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Autore: Klaineinlove    04/06/2012    10 recensioni
Storia ispirata da un post su tumbr.
Kurt è un papà single che a causa del troppo lavoro cerca una babysitter per sua figlia.
Blaine è disperato, ha bisogno di un lavoro.
Storia puramente Klaine!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: A Family to Complete

Rating: verde, ma forse potrebbe cambiare in Giallo. Niente Angst questa volta, forse una spolveratina appena.

Numero capitoli: Cosa ancora da definire.

Aggiornamenti: spero in due aggiornamenti a settimana.

Note: Per questa storia mi sono ispirata a delle gif su tumbrl che però adesso non trovo più ma tempo fa feci uno “stamp” che è questo: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=305464086190339&set=a.292006787536069.63232.243771392359609&type=3&theater

 

Alice Hummel: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=337625652974182&set=a.292006787536069.63232.243771392359609&type=3&theater

 

Disclaimer: (ci tenevo troppo a scrivere una cosa del genere) Glee e i suoi personaggi non mi appartengono anche perchè se fossero stati miei sicuramente Kurt sarebbe partito per la Nyada insieme a Blaine che si sarebbe diplomato con lui e Ryan Murphy sarebbe finito sotto al treno con cui Rachel Berry è partita.

 

 

 

 

Kurt Hummel si riteneva soddisfatto della sua vita. Dopo essersi diplomato a Lima e aver frequentato l’università in Columbia, era riuscito trovare lavoro a New York come assistente personale dell’editore capo di uno dei più importanti giornali di moda della città. Il Mode.

Aveva solo venticinque anni, ma aveva già una vita completa.

 

A diciannove anni, partito verso la grande mela, aveva trovato l’amore, Josh.

Josh aveva già ventisei anni quando conobbe Kurt, ancora un principiante di quella grande città, così il ragazzo non ci mise molto a conquistarlo.

D’altro canto, Kurt era ancora un po’ un ingenuo, e non era mai stato effettivamente innamorato, quindi si lasciò condizionare dalle belle parole e dalle carezze del ragazzo.

La relazione tra i due nei primi mesi procedeva al meglio: Kurt credeva di essere andato seriamente in paradiso dal momento che aveva un lavoro, un fidanzato e una casa tutta sua pagata a spese dell'altro.

Quanto Kurt compì ventun anni, Josh chiese la sua mano e Kurt, che credeva a quell’amore che dura per sempre, non ci pensò due volte a dire Si.

Non fu un matrimonio in grande anche se vennero tutte le persone più care ai due ragazzi.

Suo padre, Burt, nonostante gli avesse ripetuto fino allo sfinimento che era troppo presto per sposarsi, decise comunque di andare al matrimonio di suo figlio continuando comunque a sostenere che non fosse una buona idea.

Quanto Kurt compì ventidue anni, la sua vita cambiò ancor di più.

Josh gli chiese qualcosa che lui non aveva ancora programmato. Aveva pensato che sarebbe stato troppo difficile da ottenere, ma suo marito, con tutta tranquillità, mentre erano seduti sul divano, gli disse di voler un figlio.

Josh aveva circa ventinove anni e sentiva il bisogno di completare quel circolo familiare che aveva cominciato con Kurt.

Quest’ultimo ci pensò continuamente, notte e giorno, e, alla fine, decise che avere un figlio sarebbe stata un'esperienza stupenda.

Ancora una volta dovette combattere contro i suggerimenti del padre e questa volta anche i suoi amici si opposero dicendogli che doveva aspettare. Perché avere un bambino porta tante responsabilità, tanti sacrifici. E quando Kurt cominciò a pensare che forse fosse il caso aspettare ancora un po’ ecco che arrivava Josh e gli faceva cambiare idea.

Ottenere un bambino non fu una cosa semplice, ma Josh, grazie alle sue conoscenze, riuscì ad abbreviare i tempi. Così, grazie ad una madre surrogata e con i geni di Kurt (fu Josh a scegliere di voler che fosse figlio di Kurt) nacque la piccola Alice.

L’arrivo di una bambina in una famiglia composta da due uomini fu una gioia immensa, portò allegria e, forse, un po’ d’amore in più.

Purtroppo però, da qualche parte, deve esserci scritto che tutte le cose belle devono finire.

Le pappe, i cambi e le nottate sveglie forse erano troppe per un ragazzo come Josh, nonostante la sua età.

Per Kurt invece era sempre una sfida.

Se la piccola Alice piangeva, lui accorreva e la coccolava fin quando non si addormentava. Kurt tornava nel suo letto solo quando era certo che il suo piccolo angelo stesse bene.

