«Svegliati Angy, è ora di andare a scuola!»
Lentamente apro gli occhi, ritrovandomi faccia a faccia con mia sorella; non ci si abitua mai a vedere i propri lineamenti nel viso di un’altra persona.
«Amber, come fai ad avere tutta questa energia? Mi stupisce che abbiamo lo stesso DNA, non so proprio dove sia finita la mia energia mattutina…»
Sbadiglio e mi alzo dal letto, ma poi mi lascio cadere su quello di mia sorella.
«Su, su!»
La mia gemella mi prende le mani e mi aiuta ad alzarmi, finalmente sono sveglia e pronta a iniziare un’altra giornata noiosa.
Finalmente suona la campanella dell’ultima ora, questo è il momento della giornata che preferisco: io e mia sorella abbiamo dieci minuti di libertà, prima di arrivare a casa ed essere trattate come prigioniere. Abbiamo solo nostro padre, mamma è morta quando eravamo piccole e da allora papà è diventato la nostra guardia carceraria.
«Sai Angelica, stavo pensando…»
«Davvero? Bravissima, alla fine ci sei riuscita!»
Scherzo io, dandole un leggero scappellotto.
«Ahah, molto divertente»
Cerca di usare un tono offeso, mettendo un leggero broncio, ma siamo troppo in confidenza per prendercela a male per simili battute.
«Comunque, stavi dicendo?»
«Si ecco… secondo te quando papà beve, lo fa per dimenticare la mamma o per riuscire a pensarla senza piangere?»
«Non lo so… l’unica cosa che importa è che quando beve non ci mette le mani addosso, se lo facesse, non mi importerebbe più che sia mio padre: lo farei secco»
Finisco la frase in un sussurro, sperando non arrivi mai il momento di tener fede a quelle parole.
Quando arriviamo davanti casa mi lascio sfuggire un sospiro, seguito da uno sbuffo di Amber. Prendo le chiavi e apro la porta, rimanendo pietrificata sulla soglia.
«Oddio»
Non riesco a dire altro, ho la gola chiusa per lo shock; posso solo afferrare la mano a mia sorella, l’unica persona capace di darmi forza, sempre.