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Autore: Simio    04/06/2012    2 recensioni
Un'altra Fuyuki, un'altra Guerra. Sette nuovi Master evocano sette nuovi Servant, e si preparano a combattere per il tesoro supremo.
Il ragazzo, incurante della scala dello scontro che si scatena intorno a lui, vuole soltanto la sua vendetta. Ha evocato il Servant più forte; raggiungere il suo obiettivo dovrebbe essere facile...
Saber sorrise. "Eccellente, Master. Adesso, se mi permetti, voglio farti io una domanda."
Prima che il ragazzo avesse il tempo di pensare a cosa avrebbe potuto chiedergli, Saber fissò il proprio sguardo penetrante nel suo.
"Master, perché desideri il Graal?"

Si tratta di una "elsewhere fic": pur basandosi sull'universo di Fate/stay night e Fate/Zero, questa fanfiction contiene solo personaggi originali. Non c'è Shirou, non c'è la Saber che conosciamo, eccetera. Viene mantenuto intatto il formato della Guerra per il Graal, ma i partecipanti e le vicende sono diversi. Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Queste ambientazioni (Guerra per il Graal, città di Fuyuki, ecc.) non mi appartengono, ma sono proprietà di Type-Moon e Kinoko Nasu; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Breve (più o meno) introduzione, per spiegare com'è nata questa storia. Chi vuole soltanto leggere la storia può saltare direttamente alla scritta 'Prologo'.

Per chi è ancora qui, cercherò di essere breve e, magari, anche un minimo interessante.
Anni fa (due, credo), guardando l'anime di Fate/stay night, pensai, "Cavolo, questa roba è figa." A pensarci bene, quello è stato l'inizio di tutto.
Non mi sono innamorato principalmente dei personaggi, com'è successo dopo con Kara no Kyoukai; mi sono innamorato prima di tutto del formato, dell'idea di fondo: la Guerra per il Graal, la grande lotta di maghi ed eroi, indissolubilmente legati gli uni agli altri. Un palcoscenico eccellente per mostrare battaglie epiche e conflitti interiori. Fantastico.
Ho soltanto guardato, all'inizio, senza pensare di scrivere nulla al riguardo, anche perché non avevo mai scritto storie da più di qualche centinaio di parole; ma poi, cinque mesi fa, mi è passata per la mente un'idea: "Questo eroe sarebbe eccellente come Servant Saber." E poi un altro, e un altro...
Poche ore dopo, avevo in testa sette Servant, e un abbozzo delle loro battaglie. Pochi giorni dopo, anche la maggior parte dei Master erano pronti, e ormai non potevo non scrivere la loro storia.
Un paio di mesi per scrivere il Prologo ed il primo, mostruoso (rispetto all'idea iniziale di una storia breve) Atto, mesi dovuti soprattutto alla mia pessima tendenza alla procrastinazione. Dopodiché, il capitolo rimane a prendere polvere nel mio hard disk per un po'. Lo faccio leggere soltanto a tre lettori (che qui chiamerò Mirai, Five e Verde: grazie, grazie a tutti e tre).
Ma poi mi torna la voglia di scrivere. Voglio proseguire questa storia, voglio che più persone la leggano e mi diano le loro opinioni. Voglio scrivere il secondo Atto, se necessario il terzo, e concludere in grande stile con una di quelle battaglie finali che mi piacciono tanto. Lo farò. Con i miei tempi, potrebbe volerci un po', ma sono sicuro che questa storia avrà una conclusione anche al di fuori della mia mente.

Ho scritto anche troppo per presentare la storia. Senza altri indugi, ecco il Prologo.

Prologo
 

"Lascia il tuo corpo sotto il mio dominio, lascia la tua lama nelle mie mani."

La luce di una singola candela illuminava appena il volto del ragazzo che, con mani tremanti, finiva di tracciare il cerchio magico sul pavimento.
"Se ti lasci guidare dal richiamo del Santo Graal, e se obbedisci a questa mente, questa ragione, allora tu risponderai.
Faccio qui il mio voto. Io sono colui che diverrà la virtù di tutti i Cieli."
Le borse sotto i suoi occhi erano evidenti anche nella penombra, ma la sua voce era determinata. Non dormiva da giorni, preparandosi a quel momento; non importava.

"Io sono colui che è ammantato del male di tutti gli Inferi."