Certo, i primi giorni furono difficilissimi sopratutto quando la bambina dormiva troppo o piangeva veramente tanto e Kurt entrava in panico non sapendo bene cosa fare e ogni qualvolta decideva di portarla dal medico che però gli assicurava che la bambina era sana e che era tutto normale per i neonati.

A differenza sua, Josh non era in grado di fare le stesse cose che faceva Kurt; ci provava, amava la sua bambina, ma si sentiva sempre più oppresso da tutte quelle responsabilità che doveva addossarsi.

Fu un giorno in cui il marito tornò a casa ubriaco, che Kurt prese una drastica decisione.

Aveva appena finito di dare da mangiare alla sua bambina quando Josh entrò in casa ubriaco. Aveva passato la notte fuori, lasciando Kurt e la piccola da soli in casa.

Poi Josh confessò di averlo tradito ma che se ne era pentito all'istante.

Continuava a dire che aveva bisogno di uscire, cambiare aria e non sopportava ogni volta che Kurt gli diceva di “no”.

Il momento subito dopo la confessione, Kurt prese la sua bambina e uscì di casa lasciando suo marito tra le lacrime.

 

Il divorzio non fu affatto facile. Kurt cadde in una sorta di depressione: in pochi mesi aveva visto il suo piccolo mondo perfetto sgretolarsi. L’unica cosa che lo faceva andare avanti, era la sua piccola. Gli bastava un suo sorriso per trovare la forza di continuare ad essere un buon padre.

Con il processo Alice venne affidata a Kurt, non c'era stato bisogno nemmeno di affidarsi ad un buon avvocato, era palese che con il tradimento e con la scarsa presenza, Josh avrebbe avuto poche speranze.

Ad aiutare Kurt ci pensarono suo fratello e Rachel che restavano con la piccola Alice quando suo padre doveva andare a lavoro. Ma anche i suoi familiari avevano i loro impegni.

Così, all’età di venticinque anni, Kurt era solo con una bambina di tre anni da accudire.

L’asilo che la piccola Alice frequentava chiudeva intorno alle 13.00 e Kurt usava la sua pausa pranzo per correre a prenderla e poi portarla a casa di suo fratello.

Kurt odiava arrivare in ritardo a scuola, una sola volta gli era capitato e aveva trovato sua figlia sola in classe in lacrime credendo che anche l'altro suo papà l’avesse abbandonata. A Kurt si spezzò il cuore vedendo il suo gioiello piangere in quel modo e stringerlo forte pregando di non lasciarlo più.

 

Ogni volta che Kurt lasciava sua figlia da Finn a causa del traffico gli capitava di tornare al lavoro in ritardo.

Anche questa volta arrivò con dieci minuti di ritardo. Al suo arrivo, il suo capo, Mike, lo riprese. Si ritrovò a dover cercare un paio di modelle che avevano disdetto un appuntamento per un servizio fotografico pochi minuti prima dell’incontro.

Kurt sospirò accasciandosi sulla sedia annoiato mentre mandava un paio di e.mail e contemporaneamente rispondeva al telefono.

A volte si chiedeva se questo fosse realmente quello che voleva, ma subito trovava la risposta: sì. Perché Kurt sapeva che, se si fosse impegnato abbastanza, un giorno sarebbe riuscito ad aprire una rivista tutta sua.

Certo, il suo ruolo adesso era fondamentale, in più veniva pagato bene, ma non gli bastava.

Kurt Hummel non aveva limiti e non era il tipo da arrendersi facilmente.

Con l’aiuto di una vecchia amicizia, riuscì a risolvere la crisi e salvare il culo al suo capo: le modelle si erano rifiutate di collaborare solo perché Mike le aveva trattate in un modo decisamente poco garbato. Era in quei momenti che Mike andava in panico e Kurt riusciva a risolvergli la situazione in breve tempo.

Ovviamente, alla fine il suo capo lo ringraziava e, mentre Mike si prendeva tutto il merito, Kurt era costretto a rimanere in disparte, dietro le quinte, senza il diritto di lamentarsi.

Se l’era guadagnato con il sangue questo lavoro e, di certo, non avrebbe lasciato che le sue labbra e la sua voce, troppo squillante per obbiettare, lo mettessero nei guai.

 

Il momento della giornata che Kurt preferiva era la sera.

Dopo essere passato a riprendere Alice dagli zii tornavano insieme a casa.

La piccola solitamente cenava con Finn e Rachel, mentre Kurt acquistava qualcosa di già pronto lungo il ritorno, troppo stremato per mettersi ai fornelli.

