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Autore: chiaramella    02/06/2012    5 recensioni
-Facciamo i seri, ti prego.-
-Ti sembra che io stia scherzando?-
-No.-
-Quindi?-
-Quindi è questo che mi preoccupa.-
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Casa Baker, 9.56 a.m.
Zachary sistemò la cravatta allacciandola al colletto della camicia color latte e si voltò verso lo specchio osservando la sua immagine riflessa facendosi sfuggire una smorfia alla vista di tanta eleganza.
Le scarpe nere e lisce si intonavano perfettamente con i lunghi pantaloni del medesimo colore. Le gambe tremavano, il corpo rigido davanti allo specchio cominciò a mangiucchiarsi nervosamente le unghie. Poco più a destra, sopra un minuscolo letto dalle coperte azzurre, oltre alle centinaia di riviste pornografiche ed alle migliaia di dvd dello stesso contenuto, vi era adagiata un giacca grigia come la cenere.
-Oh, fanculo.- sospirò il ragazzo irritato.
Indossare tutti quegli indumenti di classe era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare quel
giorno, nonostante avesse speso una fortuna.
Senza pensarci due volte si svestì rimanendo con addosso dei ridicoli e bucati boxer arancioni a pois.
-Dovrei dimagrire.- si ritrovò a pensare, lanciando alcuni sguardi assassini alla pancetta che tanto odiava.
Imprecò contro l'anta dell'armadio che gli rimase letteralmente in mano mentre cercava di aprirlo ed iniziò a scegliere "con cura" ciò che avrebbe indossato da lì a poche ore.
Era indubbiamente il giorno più importante della sua cicciottosa vita e nonostante il buco allo stomaco che lo perseguitava dalla sera precedente, trovò la forza per trascinarsi a tavola alle prime luci dell'alba e mettere qualcosa sotto i denti. Sempre se quattro uova strapazzate, tre birrette ghiacciate ed un trancio di pizza si possano chiamare "qualcosa".
Miliardi di T-shirt di ogni sorta di gruppo musicale furono scaraventate a terra nel giro di pochi minuti ma nessuna di loro convinse completamente il porchettaro(senz'altro avrete già intuito il perchè di questo nomignolo).
Mandò tutto democraticamente a fare in culo ed aprì il cassetto al quale solo lui, e nessun altro, aveva il diritto d'accesso. La parola incisa nel legno a caratteri cubitali era chiara: MISFITS.
Se c'era una cosa che amava più dei quel gruppo era il cibo.
No, dovrei dire Brian.
Ma sorvoliamo queste ultime affermazioni, non vorrei fraintendere l'amore che quei due ragazzi provavano l'uno per l'altro.
Bastò poco per sceglierne una e no, non lo fece a caso. Era la classica maglia nera con il loro logo stampato sul davanti, una normalissima T-shirt a maniche corte se non fosse per il significato che la porchettuzza le aveva attribuito.
Dodici anni prima, davanti al numero 17 di Ocean Avenue, aveva incontrato l'essere più vanitoso e stronzo di questo pianeta: Brian Haner. Se non fosse stato un gran pezzo di ragazzo, molto probabilmente, Zacky l'avrebbe odiato sin dan primo momento.
-Ascolti i Misfits?- chiese Haner con un'espressione alquanto buffa -Fanno cagare ma siccome quì non li conosce nessuno direi che hai appena aquisito cinque punti stima.- affermò porgendo poi la mano al ragazzo in sovrappeso che si era già perso tra le sue iridi color nocciola -Comunque ciao, mi chiamo Brian e mi farebbe piacere se la smettessi di guardarmi in quel modo.-
20 marzo 1996, una data che sarebbe rimasta a loro impressa ancora per molto.
Haner e la sua coglionaggine racchiusa in un paio di pantaloni strappati all'altezza delle ginocchia ed una maglia dannatamente larga dei Maiden.
Baker e la sua timidezza racchiusa in quella maglia nera dei Misfits, proprio quella che aveva appena scelto d'indossare.
