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Autore: Rey_    02/06/2012    3 recensioni
Ecco uno dei tanti buoni motivi per odiare tua madre: il suo lavoro.
E non perchè sia brutto o altro, semplicemente perchè comporta il fatto che lei viaggi tanto.
E sarebbe uno spettacolo, se lei ti lasciasse a casa da sola a spassartela.
Ma, ovviamente, per me non è così. E da chi potrebbe spedire la sua 'dolce e amorevole' figlia?
Dal suo ex marito sposato che vive dall'altra parte del paese, ovviamente.
Ma su questo ci si potrebbe passare sopra, lui non è tanto male. E a dirla tutta neanche la sua compagna, lei è adorabile. Il problema è il mostro che si ritrova al posto del figlio, nonché il mio fratellastro.
Chi è mio fratello?
Mah, un idiota con un cespuglio al posto dei capelli che è stato messo al mondo per rovinarmi la vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno.
 
 
Hi, little sister.
 
 
-Mamma, ti prego! Fammi venire con te!- continuo a supplicarla, mentre lei praticamente mi trascina verso la macchina.
-Non fare la bambina e sali su quella macchina. Tuo padre ti sta aspettando.- mi dice con voce autoritaria. Punto i piedi e lei sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
-No, invece. Secondo me si è anche dimenticato! Fammi venire con te, non voglio andare a vivere con lui!- continuo a implorarla come una bambina. Lei mi fulmina con lo sguardo e mi lancia sul sedile passeggero.
-Ho detto basta. Le cosa sono state decise. Tu andrai a vivere con tuo padre, non voglio sentire altre storie.- tuona con una voce che mette i brividi. Non mi resta altro che annuire e prepararmi all’inferno.
La fai tragica, direte voi. Che sarà mai andare a vivere con il proprio padre nella periferia di Londra? Tutti lo vorrebbero.
Beh, io NO!
Non tanto per mio padre, lui è un tipo a posto, a parte che è un po’ all’antica. Ma questi sono dettagli.
Neanche tanto per la sua compagna, anche lei è simpatica e incredibilmente dolce.
Quello che mi preoccupa è quel mostriciattolo che si ritrova come figlio. L’ultima volta che l’ho visto è stato quasi un anno fa, grazie al cielo. Era un sedicenne a dir poco fastidioso e pervertito. Con quel sorrisetto malizioso perennemente stampato sul suo bel faccino e quegli occhi verdi che sembrava ti inghiottissero ogni volta che li guardavi, per quanto erano profondi. Per non parare poi dei suoi capelli. Sembrava avesse un cespuglio di boccoli in testa, eppure lui ne andava tanto fiero.
E’ con questi che conquisto le ragazze.’
Bah, se ne sei convinto tu.
 
Sbuffo infastidita e il tassista mi lancia un’occhiata divertita dallo specchietto.
-Tranquilla, signorina. Siamo quasi arrivati.- mi dice ammiccando. Lo fulmino con lo sguardo.
-Guardi la strada e pensi a guidare.- mormoro io innervosita. Lui scrolla le spalle e continua a sorridere, riportando gli occhi sulla strada.
Dopo quasi tre ore di macchina non mi posso certo definire amichevole. Sbranerei un orso se solo mi si parasse davanti per quanto sono furiosa.
Capisco che non sono il massimo della simpatia e a volte (anzi, diciamo sempre) sono una gran rompipalle, però non perdonerò mai a mia madre di avermi abbandonata così. Cosa la fai a fare una figlia se poi devi sbatterla a vivere in una casa con un troglodita al posto del padre e un idiota al posto del ‘fratello’?
Grugnisco di rabbia e non so per quale motivo il tassista lo prende come un verso entusiasta, perché sorride a trentadue denti e mi indica una mega villa davanti a noi. Rimango a bocca aperta e mi brillano gli occhi.
-Siamo arrivati.- mi annuncia entrando nel vialetto.
Cioè, fatemi capire. Io dovrei vivere in questo splendore di casa?
Wow, comincia a piacermi.
Scendo dalla macchina e il tassista mi aiuta a scaricare i bagagli. Lo ringrazio e gli do i soldi. Gli rivolgo anche un sorriso, tanto per scusarmi per il mio comportamento acido di prima. Il signore mi saluta, rimette in moto e sparisce dietro le curve. Faccio un respiro profondo e mi avvicino alla porta di casa, trascinando dietro le mie due misere valigie. Mi prendo tutto il tempo che ho bisogno e poi, riluttante, costringo il mio dito a posarsi sul campanello e a suonare. Aspetto qualche secondo e poi sento dei passi pesanti e delle risate avvicinarsi alla porta. Alzo gli occhi al cielo, sperando con tutto il cuore che Harry barra cespuglio al posto dei capelli non mi venga ad aprire.
Rimango sorpresa quando, appena si spalanca la porta, mi ritrovo davanti un ragazzo con gli occhi color cioccolato e un sorriso dolcissimo stampato sul viso. Lo guardo sorpresa e lui ricambia.
-Ciao, posso aiutarti?- mi chiede gentilmente. Alzo un sopracciglio.
-Beh, in teoria questa sarebbe casa mia. Chi sei tu?- gli chiedo, cercando di essere il meno acida possibile. Senza risultato, ovviamente. Lui non fa in tempo a rispondere che un ragazzo moro, con gli occhi di un azzurro splendente gli si butta addosso ridendo.
-Liaaaaam, dove hai nascosto le mie carote?!- gli chiede ridendo.
Ok. Cosa diamine succede qui?
-Lou, piantala. Non vedi che abbiamo ospiti?- gli dice un po’ imbarazzato. Il ragazzo si accorge di me e mi rivolge un sorriso a 32 denti.
-Oh, ciao. Chi sei tu?- mi chiede.
Ci risiamo.
-Ok, non ci sto capendo più niente. Questa è casa Smith, oppure mio padre si è trasferito senza dirmi niente?- chiedo, tanto per esserne sicura. I ragazzi annuiscono, ma non fanno in tempo a rispondermi ed io non faccio in tempo a chiedere niente che appare sulla porta il mio ‘amato’ fratellastro.
Bene. Almeno qualcuno che conosco.
-Ehi, sorellina.- mi saluta lui con un gran sorriso. Ricambio, con uno un po’ più freddo.
-Ciao, Harold.- gli rispondo. I ragazzi mi guardano e sgranano gli occhi, più che sorpresi.
-Sorellina?!- chiedono in coro.








HOLA C:
Eccomi quì a stressarvi con la mia seconda ff! :D (?)
Probabilmente avrei dovuto prima finire la prima, però mi era venuta l'ispirazione e non potevo lasciarla volare via. ç.ç
Vabbè, non sto quì tanto a raccontarvi la mia vita.
Ditemi cosa ne pensate, se vi va. C:
#With love.
-S.
  
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