Dopo il bagno, entrambi si mettevano sul lettone con la Tv accesa mentre Kurt le pettinava i lunghi capelli chiari e lei gli raccontava la sua giornata.

Oggi abbiamo imparato l’alfameto”

Alfabeto tesoro” la corresse teneramente Kurt mentre sistemava i capelli di sua figlia in due lunghe trecce. “Fammi sentire, su” la incoraggiò.

A-B-D-G-E-” la piccola Alice si interruppe non appena sentì il suo papà scoppiare in una fragorosa risata. In risposta lei si voltò indispettita e gli fece la linguaccia.

Scusa, scusa non rido più.” Le disse baciandole la fronte.

Che ne dici se andiamo a nanna?”propose Kurt spegnendo la Tv. La piccola Alice così scattò velocemente infilandosi sotto le coperte del lettone di suo padre.

Eh, no. No signorina! Hai un tuo letto e una tua camera” la richiamò Kurt ma la piccola si era già sistemata sul grande cuscino del padre.

Okay, solo per questa notte!” l’avvisò Kurt prima di infilarsi anche lui sotto le coperte e abbracciarla forte.

In realtà non voleva ammetterlo nemmeno a se stesso, ma amava quando la sua piccola dormiva con lui. Odiava sentirsi così solo in un letto così grande. Ma non voleva nemmeno che sua figlia diventasse viziata e prendesse quest’abitudine, perché chissà, magari un giorno qualcuno avrebbe potuto occupare quel posto vuoto lasciato da Josh.

Daddy?”

Dimmi Alice” Kurt l’accarezzò lentamente.

Perché papà non vive qui?”domandò la piccola senza voltarsi ma adagiando meglio la testa sul cuscino. Sentì la presa di suo padre farsi più forte intorno a lei.

Alice, ne abbiamo già parlato, ricordi? Perché me lo chiedi? Vuoi stare con lui?”

La piccola scosse la testa “Voglio stare sempre con te. Ma papà non c'è mai”

Kurt non aveva voglia di rispiegare alla sua bambina che lui e Josh non potevano essere come Finn e Rachel, non più. Non poteva spiegarlo perché questo avrebbe portato ad altre domande che portavano a risposte sofferenti.

Che ne dici se ti canto una ninna nanna?”

La cosa parve funzionare perché la piccola acconsentì e si lasciò cullare da suo padre.

 

La domenica era il giorno in cui Kurt poteva dormire un po’ di più.

 

Durante la settimana la sveglia suonava alle 5.30: Kurt puliva casa come meglio poteva e mentre la piccola dormiva , preparava la colazione poi, mentre Alice mangiava, lui le preparava il pranzo, i vestiti puliti, le faceva un bagnetto veloce, si lavavano i denti insieme e poi andavano dritti verso la scuola.

 

La domenica invece, Kurt poteva permettersi di dormire qualche ora in più fino a quando Alice non alzava al massimo il volume della televisione per farlo svegliare, dal momento che calci e morsi sul braccio non portavano a nessun risultato.

 

Parco!” esclamò la piccola cominciando a saltare sul letto facendo cadere le lenzuola sul pavimento. Kurt si grattò la testa osservando la sveglia: era effettivamente ancora presto per andare al parco ma sapeva che se solo avesse provato a mettere di nuovo la testa sul cuscino, sua figlia gliel'avrebbe fatta pagare cara. In fondo aveva preso tutto da lui.

E parco sia.”

 

Kurt era seduto su una panchina ad osservare come sua figlia continuava a correre cercando di afferrare inutilmente suo zio Finn. Alzò gli occhiali da sole intrecciandoli tra i capelli ordinati e rivolse lo sguardo al cielo facendo riflettere il sole sulla sua pelle nivea.

E’ difficile distinguere chi è il bambino tra i due” constatò Rachel sedendosi accanto al suo migliore amico “Finn ritorna a casa sempre con i pantaloni sporchi di terra quando gioca con tua figlia”

Kurt ghignò ascoltando i lamenti della ragazza per poi lasciarsi andare in un sospiro.

Sei troppo silenzioso Kurt, che succede?”

Sto solo cercando di godermi questa giornata. E’ diventata una cosa rara per me. Mi sento così vecchio!”

Ma cosa dici? Hai venticinque anni Kurt e ne dimostri diciotto! Io credo che dovresti uscire un po’. Magari andare in qualche locale, conoscere nuova gente, qualche ragazzo. Da quant’è che non hai un rapporto Kurt?”

L’amico sbuffò “Rachel è inutile. Ho già provato ad uscire qualche sera da solo, quando Josh teneva la bambina. Il risultato è stato che continuavo solo a pensare a pappe e pannolini o al lavoro o al fatto che io ero in un locale e mi mancava terribilmente la mia bambina.”

