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Autore: pocchanpu    02/06/2012    3 recensioni
La sua mano fece crepitare ancora una volta la lattina vuota. I suoi chiarissimi occhi si coprirono di un velo di tristezza e Steve riconobbe quell'espressione di rimpianto. Thor rimpiangeva quei giorni felici passati con suo fratello, bramava quel rapporto che ormai era andato perso. Qualche istante dopo, il dio parve riprendersi e il solito sorriso raggiante fece il suo ritorno.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot richiesta da un'amica per il suo compleanno. Avevo qualche "regola" da rispettare: doveva essere preslash e doveva riprendere il titolo di una canzone. Non penso sia preslash quindi ho fallito XD Il pairing è stata una scelta comune :3
Ho insistito per poter scrivere una Sthor (oddio, che brutta abbreviazione) perchè Thor e Cap sono sempre stati i miei personaggi preferiti delle serie Marvel. Sono infatti cresciuta leggendo i vecchi comics dei miei genitori. Sebbene compongano uno strano crackpairing, io li ho sempre visti bene assieme :) Comunque, mi sono basata solo sui film perchè la ragazza che me l'ha richiesta non ha mai letto i comics. Non doveva essere pubblicata ma visto che è stata apprezzata... eccola qui.

Non sono una grande fan della Thor/Loki quindi il racconto di Thor non ha nulla di slash. E' solo una storia d'infanzia. Ci tenevo a precisarlo per evitare problemi.

Chiunque legga questa fan fiction è pregato di lasciare una recensione (positiva, negativa, lunga o breve.)
I personaggi e il mondo di questa storia appartengono alla Marvel. Della Coca Cola mi appartiene solo la bottiglia che ho comprato ieri al supermercato. "Together in Electric Dreams" è una canzone di Lali Puna.



Together in electric dreams

Lo sguardo dell'amico lo osservava con rassegnazione. La presa della sua mano si faceva sempre più debole. Pochi istanti dopo il suo corpo era sparito, ingurgitato dal burrone innevato. Il treno continuava a correre e la sua voce ripeteva quel nome, diventando via via sempre più disperata.

Esplosioni. Soldati che cadevano a terra senza vita. Sangue sul terreno invernale. Lo scudo che sfrecciava verso i nemici spaventati. Arti sparsi lungo il campo di battaglia, lontani dai corpi a cui appartenevano. Città distrutte. Vite infrante. Bambini e donne in lacrime, impotenti.

Il Tesseract era ormai andato perso. Red Skull sconfitto. L'enorme aereoveicolo fuori controllo. La sua voce preoccupata gli parlava, tentando di continuare quella strana conversazione. Udiva il proprio dolore mentre la rassicurava inutilmente. Guardò la distesa ghiacciata farsi sempre vicina prima di riabbassare gli occhi, concentrandosi su quella foto. Quello spendido viso fu l'ultima cosa che vide prima del buio.

Steve Rogers si svegliò di soprassalto, grondante di sudore. Si mise seduto cercando di riprendere fiato mentre sentiva il cuore battergli così forte che temeva potesse uscirgli dal petto. Rimase lì, immobile, per alcuni minuti prima di far passare una mano fra i propri capelli fradici.
Quegli incubi, quei ricordi erano tornati a tormentarlo. Aveva sperato con tutto sè stesso di aver superato tutti quei piccoli e grandi traumi ma, a quanto pare, si era solo illuso.
Dopo la battaglia contro Loki, aveva affrontato diverse missioni con i Vendicatori e forse proprio perchè era sempre stato occupato, quei pensieri si erano allontanati da lui. Ora, però, con il ritorno della pace erano tornati a rovinare la quiete che aveva tanto desiderato.

Sospirando, si allontanò dal letto. Aprì la porta della camera e uscì dopo aver indossato un paio di pantaloni sopra ai boxer scuri. Forse camminando un po' sarebbe riuscito a calmarsi e avrebbe potuto tornare a dormire.
La Torre Stark, diventata base degli Avengers, era immersa nell'oscurità e nel silenzio. Non gli piaceva molto quell'atmosfera e avrebbe voluto solo accendere tutte le luci per vedere dove diavolo stava andando. Raggiunse la cucina a tentoni e si avvicinò all'imponente frigo, che occupava gran parte di una delle pareti della stanza, per prendere qualcosa da bere. Aprì lo sportello e dovette chiudere immediatamente gli occhi a causa dell'improvvisa luce bianca che proveniva dall'interno dell'elettrodomestico. Una volta recuperata la vista, iniziò a dare un'occhiata alla vasta scelta di bevande.

Birra. Forse ubriacandosi sarebbe riuscito a dormire senza fare altri incubi ma quelle cinque lattine non sarebbero certamente riuscite a procurargli una sbornia adeguata.