Sussultò. Il suono insistente del campanello lo riportò alla realtà scacciando tutti quei bei ricordi. Si affacciò alla finestra cercando di capire a chi appartenessero quei due corpicini che sentiva chiaramente confabulare davanti alla porta d'ingresso.
-Armadio?- disse incerto con un filo di voce -Gnomo?-
-ALLA BUON'ORA!- rispose il più grande, imbestialito.
-Scusate, ero immerso nei miei pens...
-ERI IMMERSO UN CAZZO! Muoviti ad aprire questa fottuta porta o la sfondo con il mio horsecock!-

Casa Haner, 10.13 a.m.
-Jimbo! Cazzo vieni qua e lascia perdere Pinkly porca troia!- sbraitò.
-Sei peggio di una donna mestruata.- rispose tranquillo l'individuo dai capelli assurdi, dal suo bel metro e novantatrè.
-Ma vattene un po' a fare in culo!-
-Non avevi bisogno del mio aiuto, caro?-
-CARO un cazzo e comunque no.-
-Io direi di sì. Non hai proprio idea di come si infilino delle calze autoreggenti, o sbaglio?-
-Togli le tue schifose manacce dai miei cazzo di CD!-
-Non cambiare discorso e calmati.-
-IO. SONO. CALMO. PORCA. PUTTANA.-
-Ed io un pezzo di scotch attaccato alla pagina 45 d'un dizionario d'iracheno.-
-Lasciami in pace, Cristo!-
-E se ti lasciassi in guerra?-
Silenzio. Solo un fottutissimo silenzio.
-E va bene, va bene!- Brian alzò le mani in segno di resa -Stravolta hai vinto, Sullivan!- urlò, indicando l'amico con il dito indice tremendamente storto -MA NON FINISCE QUI!-
Jimbo si buttò a terra ridendo come un ubriaco dopo una pessima battuta senza un senso logico.
-Cazzo ridi? Alza il culo e vieni a darmi una mano!-
Smise di colpo e sbuffò, alzandosi in piedi ed andando verso il comodino dove vi erano appoggiate un paio di forbici dalla punta arrotondata.
-Chi cazzo te le ha vendute queste? Tonio Cartonio?-
-Ma si può sapere che Cristo t'importa? E poi cosa c'entrano un paio di forbici?-
-M'hai detto che ti serve una mano, come pretendi che me ne strappi una? A morsi?-
-Dimmi solo che non stai parlando seriamente.-
-SOLO CHE NON STAI PARLANDO SERIAMENTE.-
-Di cosa ti sei fatto?-
-Devo ripetere pure questo o era una domanda?-
-Bah, non lo so. Secondo te?-
-Se te l'ho chiesto vuol dire che non lo so, Cristo d'un Dio!-
-Facciamo i seri, ti prego.-
-Ti sembra che io stia scherzando?-
-No.-
-Quindi?-
-Quindi è questo che mi preoccupa.-
Si guardarono negli occhi per due interminabili minuti, poi James ruppe il silenzio.
-Amico..-
-No, niente birretta Jim.-
-No, volevo dire un'altra cosa ma ora che mi ci fai pensare.. Birretta?-
Brian richiamò sulla terra tutti i santi del paradiso, Madonne, Dei e Gesù inclusi, spiaccicandosi una mano sulla fronte e squotendo la testa.
-Aiutami con le autoreggenti, è meglio per tutti.-
Ma non finì qui. No, ci mancherebbe altro!
Il ragazzone dai piedi enormi e dalla statura gigantesca si voltò verso la finestra imitando l'amico in preda ad un crisi di nervi.
-"Jim aiutami con le autoreggenti". "Jim aiutami con il tanga". "Jim aiutami con il preservativo, Zacky non ha la minima idea di come si usi". Jim di qua, Jim di là. Possibile che tu sia sempre così impedito?-
In realtà si divertiva a provocare Brian in questo modo, amava osservare la sua buffa faccia contorcersi in strane espressioni e si sentiva tremendamente fiero di sé quando da quelle sottili labbra uscivano un mare di imprecazioni.
