Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Wren e Harriet    22/12/2006    9 recensioni
Quando le cose vanno bene, quando le cose non vanno bene per niente...essere felici per una cosa stupida è sempre meglio di nulla, no?
Genere: Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Hyuuu! Harriet qui che vi parla!
Un bell’applauso all’account “Wren e Harriet” che è appena stato aperto e si spera presto sarà riempito di co-produzioni!^^
Due parole su questa storiella sono doverose.
Tutto iniziò da un tubettino di smarties. Avete presente, no? Beh, ecco, un giorno, mentre vagavo depressa tra le sedi della mia facoltà, maledicendo la burocrazia universitaria, i ritardi dei treni e così via, mi fermai in un bar per prendere un caffé e finii per prendere gli smarties, colta da uno strano senso di entusiasmo al ricordo di quanto tempo era che non li mangiavo e quanto mi piacessero quando ero piccola.
Mi passò la depressione di colpo e mi entusiasmai così tanto che a un certo punto, nella mia mente, mi dissi: “Mi sento scema come Fay!”. Beh, più tardi, mentre tentavo di non addormentarmi a lezione, scribacchiai la prima parte di questa storia.
L’indomani mi incontrai con Wren (io e lei abitiamo in parti diverse d’Italia! ç_ç), e quando ci salutammo, le lasciai la brutta copia della storia, scritta (male) sul mio quaderno degli appunti di Letteratura Italiana.
E quando me la rispedì, scritta al computer...Aveva aggiunto la meravigliosa seconda parte! ç____ç
Dunque, una storiella scema e senza molte pretese è diventata una storia tremendamente carina grazie a Wren, ed è diventata anche una collaborazione...quindi...
Noi ve la proponiamo! Buona lettura e grazie! ^_^

SPOILER PER I CAPITOLI SUCCESSIVI AL 130!!!!!!!!!!


Smarties Fic


- Waaah! Che meraviglia! Garda, Kuro-pin! Sono colorate e dentro c’è il cioccolato! Dai, sentine una, sono buonissime!-
Il ninja si spostò per la ventesima volta, per sfuggire a quel tornado di energia ed entusiasmo. Ovviamente fu tutto inutile, dal momento che il mago continuò a saltellargli intorno, cercando di cacciargli in mano degli stupidissimi dolcetti che sembravano pastiglie, che lui non aveva assolutamente intenzione di mettere in bocca.
- Piantala!- borbottò, tutto intento a cercare di capire come avrebbero potuto portare a termine la missione del giorno in modo dignitoso.
- E daaaaaaaai! Rilassati! Sorridi! E mangia uno di questi!- cantilenò lo stupido mago, ignorando del tutto il fatto che avevano qualcosa di molto difficile da compiere. Oh, accidenti a quando, quella mattina, erano entrati in quel “bar”, dove il mago era andato a scoprire la cosa più inutile e dannosa di tutti i mondi, quei maledettissimi cosi colorati!
- Daaaai!- insisté l’altro, come sempre al massimo della sua vitalità.
- Levati di qui!- strepitò il ninja, scansando il mago e i suoi assalti, tentando di tornare a concentrarsi sull’arduo compito che quei due mocciosetti gli avevano affibbiato, e che lui intendeva fare come si deve: fare la spesa.
- Ma sono buonissime! E sono così carine!-
- Pensa piuttosto a questa dannata spesa che dobbiamo fare!-
Ecco, Kurogane avrebbe veramente voluto sapere perché il mago aveva la capacità di esaltarsi per le cose più stupide, perché avesse tutta questa incontenibile passione per tutto ciò che minava la dignità di un essere umano adulto normale, e soprattutto...perché ci tenesse così tanto a comunicarglielo!
Non l’avrebbe mai saputo, temeva, ma avrebbe dovuto sopportare i momenti di esaltazione dell’altro ancora a lungo...
- Ma è divertente mangiare queste cosine colorate!-
- ORA BASTA! Non me ne frega niente se ti diverte così tanto! Ti ho detto di comportarti da persona normale! Si può sapere perché devi essere così stupidamente felice per una cosa tanto inutile?-
Poi si morse la lingua, quando si rese conto di tutte le enormità che aveva detto in cinque secondi.
Non me ne frega niente, perché devi essere – anche se stupidamente, certo – così felice?
- Waaaah, Kuro-myuu è cattivo!-
Ecco, ora erano passati alla fase dei piagnucolamenti. Ancora un po’ confuso per i sensi di colpa che lo avevano colto a tradimento, Kurogane insisté con la sua linea dura. - Vattene da qui!-
Il mago finalmente si arrese, gli rifilò quel sorrisino deluso che metteva su quando il suo entusiasmo veniva bruscamente smontato, e smise di saltellare e di importunarlo.
- Se Kuro-pon mi fa vedere la lista della spesa di Sakura-chan, magari ci dividiamo e troviamo un po’ di roba per uno, così facciamo prima!-
Kurogane gli passò meccanicamente la lista, e il mago, dopo aver dato un’occhiata, trotterellò via.
- Ma tu guarda se uno si deve trovare a questo!- borbottò Kurogane, spingendo avanti il suo carrello.
Non è normale, non lo è per nulla. Come si può ridursi a essere felici solo per le cose più stupide che si trovano in tutti i mondi? Sembra che si esalti veramente solo quando può sfogare la sua stupidità. O il suo sadismo, rompendo le scatole a me. Cosa che fa puntualmente. Non è normale! Insomma!
Aggirò un immenso mucchio di scatole di pasta in agguato in un angolo, superò due vecchiette che spingevano carrelli pieni di roba, e imboccò un vicolo tra due scaffali.
Poi è ovvio che uno gli risponde male!
Ad un certo punto si trovò davanti allo scaffale dei dolci...
Riluttante, gli diede un’occhiata e vide che c’erano anche quei cosi colorati che il mago aveva scoperto quella mattina, e che l’avevano reso così esaltato.
Ma chi è che spenderebbe per comprare questo genere di cose...a parte quel mago scemo?
E all’improvviso una grande sfida si profilò all’orizzonte, per il ninja: avrebbe resistito nelle sue posizioni come un vero guerriero, contro ogni stupido eccesso di entusiasmo non dignitoso e contro i sensi di colpa…O si sarebbe lasciato andare, compiendo un gesto di cui si sarebbe vergognato per una vita intera?
Un vero guerriero resiste finché può!
Ma poi sa anche ammettere la sconfitta.
E lì Kurogane capitolò senza scampo.
Con la stessa tranquillità e scioltezza di una persona che si appresta a mettere la mano in un covo di vipere, Kurogane tese la mano verso lo scaffale ed afferrò due o tre tubetti di quelle cosine colorate, gettandole poi immediatamente nel mare di roba del carrello. Borbottò qualcosa di incomprensibile e passò avanti in fretta, per non dover più vedere il luogo del delitto.
Finalmente di fare i suoi acquisti, e si trovò alla cassa, dove lo aspettava il mago, molto più tranquillo di prima. Kurogane lasciò che fosse il mago a sbrigare il pagamento, mentre lui metteva gli acquisti sul nastro scorrevole, domandandosi se fosse magia anche quella che faceva muovere quel coso.
Quando furono usciti dal supermercato, Kurogane capì che doveva agire, era arrivato il momento e non poteva tirarsi indietro, per quanto ciò non gli risultasse così gradito. Infilò la mano nella borsa della spesa, pescò i dolcini che aveva preso (chissà se il mago li aveva già notati e cos’aveva pensato…) e li porse al mago, senza guardarlo in faccia.
- Tieni.-
- Eh?-
- Tieni questa roba, è per te.-
- Per me?-
- Io non la mangio di certo!-
- …Waaaah!- strillò Fay, tornando esaltato di nuovo, all’improvviso. – Kuro-chan mi ha regalato i dolcini!!!-
- Regalato un cavolo!- ruggì Kurogane, sentendosi più stupido che mai. – Io ti ho fatto un favore, ma in cambio tu porti le borse della spesa e smetti di saltellarmi attorno per il resto della giornata!-
Fay prese le borse senza protestare, e continuò a blaterare scemenze, come al solito, lungo tutta la strada da lì al loro alloggio.
Ma tu guarda che tipo! Deve avere qualcosa che non funziona, in quella testa!
Però, anche se sarebbe durato poco e non avrebbe cambiato niente, ora quel mago che non sarebbe stato mai normale era almeno un po’ stupidamente felice.
Per una cosa inutile ed effimera, era vero.
Una felicità superficiale che sarebbe svanita subito, era vero.
Kurogane lanciò un’occhiata obliqua al mago che camminava saltellando, agitando le borse della spesa, e scosse la testa.
Era sempre meglio di niente.

