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Autore: emme30    03/06/2012    9 recensioni
Raccolta di oneshot fluffosissime Daddies!Seblaine.
“Sai,” lo interruppe Sebastian, passandogli una mano trai i capelli. ”Vorrei che Tommy avesse i tuoi stessi riccioli.”
Blaine rimase senza parole per quella frase dolcissima che gli arrivò dritta al cuore, avendo la conferma in quel preciso istante che Sebastian voleva tutto ciò almeno quanto lo desiderava lui.
Lo guardò e cercò di trattenere la lacrima che sentiva pungergli all'angolo dell'occhio.
“E io che Annie avesse i tuoi stessi occhi.”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Daddies!Seblaine'
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"Papà, ma come hai potuto dimenticarti?!”

 

 

Sebastian sospirò, accucciandosi accanto al letto per raccogliere la pila di roba sporca da mettere a lavare, sperando che pulire la casa lo aiutasse a mettere a posto quel tremendo casino che aveva fatto con Blaine giusto il giorno prima.

Che poi... non sapeva neanche cosa avesse fatto di tanto grave da meritarsi quelle occhiatacce e il trattamento del silenzio. O, addirittura, il fatto che Blaine non si fosse addormentato tra le sue braccia, come faceva tutte le notti da più di vent'anni, ma dandogli le spalle e ignorando completamente i suoi tentativi di un approccio più ravvicinato.

Era certo di essersi dimenticato una data. Blaine si comportava sempre così quando si scordava qualcosa di importante; eppure, se si metteva a pensarci su, non riusciva proprio a raccapezzarsi.

Non era il loro anniversario di matrimonio, e neppure quello di fidanzamento. Non era un compleanno, onomastico o qualcosa di simile. Era una data importante però, visto il modo in cui Blaine lo aveva ignorato il giorno prima e continuava a fare, non rispondendo alle sue chiamate o ai suoi messaggi.

Sospirò pesantemente e si maledì sottovoce. Che bisogno c'era di celebrare date su date? Ma, soprattutto, che bisogno c'era di festeggiare cose che lui si sarebbe dimenticato?

Aveva addirittura cercato di corrompere i figli, perchè sapeva che loro sapevano tutto di sicuro, ma Tommy lo aveva guardato sospirando ed Annie gli aveva lanciato uno sguardo truce e gli aveva pure chiuso la porta in faccia.

Aveva combinato un bel casino, e lo sapeva che pulire da casa da cima a fondo non avrebbe cambiato l'umore di Blaine, però era pur sempre un inizio. E, per una volta, poteva anche comportarsi da marito perfetto mettendo in ordine, preparando la cena e facendo tutte le cose stucchevoli che l'altro adorava. Sarebbe stata una pugnalata nel petto, ma per Blaine l'avrebbe fatto.

Con la coda dell'occhio, notò una calza dalla parte del letto di Blaine e, senza rifletterci su, si allungò per prenderla, andando però a scontrare con qualcosa di duro.

Con una ruga sulla fronte, si piegò per guardare contro cosa aveva appoggiato la mano, per poi trovarsi davanti una scatola di latta rotonda un po' impolverata.

La guardò con un cipiglio confuso, sicuro di non averla mai vista in giro per casa e, in un secondo, si sedette sul letto ignorando calzini e camicie sporche, per riversare tutta la sua attenzione a quel tesoro che lo incuriosiva più che mai.

Aprì la scatola con mani tremanti, e quello che ci trovò dentro gli fece saltare il cuore in gola e riempire gli occhi di lacrime.

Ricordi.

I ricordi suoi e di Blaine, di una vita passata insieme. Della famiglia che avevano costruito.

Guardò incredulo il mazzo di foto legate con un elastico e si mise a sfogliarle una ad una.

