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Autore: SeaGirl    02/06/2012    4 recensioni
"Andarmene prima mi farà bene. A fare confusione ci penseranno i miei compagni". Si avviarono insieme verso il portone. "Oggi pomeriggio ho le riprese del programma ' Il giocattolo dei bambini ' " buttò lì Sebastian. Ciel si fermò improvvisamente e disse: "Mi piace quel programma. Il mondo ormai è un giocattolo che i bambini manovrano a loro piacimento".
(Ispirato al manga "Il giocattolo dei bambini")
Pairing principale: SebastianxCiel
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciel Phantomhive se ne stava seduto sulla cattedra con fare tranquillo, incurante della confusione che si scatenava intorno a lui, quasi come se la cosa non lo riguardasse. In realtà tutto quello succedeva proprio perché lui lo voleva, e i suoi compagni di classe ne erano la prova. "Signorino Ciel, cosa ne facciamo della professoressa?" chiedevano alcuni, alludendo alla giovane docente in lacrime. La situazione di quella classe era pessima. Dall'inizio dell'anno scolastico causava tanti problemi e nessuno era riuscito a migliorare le cose. Inutili i rimproveri, le convocazioni dei genitori o le sospensioni. Il vero problema però era uno solo: Ciel. Quel ragazzo ribelle e freddo dal modo di fare insolitamente contorto per una persona della sua età attirava i compagni che obbedivano ad ogni suo ordine. Era lui che comandava gli altri. Ma dietro al suo comportamento, vi erano ragioni molto più profonde.

Sebastian Michaelis, ultimo anno di scuola superiore, era uno studente brillante e ben disponibile a dare una mano a chi ne aveva bisogno. In fondo, lui era abituato a lavorare a contatto con tante persone: era un noto attore televisivo. Fin dalla più tenera età infatti lavorava nell'ambito dello spettacolo. Non per questo però trascurava gli studi e nella sua scuola tutti lo riconoscevano come un ragazzo responsabile e diligente.

L'anno scolastico era iniziato da poco tempo. In una prestigiosa scuola superiore in periferia, dei primini si avviavano verso l'entrata. In mezzo ad un cerchio di entusiasmati ragazzi, sbucava Ciel. I professori si affrettavano verso l'entrata con molta fretta, ma quando i loro sguardi incrociavano quello del temibile ragazzo, rabbrividivano e guardavano altrove. La popolarità di Ciel nella scuola era pari a quella di Sebastian, ma invece quest'ultimo aveva una buona fama. Ed era per questo che quella mattina di fine settembre il preside della scuola gli si stava avvicinando sorridente. "Buongiorno, Michaelis" esordì sorridendo. "Le dispiacerebbe venire in presidenza?" chiese in maniera gentile. Quel tono mellifluo a Sebastian non piaceva: era il tipico tono di voce di un regista che si giustificava dolcemente dopo averti bocciato ad un provino. "Sono più che disponibile, signor preside" rispose Sebastian avviandosi in presidenza scortato dal preside.

