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Autore: rukiachan15    03/06/2012    3 recensioni
Ho cercato di immedesimarmi in Rukia. Sensazioni, emozioni, pensieri.
Spero vi piaccia.=)
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paura. I miei occhi era fissi, immobili, ghiacciati.
Osservavo quell’immagine di fronte a me e non volevo crederci. Non volevo.
Cercai di sbattere le palpebre, di chiudere solo per un singolo e breve istante gli occhi, e scacciare via quell’immagine dalla mia vista, dalla mia mente. Sapevo che era inutile e che mai l’avrei dimenticata.
Le palpebre sembravano paralizzate. Non ero riuscita, nonostante mi sforzassi con tutta me stessa, a fare un passo, a muovermi.
Un urlo straziante dietro di me mi fece rabbrividire.
Era la voce di..Orihime!
Stava assistendo a quell’orrendo spettacolo, inerme, impotente. Era troppo fragile per resistere a questo.
Doveva andare via.
Qualcuno la doveva portare via.

Un attimo. E il mio corpo si sciolse, e i muscoli tornarono a obbedire ai miei comandi severi. MI voltai verso di lei.
Era a terra in ginocchio tra le lacrime dolorose che piangeva. Il viso sporco di terra mentre nella disperazione cercava di rialzarsi e di chiedersi se fosse vero o no.
Purtroppo era vero! Era la realtà.
Il mio respiro diventava sempre più affannato, eppure ero ferma, immobile. Dovevo prendere la situazione in mano, dovevo fare qualcosa, prendere una decisione.

Mi guardai intorno in cerca di qualche capitano, di qualcuno che avesse continuato a mantenere la lucidità che ci avevano sempre insegnato. Speravo di trovare Nii-sama. Lui avrebbe saputo cosa fare. Ma intorno a me non c’era nessuno
Deglutii a fatica. Era inutile piangersi addosso. Era inutile continuare a pensare. Bisognava agire.
I miei occhi tornarono di nuovo a lui, Ichigo. Aizen l’aveva lasciato andare. La lama affilata e crudele l’aveva trafitto in pieno petto. E adesso giaceva a pochi metri da me, distesso esanime sulla terra fredda.
Il mio cuore, la mia anima, il mio cervello, io stessa non mi capacitavo di quello che avevo visto. Ichigo non poteva essere morto! Non poteva! Aveva sempre affrontato tutto e l’aveva sempre superato. Gli avevo insegnato a non arrendersi e lui aveva fatto di ciò la sua forza. La determinazione non gli mancava e così era andato avanti anche quando le speranze di vincere erano pari a zero.
Eppure lui aveva sfidato ogni legge, ogni possibilità, aveva sfidato il Destino e si era preso gioco di lui, riuscendo a combattere  e vincere ogni sua battaglia.
Ero così orgogliosa di lui

. Una morsa mi strinse il petto. Portai una mano al petto. Mi voltai lentamente verso Orihime.
Silenzio.
Aveva smesso di piangere. Meglio così. Non avrebbe visto la morte negli occhi. Non avrebbe visto il suo amato Ichigo morto,senza vita.
Abbozzai un sorriso quasi di sollievo.
Non si meritava tutto questo, non si meritava un altro peso sulla coscienza. Non si meritava di soffrire, di perdere una persona a lei cara.
Le lacrime iniziavano ad affiorare dai miei occhi ma non era il momento. Raccolsi la mia katana da terra e la strinsi forte. Non mi sarei data per vinta. Mai. E se Ichigo era morto, avrei continuato io per lui.
Chiusi gli occhi.
L’avrei vendicato, avrei dato la mia vita per lui. Quante volte mi aveva salvato la vita mettendo in pericolo la sua stupida vita da umano!
Mi scappò una risata. Una risata liberatoria, quasi nervosa.

Passo dopo passo mi avvicinavo al suo corpo. Stringevo sempre di più la mia katana dalla quale attingevo forza. Sentivo la reiatsu di Aizen farsi più vicina a me.
Tra poco avrei dovuto affrontare un avversario forte, invincibile. Ma adesso non era il momento di pensare a questo.
Un ultimo passo. Aprii gli occhi, lentamente e con timore.

Rosso. Sangue dappertutto. Il suo viso era intatto ma il suo petto era squarciato da una ferita insanabile. Caddi in ginocchio accanto a lui.* Ichigo..* sussurrai con voce tremante. Non mi rispondeva.

