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Autore: Ekerot    03/06/2012    0 recensioni
Questo racconto nasce e muore il 3 agosto 2010. Alle cinque e mezza del mattino in viaggio verso Caselle, dopo aver sostato per un quarto d'ora davanti ad un forno in apertura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per 52 anni, tutti i giorni - esclusa la domenica - alle cinque e un quarto del mattino la signora Bergo è venuta al nostro forno per comprare mezzo chilo di pane casalingo.
Ad essere precisi, mancò due giorni. Entrambi per malattia, a quanto raccontò lei. E questa piccola storia non li tocca nemmeno.

Mi va di raccontarla, perché adesso che Diana è mancata, prematuramente, ho pensato che in questo paese dove non accade mai niente, forse era successo qualcosa di raro, senza che nessuno di noi se ne accorgesse.
Ad essere precisi, io me n'ero accorto. Da parecchio, anche. Non era il caso, però, di farlo sapere in giro. Adesso, magari, darà meno noia a qualcuno.

C'è che Diana Spadoni, in Bergo, iniziò ad 8 anni a venire qui al forno. Ce la spediva la mamma, alle cinque e un quarto, tutte le mattine. Potreste pensare che lo facesse per avere il pane ancora caldo, quello più buono.
Invece era semplicemente che il padre e il fratello maggiore di Diana si dovevano alzare presto, per lavorare i campi, e il papà pretendeva sempre quel pane lì per farci merenda. Era una pane davvero speciale, con una lievitazione particolare, una sorta di tradizione di famiglia.
La conosco anche io la ricetta, ma oggi al forno non la sceglie quasi più nessuno perché costa troppo. E questa bimbetta, con le treccine colorate, il vestito sempre bigio, e la "s" un po' a lisca, veniva, tutte le mattine.

A me l'ha raccontato la mamma, un sacco di volte.

Quando Diana divenne grandicella, ed entrò in età da marito, venne sceltasubito. Avrà avuto 16 anni, secondo i miei calcoli. Finì sposa di questo Bergo, un gigante di 2 metri, che poteva tirare il carro da solo.
Non pretese mai nulla. Se non di andare ancora, come da piccola, a scegliere il pane caldo, quello casalingo fatto col grano della fattoria dei Bacii.
Potreste pensare che lo facesse per mantenere la tradizione. Invece era semplicemente che alle cinque e un quarto del mattino, a servirla c'era Giacomo, mio fratello.

Avevano la stessa età, e forse s'erano conosciuti a scuola. Non so di preciso.
Fatto sta che avevano stretto amicizia, anche se si vedevano solo per un quarto d'ora, al forno. Ma tutte le mattine, da un sacco di tempo.
E capitò che Diana si innamorasse di Giacomo, ricambiata. Perché era alta e vispa, con due occhi buoni, sempre in giro a curiosare.

Capitò una di quelle cotte adolescenziali. Fu mio fratello, a farsi avanti. Non era molto bravo con le parole, ma aveva un po' di romanticismo nelle vene. Le scrisse sulla forma del pane, una mattina di tanti anni fa. Era il tempo che era lui ad infornare, tant'era bravo. Non c'abbiamo mai avuto tanti clienti al forno, come quando ci lavorava Giacomo.
Diana fu costretta a mangiarsi tutta la scorza da sola, prima di rientrare a casa e non farsi sgamare. Lei in risposta, gli dette un cartoncino verde con su scritto .
Quando si sposò, mio fratello si rabbuiò un poco. Forse più di un poco. Si tagliò l'anulare della mano sinistra - disse per un incidente. Ma non penso proprio. Diana lo vide il giorno dopo, e capì tutto quello che c'era da capire.
Andarono avanti così per altri 14 anni.
Di mattina, alle cinque e un quarto. Fino alle cinque e mezzo, anche trentacinque se mia madre rincasava in ritardo. Io c'ho messo parecchio per decifrare la situazione. Qualche volta l'ho anche visti uscire come le serpi stanate, dalla stanzina dietro il forno, ridendo. Giacomo mi vedeva, ma sapeva che io non avrei parlato. Mai.
Il Bergo aveva quasi vent'anni più di Diana, e magari speravano che sarebbe schiattato presto, e magari chissà.

Una mattina, Diana arrivò al forno. E non c'era Giacomo. C'ero io. Avevo gli occhi cerchiati di nero. E forse anche le righe delle lacrime. Disse: "Buongiorno". Io non riuscii a rispondere bene, avevo la voce roca. Aspettò la solita domanda per i clienti, ma non arrivò. Così si fece avanti lei. "Vorrei mezzo chilo di Bacii, grazie". Le dissi che non ce n'era di fresco. Ma solo del giorno prima.
"Perché? Giacomo non l'ha fatto?". Chiese senza pensarci. Non l'aveva mai chiamato per nome, davanti a me.
"Giacomo è morto stanotte, all'una, prima della marea". Risposi come aveva detto il babbo, e poi il prete.
Diana ebbe come un infarto. Ma non si mosse. Mi fece le condoglianze quasi contro voglia, e la voce sua somigliava un po' alla mia. Prese il pane e uscì.

Epperò successe che verso le 8, rientrasse in negozio. Non era mai successo prima, e ricapitò mai più.
Disse che il pane non bastava e ne voleva dell'altro. Scelse un altro casalingo a caso, quello di Montegemoli. Io la rassicurai che era buono. E aggiunsi che il funerale di Giacomo era verso l'una, e il cammino assieme si faceva dalla fattoria.
Mi ringraziò. E forse vidi quegli occhi vispi diventare spenti. Anche questo non ricapitò più.
Dal giorno dopo, ritornò alle cinque e un quarto, come sempre. E scelse sempre il pane di Montegemoli. Si era trovata bene.

Seppi poi, che aveva conservato quella forma di pane di Giacomo, l'ultima rimasta, per tutta la vita. Il marito è ancora vivo e sta in salute.
Non dovrei fargli sapere questa storia.

Ma ho cambiato i nomi, e forse non se ne accorgerà nessuno.
  
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