-Ma brutto stronzo che non sei altro! Giuro, è l'ultima volta che ti chiedo un cazzo di aiuto. E sottolineo la parola 'GIURO' porca puttana.-
James abbozzò ad un sorriso che dopo poco si trasformò in una fragorosa risata. Questa eccheggiò in tutta la casa facendo abbaiare Pinkly e cadere alcuni vasi che si trovavano all'ingresso.
Anche stavolta smise di colpo tornando serio, o almeno cercando di farlo.
-Amo farti incazzare in questo modo però, Iddio, potevi anche imprecare un po' di più e far felice un vecchio come me.-
-Porco trattore!-
Jimbo estrasse dalla tasca destra un block notes dalle pagine ingiallite e vi scrisse sopra qualcosa.
-Bravo Brian. "porco trattore" mi è nuova.-
Sbuffò arrendendosi alle minchiate sparate dall'amico e guardandosi allo specchio.
-Jimmy, tu pensi che dovrei buttar giù qualche chiletto? SERIAMENTE.-
Inarcò il sopracciglio sinistro guardando il ragazzo con occhio critico.
-Zacky t'ha contagiato o ti sei bevuto la mia scorta di Vodka liscia che ho stivato in cantina per una fantomatica fine del mondo? No, perchè se la tua risposta assomiglia all'ultima opzione potevi almeno avvisarmi di venire a bere con te.-
-Zacky..- rispose, sospirando.
-Che gli venga un colpo! Ed ora che s'è finito tutto quel ben di Dio da solo, io che faccio?! Ma te lo immagini il 21 dicembre 2012?! Quando una meteorite si schianterà sulla superficie terrestre ed il qui presente James Owen Sullivan non avrà nemmeno una bottiglia di alcool con cui passare le ultime ore della sua vita!? Siamo perduti, cazzo. SIAMO PERDUTI.-
-Io intendevo che è stato Zacky a contagiarmi.-
Gli occhi azzurro mare di James si illuminarono e scoppiò a piangere dalla gioia nel giro di una manciata di secondi.
-Dio benedica quella porchetta e tutto il resto del mondo! Sono salvo. SONO SALVO!-
Lacrime. Lacrime di gioia che in quel momento fu opportuno versare.
-Sono talmete felice che ora t'aiuto anche con le autoreggenti! Dai, dammi qua!-


Casa Baker, 10.34 a.m.
Scese velocemente le scale rischiando di arrivare al piano terra rotolando in stile "The Grudge" e aprì la porta girando la chiave nel verso giusto solo al sesto tentativo.
-Matt ti dava già per morto.-
Christ varcò l'ingresso con ancora una Chesterfild blu tra il dito medio e l'indice, continuando a fumare indisturbato e rivolgendo occhiate approvatorie ai vari tappeti che coprivano il pavimento.
-è iracheno?-
-Sinceramente non saprei. Da quando in qua ti interessi di tappeti?-
Guardò l'orologio stringendo tra le sottili labbra la sigaretta.
-Tre minuti e quarantase.. ott.. NOVE SECONDI.-
In quello stesso istante qualcosa di dannatamente enorme fece capolino dalla porta d'ingresso seguito da imprecazioni di ogni tipo.
No. Non era il tanto citato horsecock di Matt, bensì quest'ultimo in persona il quale inciampò rovinosamente sul gradino che metteva in comunicazione l'enorme prato con l'altrettanto enorme atrio.
-Insomma, la figura di merda l'hai fatta Sanders.-
-Zitto Gnomo. Non vorrei ricordarti il giorno in cui sei salito sul tavolo di casa mia ed hai cominciato a fare streap tease sotto lo sguardo scioccato di Val e..-
-Sì, sono caduto come un deficiente facendomi un male cane al culo. Cristo, sei tremendamente monotono. Ogni volta che fai una magra figura davanti a qualcuno ed io provo a dire qualcosa, tu te ne vieni fuori con questa vecchissima storia.-
Ecco come un nano riuscì a zittire un gorilla in meno di mezzo minuto.