"Siediti" disse il preside. Il tono calmo e gentile di prima era improvvisamente sparito. "Ho fatto qualcosa di male?" chiese allarmato Sebastian, vedendo nel preside la preoccupazione fatta persona. Scosse la testa: "Assolutamente no. E' proprio per questo che ti ho chiamato qui" disse il preside in maniera leggermente più calma. "Se posso aiutarvi, non esiterò a farlo" disse Sebastian in maniera un po' apprensiva. A quelle parole, il preside sembrò rasserenarsi: "Grazie. Vedi, tu sei in questa scuola da praticamente cinque anni e questo è il tuo ultimo anno qui. Forse volevi lasciarti un bel ricordo delle superiori, ma temo che se accetti di aiutarci, avrai un bel po' da fare e un bel po' di problemi". Sebastian non capiva: cosa poteva esserci di così grave? E soprattutto, lui sarebbe stato davvero in grado di aiutare? "Indipendentemente di cosa sia, mi sforzerò. Ditemi pure" rispose, cercando di non apparire troppo nervoso. Il preside annuì e cominciò: "Quest'anno nella nostra scuola è arrivato un alunno piuttosto problematico. Non è insolito che nelle classi vi siano alunni dalla condotta non proprio perfetta, ma questo caso è particolarmente grave: si tratta di Ciel Phantomhive". Sebastian trasalì. Conosceva bene Ciel, anche se non di persona. La sua fama di teppista era ben nota in tutta la scuola ed inevitabilmente la cosa si era sparsa a gran velocità anche alle classi dell'ultimo anno. Il ragazzo era arrivato in quella scuola da appena un mese per iniziare le superiori ma fin da subito aveva causato caos e manovrava a piacimento i suoi compagni. "Non ho mai parlato con Phantomhive, ma l'ho incrociato più volte e so cosa si dice in giro su di lui" disse Sebastian. Quel ragazzo però, nonostante la cattiva fama, lo aveva da sempre incuriosito. Per comportarsi in quella maniera essendo ancora praticamente un bambino c'era per forza una motivazione seria. Nei bellissimi occhi azzurri intensi di Ciel vedeva tanta malinconia. "Signor preside, vuole che io risolva il problema di Phantomhive?" chiese Sebastian. Il preside annuì e si affrettò a dare spiegazioni: "Michaelis, noi abbiamo provato più e più volte a risolvere il caso, ma siamo convinti che ci sia qualcosa di più dietro al suo comportamento. Magari di un amico potrebbe fidarsi e tu ci sai fare con le persone. Insomma, lavori col pubblico, no?" disse con convinzione il preside mentre giocherellava nervosamente con una penna. Sebastian acconsentì e salutò rispettosamente il preside. Mentre richiudeva la porta dietro di sé, ripensò a Ciel. Aveva proprio voglia di incontrarlo. Scese velocemente la rampa di scale che portava al piano inferiore, dove si trovava la sua classe. I corridoi erano deserti, eccetto per qualche occasionale passaggio di personale scolastico. Bussò alla porta della classe e la professoressa di matematica lo rimproverò duramente per il ritardo. Cercò di giustificarsi, ma lei non volle sentire ragioni e gli ordinò di uscire con uno sprezzante: "La legge è uguale per tutti, Michaelis". L'interessato uscì dalla classe con fare rassegnato. Era la prima volta che veniva ripreso in maniera così dura a scuola. Eppure era arrivato in ritardo per un colloquio col preside. Sospirò mentre vagava per i corridoi. Quel giorno a scuola per lui si sarebbe trascinato così, senza poter entrare in classe a causa del ritardo. Mentre camminava, vide improvvisamente una figura vestita in maniera un po' trasandata, con le cuffie dell'Mp3 che evidentemente sparavano musica a tutto volume, dato che si sentiva a distanza. Sebastian lo guardò meglio. Era Ciel. "Ehi!" disse rivolgendosi al ragazzo. "Tu sei Ciel Phantomhive, primo anno, vero?" chiese in maniera allegra. Ciel lo squadrò per bene con aria di sufficienza: "Sono io. Sebastian, giusto?". L'interessato annuì. Il fatto che Ciel lo conosceva già a causa della sua notorietà gli rendeva le cose più facili. "Non dovresti essere in classe?" chiese Sebastian fingendosi disinteressato. "Anche tu se è per questo" rispose Ciel con tono ironico. Sebastian rise: "Sono arrivato in ritardo e la prof. mi ha detto di uscire". Ciel scosse la testa con disappunto: "Ti fai mettere i piedi in testa così? Dovevi dargli un pugno nello stomaco, a quella vecchiaccia rugosa". Il giovane attore non riuscì a trattenere un riso. "Dato che per oggi non possiamo rientrare in classe, io direi di andarcene" propose. Ciel lo guardò storto. "Non mi piace che tu ti prenda tanta confidenza. Non ti conosco nemmeno. Cosa vuoi da me?". Il ragazzo si accorse che effettivamente aveva affrettato un po' troppo i tempi, ma adesso tirarsi indietro sarebbe stato peggio. "Non mi sto prendendo confidenza. Sto solo proponendo un'idea che tu puoi accettare o meno. Un po' di compagnia non fa mai male" disse Sebastian fingendosi innocente. Ciel lo guardò. Era proprio un bel ragazzo ed era comprensibile che fosse un attore rinomato. "Va bene. Sono allergico alla scuola" disse Ciel. "Andarmene prima mi farà bene. A fare confusione ci penseranno i miei compagni". Si avviarono insieme verso il portone. "Oggi pomeriggio ho le riprese del programma ' Il giocattolo dei bambini ' " buttò lì Sebastian. Ciel si fermò improvvisamente e disse: "Mi piace quel programma. Il mondo ormai è un giocattolo che i bambini manovrano a loro piacimento". Sebastian sorrise. Come inizio non era male.

Angolino dell'autrice

Salve a tutti! OK, so che è pietosa ma è la prima fan fiction che scrivo e che pubblico qui. Cercherò di aggiornare ogni fine settimana. Ringrazio immensamente chi ha letto e chi continuerà a seguirmi. Come molti di voi avranno capito, è liberamente ispirata al manga "Il giocattolo dei bambini"di Miho Obana, da cui del resto prende anche il titolo. Credo che molti lo conoscano come "Rossana". L'altro giorno rileggevo il manga quando ho notato che il fatto che Akito abbia sempre bisogno di Sana e viceversa fa molto SebastianxCiel, la mia pairing preferita. E così ho pensato che non sarebbe male portare il mondo di Kuroshitsuji nel mondo del "Giocattolo", nonostante gli stili e i fatti molto differenti. Ed è nata questa storia alquanto pietosa. Succederà di tutto e di più e durerà parecchio. Vorrei ricordare inoltre che i personaggi e l'opera da cui i fatti sono ispirati non mi appartengono! Grazie ancora per aver letto e se la storia non vi dispiace, continuate a seguirmi per favore <3 Bacioni e saluti! Nyan nyan!

  
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