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Autore: Alice_Nekkina_Pattinson    02/06/2012    5 recensioni
Storia partecipante al contest di Pinzy "Gli insoliti noti".
Ricordo ancora il dolore della trasformazione, quello era un ricordo chiaro e limpido.
Arrivata quinta.
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bree Tanner, Diego, Fred
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Nick: Alice_Nekkina_Pattinson
Titolo: Scarto
Personaggi: Fred (dell'esercito di Victoria)
Bree Tunner e Diego (accennati)
Raiting: Giallo
Avvertimenti: One-Shot
Generi: Drammatico, Malinconico, Suspence
Note (facoltative): Storia partecipante al contest di Pinzy sul forum di EFP, "Gli insoliti noti". 
Questa storia ha partecipato anche al contest indetto da _Hilay_ "Raindrops (opere edite e inedite). Dal 3-11-12 al 31-01-13.
In questa one-shot, cerco di raccontare la vita di Fred prima e durante la sua vita insieme all'esercito.
 
 
 
 
Scarto
 
 
 

 
 
 
 
Vagavo per la città da solo, la mia vita era sempre stata uno schifo, fin da piccolo.
Mia madre ci abbandonò a me e mio padre quando avevo neanche una settimana di vita, mio padre cercò di crescere me, ma poi se ne andò anche lui, per colpa di un incidente.
Così mi ritrovai all'età di 14 anni a dover girare da un orfanotrofio all'altro.
Feci amicizie sbagliate forse, ma tanto ormai non avevo più nulla da perdere, mi guardai intorno e non vidi altro che gente felice intorno a me, mentre io ero solo.
Scarto.
Ero uno scarto della società, ecco perché ero stato scelto per entrare nel clan di Riley, nel suo esercito, o meglio in quello di Lei , lei di cui non sapevamo nulla, né nome né volto.
Ricordo ancora quando cinque mesi prima ero stato preso e morso da Riley.
 
Uscii dal pub esattamente alle tre di notte, ero leggermente ubriaco, lo ero perché mi stavo sfogando nell'alcool, non volevo pensare alla mia vita schifosa, non volevo pensare al fatto che ero solo e avevo perso tutti, non avevo più nessuno.
Avevo solo me stesso e mi facevo compagnia in questo modo, trasformandomi ben presto in uno scarto, per questo mi prese, non avevo più nessuno a piangermi.
Appena varcai la soglia dell'uscita, sentii la brezza gelida di febbraio colpirmi e farmi venire i brividi.
Intorno a me era tutto buio, non c'erano molti lampioni vicino a quel bar, diciamo che non era poi un bellissimo posto in cui andare, mi incamminai verso il mio appartamento – se così si poteva chiamare- , quando vidi una figura davanti a me.
A vederlo era un uomo, mi fissò per qualche secondo, io guardai dietro me per vedere se c'era qualcun altro, quando notai che c'ero solo io, capii che voleva proprio me.
Incominciò ad avvicinarsi a me, ad ogni passo incominciavo ad intravedere il suo volto, era un ragazzo della mia età più o meno, ma con uno sguardo da assassino.
Quando arrivò ad essere ad un palmo da me, una piccola luce ad intermittenza di un lampione 
lontano, gli illuminò il volto, aveva gli occhi rosso sangue.
"Chi sei?" mi chiese.
"No, chi sei tu?" risposi io.
"Quello che ti darà la vita eterna tra due secondi" non mi diede il tempo di capire e decifrare le sue parole, che mi ritrovai in un vicolo buio e mi morse.
 
