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Autore: Pletto_    04/06/2012    2 recensioni
Un chiarimento su l'amore-amicizia tra Sherlock Holmes e John Watson.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DAL DIARIO DI JOHN WATSON

“E così Sherlock Holmes riuscì a risolvere l'enigma del pane rosicchiato...”
“Watson! Ma le sembra normale? Io sono un famoso detective e lei scrive della mia avventura con quel ratto d'appartamento?” disse Holmes ironizzando sul mio racconto, come faceva sempre del resto.
“Mi permetta Holmes di esprimere il mio dissenso, la trovo una storia fenomenale e i posteri saranno sicuramente lieti di leggere delle sue avventure, soprattutto di quelle più futili” cercai di difendere il mio lavoro.
“Baggianate!” disse lasciando il mio studio “Watson la smetta di scrivere tutto quel che faccio su quel diavolo di taccuino!” disse infine strillando dalla sua stanza.
Guardai Gladstone alzarsi dalla sua cuccia, cosa insolita, e andare verso la stanza di Holmes “E lei la smetta di far morire il mio cane!” strillai ridendo sotto i baffi, ho sempre detestato il suo modo di fare, ma non posso fare a meno di sorridere ogni volta che penso a Holmes.
Mi alzai dalla poltrona e andai verso la finestra, mi affacciai, cercai un indizio, qualcosa che mi facesse arrivare alla soluzione del mio enigma: Chi è Sherlock Holmes per me?
Il mio flusso di pensieri fu interrotto dall'arrivo della signorina Hudston.
“Mi scusi dottore ha ricevuto questa lettera...”
“Oh, si grazie”
“Qualcosa non va dottore?”
“No tutto apposto signorina Hudston”
Presi la lettera e da parte di Mary, era partita per andare a trovare la madre a Birmingham.
“Mio caro John qui a Birmingham va tutto bene spero anche lì a Londra, entro una settimana dovrei tornare, salutami Holmes e tutta l'allegra brigata del club di football... Arrivederci tanti cari saluti la tua Mary”
Altri cinque giorni senza la mia amata Mary, sarà davvero dura con Holmes.
D'un tratto entrò nella mia stanza e disse: “Watson! Gladstone è morto! Ma poi l'ho fatto tornare nel nostro mondo, non si preoccupi.”
“Holmes! Le pare il caso di entrare nel mio studio senza bussare? Potevo essere impegnato in altre faccende”
“Sono certo che la lettera di Mary sia molto eccitante, ma mi creda Watson, lei non è il tipo da fare certe cose in una casa piena di gente” lo disse in un modo così saccente ed irritante da essere quasi eccitante.
“Un momento come fa a sapere che la lettera è di Mary? L'ha letta prima di me per caso?” dissi cercando di eliminare il pensiero di Holmes dalla mia mente.
“C'è quella sottile differenza tra me e lei, Watson. Lei ha occhio per i dettagli io, al contrario, ho occhio per l'invisibile all'occhio umano; una macchia di rossetto sulla busta, il profumo di rosa tipico di sua moglie, scrittura femminile e delicata, probabilmente era molto concentrata sull'aspetto estetico della lettera, infatti dalla brevità del messaggio si deduce che non aveva molto da dirle, forse era una prova per vedere se la posta arriva anche se è da Birmingham...”
“Basta Holmes! Ha ragione non dovevo chiederglielo... Adesso per cortesia può andare via?”
“Certo, la lascio con la sua lettera” se ne andò facendomi l'occhiolino.
Il cuore fece un sussulto. Non è possibile! Io amo Mary!
Okay è solo Holmes, anche se provassi qualcosa per lui, devo cercare di comportarmi come sempre, se ne accorgerebbe altrimenti.
La notte ebbi un pensiero fisso, e non era Mary. “Il marito peggiore del mondo” pensai. Le nostre stanze, la mia e quella di Holmes, erano una affianco all'altra; se mi concentravo potevo sentire il suo flebile russare, o forse era quello di Gladstone, non mi interessava, mi faceva sentire al sicuro, mi addormentai con una domanda: Lui che cosa prova?

