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Autore: Gialla_90    01/06/2012    1 recensioni
Questo è il primo testo che pubblico e l'ho scritto molto tempo fà (quasi 7 anni)...è in assoluto la prima cosa sensata che abbia creato e anche se è molto infantile ci sono particolaemente affezzionata.
Non è altro che la breve storia di due ragazzini che scoprono un nuovo sentimento: l'amore ai tempi del liceo...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scuola era iniziata ormai da più di un mese e fare il primo superiore mi eccitava molto: sapevo di essere cresciuta e mi ero lasciata alle spalle i tre anni precedenti di medie per poter affrontare questa nuova esperienza della mia vita senza nostalgie.
Nella mia nuova scuola mi ero fatta nuove amiche con le quali parlare ( e sparlare) di tutto e di tutti, fra varie cose avevo anche trovato il tempo di interessarmi a un ragazzo della mia classe che mi allettava alquanto… Insomma mi ero trovata molto bene anche se la vita in un Istituto Tecnico non è una passeggiata!
Nonostante frequentassi ancora i miei vecchi amici, tutte le cose accadute alle medie, come i miei celeberrimi “amori” e i miei peggiori nemici, non mi toccavano più anche se li ricordavo spesso parlando con loro.
Come le superiori avevano sostituito le medie anche l’autunno aveva sostituito l’estate, e quel giovedì era una giornata abbastanza calda per il periodo in cui ci trovavamo; come tutti i giovedì dovevo accompagnare alle 14.15 mio fratello al rientro della scuola e quel giorno non cambiai di certo le mie abitudini.
Partii a piedi per mano con mio fratello e arrivammo in meno di due minuti davanti la scuola, Alex andò a giocare con i suoi amichetti e io rimasi a “vigilare” su quella piccola peste.
Per una attimo volsi lo sguardo verso il vialetto che portava alla scuola e vidi una persona che conoscevo, era Fabio un ragazzo con cui ero andata sia elle elementari che alle medie, lo salutai con un gesto e poi vidi che si avvicinava.
Arrivato vicino a me incominciammo a parlare nonostante alle medie avessimo perso la forte amicizia che ci legava fin da bambini.
- Ciao Mary!- mi disse stranamente entusiasta – Sei qui con tuo fratello immagino, come ti va la vita?-
Io risposi con un sorriso:- Sì sono qui con Ale, comunque a me va tutto bene e tu dove vai con la borsa in spalla?-
- Siccome Gianluca sta male vado a studiare da Fabrizio, sai questa settimana mi hanno interrogato tre volte sull’Iliade e domani non voglio essere impreparato casomai al prof. venga la smania di interrogarmi di nuovo!-
Sapendo che lui non era andata mai troppo bene in letteratura feci una smorfia e continuai a parlare:- Accidenti che sfortuna, a me invece va tutto bene a scuola! Sai anche a Paolo e gli altri le cose non vanno male…-
- E’ vero… mi ero quasi dimenticato che tu e quell’animale andate in classe insieme!-
- Direi che la parola “insieme” è troppo forte: a malapena ci salutiamo!-
In quel momento ci passarono davanti urlando mio fratello e qualche suo amico che si rincorrevamo, mi venne spontaneo rivangare i vecchi tempi delle elementari: - Ti ricordi quando anche noi giocavamo in questo giardino?!- dissi con quella nostalgia che non mostravo da tempo.
Lui mi rispose con un aria strana:- E si… che casino che facevamo io e Paolo! Ma ne è pas-sato di tempo…-
Mentre mi rispondeva percepii in lui qualcosa di strano, durante le medie era cambiato molto e direi assomigliasse quasi ad un bullo, ma per un attimo vidi di nuovo il bambino che per due anni era stato il mio primo fidanzatino e che poi non dimostrò più quella sensibilità che aveva perso facendosi degli amici sbagliati.
Ci fu un attimo di silenzio e poi lui continuò a parlarmi:
- Vabbè… adesso ti saluto: se non corro da Fabrizio quello mi da per disperso! Ci si vede in giro, OK!?-
- Ma certo, salutami Fabbri! Ciao e buono studio!-. Fabio si mise a correre verso casa di Fabrizio e mi salutò con un gesto della mano; proprio in quel momento suonò la campanella e mio fratello entrò a scuola, io me ne tornai a casa.
A casa avevo degli esercizi di matematica che mi aspettavano ma mi venne voglia di riguardare le foto della gita di terza media e pensai che le espressioni potessero essere anche copiate il giorno dopo!
