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Autore: Icegirl46    01/06/2012    6 recensioni
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- D’accordo, papa`! – gli rispose a tono Neal incrociando le braccia sul petto.
In effetti, sembrava un po’ un sedicenne alle prese con una lite coi genitori, penso` Peter fra se` e se`.
- Oh, no no no no! Se io fossi tuo padre, ora tu staresti per prendere un sacco di sculacciate anche a trent’anni suonati, caro mio! – gli disse Peter, acido – E non ti garantisco che non possa succedere per davvero! – aggiunse poi.
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Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Risks of the Trade

 

Storia senza particolari pretese, scritta nella semplice speranza di strappare un sorriso.
Non sono presenti spoiler riguardanti le stagioni trasmesse in Italia o in America. Vi sono solo due velate menzioni a fatti accaduti in altrettanti episodi, ma di entita` assolutamente trascurabile.
Un grazie anticipato a chi leggera` e uno ancora piu` grande a chi decidera` di lasciare una recensione, comunicandomi cio` che pensa di questa storiella.





Ogni lavoro ha i suoi rischi.

Neal lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Il tabaccaio in fondo alla strada rischia ogni giorno di essere rapinato; la donna del negozio di salumi potrebbe staccarsi un dito con l’affettatrice. La fiorista all’angolo corre il pericolo di essere punta da un’ape e avere una reazione allergica; la donna delle pulizie che va da June ogni giorno potrebbe alzarsi senza ricordare di avere lasciato la finestra aperta e finire in pronto soccorso. Elizabeth rischia di trovarsi di fronte a clienti insoddisfatti e arrabbiati che non vogliono, magari, pagarle il dovuto. I suoi colleghi del “lato oscuro della legge” potrebbero aprire la porta e trovarsi sotto il naso un mandato di arresto. I suoi colleghi, e amici, che lavorano per il lato buono della legge potrebbero trovarsi con una pallottola piantata in mezzo agli occhi. Tutti i mestieri, anche quelli all’apparenza piu` innocui, possono rivelarsi pieni di insidie.

Neal lo aveva imparato sulla sua stessa pelle. Durante ogni singolo colpo, anche se progettato, studiato nei minimi dettagli, ci si puo` trovare davanti a un imprevisto, e allora e` meglio scappare, correndo a rotta di collo e sperando di non ritrovarsi circondati dai poliziotti mentre il cuore batte all’impazzata nel petto al ritmo della paura, dell’adrenalina e dell’eccitazione del momento; durante ogni lavoro sotto copertura con l’FBI si puo` rischiare di essere scoperti, la propria falsa identita` andata in fumo anche se costruita con perizia e maestria. E anche li`, la cosa migliore da fare e` sempre darsela a gambe. Si era ritrovato piu` di una volta con la canna nera e fredda di una pistola puntata alle tempie, mentre aspettava e sperava in un rapido arrivo dei soccorsi; si era sentito come un topolino bianco da laboratorio pronto per essere sacrificato per amore della scienza, quando era finito insieme a Peter in una stanza da cui veniva risucchiato pian piano tutto l’ossigeno. Era davvero andato vicinissimo alla morte in piu` di un’occasione, sia nella sua vecchia vita, che in quella nuova.

Eppure, tutte quelle esperienze sembravano scherzi da bambini quando si trovava davanti a quello sguardo, duro, profondo, preoccupato e arrabbiato, anzi no, infuriato, che lo trapassava da parte a parte come una lama sottile ma indistruttibile. Proprio come in quel preciso istante, insomma.

Perche` con quelle occhiatacce, Peter Burke sapeva davvero come fargli venire la pelle d’oca!

Il giovane degluti`, a vuoto, mentre sentiva un sudore freddo formarsi sulla sua pelle.

- Peter… -

- Non dire nulla, Neal. Sali in macchina. In silenzio! – aggiunse poi, vedendo il truffatore pronto a ribattere.

Neal non se lo fece ripetere due volte. Sapeva che discutere con il federale, in certe occasioni, era la peggiore mossa possibile. Qualunque uomo saggio, davanti a quell’espressione dura e contrariata, non avrebbe fatto altro che chinare il capo in un silenzioso ed umile gesto di scusa e di resa; Neal non riteneva se stesso particolarmente giudizioso (alcune sue sciocchezze erano lampanti e innegabili, o non avrebbe passato quattro anni della sua vita in prigione) ma non era neppure pervaso da istinti suicidi, dunque obbedi`. Apri` la portiera, cerco` di mettersi piu` o meno comodo, si allaccio` la cintura e, soprattutto, rimase in silenzio. O almeno, ci provo`.

