Prologo
Una spugna per
cancellare il passato,
una rosa per addolcire il presente
e un bacio per salutare il futuro.
G. Maupassant-
Una
serata diversa. C’era il nitrito dei cavalli, il suono delle
varie attrezzature
che venivano smontate, il fruscio dei tendoni, le risate delle
intrattenitrici,
il rumore dei giochi dei clown, l’abbaiare dei cani e il
barrire degli
elefanti, ma quella sera era diversa. Stavolta non ero da solo, chiuso
nella
mia tenda a lavorare per i giorni, i mesi o gli anni successivi. Ero
con lei,
con quell’adorabile quanto odiosa ragazzina. Presto ci
saremmo messi in viaggio
per la nostra prossima meta e dopo un paio di bicchieri di champagne,
per
brindare alla magnifica riuscita di quella giornata, mi ero lasciato
convincere
a fare una breve passeggiata, prima di andare a dormire. Era piacevole
la sua
compagnia, sapevo quanto lo potesse essere in alcuni casi, ma non avevo
mai
apprezzato e capito chiaramente quanto fosse furba ed intelligente. Ero
riuscito a divertirmi ancora, per una volta. Avevo messo da parte il
mio ruolo
austero e severo e avevo fatto riemergere il semplice ragazzo che era
sepolto
in me.
Stavamo ancora ridendo, quando lei si avvicinò a me. Smisi
di ridere e guardai
prima i suoi occhi intensi e poi le sue labbra, prima che queste si
posassero
sulle mie. Erano soffici e morbide, un contatto piacevole,
più di quanto
pensassi. Durò qualche secondo, fin quando lei non trovando
una mia risposta si
scostò da me. Si morse il labbro inferiore e mi
guardò per qualche secondo, per
poi abbassare lo sguardo.
Sospirai e mi passai una mano tra i capelli.
<<
Bella, io… >>
<< Non dire nulla. >>
Le
misi un dito sotto al mento, per poterla vedere in viso e osservai
ancora
una volta i suoi bellissimi occhi.
<<
Mi dispiace, non ricambio i tuoi sentimenti. >>
I
suoi occhi divennero lucidi e io sospirai pesantemente. Mi costava
dirle
quelle cose, le volevo molto bene ma non mi sentivo di illuderla.
Perché avrei
dovuto?
Era talmente orgogliosa che non versò nemmeno una lacrima,
ma sapevo bene
quanta voglia aveva di piangere.
<<
Ti avevo detto di non dire nulla, Edward. >>
<< Perdonami, ma non voglio farti soffrire,
più di quanto non lo stia
facendo adesso. Desidero che tu abbia le idee chiare. Sei una donna
bellissima,
hai bisogno di un uomo che ti ami. >>
<< E tu non puoi. >>
Suonava
quasi come una domanda e io scossi il capo lentamente, in segno di
diniego.
<<
Già… non preoccuparti, sono dispiaciuta ma non
sorpresa. >>
Fece
per andarsene, ma io l’abbracciai da dietro. So che era un
comportamento
ipocrita da parte mia, ma non volevo che andasse via così.
Non eravamo mai
stati amici e mai avremmo potuto esserlo. Non solo perché
lei mi amava, ma
perché eravamo davvero incompatibili. Eppure ci volevamo
bene, o per lo meno io
le volevo bene. Avevo imparato a farlo, ma non potevo fare di
più. Non volevo
di più da lei.
<<
Bella, sai anche tu che non potrebbe mai funzionare. Sei solo confusa.
>>
<< Ti sbagli >> disse fredda.
La
voltai, tra le me braccia, per incontrare di nuovo i suoi occhi. Avrei
voluto dirle qualcosa, ma rimasi a guardarla. Cos’era Bella?
Una nemica, un’
amica, una confidente… la lista era infinita, ma la cosa
più importante tra
queste era che non l’amavo.
Ti sbagli
Eppure
le sue parole rimasero tra noi, come un monito disperso nel tempo.
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Spero
che questo prologo
vi piaccia. E’ una storia diversa dalle altre che ho scritto.
Ho pensato di cominciare
a pubblicarla visto che ho qualche problema con le altre. Per chi le
segue
però, sappiate che tornerò il più
presto possibile. Ogni vostro commento sarà
ben accetto!
A
presto!
Stella
Del Sud