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Autore: Hazza_Boo    02/06/2012    8 recensioni
Zayn è alla continua ricerca dell'amore e della verità, mentre affronta un passo decisivo nella sua vita: affrontare una relazione seria con la sua ragazza oppure no. In tutto quello, però, ammira molto Harry e Louis, suoi compagni di band. E pensa siano perfetti insieme, un pò come lo yin e lo yang. Sono fatti per stare insieme, ed è proprio Zayn a descrivere la relazione senza censure, senza limiti, neutrale.
"Harry e Louis si completavano a vicenda per quanto fossero diversi, un pò come lo Yin e lo Yang disegnato sul braccio di Zayn.
Lo yin e lo yang hanno radice uno nell'altro: l'uno non può esistere senza l'altro.
Lo yin e lo yang diminuiscono e crescono: sono complementari, si consumano e si sostengono a vicenda, sono costantemente mantenuti in equilibrio."
one shot larry
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yin Yang

 
 
Zayn era un pò fissato con il mondo asiatico, infatti aveva un tatuaggio sul braccio dello Yin e Yang che rappresentava questa sua passione per tutto ciò che era orientale. Ad ogni modo aveva scovato su internet un'antica leggenda cinese su un certo "filo rosso del destino" e leggendo cosa rappresentava non poté non pensare a Harry e Louis.
Innanzi tutto il filo rosso del destino è un filo che lega due persone, nel destino, mignolo a mignolo. Il filo è invisibile e niente può spezzarlo. Harry e Louis erano legati da quel filo, ne era più che sicuro.
Un filo che legava le loro anime. Harry era un donnaiolo, cambiava ragazza ogni giorno, non si faceva scrupoli e nulla poteva fermarlo. Louis era più "calmo" anche se prima di incontrare Eleanor aveva giocato con molte ragazze. Eppure, pensò Zayn, nonostante fossero etero, avessero delle compagne e fossero amici c'era qualcosa di più, molto di più. Qualcosa che riusciva ad attrarre quei ragazzi, il cuore di uno era legato a quello dell'altro, la felicità di uno dipendeva da quella dell'altro. Si completavano a vicenda per quanto fossero diversi, un po’ come lo Yin e lo Yang disegnato sul braccio di Zayn.
Lo yin e lo yang hanno radice uno nell'altro: l'uno non può esistere senza l'altro.
Lo yin e lo yang diminuiscono e crescono: sono complementari, si consumano e si sostengono a vicenda, sono costantemente mantenuti in equilibrio.
Zayn iniziava a capire solo adesso quanto fosse bello quell'amore così strano e particolare. Perché, diciamocelo, molte fan creavano fan fiction su di loro e li facevano... beh, insomma, accoppiare. E' vero, anche le fan avevano capito che c'era uno strano affetto tra di loro, ma esageravano. Zayn sapeva come stavano le cose. Sapeva che Harry e Louis erano molto più di amici, erano legati dentro, nel profondo, ma non avevano mai avuto contatti fisici se non abbracci e baci sulle guance, qualche carezza c'era stata, Zayn ne era stato testimone. Louis stesso diceva molto spesso che tra lui e Harry c'era un amore platonico. E poi sì, ci furono delle volte in cui si baciarono sulle labbra, a volte la giustificazione a ciò era il fatto che erano ubriachi, altre volte solo per fare esperienze nuove. A volte per sbaglio, altre per scherzare, altre con un po’  d'affetto. Vivevano il loro amore dentro di loro.
Scherzavano davanti alle telecamere, ridevano, stavano spesso insieme, si comprendevano. Se Harry era triste e cercava di mascherarlo a Louis bastava uno sguardo per capire subito cosa non andasse. Se Harry piangeva perché gli mancava casa Louis gli si avvicinava e gli sussurrava all'orecchio: «Davvero, non so cosa fare per farti felice. Spero che un abbraccio possa aiutarti, piccolo». Se Louis aveva fatto un incubo andava da Harry, gli raccontava il brutto sogno e lui lo cullava tra le braccia se il sogno era stato traumatizzante, oppure semplicemente si buttavano sul divano e continuavano a parlare fino a che Louis non si addormentava accanto a Harry, e lui gli accarezzava i capelli sperando che potesse fare un sogno migliore la prossima volta, perché detestava vederlo impaurito, preoccupato e triste. A volte sembravano davvero una di quelle coppiette di anziani, come diceva Niall. Già, Harry sembrava una nonna e Louis il nonnetto.