-NON TERGIVERSIAMO CHRIST, NON TERGIVERSIAMO. Siamo venuti qui per Zacky e..- sbarrò gli occhi -ZACHARY JAMES BAKER! CHE CAZZO CI FAI VESTITO IL QUESTO MODO?! TI SEI BEVUTO IL CERVELLUCCIO ANNACQUATO CHE TI RITROVI!?-
Matthew lo prese per la maglia e lo scaraventò letteralmente contro il muro.
-P.. p.. perchè?!- farfugliò.
-Qui pantaloni fanno davvero cagare, lasciatelo dire!-
Johnny annuì, l'omone\armadio aveva decisamente ragione.
-Adesso TU, Zachary, e TU, Jonathan, portate quel culone al piano di sopra e scegliete qualcosa di decende.-
-E tu?-
-Io? Io mi faccio una canna.-
Lo gnomo prese per mano il cicciottoso individuo dagli occhi acquamarina, trascinandolo verso la camera dove quest'ultimo si trovava fino a pochi minuti prima.
IL DEVASTO.
-Tu e Brian avete deciso di scopare nei cassetti o un fantasma è passato di qua facendo festa?!- esclamò alla vista delle centinaia di vestiti presenti in ogni punto della stanza.
Si fiondò tra quel mucchio lottando con maniche, cinture, jeans e, dopo un paio di secondi, una testa  spuntò fuori da quel casino.
-QUESTI.- Johnny sollevò trionfante un paio di pantaloni verde fluo strappati, con ancora un odore misto tra vodka e tabacco addosso.
-Mi stai prendendo per il culo?!-
-Ti strappo la mandibola se non li indossi.-
-NON CI PENSO NEMMENO.-
-E da quando in qua pensi?-
-Ti trapano i denti.-
-Dai.-
-CIONNINO CARO, HO UN CULO ENORME! Come pretendi che io metta questi pantaloni?!-
-Ti do sei secondi.
-Crepa.-
-Cinque.-
-Lanciati dalla finestra, cazzo.-
-Quattro.-
-Te la farò pagare, Christ.-
-Tre.-
-Vado, vado!-
-Vai, vai se non vuoi che ti spedisca in bagno a calci in culo. Ah, Zack!-
-Mmmh?-
-Ci sarà molto alcool vero?-


Casa Haner, 11.15 a.m.
Mezz'ora. Solo mezz'ora.
-James! Sei caduto nel cesso?! Sei seduto su quella tavolozza da tre quarti d'ora! Muoviti!-
-Brutto disgraziato! è inutile che cerchi di buttare giù la porta, il mio stomaco s'è impovvisamente sentito male. Non è colpa mia!-
-Il tuo stomaco poteva resistere ancora per qualche ora, Cristo!-
-Pensa al lato positivo.-
-E quale sarebbe?!-
-Sempre meglio ora che durante la cerimonia.-
Jimbo era intento a compilare un cruciverba di una vecchia Settimana Enigmistica che Brian aveva lasciato vicino al WC.
-MUOVITI!-
Mancavano solo poche definizioni a cui rispondere ma Haner diventò tremendamente irritabile prima che l'omone potesse completarle.
-Brian..-
-Che cazzo c'è ancora?!-
-La carta igienica.-
Haner imprecò correndo in direzione dello sgabuzzino dove si trovavano un paio di rotoli.
-Devo entrare per passartela!- urlò da dietro la porta.
-Fai come ti pare, basta che ti muovi.-
Tossì un paio di volte, tappandosi il naso a causa dell' odore poco gradevole.
-Apri quella cazzo di finestra James, APRILA!-
-Ma come sei irritabile! Insomma, un attimino.-
Uscì dal bagno con lo stomaco sotto sopra, avrebbe fatto meglio a non entrare là dentro.
In pochi minuti si ritrovò al piano di sotto con una bottiglia di gin tra le mani, mille pensieri e le imprecazioni di Jim come sottofondo.
BOOM.