Avvicinai una mano tremante verso il suo petto, per toccare con mano la ferita. La mia bianca e candida mano prese subito il colore della morte.
La guardai, colorarsi di rosso. No, non è possibile!
Ancora il mio io più interiore non voleva accettare. Lasciai cadere la katana e poggiai le due mani sulla ferita aperta e grondante sangue. Avrei usato ogni goccia di reiatsu rimasta in corpo per poterlo curare, ogni tecnica che conoscevo, qualunque cosa.
Le mie mani sprigionavano una luce verde intensa. La ferita avrebbe dovuto rimarginarsi o quanto meno dare segni di miglioramento, ma non fu così. Ma non mi arrendevo, ero troppo testarda per farlo

. Cercai di raccogliere tutta la reiatsu che possedevo.* Ti prego, Ichigo..* sussurrai sopra di lui, intenta ad osservare la sua ferita che continuava a rimanere aperta. Non l’avrei lasciato morire così. Non funzionava. Era inutile. Il flusso di reiatsu si dissolse all’improvviso. Ero debole.* No..* sussurrai a denti stretti.
Se solo ci fosse stata il capitano Unohana, lei avrebbe saputo cosa fare. Niente se. Strinsi i pugni fino a conficcare le unghie nella carne viva. Avevo fallito.

Ad attirare la mia attenzione fu la forte e potente reiatsu di Aizen venire verso di me. Non mi rimaneva che combattere.
Non mi rimaneva che resistere per quanto potevo.
Non mi rimaneva che vendicarlo. Non avrei potuto fare altro. Guardai in direzione di Aizen e presi la katana con determinazione.

Il mio sguardo si posizionò sul viso di Ichigo. Era così strano vederlo in quello stato. Non pensavo che un giorno lui…
Una lacrima scese silenziosa rigando la mia guancia.
<< Ichigo, io ti vendicherò! Grazie per tutto quello che hai fatto. Grazie per essermi stata accanto. Grazie per le vittorie. Grazie di tutto, Ichigo!>>
Sussurrai piangendo sul suo viso. Le mie lacrime bagnavano il suo viso. Per un attimo mi sembrò che sorridesse, che fosse ancora vivo. Ma fu soltanto la mia immaginazione.
Gli strinsi la mano e, asciugandomi con una mano il viso, andai incontro al nemico.

Urlavo. Urlavo di rabbia, di dolore, di sofferenza. Avevo appena perso un amico.
Avevo appena perso lui, Ichigo. Forse, provavo qualcosa di più, ma adesso non aveva più importanza. Dovevo concentrarmi sulla battaglia.

Mi avventai su di lui con tutta la forza che avevo, sfruttando il mio stato d’animo. Le nostre lame si intrecciavano e scontravano furiosamente. Le mie mosse non avevano alcuna efficacia contro di lui. Le conosceva tutte alla perfezione. Le schivava abilmente.
Avevo provato ogni tecnica. Niente.
Ma nonostante tutto, continuavo nel tentativo di sconfiggerlo. Battere in ritirata sarebbe stata una mossa intelligente ma da codardi. Avrebbe significato ricoprisi di disonore. Non avrei rispettato i miei compagni che erano morti in battaglia. Ero pronta ad affrontare qualunque cosa il Destino aveva riservato per me.

Un colpo.
Sentii la lama fredda trapassarmi il petto. Un dolore acuto diffondersi in tutto il corpo. Il sangue sgorgare silenzioso e copioso dal mio petto lacerato.
Mi accasciai sulla sua lama.* M-aledet-to..* balbettai a fatica.
Sentii la sua risata crudele accendersi sul suo volto. Era questo che aveva sempre voluto. Far soffrire e ci era riuscito.

Con un colpo improvviso di tosse, sputai il sangue che aveva riempito la mia gola. Alzai la testa per guardarlo negli occhi. La vista iniziava a diventare sfocata e annebbiata ma riuscivo ancora a distinguere i tratti. Rideva. Raccolsi le ultime forse e con una mano mi sfilai la katana dal petto.

Nell’arco di un secondo mi vidi precipitare giù per il vuoto. Fino a che il mio gracile corpo toccò terra. Cercai di rialzarmi. Avevo ancora la katana nella mano. Voltai a stento la testa.
Accanto a me Ichigo.
Deglutii e il sapore del sangue inondo’ la mia bocca.
E in quel momento mi accorsi che stavo morendo. Era arrivata la fine.
Ricordai le parole di Kaien-dono. Non dovevo morire da sola. Avevo bisogno di qualcuno che custodisse la mia anima e che ne portasse il ricordo. Non avrei rispettato il suo volere a quanto pare.

Facendo leva su una mano mi trascinai verso il corpo di Ichigo. Respiravo a fatica e sentivo che stavo per cedere. Dovevo affidare la mia anima ad un amico.
L’avrei affidata a lui.
Allungando la mano riuscii ad afferrare la sua e a stringergliela. Mi concentrai in un ultimo sforzo e passai a lui quel poco di reiatsu che rimaneva.

La mia mano non riusciva più a trattenere il mio peso. Ero stanca. Mi accasciai accanto a lui.
Lo guardavo. Adesso mi sentivo di aver ripagato quel costante peso e debito che portavo con me. Non ero riuscita a salvargli la vita, né a vendicarlo, ma…Ma gli avevo donato qualcosa di più importante.
La mia anima.
Sorrisi. Chiusi gli occhi, stringendo ancora la sua mano.

Una folata di vento, la presa si allentò fino a scomparire. Un ultimo respiro, un ultimo battito.

*Addio, Ichigo!*
  
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