Ricordo ancora il dolore della trasformazione, quello era un ricordo chiaro e limpido.
Quindi ero lì, chiuso in quel posto insieme ad altri neo-vampiri in attesa di un ordine di Lei, ci era stato detto che potevamo vivere solo al buio, che alla luce del sole saremmo morti, saremmo bruciati vivi.                                                                                                       
Presto me ne sarei andato, non sarei rimasto un minuto di più in quella specie di betola, circondato da persone schifose, viscide e attaccabrighe.
Ci aveva insegnato che per sopravvivere dovevamo nutrirci di umani, uccidere persone innocenti o come diceva lui, scarti come noi, per dare di meno nell'occhio.
Qualche giorno dopo la mia trasformazione scoprii di avere una specie di potere, che solamente dopo qualche tempo scoprì anche Riley, riuscivo ad allontanare le persone da me, in qualche modo le disgustavo, creavo una barriera come se creassi disgusto.
L'unica con cui parlavo e permettevo di avvicinarsi, era Bree.
Era ancora una bambina, mi chiedevo con quale coraggio l'avevano trasformata, aveva solamente 14 o 15 anni, si era molto legata a Diego, l'unico con un po' di cervello li dentro, no come quegli idioti di Raoul e tutti gli altri.
Durante tutti i mesi in cui rimasi con loro, Riley non faceva altro che farci allenare, farci andare a caccia quando diceva lui, dirci che eravamo tutti in pericolo, era una lotta per il territorio.
Se volevamo mantenere il controllo sul territorio e nutrirci senza problemi, dovevamo sconfiggere il clan dei Cullen.
Il punto che non solo erano tutte bugie, ma a me non importava, io non volevo fare nessuna battaglia, volevo solamente starmene in pace.
Passavo il tempo "libero" per così dire a leggere, insieme a me si univa Bree, mi era entrata in simpatia, era gentile, buona, e non cercava mai di attaccare briga per un qualcosa o per il sangue come invece facevano gli altri.
Cercai di proteggerla finché potevo, la presi sotto la mia ala, notai che si affezionò molto a Diego, si percepiva odore di sentimento intorno a loro due, si affezionò anche a me, fu l'unica a non schifarmi e a trattarmi come una persona normale, fu l'unica per cui mi sia mai importato qualcosa da quando ero diventato un vampiro.
Quella sera Riley chiamò me, Raoul, Kristin e Bree per andare a caccia, lei mi venne a fianco, corse sempre appresso a me, io estesi la barriera anche a lei.
Corremmo nella notte oscura e fredda in cerca di qualche mal capitato, trovai due ubriachi e chiamai Bree e glieli indicai con un cenno del capo e corremmo in quella direzione.
Certo il sapore non era buono, -visto l'alcool-, ma dovevamo fare attenzione a non dare nell'occhio.
Afferrai per la gola il primo, era un uomo sulla trentina, era talmente ubriaco che non si
reggeva neanche in piedi, sentii dentro di me come un malessere, non volevo farlo, io stesso ero stato attaccato, sapevo come ci si sentiva, eppure l'istinto, la sete, mi urlavano di farlo, le parole di Riley mi urlavano di farlo, così sentii il battito del suo cuore, sentii il sangue pulsare nelle vene e senza pensarci trafissi la sua giugulare, sentii il sangue caldo scendermi nella gola, man mano dava sollievo alla mia sete, al bruciore, man mano gli occhi da neri di sete,
riprendevano quel tanto odiato rosso color sangue.
Lo sentii contorcersi sotto la mia presa, e questo non fece altro che farmi aumentare ancora di più la presa e la velocità nel cibarmi.
Con la coda dell'occhio vidi che lo stesso lo stava facendo Bree, dopo di che ci caricammo  i corpi sulle spalle e andammo a seppellirli nella grotta nascosta dove c'era il fiume, mente altre notizie di corpi ritrovati si sarebbero nuovamente sparse per le strade di Seattle.
Dopo di che, gli altri tornarono nella betola, mentre io e Bree ci fermammo un attimo a parlare.