Si`, perche` non riusci` a sopportare molto a lungo la tensione che era palpabile nell’auto.

- Peter io… -

- Ho detto: non una parola, Neal. E` chiaro il concetto? – lo interruppe immediatamente l’agente.

- Ma fammi almeno spiegare… -

- Non. Una. Parola! – disse di nuovo Peter, accompagnando al tono minaccioso anche uno sguardo tagliente, tacito monito per il proprietario degli occhioni blu che, al suo fianco, lo guardavano spalancati e nei quali si leggeva un miscuglio di paura e rimorso.

Peter guido` in silenzio per pochi minuti ancora, poi accosto` davanti a casa di June. Quindi, spense il motore e scese, mentre subito Neal cercava di imitarlo, bloccato nuovamente dal federale.

- No. Tu resti in macchina, e non ti muovi di li` - gli ordino`.

- Questo e` ridicolo Peter! Insomma, tu entri in casa mia e lasci me fuori? E` del tutto insensato. Non puoi proprio obbligarmi a… - Peter diede il comando di chiusura della Taurus. - …rimanere qui – termino` la frase Neal, mentre sentiva le sue stesse parole smorzarsi e spegnersi in gola.

Peter non era semplicemente arrabbiato, no. Era furioso. Adesso si`, che sarebbero stati guai seri!

L’agente ritorno` alcuni minuti dopo, portando con se` un borsone sportivo che Neal aveva comprato per andare in palestra e non aveva praticamente mai usato. L’uomo piu` anziano apri` il bagagliaio e lo getto` dentro, poi risali` in auto e riprese a guidare. Infine, per il sollievo di Neal, si decise almeno a rispondere a una sua semplice domanda.

- Come mai hai preso le mie cose, Peter? –

- Vieni da me ed Elizabeth per stanotte, mi sembra ovvio, non posso e non voglio affidarti a June. E non azzardarti a protestare. Rischi davvero che ti strozzi con le mie mani –

- Oh andiamo, non e` necessario! Sto bene, perche` dovrei venire da voi? E` solo un graffietto, nulla di piu`… -

- Certo, infatti quando Elizabeth si punge tagliando le rose in giardino, chiamiamo sempre un’ambulanza che la venga a prendere d’urgenza! – rispose Peter, sarcastico.

- Suvvia Peter, stai davvero esagerando le cose, adesso –

- Io esagero? Ma davvero? Chi di noi ha fatto le cose di testa sua e per poco non si e` spaccato l’osso del collo? Ricordamelo, dato che evidentemente ho problemi a rammentare –

- D’accordo, hai ragione, sono stato imprudente, lo ammetto e ti chiedo scusa. Va bene cosi`? – chiese esasperato Neal, sperando davvero di poter trovare una fine rapida ed indolore a quella spiacevole conversazione.

- Non va bene, Neal! Non e` questione di chiedere scusa, ma di pensare bene prima di fare le cose! – gli rispose Peter alzando gli occhi al cielo. Possibile che quel ragazzo non volesse proprio capire?

- D’accordo, papa`! – gli rispose a tono Neal incrociando le braccia sul petto.

In effetti, sembrava un po’ un sedicenne alle prese con una lite coi genitori, penso` Peter fra se` e se`.

- Oh, no no no no! Se io fossi tuo padre, ora tu staresti per prendere un sacco di sculacciate anche a trent’anni suonati, caro mio! – gli disse Peter, acido – E non ti garantisco che non possa succedere per davvero! – aggiunse poi.

Neal allora volto` di scatto la testa, gli occhi blu fattisi improvvisamente enormi, la bocca leggermente spalancata per la sorpresa, e osservo` l’uomo al volante, senza parole. Peter lo vide con la coda dell’occhio, e non riusci` proprio a trattenersi: scoppio` a ridere fino a che non senti` gli addominali fargli male e le lacrime salirgli agli angoli degli occhi.

- Tu stai scherzando, ovviamente – gli disse intanto Neal, in un tono non del tutto convinto.

Al che, Peter rise ancora di piu`, seguito questa volta anche dallo stesso Neal, mentre la tensione, la rabbia, e soprattutto la paura provata svanivano pian piano, lasciando posto al sollievo.

Erano oramai arrivati davanti a casa, e Peter aveva parcheggiato la macchina, quando finalmente riuscirono a ricomporsi un poco, e a ritrovare un pizzico di serieta`. Peter spense l’auto e si slaccio` la cintura mentre Neal lo imitava. Poi si volto` verso il truffatore e gli si rivolse di nuovo con aria seria.

