il corpo è
molle e abbandonato, le mani sono ricadute entrambe sul materasso, le gambe non
tremano più. Il ragazzo solleva il cuscino e trova l’altro con gli occhi
socchiusi e con la bocca aperta in cerca di aria, ma tutto è fermo, tutto è
tranquillo, esattamente come poco prima che Louis si divincolasse.
Harry e la sua lucidità terrificante si distendono accanto al corpo di Louis, e
lo abbracciano, con possessività, sentono chiaramente come il calore emanato
fino a qualche minuto fa stia svanendo lento.
Mormora qualcosa, Harry, e ancora non si
rende conto di nulla. Vuole solo che Louis non s’allontani, che non vada da lei, che non scappi da nessun altro.
“Con me. Per sempre.” Mormora, e chiude gli occhi, con una calma interiore che
spaventa. Prosegue dicendo che lo ama, lo ama tantissimo, poi probabilmente s’addormenta.
Le farfalle sono morte. Tutto è morto con Louis.
§
Non chiedetemi da dove
è saltata fuori questa roba creepy. Ero semplicemente
in vena lol
Sicuramente non piacerà come il genere fluff o erotico, però è qualcosa con cui
ho sempre voluto cimentarmi. Spero abbia comunque lasciato un segno, anche
piccino. <3
Saluti al #THEGAYS
<3
Mirokia