-Sei morto?-
-No, ma il tuo specchio avrebbe qualcosa da dire a riguardo.-
Chi, se non James, avrebbe potuto rompere uno specchio il giorno del matrimonio del suo migliore amico?
-Cosa cazzo hai combinato ora!?-
-Il qui presente specchio s'è suicidato dopo aver visto la mia orribile faccia. Scusami, ma non pensavo di essere così brutto!-
-SEI UNA TESTA DI MERDA, JIM. SEI UNA BRUTTA TESTA DI MERDA!-
-Non serve che tu lo ripeta, questo stupido specchio me ne ha già dato la prova.-
-Ma TU.. TU lo sai che significa rompere uno di quegli aggeggi?! Eh?! LO SAI?!-
-Che sono un fottuto cesso senza speranza?-
-CHE ORA AVRò 10 FOTTUTI ANNI DI SFORTUNA!-
-Ho scelto il giorno sbagliato per deliziare quello stupido oggetto con la mia immagine, vero?-
-Alla prima sciagura che mi capita, ti cavo un dente. Sia ben chiaro. Ed ora andiamo, non vorrei arrivare in ritardo al MIO fottutissimo matrimonio per colpa di un idiota patentato come TE. E guarda di non correre, non vorrei arrivare morto.-
-'Cause everybody's gotta die sometime..- intonò con una ciambella alla cioccolata tra i denti.
-E ORA CHE CAZZO TI METTI A CANTARE?!-
-Mi scusi mio signore, Haner Dio dei cieli. Creatore dell'universo. Mi perdoni, non lo farò più.- lo prese in giro, inchinandosi a tale onnipotenza. -?-


Casa Baker, 11.03
Zack sbuffò uscendo dal bagno e cercando di nascondere l'imbarazzo che provava con quei pantaloni addosso.
-Cioè, GUARDATI! Sei una meraviglia! Fai una piroetta per lo zio Christ dai!-
Rimase fermo in mezzo alla stanza a braccia conserte, se c'era una cosa che lo rendeva tremendamente insicuro era il suo corpo.
-Devo proprio?-
-DEVI.-
-è stata un'eroica impresa indossarli, la piroetta te la metterei nel culo.-
-Come siamo acidi!-
-Preferirei presentarmi in chiesa con delle semplici mutande.-
-Ma lo sai che non puoi. Non hai tempo per depilare quella foresta che ti ritrovi sulle gambe.-
-Lo so, lo so.-
-Quindi fammi sta cazzo di piroetta e la finiamo qui.-
-No.-
-Si.-
-No.-
-Si.-
-Si.-
-No.-
-Appunto.-
-M'hai fottuto.-
Appena pronunciate le ultime parole, si udì un clacson suonare insistentemente alla fine del lungo viale alberato.
-VI VOLETE MUOVERE SI O SI?!- un Shads fumato urlò spaccando tutti i vetri delle casupole vicine, scatenando l'ira della gente.
-Io direi di saltare la fase trucco, Zack.-
-Io direi di iniziarla in auto.-
I due si fiondarono verso l'uscita cadendo ad intervalli regolari ogni tre gradini.
-Shads, quello è un trattore. La mia automobile è parcheggiata dall'altra parte.-
-Ohccazzo Christ, ecco perchè un contadino ed il suo forcone mi hanno inseguito per mezza Huntington.-


Casa Haner, 11.17 a.m.
James e Brian salirono in macchina seguiti da un Pinkly tremendamente nervoso.
-Bri, abbiamo un problema..-
-Non siamo nemmeno partiti e già "ABBIAMO UN PROBLEMA"?!-
-L'auto non parte.-
-Se non giri le chiavi mi sembra una cosa più che logica.-
-Oh, non ci avevo pensato.-
Avevano solamente 13 minuti, ce l'avrebbero fatta?
Brian era bellissimo, uno splendido vestito bianco scendeva lungo il suo corpo, un velo dello stesso colore copriva invece il viso lasciando intravedere le iridi nocciola.