- Mi spieghi cosa ti e` saltato in mente quest’oggi? Seriamente, intendo. Avresti potuto farti davvero male –

- Lo so Peter. Davvero. Solo, volevo farti una sorpresa. Ok, non era proprio indirizzata a te, ma so che comunque ti avrebbe fatto piacere – gli disse il truffatore sorridendo con naturalezza.

- Spiegati meglio perche` non riesco a seguirti: quale sorpresa? –

- Era per il vostro anniversario, tuo e di Elizabeth: un cielo blu stellato, con la luna che si intravede appena fra le nuvole grigio scuro, dipinto sul soffitto della vostra stanza da letto, con i colori degli astri che si illuminano provocando una leggera fluorescenza al buio… - chiari` allora Neal.

Peter rimase a bocca aperta. Si era scordato, come sempre, dell’anniversario, e aveva sperato di farsi perdonare portando Elizabeth a cena in un buon ristorantino. Certo, tutto questo prima che il suo vicino di casa lo chiamasse al telefono nel bel mezzo del pomeriggio, in preda a una crisi di panico e di nervi, dicendo di scorgere un uomo steso a terra sul pavimento della sua camera da letto, immobile. Allora Peter aveva chiamato subito la polizia, la quale aveva a sua volta avvertito i paramedici, che avevano portato Neal all’ospedale; il tutto, mentre Peter li raggiungeva furioso. Cosa diavolo ci faceva Neal in casa sua, senza il suo permesso soprattutto? Ed ora, ecco spiegato il mistero.

Neal vide la sorpresa negli occhi dell’amico, e continuo`.

- Sapevo che El sarebbe tornata prima di te, e volevo farle trovare il lavoro gia` finito. Avrebbe pensato che me l’avevi commissionato tu e sarebbe stata felicissima. E` un’idea molto romantica – aggiunse, arrossendo e immaginando quale sarebbe stata la reazione di Peter a tutto il suo romanticismo.

Invece, Peter lo stupi`. Quello di Neal era stato un gesto molto dolce, tipico di un animo sognatore ma anche altruista, come, in fondo, era quello del suo amico. Sopraffatto dalla commozione, gli prese la mano fra le sue e gliela strinse con calore per un semplice istante che pero` sembro` a entrambi durare a lungo.

- Ti ringrazio per il pensiero Neal. E quando anche El sapra` cosa cercavi di fare, sara` senza dubbio commossa fino alle lacrime. Quindi, preparati ad essere coccolato e abbracciato per tutta la serata! – disse poi Peter, ridendo.

- Non sono io quello che festeggia il suo anniversario! –

- No, tu sei quello che si e` spaccato un ginocchio per noi, invece! – ribatte` l’agente, tirando all’amico un leggero pugno sulla spalla e poi porgendogli le stampelle che lo avrebbero, almeno per un po’, dovuto sorreggere.

Mentre Neal cercava in qualche modo di uscire dalla Taurus senza perdere la sua compostezza abituale, Peter volle togliersi l’ultima curiosita`, per porre finalmente termine a quella giornata intensa e potersi poi rilassare senza preoccupazioni o pensieri che gli sarebbero frullati in testa senza sosta.

- Neal… mi spieghi come hai fatto a cadere dalla scala e finire lungo e disteso sul mio pavimento? Tu, che hai un equilibrio degno di un gatto e non perdi il tuo stile perfetto nemmeno quando salti da una finestra al terzo piano?–

- Beh ecco… io… insomma, non avrei mai pensato che Satchmo avrebbe provato a farmi le feste e mi avrebbe fatto cadere a terra! – rispose Neal arrossendo.

- Tu, in grande Neal Caffrey, ti sei fatto sorprendere da un Labrador pigro e bonaccione? Questa e` forte, davvero forte! Meglio di una barzelletta! Il Michelangelo del Duemila, caduto a terra per colpa di Satchmo!– rise Peter scuotendo la testa e avviandosi verso la porta di casa.

- Peter, non lo dirai a nessuno vero? Vero?! – gli grido` Neal mentre si affannava, saltellando, per cercare di salvare il suo onore ferito e di raggiungere l’amico, che imperterrito ando` avanti a ridere senza dargli una risposta.

Ogni lavoro ha i suoi rischi. Quello del pittore non fa eccezione.

Neal sapeva bene anche questo!

  
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