Coca Cola. Certo. La caffeina l'avebbre sicuramente aiutato ad addormentarsi.

Latte. Allontanò immediatamente il cartone su cui era raffigurata una mucca sorridente. Da quando si era risvegliato dal suo sonno decennale, aveva difficoltà a digerire i latticini...

Mentre il supersoldato tentava di dimenticare l'ultima volta in cui aveva provato a bere un bicchiere di latte fresco, il suo sguardo cadde su una bottiglietta di vetro che conteneva un liquido verde smeraldo. Menta. La afferrò senza nemmeno pensarci ma una voce proveniente dal buio lo fece trasalire.

"Steven?"

Non riusciva a vedere la persona che stava parlando ma solo uno dei Vendicatori lo chiamava col nome di battesimo. "Thor... non ti avrò mica svegliato..."

L'asgardiano avanzò di qualche passo fino a quando la luce del frigo non illuminò la sua figura. Indossava un semplice pigiama grigio di cui più volte si era lamentato. A quanto pare, il dio era solito dormire senza nulla addosso. "Aye. Ho udito qualcuno muoversi al di fuori della mia camera e ho ritenuto che controllare fosse la cosa migliore."

Steve sospirò appena. Non aveva avuto intenzione di disturbare gli altri inquilini e si sentiva un po' in colpa. "Scusami, sono... sono solo venuto a prendere qualcosa da bere."

"Non vi è alcun bisogno di scusarsi, davvero." lo rassicurò Thor con un sorriso. Si sedette su uno degli sgabelli disposti vicino al bancone della cucina e fu a quel punto che il lampadario sul soffitto si accese, facendo trasalire entrambi gli eroi. Probabilmente Jarvis aveva compreso che, la loro, non sarebbe stata una breve sosta in cucina.

"Devo ancora abituarmi a tutta questa tecnologia..." ammise Rogers che aveva ancora in mano la bottiglia di menta. Fece per chiudere lo sportello del frigo ma si fermò e si rivolse al dio "Vuoi qualcosa da bere?"

Thor finse di pensarci prima di rispondere "Una birra."

Cap annuì e afferrò una lattina di birra con la mano libera per poi chiudere il frigo con un leggero colpo del piede. Appoggiò le due bevande sul bancone e si accomodò sullo sgabello posto davanti a quello di Thor, in modo da potergli parlare guardandolo in faccia.

Il dio aprì la lattina con un gesto veloce prima di colpire la bottiglietta che teneva in mano Steve, come per brindare in silenzio. Prese un grande sorso di birra e si lasciò sfuggire un sorriso assaporandone il sapore dolce e rinfrescante.

"Buona, eh?" chiese Steve riabbassando lo sguardo senza assaggiare nemmeno la propria bibita.

Thor prese un altro sorso e riappoggiò la lattina sul tavolo per osservare il volto dell'altro. "Qualcosa ti turba, Steven?"

Preso alla sprovvista da quell'inaspettata domanda, il supersoldato riuscì solo a formulare uno stupido "Uh?"

"Durante il giorno ti osservo più di quanto sia consono fare e devo confessare di non aver mai visto un'espressione tanto crucciata sul tuo volto." spiegò con calma l'asgardiano non distogliendo lo sguardo da biondo "Inoltre, sono stato spesso destato durante la notte dai nostri compagni ma questo è il nostro primo incontro notturno. Tutto ciò mi fa comprendere che qualcosa sta turbando il tuo animo."

Rogers sorrise per un istante dello strano modo di parlare di Thor ma si limitò a bere un pò di menta fredda invece di rispondere.

L'espressione insultata del dio precedette il suo dono infastidito. "Ho agito in maniera inadeguata per non essere degno di una tua risposta o della tua fiducia?"

"Cosa? Ma no..." Steve si affrettò a scuotere la testa. Avrebbe voluto parlare con qualcuno di quello che stava provando. D'altro canto, non voleva far preoccupare nessuno. "Non è una cosa importante, credimi."

"Fatico a credere alle parole di voi abitanti di Midgard." Strinse appena la lattina, facendo così scricchiolare l'alluminio sotto le sue dita. "Avete la pessima abitudine di pronunciare l'opposto di quello che state pensando."

"Ascoltami, Thor, io..." Il capitano concluse la frase con un sospiro. Era troppo stanco per trovare una scusa ed evitare nuove domande di Thor. "Ho avuto... degli incubi. Tutto qui."

"Incubi?"

"Non erano proprio incubi... ricordi spiacevoli, direi. Ricordi che pensavo di aver cancellato dalla mia mente e che, invece, questa notte hanno deciso di ricomparire." Mormorò Steve rivolgendo il proprio sguardo al bancone di marmo bianco.