Ci sedemmo in riva al lago e incominciò a dirmi quello che avevo sempre sospettato fin dall'inizio, cioè che Riley ci avesse mentito.
Incominciò a parlare preoccupata dal fatto che Diego volesse parlarne con Riley, lui si fidava, ma non sapeva quanto faceva male.
"Fred ci hanno mentito! Non è vero che al sole bruciamo, solamente brilliamo, cioè il sole sulla nostra pelle crea uno strano effetto di diamanti, sembrano piccoli diamanti che brillano.
E poi c'erano quelli con quelle strane mantelle nere, tutto l'abbiamo scoperto per caso, stavamo cercando Riley e abbiamo visto che insieme a lui, c'era una donna dai capelli rossi, che a quanto ho capito deve essere quella che ci ha creato e con loro due c'erano altri quattro vampiri, tutti con la mantella nera.
Ma la cosa strana era il discorso che stavano facendo, praticamente hanno scoperto il nostro gruppo e ho sentito che in circostanze normali, li avrebbero già uccisi, oltre che distruggere
noi, perché creare un esercito che stava creando tanto scompiglio non andava bene.
Ma in questo caso avrebbero fatto un'eccezione, solamente se noi fossimo riusciti a sterminare i Cullen, solo così si sarebbero salvati.
Praticamente quelli sono pericolosi, dobbiamo mantenere l'anonimato per loro, oltre che per gli umani e l'unico modo era dirci che potevamo vivere solo di notte e mentendoci".
Ascoltai tutto quello che aveva scoperto Bree, mi disse che solamente a me l'aveva detto, che lo sapevamo solamente noi, più Diego.
Secondo me faceva male quel ragazzo ad andare a parlare con Riley, non mi era mai piaciuto, non doveva fidarsi.
Decisi che me ne sarei andato, eccome, presto quando ci avrebbero chiamato per la battaglia, io mi sarei allontanato dal gruppo.
Decisi di parlargliene con lei, di metterla al corrente del mio piano.
"Senti Bree, secondo me Diego non dovrebbe parlargliene, hai ragione tu, non mi sono mai fidato di Riley e nemmeno della nostra creatrice, in fondo non si è mai fatta vedere e non penso che sia solo per il fatto che i Cullen hanno dei poteri come dice lei, c'è sotto qualcosa, non penso che sia solamente una battaglia di territorio, credo ci sia qualcosa di più sotto.
Sembra una vendetta e io sinceramente non voglio morire per una sua vendetta, di cui noi non c'entriamo nulla.
Senti, io avevo già da tempo in programma di andarmene, non voglio restare qui, non voglio dover rischiare per una che ci ha creato per i suoi scopi.
Saremmo anche non-morti adesso, ma lotterò comunque per questa vita, ho passato di tutto e
di più e non voglio farmi usare come una marionetta.
Quindi adesso ti propongo di venire con me, porta anche Diego se vuoi, cerca di convincerlo a
non andare a parlare con Riley, in qualsiasi caso non devi dirlo a nessuno okay?" le dissi, lei mi guardò e annuì.
Poi di slancio mi abbracciò.
Rimasi paralizzato, poi ricambiai, mai nessuno mi aveva abbracciato, sperai veramente che mi seguisse, che si salvasse.
Nei giorni seguenti Riley porto a caccia gli altri, continuava a dire che il giorno era quasi arrivato, che presto ci sarebbe stata la battaglia per il sangue, che avremmo riconosciuto il clan dagli occhi gialli per il fatto che con loro c'era un umana e che chi arrivava prima, la poteva avere per se.
Ci fece annusare a tutti una sua camicetta per riconoscere l'odore, poi vidi Diego avvicinarsi a Riley e sentii che voleva parlargli.
Alla fine non era riuscita a convincerlo, guardai Bree che stava fissando Diego con paura.
Se quello che Bree mi aveva detto era vero, Diego non sarebbe tornato.
Erano passati due giorni e di Diego ancora nessuna traccia, si inventò che era insieme a Lei, e che oggi ci sarebbe stata la battaglia, che  oggi si poteva uscire alla luce del sole, per un fatto di luce che creava come una barriera.                                                                                    
Stronzate, erano tutte stronzate.