Il giorno che Tommy aveva preso la patente, quando aveva vinto la coppa per il football, Annie e Tommy vestiti di tutto punto per il ballo scolastico, vacanze estive al mare, in montagna e dai suoi genitori in Francia, le vacanze sulla neve di un paio di anni prima, braccia rotte e gessi colorati, Annie e Sebastian addormentati esattamente nella stessa posizione in giardino una giornata estiva, Tommy che prova a insegnare a Sebastian a giocare con i videogiochi, Annie con un buffo cappello e un paio di occhiali da sole, pupazzi di neve e castelli di sabbia, Natali con il salotto cosparso di pacchetti colorati, primi giorni di scuola con trecce e bronci, Annie e Tommy con il viso impolverato intenti a fare biscotti, Tommy su una bicicletta rossa e un cerotto sul gomito, Papillon che gioca con i bambini sul tappeto, Tommy che dorme nella culla di Annie ancora piccola piccola, Sebastian con Tommy di appena qualche mese addormentato sul petto, il viaggio in Europa che lui e Blaine hanno fatto decisamente troppi anni prima subito dopo sposati, il giorno del loro matrimonio, lui e Blaine che ballano vicini con gli occhi chiusi, serate con gli amici, la laurea di entrambi, momenti universitari passati in due college lontani, il giorno del diploma con quelle stupide tuniche blu e infine una foto particolare che, probabilmente, Sebastian non aveva neanche mai visto.

Cominciò a fissarla, con gli occhi quasi lucidi: un'immagine di loro due con la divisa della Dalton, seduti su un prato e circondati da amici, che si guardavano. Si osservavano, semplicemente.

E in quel momento, con quella istantanea sotto gli occhi, Sebastian capì finalmente qual'era l'avvenimento che si era dimenticato a cui Blaine teneva addirittura forse più della data del loro matrimonio.

Il momento in cui era iniziato tutto: il giorno del loro primo bacio.

Si morse il labbro al solo ricordo, e si trattenne dal volersi prendere a schiaffi da solo.

Stava quasi per mettere a posto le foto per chiamare Blaine e implorare il suo perdono, quando intravide qualcos'altro nella scatola. Mise da parte la boccetta con i dentini da latte dei suoi bambini, i braccialetti dell'ospedale risalenti a quando erano nati, un paio di disegni piegati con cura sul fondo della scatola e prese quel sottile pezzo di stoffa che gli fece ritornare non pochi ricordi in mente.

La cravatta della Dalton.

Blaine l'aveva tenuta insieme a tutte le cose più importanti della sua vita.

Fece un respiro profondo e gli venne in mente cosa fare esattamente.

Mise a posto la scatola proprio dove l'aveva trovata, perdendo un sacco di tempo a riguardare tutte le foto e tutti i piccoli cimeli che Blaine aveva custodito con il passare degli anni, tra cui una rosa appassita che doveva sicuramente appartenere al primo mazzo di fiori che gli aveva regalato quando erano appena ventenni, prima di nascondere nuovamente quell'ammasso di latta sotto il letto e prendere il cellulare per fare un paio di telefonate, con la cravatta della Dalton stretta saldamente nel pugno.

 

 

 

 

Posso sapere dove stiamo andando?”

No, pà, non è che se lo chiedi ancora una volta ti diciamo di sì, eh.”

Blaine sbuffò dal sedile di dietro, squadrando in cagnesco Annie e Tommy seduti davanti, intenti ad armeggiare con il navigatore. Non sapeva neanche come diavolo avevano fatto a convincerlo, però ormai era più di un'ora che stavano guidando e sembrava non avessero alcuna intenzione di dirgli dove lo stessero portando.

Se non volete dirmi dove stiamo andando, posso almeno riavere il mio cellulare per avvertire vostro padre che mi avete rapito?”

No.”

Annie, dammi il cellulare.”

No.”

Ma sono tuo padre!”

E io me ne frego.”

Blaine si morse la lingua per non risponderle male e si ripromise di fargliela pagare non appena sarebbero finite le vacanze di primavera e sarebbero tornati a scuola.

Non provò neanche a comprendere dove lo stessero portando; era così arrabbiato con Sebastian che null'altro gli importava, l'aveva fatta davvero troppo grossa quella volta.