Rachel istintivamente gli accarezzò la schiena.

Con Josh non è cambiato nulla?”

Kurt scosse la testa “Non ho intenzione di tornare con lui, devo pensare ad Alice e lei non ha bisogno di vedere due genitori che litigano tutto il giorno, soprattutto se è lei la causa” Lo sguardo di Kurt si spostò sulla figlia che stava praticamente schiacciando suo zio saltandogli addosso.

Kurt devi uscire maledizione! Ti stai rovinando la vita così. Questa sera, uscite tu e Finn, potrei tenerti io la bambina” gli propose Rachel.

Forse potrei uscire con i miei colleghi. Mi avevano invitato a bere qualcosa in un locale. Tornerei per mezzanotte per riprendere Alice”

Rachel squittì “No, la piccola resta con noi, l’accompagneremo domani mattina a scuola senza che tu ti debba preoccupare di una sbronza. Divertiti e lasciati andare. Hai troppi impegni!”

Forse dovrei trovare una babysitter per Alice” concluse pensieroso Kurt.

 

 

 


 

 

Ho bisogno di un lavoro” urlò frustato Blaine lasciando cadere la sua borsa sul tavolo del salotto, si avvicinò al suo amico stravaccato sul divano, gli strappò la birra di mano e ne bevve un lungo sorso.

Si che hai bisogno di un lavoro e questa è mia” asserì Sebastian riappropriandosi della birra. “Anche perchè gli ultimi due affitti li ho pagati io e non voglio passare per quello bisognoso di soldi, biscottino mio, ma mio padre mi taglia i viveri se non supero il prossimo esame, come se fossi ancora alle superiori. E sappi che Sebastian Smythe non ha alcuna intenzione di andare a vivere sotto ai ponti”concluse il ragazzo osservando la bottiglia vuota.

Beh non è colpa mia se la caffetteria ha chiuso e il supermarket non assume!” disse frustrato Blaine guardandosi intorno

Ma cos'è questo disordine? Sebastian! questa casa fa schifo!” Blaine si alzò e prese un sacchetto infilando le cartacce che il suo coinquilino aveva lasciato in giro.

Vivere con il suo amico d'infanzia era stata una gran cosa per Blaine. Era vero, c'erano alti e bassi tra di loro, ma alla fine si ritrovavano sempre a fare pace. Loro due, in un certo senso, si completavano: Sebastian era la parte da ribelle, quando avevano bisogno di svago o di non pensare troppo agli esami, Smythe dava il meglio di sé organizzando delle serate perfette con sbronze colossali, mentre Blaine era la parte più tranquilla e ragionevole. Lui era quello che metteva ordine alle cose e sapeva quando c'era il bisogno di fermarsi quando superavano certi limiti.

Da lunedì mi rimetto in ricerca di un lavoro e ti pagherò la mia parte dell'appartamento”

Sebastian si alzò e avvolse un braccio intorno alle spalle di Blaine.

Oppure, potresti trovare un altro modo per ricompensarmi...” lo sguardo del biondino si spinse verso il basso.

No Seb!”
“Andiamo schizzo, non esco con un ragazzo da un...oh andiamo non farmelo dire, mi vergogno!”

Da una settimana?”

Sette giorni e quindici ore! E non è che io le stia contando, ma questi esami mi stanno mandando al manicomio! Ti rendi conto che l'ultima volta che stavo chiacchierando con un ragazzo mi disse che sua madre era un avvocato ed io mi sono ritrovato a pensare a tutte le leggi che studio e tutti i casini che avevo in testa. Questo è assurdo!”

Blaine rise, adorava vedere il suo amico in panico, era raro avere una visione del genere.

Facciamo così Seb. Sarò io quello che stasera propone di uscire, ti va?”

E le leggi, i libri?”

No, no niente di tutto questo! Stasera io e te usciamo”

 

 

 

 

 

Note: Eccomi qui con una nuova storia!

Questo capitolo ovviamente è un'introduzione della storia, Blaine cerca lavoro e Kurt cerca qualcuno per far badare la propria bambina.

Sebastian è presente nella fic, ma non preoccupatevi niente storie amorose con Blaine, solo un pizzico di divertimento con lui =)

Che altro dirti, aggiornerò il prima possibile e spero che questo assaggino di questa nuova long vi piaccia. Ps: dimenticavo: il lavoro che fa Kurt in pratica è quello di Ugly Betty (il telefilm) così vi è più chiaro di cosa si occupa.

 

   
 
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