Al centro del cerchio c'era un anello. Piccolo, dorato, disadorno, rovinato dal tempo.
Era la cosa più preziosa al mondo, per quel ragazzo.
"Tu, Sette Cieli, vestito di una Trinità di verbi, vieni oltre i tuoi legacci..."
Dieci anni di ricerche, disperazione, sofferenza, per arrivare a quel momento.
"...e sii la mano che protegge l'ordine."

Il cerchio cominciò a brillare, rischiarando meglio le tenebre del sotterraneo, mentre il ragazzo sentiva dentro di sè il dolore dell'incantesimo. Faceva male, sì, ma aveva sopportato di peggio. E, se adesso ci fosse riuscito, sarebbe finito tutto quanto...

Una nebbia si addensò nel cerchio, si estese al di fuori di esso, spandendosi per l'intero sotterraneo; poi il cerchio magico smise di emettere luce, e tutto piombò nelle tenebre.

Ma il ragazzo non aveva bisogno della vista per percepire la potente presenza che aveva evocato.
Ce l'ho fatta. Mamma, Papà, Fratello mio. Ce l'ho fatta.
Una figura si mosse e uscì dal cerchio. Alla sua presenza, sembrò che le fiamme si facessero più alte, e che un tepore pervadesse il ragazzo da capo a piedi. Come era comparsa, la nebbia svanì.
La voce dell'eroe risuonò forte e limpida.
"Ti chiedo, sei tu il Master che mi ha chiamato?"

Il possessore della voce dimostrava circa l'età del ragazzo, poco meno di vent'anni. Alto, con i capelli e gli occhi grigi come l'acciaio, grigi come il mantello che indossava sopra la cotta di maglia. Alla cintura portava un fodero ricoperto di simboli arcani.
Servant Saber. Il più forte.

Il ragazzo sorrise. Ora sì che poteva mettere in atto il suo piano.
"Saber..."
Fece un passo avanti, barcollando.
"...finalmente ci incontriamo... il mio..."
Le gambe non lo ressero più. Inciampò, cadde...

Saber lo prese al volo, sorreggendolo prima che toccasse terra. Le sue mani erano calde.
"Dormi, Master. Ai piani per questa Guerra penseremo domani."
Il ragazzo fece per protestare, ma era troppo debole, e lo sguardo di Saber troppo irremovibile.
Uno sguardo triste, profondo... quando era stato umano, per quanti anni era vissuto? Il ragazzo sapeva che era morto giovane; a venti, venticinque anni forse. Ma gli anni di un eroe non erano assimilabili a quelli delle persone normali. Un eroe faceva di più, in un istante, di quanto chiunque altro avrebbe realizzato in tutta la vita...
Nati dall'umanità, trascendevano questa, diventando una forza della natura in grado di abbattere popoli, di rivaleggiare con una catastrofe.
Inarrestabili. Ed era quello che serviva al ragazzo.

"Dormi. Prometto che ti veglierò, e che non permetterò che ti venga fatto del male. Sul mio onore."
Lo Spirito Eroico che, nella sua vita umana, era morto pur di ottemperare ai giuramenti fatti... forse era l'unica persona in cui il ragazzo sentiva di poter riporre la propria fiducia.

Chiuse gli occhi e scivolò nell'oblio.

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"...e sii la mano che protegge l'ordine."
Le tenebre nella stanza, già buia, si infittirono all'apparire del Servant.

Assassin si prostrò, prima di sollevare il volto, coperto dalla maschera raffigurante un teschio, verso il proprio Master.

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"...e sii la mano che protegge l'ordine!"
Aleph sorrise. Ecco, aveva eseguito perfettamente il rituale. Anche lui poteva farcela. Anche se era quello che era, pure lui poteva partecipare alla Guerra per il Graal...

Non stava succedendo nulla, però. Ma perché? La cerimonia era stata perfetta!
Aleph aggrottò la fronte, esaminando il cerchio magico. Ma quella linea era giusta?

Ci fu un rombo simile a un tuono, e tutto l'edificio tremò. Aleph venne scaraventato a terra, mentre cominciava a sentire il dolore del proprio incantesimo che si attivava. La schiena, la schiena gli bruciava; era troppo. Urlò.

Lentamente, il dolore svanì, ma Aleph non aveva più la forza per rialzarsi. Rimase sul pavimento, singhiozzando piano.

Gli venne porsa una mano. La prese nella propria e, aiutato, si alzò.

Davanti a lui stava un vecchio sorridente; la barba e i pochi capelli erano bianchi e molto lunghi. Aveva proprio l'aria di un sapiente. Servant Caster?
"Ti chiedo..."