Ci raccontò di fare come stabilito, se non volevamo fare la stessa fine che aveva fatto uno, Lei lo aveva punito in un modo atroce.
Presi Bree da parte e le sussurrai.
"Bree, ascoltami, adesso mentre andremo io mi allontanerò e andrò verso Vancouver, vieni via con me"
"No, prima aspetto Diego" disse convinta.
"Bree, Diego forse …"
"No, devo cercarlo, non posso abbandonarlo" mi disse supplicandomi.
"Va bene, facciamo così, io ti aspetterò per ventiquattro ore, solo ventiquattro ore, non ora di più, starò sul tetto del più grande grattacielo di Vancouver, sulla Riley Park, se non ti vedrò con lui durante le ventiquattro ore, me ne andrò okay?" lei mi guardò e annuì.
"Ci sarò" disse sicura.
"Lo spero, fai attenzione" le dissi.
Riley incominciò ad incamminarsi urlando a tutti di muoversi, man mano tutti uscivano e lo seguivano, rimasi in fondo con Bree davanti a me, sperai che cambiasse idea e scappasse con me in quel momento, ma sapevo che era decisa a trovare Diego.
Corremmo, sfrecciammo tra gli alberi, quando vidi che nessuno poteva notarmi, sfiorai il braccio di Bree, lei si girò e annuì, io sorrisi e mi allontanai.
Corsi il più veloce possibile, dovevo raggiungere Vancouver, le ventiquattro ore erano iniziate da quel momento, dal momento esatto che mi ero allontanato dal gruppo.
Mi ci vollero due ore per arrivare a Vancouver, conoscevo quella città come le mie tasche, trovai subito il grattacielo di Riley Park  e come un fulmine salii sul tetto.
Mi avvicinai al cornicione, ai miei piedi sembravano tutte piccole formiche le automobili e le persone dei moscerini.
Mi sedetti sul cornicione, mi oscurai con il mio potere e attesi, attesi il suo arrivo, il loro arrivo.
Alzai lo sguardo verso il cielo, una folta coltre di nubi copriva il sole sopra di esse, creando uno strano strato di luce sottile, soffusa di sole.
Se quello che sospettavo era vero, Bree non sarebbe mai tornata, o l'avrebbero uccisa Riley e la Lei, oppure sarebbe morta durante la battaglia.
Che bugiardi, dovevamo mantenere l'anonimato per via di quei quattro, ma non ce l'aveva detto, così in caso fossimo sopravvissuti allo scontro ci avrebbero ucciso loro, ci aveva detto che il sole ci avrebbe ucciso e invece eccomi qui.
Ci raccontò che l'unico modo di vivere era uccidere e bere sangue umano, eppure quel clan, aveva gli occhi gialli da come ci aveva detto, forse c'era un altro modo di vivere che non aveva voluto dirci, ma una cosa era sicura, guardando la gente sotto di me, gente felice, che rideva, non volevo continuare ad essere un mostro, avrei girato il mondo e avrei cambiato il modo di vivere, avrei dato un senso a questa nuova vita, se così si poteva chiamare.
Avremmo formato un clan noi tre, io Bree e Diego, sperai con tutto me stesso di vederli arrivare.
Passarono minuti, ore, forse di più, alzai lo sguardo ed era già calata la notte, di loro nessuna traccia.
Aspettai e aspettai, i secondi, i minuti, le ore passavano e dentro di me già percepivo la verità che la mia testa ancora negava, che ero rimasto nuovamente solo.
Allo scoccare delle ventiquattro ore, mi tirai su, ero rimasto seduto con le gambe tra le braccia tutto il giorno a pensare, alzai lo sguardo verso il cielo e poi in un salto, mi ritrovai sul marciapiede, nelle strade oscurate dalle tenebre della notte.
Nell'incamminarmi, guardai il mio riflesso in una vetrina illuminata dalle lucine, vidi due occhi rossi, gli occhi di un assassino, ma la cosa che mi fece più male, era che ero solo, di nuovo come sempre lo ero stato nella mia vita.
E solo mi incamminai verso la mia nuova strada, che era buia, non sapevo quello che avrei trovato o fatto, sapevo solo che volevo cambiare.
Ti volevo bene Bree, ma anche tu mi hai lasciato.
Di nuovo solo.
 
 
 

 











Spero vi piaccia!!! XD
Fatemi sapere cosa ne pensate!  :D
CiaoooooooooooooooooooooooooooooXD

   
 
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