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Autore: crudelia_demon    03/06/2012    3 recensioni
Elinor, detta la Rosa Nera per il tatuaggio che ha sull'avambraccio sinistro, è una giovane ragazza che è diventata pirata per raggiungere il suo obbiettivo: non diventare la migliore al mondo, ma bensì ritrovare suo padre, e conoscere il motivo del suo abbandono...
Non si aspetta di realizzare il suo sogno proprio nel momento in cui credeva di aver perso tutto e tutti, e di riuscire a scampare alla morte ancora una volta...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Barba bianca, Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riesco a ricordare molto di ciò che era accaduto, ma una cosa è certa: sono riuscita a sopravvivere. I rumori della battaglia sono cessati ormai da ore e la mia cara Rose è colata a picco.
Ora tutto ciò che percepisco è il freddo gelido dell’acqua che mi entra fin dentro le ossa.
Tutto ciò che vedo dalla mia zattera di salvataggio,a cui mi sono aggrappata con tutte le forze rimaste, è una grande distesa di oceano blu, non c’è nemmeno un’isola all’orizzonte.
Mi perdo inevitabilmente tra i miei pensieri.
Avevo sbagliato ad intraprendere questo viaggio? Avevo messo a rischio la vita dei miei compagni per una follia? Un capriccio?
Ora tutto ciò che avevo giaceva in fondo al mare insieme alla mia ciurma.
Probabilmente non sarei sopravvissuta tanto, perciò era questione di tempo, senza cibo né acqua la morte sarebbe presto sopraggiunta. Non posso resistere molto a lungo.
Solo questione di tempo.
Tempo.
Quanto tempo ho aspettato e desiderato di imbarcarmi con la mia nave, di conquistare la fiducia dei miei uomini, così ché finalmente sarei diventata qualcuno.
Effettivamente sono diventata qualcuno, tanto brava in ciò che faccio da attirare troppo l’attenzione della marina militare. Però questa volta i miei poteri non erano stati sufficienti a sconfiggere il nemico, ero quasi certa di aver perso tutte le forze.
Per fortuna sono riuscita a rimanere sott’acqua il tempo necessario affinché Kizaru pensasse di avermi fatta fuori definitivamente.
Improvvisamente mi torna in mente la mia infanzia..e i bei momenti trascorsi insieme a mia madre mentre mi insegnava l’arte della magia. Darei qualsiasi cosa per rivederla un’ultima volta e chiederle perdono per essermene andata di casa.
Non ho nessun rimpianto. Sono fiera di essere diventata un pirata, in fondo è quello che ho sempre avuto nel sangue. Chissà quanto avrei resistito in queste condizioni pessime, qualche giorno al massimo.
 
Sono passati due giorni dal mio naufragio, e il caldo inizia a fare brutti scherzi.
Ormai confondo il giorno e la notte, visto che a mala pena riesco a tenere gli occhi aperti per la stanchezza.
Sollevando appena la testa vedo una sagoma in lontananza, pare una nave, ma non sono molto fiduciosa. Probabilmente è un’allucinazione come tutte le altre.
Mi distendo nuovamente risoluta a non farmi prendere in giro dalla mia stessa mente.
“‹sicuramente un’allucinazione, non c’è dubbio. Ormai non ho molte speranze di rivedere la mia famiglia, quasi sicuramente non resisterò fino a domani”.
Penso al perché mi trovo qui su questa zattera in mezzo all’oceano.
Mio padre.
Sono diventata un pirata per ritrovare mio padre, e misurarmi con lui una volta per tutte, sapere il motivo del suo abbandono.
Ricordo ancora l’ultima volta che l’avevo visto, prima che si imbarcasse sulla sua nave per l’ennesima volta, per poi non tornare mai più, chissà per quale bizzarro motivo.
All’epoca ero così felice di stare tra le braccia muscolose di papà, da non rendermi minimamente conto di ciò che mi succedeva intorno. Per me esisteva soltanto lui, era il mio eroe.
Ora tutte le mie speranze sarebbero svanite, e non l’avrei mai più rivisto. Né lui, né la mamma.
Intanto mi accorgo vagamente che la sagoma della nave sta lentamente avanzando verso di me. “Allora non è un’allucinazione!” penso fuori di me dalla gioia. Questa sorpresa mi sfinisce.
Non riesco più a tenere gli occhi aperti, sento che piano piano si stanno chiudendo.
Guardo ancora quella sagoma, come se da un momento all’altro sarebbe svanita nel nulla, poi improvvisamente perdo i sensi.
 
Nel frattempo sulla Moby Dick:
 
Era una splendida mattinata di sole, e a bordo della nave ognuno svolgeva i propri compiti, mentre Barbabianca sedeva tranquillo sulla sua poltrona osservandoli, come al solito col sorriso sulle labbra.
Il comandante della prima flotta, il giovane Marco, sedeva al suo fianco in contemplazione dell’oceano, mentre i suoi compagni si davano da fare eseguendo i vari la vari lavori sul ponte.
Era una giornata piuttosto tranquilla, come non si vedeva da parecchio tempo.
Dopo l’esecuzione di Gol D. Roger erano stati costretti a misurarsi con novellini di ogni genere e razza, che si erano imbarcati con il solo desiderio di trovare il One Piece, il leggendario tesoro del Re dei pirati.
« Ci voleva proprio un po’ di tranquillità » esclama un giovane ragazzo appoggiato al parapetto della nave rivolto verso Marco. Il grande cappello arancione gli ricadeva sugli occhi, ma lasciava esposto al sole il resto del viso lentigginoso e il torace nudo.
« Hai proprio ragione Ace » risponde Marco senza distogliere lo sguardo. Aveva notato qualcosa sopra la linea dell’acqua, come un pezzo di legno.
Si avvicina all’amico per guardare meglio in quella direzione quando i suoi pensieri sono interrotti dalla vedetta: -Uomo in mare! Uomo in mare- esclama a gran voce dalla cime dell’albero.
I pirati presenti sul ponte si affollarono al parapetto per vedere l’uomo avvistato.
« Cosa vedi Jo? » chiese Barbabianca alla vedetta
« Sembrerebbe un naufrago papà » urla di rimando Jo « è su una zattera di fortuna.
« Ace va a chiamare Doris e le infermiere, di loro di prendere una scialuppa e portarlo a bordo.
« Subito babbo.
Doris, la donna dottore che generalmente si prendeva cura della salute del vecchio pirata arrivò all’istante senza essere chiamata, seguita a ruota dalle infermiere.
La piccola scialuppa mise poco tempo a raggiungere la zattera, videro immediatamente che “uomo in mare” in realtà era una giovane ragazza ridotta parecchio male.
« Dobbiamo portarla immediatamente a bordo…c’è rischio che muoia! » disse Doris alle due infermiere che issarono la naufraga sulla barca.
Mary, una delle due infermiere, si accorse che la ragazza teneva qualcosa stretta fra le mani, dispiegandola vide che era una bandiera: una bandiera pirata.
 

 

 

  
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