Immerso com'era nei suoi pensieri, quasi non si accorse che la macchina si era fermata e che Annie e Tommy erano scesi, sbattendo le portiere. Blaine li seguì senza battere ciglio, stringendosi nella propria giacca di jeans quando si ritrovò esposto alla brezza leggera della sera.

Posso sapere dove sia- Oh.”

Gli mancarono le parole in gola quando si accorse di dove si trovava.

Immersa nel buio, davanti ai suoi occhi si stagliava la Dalton Academy, quella Dalton Academy. Quasi non ci credeva, e dovette strofinarsi più volte gli occhi per essere sicuro di quello che stava vedendo.

Cosa... cosa ci facciamo qui?”

Nessuno dei suoi figli gli rispose; fu invece la luce che si accendeva ad una finestra a catturare la sua attenzione. Fece un paio di passi avanti, non notando Annie e Tommy che si davano il cinque dietro le sue spalle e senza aspettare altro, quasi guidato da una forza misteriosa, aprì il cancello e percorse il viale per entrare nella sua vecchia scuola, deserta per via delle vacanze di primavera.

Percorse i corridoi con una malinconia tremenda nel petto, i ricordi gli si affollavano davanti agli occhi e lasciò che i suoi piedi lo guidassero verso quella stanza: la sua vecchia stanza.

Quando si trovò lì davanti, sentì il cuore battergli in gola per l'emozione e spinse la porta per aprirla lentamente.

Si portò una mano davanti alla bocca quando vide cosa lo aspettava al suo interno.

Sebastian era in piedi davanti a lui, il blazer blu sulle spalle e la cravatta a righe annodata al collo, a guardarlo con quel solito ghigno a cui ormai non avrebbe mai potuto rinunciare.

Lui e Sebastian non erano più due diciassettenni innamorati, ma quella visione lo riportò proprio a quella sera di così tanti anni prima.

Sei pazzo,” riuscì a dire con una risata, dopo averlo ammirato per bene.

Mi dispiace essermene dimenticato.”

Sei pazzo lo stesso, ma come hai fatto a entrare?”

Un paio di telefonate, e ho corrotto i nostri figli.”

Blaine gli si avvicinò scuotendo la testa. “Devi avergli offerto più di quanto ho offerto io a loro, visto che si sono rifiutati di dirmi dove mi stavano portando.”

Gli hai offerto due settimane di casa libera con il permesso di fare quello che volevano, a patto di non combinare troppi danni?”

Cosa gli avresti promesso?” Blaine lo osservò sbarrando gli occhi, fermandosi a pochi centimetri da lui.

Ho chiamato il tuo capo, da domani per le prossime due settimane sei in ferie, e io pure.”

Perchè...?”

Perchè hai sempre desiderato andare in Italia.”

Blaine lo squadrò ad occhi aperti e gli si avvicinò, appoggiando una mano sul blazer blu, lisciandoglielo sul petto. “Io... io non so cosa dire... non ce n'era bisogno...”

Sì invece,” Sebastian gli prese il mento tra le dita e gli alzò il viso per guardarlo negli occhi. “Perchè sono passati trent'anni da quando ti ho baciato per la prima volta, e una ricorrenza del genere va festeggiata.”

A Blaine si illuminarono gli occhi a quelle parole, allacciandogli le braccia intorno alle spalle e facendo combaciare la fronte contro la sua.

Però non vale che frughi tra le mie cose.”

Ti amo, Blaine.”

Ti amo anche io, idiota.”

E senza dire altro, senza dichiarazioni troppo melense o promesse di amore eterno, si baciarono dolcemente, tornando per un attimo a quel giorno in cui tutto era iniziato.

 

 


Il prompt è di Micòl ed è assolutamente stupendo. Ho adorato scriverla e spero tanto che vi sia piaciuta :3

Grazie di aver letto e grazie a chi continua a inserire la storia tra seguite/preferite/ricordate e chi mi lascia un commento per farmi sapere se gli è piaciuta, GRAZIE <3

QUI trovate anche la cronologia delle Daddies aggiornata con questa oneshot :)

Marti

   
 
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