James non si cambiava dalla sera prima, maglia stappata all'altezza del petto ed un paio di pantaloni primaverili a mezza gamba.
-Accellera, mancano dieci minuti.-
-Ci arriviamo, donna mestruata. Ci arriviamo.-
-Non chiamarmi così perchè non lo sonokhahvsevoehgvsoosg. CHIARO?!-
-Questo dimostra il contrario.-
Jimbo frenò di colpo facendo sbattere la nuca contro il parabrazza, al passeggero.
-TI SEI FORSE MANGIATO I POCHI NEURONI CHE TI RIMANGONO?!-
-Oh sentimi bene Brian caro. Sto facendo il tuo cazzo d'autista per il tuo cazzo di matrimonio e tu da stamattina non fai altro che insultare il mio povero cervello bacato. QUESTA è FOTTUTA DISCRIMINAZIONE. E comunque c'era una cavalletta nel bel mezzo della strada, non ce l'ho fatta a passargli sopra e schiacciarla. Anch'io ho un cuore, ricordalo.-
-La prossima volta frena in questo modo pure per evitare una formica, mi raccomando.-
-Brian..-
-'Cazzo c'è?!-
-Pinkly mi sta pisciando nell'auto.-
-Sempre sia benedetto quel cane!-

Casa Baker, 11.24 a.m
Di Matt non vi era nemmeno l'ombra, era scomparso sette minuti prima alla ricerca della macchina gnomesca che in realtà non era nemmeno parcheggiata nella direzione in cui lui era diretto. Gli altri due, rimasti a contemplare il cielo pieno di nuvole grigie, cominciarono a perdere la pazienza ed ad imprecare ogni sei virgola tre secondi.
Il vialetto deserto lasciava pensare che s'era mangiato l'omone e non aveva la minima intenzione di risputarlo fuori.
-Io propongo di incamminarci.-
-Si ma Shads?-
-Shads può andare a fare in culo.-
-Con tanto amore?-
-Sì, con tanto amore Zack.-
Si alzarono in piedi dando una rapida occhiata all'orologio che tutti e due portavano al polso: solo sei minuti per raggiungere la chiesa che si trovava a circa tredici isolati da lì.
Christ non era proprio in splendida forma, figuriamoci Zacky, quindi era palese che i due sarebbero arrivati in tremendo ritardo, sudati fino all'osso del collo.


Chiesa, 11.28 a.m.
-Feeeeeeeeeeeeermo!-
Jimbo frenò lasciando sull'asfalto alcune strisce nere causate dalle ruote e si catapultò fuori dal veicolo nel giro di quattro secondi.
Erano vivi, puzzavano di alcool e tabacco ma pur sempre vivi.
-Siamo in anticipo, Santo Dio.-
-Tu mi fai correre come un dannato per mezza Huntington ed ora mi dici che siamo in anticipo?! Vedi quella stradina?- chiese alla fine indicando un viale di ghiaia qualche metro più in là.
-Si, perchè?-
-è la strada più corta per andare affanculo. Buon viaggio.-
Brian incrociò gli occhi dell'amico sussurrando un lieve "ti spezzo il collo" e si diresse pian piano verso l'enorme entrata della chiesa. Una folla enorme stava aspettando impazientemente i due sposi, gente vestita elegantemente e profumata. James, alla loro vista, si sentì un povero barbone sporco e trasandato.
-Zack non è ancora arrivato, che gli prendesse un colpo!-
-Sta' calmo, l'hai detto tu che siamo in anticipo.- sussurrò.
-Si ma..-
-SI MA un cazzo. Tira fuori le palle ed entra, arriverà tra po.. NO BRIAN, CON "TIRA FUORI LE PALLE" NON INTENDEVO QUELLO.-
-Potresti evitare di usare un linguaggio figurato, una volta tanto.-
-Dai, muovi il culo.-
Intimidito, Brian entrò in chiesa tra gli sguardi di tutti trascinando il lungo vestito bianco.
Il silenzio venutosi a creare là dentro era imbarazzante, Bri non sapeva che pesci pigliare e di Vee non vi era nemmeno l'ombra.