*

- Hai bisogno di qualcosa, Kurogane?-
Il ninja si maledì per aver deciso di andare nella stanza di Fay e per tutti i propri reiterati tentativi di star dietro ad uno stupido che non apprezzava lo sforzo.
- Oggi sono andato io a fare provviste per tutti…- iniziò Kurogane, non più troppo sicuro di sé stesso come poco prima di entrare.
- Lo so bene- replicò freddamente Fay. –C’ero anche io quando Sakura-chan ti ha dato la lista della spesa.-
Kurogane mandò giù tutto l’astio che il mago gli stava trasmettendo e prese fiato. - Tieni.- gli disse lanciandogli attraverso la stanza un piccolo oggetto che aveva finora tenuto celato in tasca.
Fay l’afferrò al volo con un movimento così rapido che quasi Kurogane non lo vide spostarsi.
Nell’istante in cui il mago realizzò cosa stringeva in mano, spalancò sorpreso l’occhio e per qualche momento non gli riuscì di mostrare alcuna reazione al di là dello stupore. Immagini lontane di un tempo in cui tutto era diverso, in cui “mamma” e “papà” andavano a fare la spesa insieme, gli riaffiorarono alla mente e lo portarono lontano da quella stanza.
Kurogane se ne approfittò in fretta.
- Anche se non hai più bisogno di mangiare, i dolci ti piacciono ancora.-
Non era una domanda. Era una constatazione. Kurogane aveva sempre osservato Fay ed ora, se possibile, lo teneva d’occhio ancora di più.
Uscì dalla stanza prima che Fay avesse il tempo di riprendersi dalla sorpresa, prima che gli venisse in mente di restituirgli la scatolina di dolcetti con una frase acida e uno sguardo gelido.
Passò qualche giorno e Fay non fece parola dell’accaduto, ma nemmeno lasciò intendere al ninja che la cosa l’aveva infastidito. Qualche tempo dopo Kurogane lo sorprese a soppesare un paio di quelle pastiglie colorate sulla mano ed a mangiarle con aria malinconica, non sapendo di essere osservato.
Kurogane non gli disse mai quello che aveva visto, non tentò di insistere sull’assurdità e la stupidità del comportamento sostenuto che aveva assunto ultimamente, che evidentemente risultava doloroso anche per lui stesso.
Continuò a stargli accanto, mandando giù ogni parola acida che gli veniva rivolta, cercando di tenere a mente quel sorriso triste che il regalo gli aveva strappato.
In quel momento era molto più di quanto non osava sperare da tanto tempo.

  
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