Zayn ridacchiò a quel pensiero. Harry si lamentava per il mal di testa, o per i capelli scompigliati, o per il troppo rumore che le risate di Niall facevano, o... per qualsiasi cosa, esattamente come si lamentano le nonnette, e Louis non poteva fare a meno di non prenderlo in giro in quei momenti. Harry, quando aveva la luna sorta come una donna con il ciclo, lo fulminava con lo sguardo e iniziava a lamentarsi di tutto quello che gli capitava davanti, altre volte, quando era più sereno, si buttava addosso a Louis e iniziava a fargli il solletico. Andavano avanti a ridere e a scherzare per un bel po’  fino a quando sfiniti si distendevano sul letto, o sul divano, o anche sul pavimento e iniziavano a parlare del loro mondo. Harry sembrava una nonna soprattutto con Lux. Era molto legato a lei, la trattava davvero come se fosse la sua nipotina adorata. La cullava, le dava una caramellina - una caramella Haribo, solo Haribo- per farla calmare, le dava da mangiare e ci giocava, mentre Louis la prendeva sulle ginocchia e le raccontava delle storie divertenti della sua infanzia, un po’  come fanno i nonni con i nipoti. E poi Harry e Louis si mettevano a giocare con la bambina insieme, come se fosse la loro bambina. Una volta Zayn era in salotto, e dalla camera in cui Harry, Louis e Lux giocavano aveva sentito Harry dire: «Vieni dalla mamma, piccola», e non era riuscito a resistere, scoppiando a ridere di nascosto per non farsi sentire.
Zayn, seduto sul divano nel salotto vuoto della sua vecchia casa, ripensò a tutti gli sguardi che Louis e Harry si lanciavano di tanto in tanto. Non rinunciavano mai a non divertirsi, non riuscivano a starsi lontani, e anche se dovevano farlo per forza, cioè dovevano impedirsi di abbracciarsi e scherzare insieme per via di un intervista o un servizio fotografico, non rinunciavano a lanciarsi degli sguardi che parlavano una lingua che capivano solo Harry e Louis.
Vivevano nel loro mondo, nel loro giardino Zen, pensò Zayn. Il giardino Zen è il tipico giardino Giapponese. L'acqua, i fiumi e gli oceani sono la ghiaia, i massi sono le isole. Se in un giardino c'erano solo due sassi, ovvero due isole, tutto il Mondo stava su una e sull'altra ci stavano solo loro due. Vivevano per conto loro, immersi nella loro realtà, nel loro piccolo e fantastico mondo, e nessuno poteva accedervi.
Loro si amavano non per l'aspetto fisico, e forse nemmeno per i loro caratteri, spesso differenti, semplicemente si amavano perché nel destino c'era scritto che erano destinati ad amarsi. Il filo rosso legato al mignolo di Harry era legato a quello di Louis.
Zayn sentì del rumore provenire dalle scale. Quel giorno avrebbe traslocato. Aveva comprato una bella casina un po’  fuori città solo per lui e, forse, Perrie. Non lo sapeva nemmeno lui se la loro relazione era così seria da iniziare a vivere insieme. Aveva chiesto aiuto alla band, ma Niall era dalla sua famiglia in Irlanda, e Liam quella sera doveva portare a cena Danielle per farla conoscere ai suoi genitori. Quindi solo Harry e Louis avevano deciso di venire a dargli una mano per mettere via le ultime cose negli scatoloni, prima di partire per la nuova casa.
«Louis, la scatola!» gridò Harry prima che con un tonfo qualcosa cadesse a terra, ruzzolando giù per le scale. Zayn sussultò e scattò in piedi. Si diresse all'ingresso e ai piedi delle scale notò la scatola di cartone per terra. Alzò lo sguardo e fissò negli occhi Louis che premeva con il suo corpo Harry contro la ringhiera delle scale.