Riguardando quei momenti felici passati con i miei vecchi compagni mi venne quasi da piangere ma ovviamente non potevo incominciare a singhiozzare sopra stupidi pezzi di carta che mi ritraevano insieme a persone che neanche sentivo più.
Tra ricordi e nostalgie si fecero le 16.00 ed era ora di tornare a prendere Alex con mia madre, in fretta scesi le scale per raggiungere mia madre e insieme ci avviammo alla scuola.
Arrivammo appena in tempo e quando fummo davanti alla scuola mio fratello usciva proprio in quel momento, io lo presi per mano mentre mia madre prese il suo zaino e insieme ci avviammo verso casa.
Mentre stavamo passando per il famoso vialetto mi ritrovai davanti di nuovo Fabio che stava tornando a casa e aveva appena voltato l’angolo.
- Ehi… ci si rivede!- mi disse lui.
A quel punto io e Fabio incominciammo di nuovo a parlare e mia madre mi interruppe un at-timo e mi disse: - Mary, tu resta pure qui con Fabio, io ed Alex andiamo a casa, ricorda che ti aspetto per cena!-.
Io feci cenno di sì con la testa e mentre loro si allontanavano ricominciai a parlare con Fabio:
- Bhe…allora com’è andato lo studio?-
- Non molto bene– disse Fabio –con Fabrizio è impossibile studiare: dopo un paragrafo di Omero ci siamo messi a giocare con la PlayStation!-
- Ma bravi, questo è il vero spirito dello studente!-.
Fabio si gratto la testa con l’aria da indifferente e poi mi guardò le mani, si accorse che le sta-vo sfregando per scaldarle e che avevo freddo lì fuori, così intervenne: - Hai freddo, Mary?-
Io risposi:- In effetti sì, nella fretta di uscire ho scordato la giacca!-
- Allora che ne dici di fare un salto a casa mia, non mi va di interrompere così una conversazione e poi… potrò darti un mio maglione per scaldarti.-
Io ci pensai un attimo e poi dissi di sì anche se trovavo alquanto strano che, acido com’era diventato Fabio, avesse tanta cordialità nei miei confronti.
In fondo alla via c’era casa di Fabio, era una casa a due piani con un portoncino color noce e di un colore verdastro; Fabio aprì la porta e quella scena mi ricordò quando, a volte, andavo casa sua per prendere dei compiti e ci perdevamo in discorsi del tutto scollegati ai compiti.
Quando fummo entrati lui posò la borsa per terra e mi disse di seguirlo in camera sua per cercare una maglia della mia taglia, io salì le scale e quando entrammo nella sua stanza vidi che era cambia poco dall’ultima volta che c’ero stata.
Lui iniziò a frugare in un cassetto mentre io guardavo la sua scrivania.
- Ecco!- esclamò Fabio. Lui mi mostro una felpa grigia che sembrava un po’ piccola per lui, me la diede, poi disse: - Queste felpa mi va stretta, a te dovrebbe andare bene!-
Io lo ringraziai e me la misi, era davvero molto calda!
Subito dopo ricominciammo a parlare:
- Questa stanza non è cambiata affatto!- dissi io, e lui mi rispose: - Esclusi ovviamente i libri di Chimica sulla scrivania!-.
Io e Fabio ci facemmo una bella risata e poi mi cadde lo sguardo su un quadernino incastrato tra un libro di storia e un vocabolario, lo presi e poi incominciai a sfogliarlo.
- Che cos’è? – chiesi.
Fabio si trovò un po’ in imbarazzo ma mi rispose ugualmente:- Bhe… guarda bene il suo contenuto: ci sono tutte le letterine che mi mandavi quando…diciamo che “stavamo insieme”!-
- E’ vero, oh mio dio! Quante stupidaggini che scrivevo!-
- No, perché dici cosi!? Erano solo i pensieri di una ragazzina di prima media!-
- Hai ragione, in effetti mi piaceva molto scriverti!-
- Anche a me piaceva inviarti dei regalini!-.
A quel punto la conversazione si interruppe, come se il ricordo di quei giorni passati insieme avesse invaso le menti di entrambi e avesse bloccato al parola a tutti e due.
Ma si erano fatte le 17.00 e suonarono le campane, così mi risveglia come da un sogno e mi guardai attorno imbarazzata.
Anche Fabio non era molto a suo agio in quella situazione e si alzo in fretta dal letto, su cui era seduto.