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"...e sii la mano che protegge l'ordine."

Un fruscio riempì l'aria, crescente come crescente era il dolore provocato dall'incantesimo. Rei cercò di non farci caso, per quanto fosse possibile.

Un turbinio di foglie, sopra il cerchio, annunciò l'arrivo del Servant.
Il mantello di foglie intrecciate sembrava in qualche modo nasconderlo almeno in parte alla vista; forse era effettivamente magico. Una maschera dalle fattezze di lupo gli copriva il volto. Era piuttosto basso.

"Ti chiedo. Sei tu il Master che mi ha chiamato?"
La sua voce era strana, distorta dalla maschera.

Rei inclinò il capo con aria perplessa. Nel complesso, quel tizio non somigliava a nessun eroe di cui lei avesse sentito parlare.
"Assassin?" chiese dubbiosa.
Il Servant scosse la testa.

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"...e sii la mano che protegge l'ordine!"

Il rumore del metallo che cozzava contro altro metallo, in tutte le direzioni. E zoccoli; qualcuno si avvicinava...

Il Servant che smontò dal cavallo bardato d'acciaio era ricoperto da capo a piedi da un'armatura lucente, con un ampia croce sul petto. Al cinturone portava due spade.
Tolse l'elmo, rivelando barba e pizzetto neri e ben curati.
"Ti chiedo..."

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"...e sii la mano che protegge l'ordine!"
Il mago fece un passo indietro.

Il rumore delle onde riempì la stanza. Quando finì, un eroe si inginocchiò sul pavimento.

Indossava una corazza di bronzo dipinto sopra la tunica; ai piedi calzava dei sandali. Dimostrava almeno quarant'anni, ma era comunque molto muscoloso. I capelli e la barba erano ricci.
Sulla schiena portava due lance e uno scudo.

"Ti chiedo..."

Un'ombra attraversò la stanza come un lampo. Il Servant mise mano alla lancia, ma non fu abbastanza rapido.

Il suo Master cadde a terra con la gola tagliata.

Assassin incombeva su di lui, con il pugnale che gocciolava sangue. Si voltò per sparire nelle tenebre...

Il giavellotto lo raggiunse alla spalla, perforandola, inchiodandolo al muro. Assassin provò a dibattersi, senza risultato.
Ma quando vide l'altro Servant che si avvicinava lentamente, con in mano l'altra lancia e con il volto privo di compassione, smise di agitarsi e chinò la testa.

La lancia colpì con precisione.

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"...eppure, tu servi con lo sguardo annebbiato dal caos. Tu, imprigionato nella follia. Io sono colui che comanda quelle catene."
Il mago vestito di viola sorrise. Questa Guerra era sua: lo stendardo che usava come reliquia gli permetteva di evocare il Servant più forte, un eroe che avrebbe eliminato ogni nemico senza incontrare resistenza... eppure questo, al mago, non bastava.

C'erano troppi imprevisti, nella Guerra per il Graal. Semplicemente evocare un eroe più forte degli altri non bastava a garantire la vittoria: spesso, l'astuzia e i trucchi prevalevano sulla mera potenza militare...
Ma se avesse preso questo Spirito Eroico e l'avesse evocato come Berserker, la sua forza sarebbe stata davvero incommensurabile. Nessun trucco avrebbe potuto fermarlo.
Inoltre, evocarlo come Berserker era l'unico modo per assicurarsi della sua lealtà.

"Tu, Sette Cieli, vestito di una Trinità di verbi, vieni oltre i tuoi legacci, e sii la mano che protegge l'ordine!"
Il dolore dell'incantesimo aumentò di colpo, oltre ogni sopportazione, oltre ogni limite; per un attimo, il mago vestito di viola pensò che la sua richiesta non sarebbe stata esaudita, che non fosse possibile evocare quell'eroe come Berserker.

Ma il dolore cessò.
Una fiammata riempì la stanza, attraversando il mago senza ferirlo. Quando svanì, a terra davanti a lui c'era il suo Servant.

Una ragazzina, di appena quattordici anni, ma in armatura completa. Il suo volto era contorto in una smorfia di sofferenza, e, quando aprì la bocca per parlare, ne uscì soltanto un gemito.

Il mago sorrise estasiato.
"Berserker..."

Quello era il Servant che poteva esaudire il suo desiderio.

Fine Prologo ~ Notte del Fato

  
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