«Spero che non ci fosse nulla di fragile lì dentro, Zayn» disse serio Louis. Zayn non ebbe il coraggio di rispondere. I tre si guardarono un momento negli occhi e poi... scoppiarono a ridere. Zayn scosse la testa con ancora il sorriso e raccolse la scatola.
«Scusa, Louis stava facendo lo scemo e me la fatta cadere» spiegò Harry spintonando Louis. Per fortuna dentro la scatola c'erano solo vecchi pupazzi e scartoffie di vari libri che a Zayn non importavano più.
«Non è colpa mia se mentre ti stavo dando un bacetto ti sei mosso troppo...» si lamentò Louis. E iniziò una discussione. Zayn restò immobile ed incantato ad osservare i due ragazzi discutere. A volte litigavano come dei bambini, si chiudevano in due camere diverse, ed il primo che si pentiva andava dall'altro e lo abbracciava per mezz’ora fino a quando non si perdonavano. Raramente avevano quelle litigate in cui sembravano marito e moglie: da una cavolata ne tiravano fuori altre cento, tutte cose del passato, tutte sciocchezze che per loro valevano molto. E in quei casi si perdonavo dopo lunghi giorni passati a guardarsi in cagnesco e a non parlarsi. Di solito Louis iniziava a fare lo scemo e appena Harry scoppiava a ridere - prima provava a fingersi indifferente e ancora arrabbiato - facevano pace. Altre volte Harry, mentre Louis faceva la doccia, gli prendeva i vestiti e quando usciva nudo gli scattava la foto così che Louis l'avrebbe rincorso per tutta la casa fino a cadere insieme sul divano e scoppiare a ridere. Si perdonavano facilmente, per loro tutto era facile.
«Non mi devi dare bacini affettuosi sulle scale, Boo!» si lamentò Harry e diede un pugno scherzoso, ma forte, sulla spalla di Louis che gli cinse i fianchi con le braccia.
«Insisto! E' colpa tua se non sai resistere a me!» e scoppiò a ridere divertito. Zayn ridacchiò solo per la dolcezza che gli faceva vederli così insieme, così divertiti  e felici. Harry iniziò a correre per casa, e Louis lo rincorse, si presero, si fecero il solletico, mentre Zayn ritornava in salotto per finire di sistemare le cose nelle scatole.
Lo divertiva il fatto che le fan si facevano delle grandissime... ehm, seghe mentali, su Harry e Louis. Scrivevano le loro fantasie su vari siti e Harry e Louis erano sempre dietro a leggere, e se la ridevano. A volte Harry andava a cercare delle fan fiction e le leggeva a tutta la band, beh, c'erano cose realmente sconce a volte, eppure Louis e Harry si mettevano a ridere e ci scherzavano su. Giravano voci che una volta avessero anche riprodotto realmente ciò che avevano letto in  una fan fiction. Era divertente guardarli divertirsi, pensò Zayn. Sembravano due cuccioli, due bambini. Era bello il mondo in cui vivevano: che si perdonavano con poco se litigavano, che non c'era nulla di cattivo  o triste, e quello che era triste lo facevano diventare felice.