Io ruppi il ghiaccio iniziando a parlare: - Bhe… basta rivangare il passato! Che mi dice di Carla e Laura, le hai più risentite?-
- Ogni tanto le faccio qualche squillo ma non le ho più viste di persona da quando abbiamo fatto l’esame!-
Da lì in poi la conversazione andò avanti per quasi due ore e alla fine dovetti andare via visto che mia madre mi aspettava per cena, così Fabio mi accompagnò alla porta e ci salutammo.
- Spero ti abbia fatto piacere la nostra chiacchierata- mi disse lui - Ma certo- risposi io – Mi dispiace solo averti scroccato questa felpa, domani te la riporto, a che ora posso fare un salto qui?-
- Vediamo… ti consiglio di passare verso le cinque del pomeriggio, mi troverai di sicuro a quell’ora!-
- Bhe…allora a domani!-
- Sì, ciao e a domani!-.
Io mi allontanai mentre lui chiudeva la porta e tornai a casa. Non so bene il perché ma mi sentivo strana, avere la sua maglia addosso e sapere che l’avrei visto anche il giorno dopo mi rendeva… emozionata.

La mattina dopo andai a scuola e sia Giulia che Lorena notarono che ero un po’ strana, io mi giustificai dicendo che la sera prima non avevo dormito molto ma sapevo bene che tutti era collegabile al mio incontro con Fabio.
Anche quel venerdì mattina passò come al solito tra le interrogazioni e le lezioni, quando tor-nai a casa tutti notarono il mio strano comportamento: sembravo essere stata su un altro pianeta ed ero completamente sulle nuvole.
Il tempo quel giorno non voleva passare me finalmente si fecero le cinque e mi avvia, con il maglione in mano, verso casa di Fabio. Suonai il campanello.
Immediatamente Fabio venne ad aprire alla porta e mi salutò:
- Ciao Mary!-
- Ciao!- risposi con un misto di felicità e timidezza. Fabio mi squadrò bene perché notò che quello non era il mio solito comportamento, poi mi invitò dentro ed io accettai l’invito.
Incominciammo a parlare:
- Ti ringrazio ancora per avermi prestato la tua felpa- iniziai io
- E di che!? Un favore non si nega a nessuno- mi rispose
- Comunque…prima stavo facendo i compiti di fisica e mi sono trovato in difficoltà su una cosa, visto che all’Istituto tecnico avete un programma molto pieno di sicuro tu l’avrai fatta e volevo sapere se potevi aiutarmi?-
- Certo, e poi vado forte in fisica!-.
Io e Fabio ci dirigemmo nella su stanza e lui mi mostrò il libro sul quale c’era l’esercizio che lo aveva messo in difficoltà.
- Vedi qui?- mi disse lui indicando un grafico – Non riesco proprio a capire che proporzionalità sia!-
Io stetti in silenzio per qualche secondo e poi iniziai a parlare:
- Io credo che sia una proporzionalità esponenziale, basta trovare la relazione matematica che è y= kx … si, è proprio quella vedi…-
In quel momento mi chinai verso di lui per indicargli il punto dell’esercizio da cui si capiva la mia teoria, lui era seduto sulla scrivania e, mentre io parlavo, ci ritrovammo spalla a spalla.
Quando ebbi finito di parlare mi voltai verso di lui per chiedergli se aveva capito, eravamo molto vicini, anche lui si voltò verso di me e…improvvisamente avvicino le sue labbra alle mie baciandomi.
- Ma…- dissi io sbigottita quando lui si allontanò.
In un secondo Fabio divenne tutto rosso e, balbettando, iniziò a parlare: - Scusa… non dovevo farlo… perdonami…-
- Perché l’hai fatto?- chiesi io
- Bhe…io…vedi ieri, parlando del nostro passato, mi sono rivenuti in mente tutti i momenti fe-lici passati insieme e… ho sentito che quello che era successo tra noi l’avevo coltivato anche dopo esserci divisi e quella cotta da ragazzini… credo che sia diventata qualcosa di più -.
Le sue parole mi lasciarono senza fiato perché sapevo che anche io provavo quello che pro-vava lui, anche nel mio cuore erano riaffiorati vecchi sentimenti che si erano accresciuti nel tempo.
Senza dire nulla in sua risposta mi avvicinai e, abbracciandolo, gli diedi a mia volta un bacio; in quel momento, senza che io gli avessi dato spiegazioni, sentivo che lui aveva capito quello che provavo e che nulla sarebbe stato come prima.

  
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