E se ci aveva ripensato? Magari era scappato con un altro.
I minuti passavano, Haner s'innervosiva, Sullivan aveva bisogno della sua "pausa shottino delle 11.40" e Baker non si era ancora presentato all'altare.
Alle 11.43, dopo 13 interminabili minuti di ritardo, si udirono un paio di imprecazioni provenire dall'ingresso della chiesa.
-Ma vuoi chiudere quella boccaccia del cazzo che ti ritrovi, Johnny?!-
-Ehccheccristo! Mi hai fatto correre come un cogl.. Oh, buongiorno!- esclamò facendo caso alle centinaia di occhi puntati su di loro -Ecco, mi fai sempre fare figure di merda!-
-JONATHAN!-
-ZACHARY!-
-E non urlare!-
-E tu muovi il cul.. SCUSATE!-
Vee arrossì, Brian era stupendo. Quasi si maledisse per non aver indossato quel completo elegante che aveva comprato apposta per la cerimonia.
Camminò lentamente fino ad arrivare al suo fianco, sorridendo.
-Ciao Bri..-
-T'ho mandato tanti di quegli accidenti che ora mi chiedo come tu sia qui vivo e vegeto.-
-Perdonami, ma abbiamo avuto un piccolo inconveniente. Ti spiegherò tutto più tardi.-
Il prete richiamò i presenti al silenzio e diede inizio alla cerimonia.
Nessuno in realtà ascoltò le sue parole, nessuno fece caso ai fiumi di sillabe che uscirono da quella bocca.
-Vuoi tu, Baker James Zachary, prendere il qui presente Haner Elwin Brian come tuo legittimo sposo?-
-Sì, lo voglio.-
-E vuoi tu, Haner.. HAI UN NOME DEL CAZZO, lasciatelo dire.. prendere il qui presente Baker James Zachary come tuo legittimo sposo?-
-Non mi provochi, potrei staccarle un braccio a morsi ed appenderlo al crocefisso.-
-Risponda.-
-Sì, lo voglio.-
-Bene, se qualcuno ha qualcosa da dire parli ora o taccia per sempre.-
-IO! Io avrei qualcosa da dire.- James si alzò in piedi sbraitando tra la folla ed attirando l'attenzione di tutti.
-Dica, baldo giovanotto.-
PANICO.
-Qualcuno potrebbe indicarmi il bagno?-
-VI DICHIARO MARITO E MARITO.-
Zacky sollevò lentamente il velo che nascondeva il volto del suo amato e le loro labbra si unirono in un bacio, un bacio struggente, dolce, passionale.
Anni. Anni passati assieme, condividendo ogni cosa. Un amore che si poteva definire "nato per caso". Erano loro, Baker ed Haner, due uomini completamente diversi, due uomini che a vederli non avevano nulla in comune tranne la passione per i tatuaggi. Due uomini così diversi ma uniti da un legame dannatamente forte.
Baker ed Haner, un po' l'acqua ed il fuoco.
Il timido e l'estroverso.
Il cucciolo indifeso e il coglione di turno.
Dio solo sa perchè dodici anni prima si fossero innamorati l'uno dell'altro, Dio solo sa il perchè della loro strana storia.
Un boato assordante avvolse l'edificio sancendo la fine di quel bacio.
Un trattore arancione aveva appena sfondato la parete destra, distruggendo innumerevoli quadri di valore ed una nuvola di fumo si alzò all'inteno della chiesa raggiungendo i due sposi nel giro di pochi secondi.
Il motore si spense e qualcosa o meglio, qualcuno,  fece la sua comparsa facendosi spazio tra i detriti.
-Mi sono perso qualcosa?-







SDVHOSDHVHIPSVS ciao :D Sono sempre io e sono tornata con una one shot più deficiente delle altre. *si autocritica* fa schifo ma ok, la pubblico per Sunny che la aspettava da un po' :33 perdonatemi eventuali errori c.c
Al prossimo sclero<3 *fugge*
   
 
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