A volte, però, uno dei due diventava più bambino dell'altro, e quindi l'altro doveva fargli da tutore, da adulto. Capitava spesso che Harry era sotto la doccia e gli andava lo shampoo negli occhi. Iniziava ad urlare così tanto che lo sentivano anche gli altri nel salotto. Louis, qualsiasi cosa stesse facendo, si alzava preoccupato come se ci fosse qualcuno di importante da salvare. Correva in bagno e si buttava dentro la doccia per togliere il sapone dagli occhi di Harry. E poi lo rimproverava: «Suvvia, Harold, è un po’ di sapone! Smettila di lamentarti come una femminuccia!» e appena si accorgeva che Harry se l'era presa, a volte scoppiava a piangere - nessuno ha mai capito che motivo ne avesse - Louis subito si addolciva, gli faceva una carezza e gli sussurrava: «Non è niente, solo un po’  di sapone. Devi avere paura dei piccioni semmai, oh, quelli sì che fanno paura!» e riusciva a strappare dalle lacrime di amarezza di Harry un sorriso, o una risata divertita che adorava sentire. Poi, con un sospiro, si toglieva la maglietta e la buttava sul pavimento del bagno. Harry si metteva seduto nella vasca, sommerso dall'acqua fino all'orlo e dalla schiuma del sapone, poi Louis si inginocchiava davanti alla vasca e iniziava a lavare Harry. Lui chiudeva gli occhi e si lasciava togliere il sapone. Harry sembrava un bambino in quei momenti e Louis un buon padre. Gli faceva il bagno e lo intratteneva con barzellette, risate e scherzi. Il tutto poteva finire in due modi: Nel primo caso il bagno finiva e Harry si sedeva tra le gambe di Louis e si faceva asciugare i capelli mentre parlavano del più e del meno. Nel secondo caso Harry prendeva Louis e lo faceva cadere dentro la vasca e iniziavano a bagnarsi, a riempirsi di sapone, a scherzare così tanto che le loro risate risuonavano per tutta la casa. Fino a che uscivano dal bagno entrambi puliti da una bella doccia.
Zayn chiuse l'ultimo scatolone con il nastro adesivo e sospirò soddisfatto. Era tutto pronto. Poi risuonarono le risate di Harry e Louis, nell'altro piccolo salottino. Zayn si alzò e si guardò intorno. Era tutto pronto. Andava a vivere da solo, i ragazzi gli avevano promesso che gli avrebbero fatto visita ogni giorno, anche quando non si dovevano per forza incontrare per registrare un pezzo, o altre questioni di lavoro. Si sfiorò con la mano la tasca dei jeans dove c'era il cellulare. Doveva chiamare Perrie e chiederle se voleva venire ad abitare con lui, sotto lo stesso tetto. Ma non ne aveva coraggio. L'amore vero era quello di Harry e Louis anche se non avevano mai avuto un rapporto sessuale, anche se non si tenevano sempre per mano, anche se non erano fidanzati - anche se nel loro mondo probabilmente lo erano-. E non era più sicuro che il  suo filo rosso del destino fosse legato a quello di Perrie. Non era più sicuro di niente, ma prendeva come modello Harry e Louis. Sospirò di nuovo esausto dallo spostare scatoloni tutto il giorno, nel pensare alla sua vita sentimentale e a Perrie. La risata di Harry lo fece sorridere divertito. Spense la luce della sala e si diresse al piano di sopra, raggiunse l'altro salottino ma si fermò sulla soglia, con le braccia conserte, sorrise mentre osservava i due ragazzi ridere e giocare come bimbi.
Harry saltò sulle spalle di Louis, i ricci gli volarono davanti al volto, gli occhi verdi brillarono, quelli di Louis si accesero di una luce meravigliosa sentendo ridere Harry.
«Dove la porto, signorina?» ridacchiò Louis.
Harry rise di gusto. «Oh, mio Romeo... mi porti in bagno? Mi scappa forte!»
«In cambio cosa mi dai? E mi chiamo Jack Dawson»
«Jack, ti do uno schiaffo se non mi porti subito in bagno! Ho bevuto troppo, mi sa»
Louis ridacchiò e fece un piccolo salto che fece scappare un urlo spaventato da Harry, che si sentì sballottato qua e là sulla schiena di Louis. «Tu bevi sempre troppo!» rise di gusto il più grande. Harry non riuscì più a ribattere poiché sommerso dalle risate. Louis lo fece scendere dalla schiena, e lui gli diede un bacio sulla guancia scompigliandogli i capelli.
«Grazie, Boo» gli sussurrò all'orecchio dolcemente.
«D'accordo, ma sappi che non è finita qua!»
Zayn si spostò dalla soglia prima che si accorgessero che li stava osservando. Harry e Louis continuavano a scherzare, Zayn li guardava e sorrideva felice.
Già, il loro filo non si sarebbe mai spezzato, era scritto in qualche libro del destino che loro dovevano stare insieme.
Di nuovo le loro risate felici rimbombarono sulle pareti.
 


  
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