Thor rimase in silenzio per qualche minuto. La fronte corrucciata e gli occhi chiusi mostravano la sua concentrazione. "Nay. Non conosco nessun sortilegio o metodo per liberarsi di ricordi molesti. Come entrambi sappiamo, non sono io l'esperto di magia." disse con un nuovo sorriso. Finì la birra ormai calda prima di ricominciare a parlare. "Potrei solo dirti come affrontavo gli incubi quando ero solo un bambino."

"Perchè no?" Rise il supersoldato grattandosi la nuca "Magari potrebbe essermi d'aiuto..."

Il dio si appoggiò appena al bancone, guardando il soffitto. Sembrava stesse cercando di ricordare tutti i dettagli della storia che stava per raccontare. "Quando ero fanciullo accadeva molto spesso che gli incubi si facessero spazio nel mio sonno altrimenti tranquillo e la stessa cosa succedeva a mio fratello Loki. Non era possibile disturbare nostro padre e nostra madre ogni volta che non riuscivamo a riaddormentarci..."

"Allora vi preparavate una camomilla?" chiese Steve per sdrammatizzare.

"Una... cosa?" Thor lo guardò confuso prima di scuotere la testa e tornare al proprio racconto. "Quando ci ritrovavamo in quelle circostanze, dormivamo semplicemente nello stesso letto. Ci stringevamo la mano per calmarci e per farci capire che non eravamo soli..." La sua mano fece crepitare ancora una volta la lattina vuota. I suoi chiarissimi occhi si coprirono di un velo di tristezza e Steve riconobbe quell'espressione di rimpianto. Thor rimpiangeva quei giorni felici passati con suo fratello, bramava quel rapporto che ormai era andato perso. Qualche istante dopo, il dio parve riprendersi e il solito sorriso raggiante fece il suo ritorno. "Quel gesto riusciva a far allontanare quei sogni fastidiosi e noi riposavamo tranquillamente. E' un metodo che non ha mai fallito."

"Quindi mi stai dicendo che dovrei dormire con qualcuno per poter evitare gli incubi?" chiese ancora Rogers un po' perplesso "Mi dispiace dirtelo ma queste cose funzionano, appunto, solo quando si è bambini."

"I metodi di Asgard funzionano per tutta la vita, Steven."

Steve alzò gli occhi al cielo per un momento prima di sorridere al dio. "Anche se funzionasse, dubito che esista una persona disposta a stringermi la mano per una notte intera e..."

"Io lo farei." lo interruppe Thor osservandolo.

"Cosa?" chiese il supersoldato non capendo esattamente a cosa si stesse riferendo.

"Io ti stringerei la mano per un notte intera se servisse a farti riposare." spiegò l'altro con una calma quasi irreale "Se servisse ad allontanare i tuoi incubi, a cancellare quei ricordi scomodi... non esiterei a dormire di fianco a te."

Forse era a causa del suo tono calmo e allo stesso tempo deciso. Forse era a causa del fatto che nessuno aveva dimostrato di tenere a lui così tanto da quando si era risvegliato nel nuovo millennio. O forse era a causa di tutti i significati che si potevano dare a quelle semplici frasi. Steve non sapeva spiegarne la ragione ma sentì le proprie guance avvampare e la sua mente spegnersi per un momento. "Thor... ma che stai..."

Il dio lo interruppe ancora una volta lasciando lo sgabello su cui era seduto. "L'alba si sta avvicinando. Sarebbe meglio cercare un po' di riposo durante queste ultime ore." mormorò buttando la lattina vuota ed informe nel cestino vicino al bancone.

"Uhm.. forse hai ragione..." sussurrò appena Steve senza però alzare lo sguardo fino a che non vide Thor porgergli la mano. Pensò che fosse solo uno dei soliti gesti tipici di Asgard e afferò la mano senza esitazione. Una piccola scosse elettrica pervase tutto il suo braccio e guardò stupito l'uomo davanti a sè.

"A domani, Steven." lo salutò Thor con un ultimo sorriso prima di lasciargli la mano e dirigersi verso la propria camera.

"Buonanotte..." mormorò il capitano confuso osservandolo mentre si allontanava.



Non sapeva che cosa Thor gli avesse fatto.
Sapeva solo che quei ricordi non erano tornati a tormentarlo. Non aveva più sognato né Bucky né Peggy. Le scene orribili della guerra non erano più riapparse.
Non riusciva nemmeno a ricordare cosa avesse mai sognato.
Ricordava solo il formicolio sotto la pelle della mano, come se la scossa elettrica fosse continuata tutta la notte...
Come se la mano di Thor avesse stretto la sua per tutta la notte.



Fin.
   
 
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