DAL DIARIO DI SHERLOCK HOLMES

Gli esperimenti con Gladstone sono risutati tutti positivi, credo che se fosse morto, non me lo sarei mai perdonato,in fondo quel cane ha anche qualcosa di mio; no, però io non russo così! Almeno credo. “Bisognerà fare qualcosa, fammi andare a controllare, Watson non se ne accorgerà nemmeno.” pensai inconsciamente. Ho sempre avuto le idee chiare, su tutto, tranne che su Watson, il mio unico e vero enigma.
Chissà cosa sarebbe successo se non l'avessi mai incontrato? Me lo sono chiesto molte volte, e tutte le volte non ho saputo darmi una risposta. Eppure, ho sempre tutte le risposte.
Andai in camera sua con l'intento di far smettere di russare Gladstone, ma Watson era sveglio. A questo non ci avevo pensato, “sto perdendo colpi?” pensai tra me e me.
“Holmes! Che ci fa qui?” strillò come una femminuccia.
“Ssh!” gli feci, cosa potevo inventarmi per giustificare la mia irruzione, “silenzio Watson, questa è un'esercitazione!”
“Di cosa?” oh santa pace il suo cuore batteva a mille e nei suoi occhi c'era un misto di terrore ed incanto. Ebbi l'istinto di girarmi non c'era nessuno dietro di me, e allora perché quello sguardo?
“Watson che cosa le prende?” chiesi molto più spaventato di quello che volevo dar a vedere.
“Niente Holmes, niente”
“Mi ha spaventato, Watson!”
“Io l'ho spaventata?! Perché è venuto qui Holmes?!”
“Ehm... Per Gladstone! Russa troppo!”
“Si in effetti, ma cosa voleva fare al povero Gladstone?”
“Non so, ucciderlo un'altra volta?”
“Adesso per favore, può tornare nella sua stanza? Vorrei provare a dormire...”
“Si con piacere, e comunque gliela scriva un po' più lunga la lettera a Mary, le farà sicuramente piacere”
Tornai nella mia stanza, giuro di aver già visto quello sguardo, e spero di sbagliarmi.
Il giorno dopo mi alzai di buon mattino e feci una passeggiata nella fumosa città di Londra, tutti avevano già iniziato a lavorare. Pensavo e ripensavo al suo sguardo, a come mi aveva colpito e spaventato allo stesso tempo, stavo iniziando a decifrare John Watson, quell'uomo che avevo visto crescere ed evolversi, soffrire e combattere con me, forse un po' da egoista speravo che lui capisse che aveva più cose in comune con me che con Mary, sua moglie.

DAL DIARIO DI JOHN WATSON

“Lo ha capito! L'ho letto nei suoi occhi scuri e profondi come la notte. Come si nasconde un sentimento così agli occhi dell'interessato? Come faccio? Holmes non è una persona normale lo deduce se qualcosa non va.”
Vorrei non aver mai parlato troppo con lo sguardo.
Mentre scrivevo irruppe nuovamente nella mia stanza, questa volta riuscii a contenere la mia reazione.
“Mi dica Holmes”
“Watson devo parlarle riguardo ieri sera e la mia intrusione” il sangue si gelò nelle vene
“Non deve assolutamente giustificarsi Holmes”
“No! Devo... Ieri sono sicuro di essermi intrufolato in camera sua per Gladstone, ma questa mattina dopo aver passeggiato per Baker Street ho capito che il mio obbiettivo era lei, o meglio, la sua reazione, e quel che ho visto mi ha fatto pensare...”
“La smetta Holmes! La prego, l'attrazione che entrambi proviamo non è sessuale, vero?” gli chiesi sperando di non essere l'unico a sentirmi strano.
“No affatto, io sono molto geloso di lei, Watson...” si avvicinò a me chiudendosi la porta alle spalle. “Io provo qualcosa per lei, proprio come lei prova qualcosa per me” le sue labbra sottili sfiorarono le mie, prima delicatamente e poi con passione. Rimasi impassibile per dei secondi interminabili Non sapevo se ricambiare, forse rispondendo al bacio avrei solo scatenato la passione travolgente che temevo. Non risposi, si staccò e disse: “Tutto qua? Mi sta dicendo, Watson, che lei non prova nulla per me?”
“Non lo so, Holmes, sono curioso, ma non la amo”
“Le pare? Io neanche la amo! Gliel'ho detto io sono solo geloso di lei”
“E allora perché mi ha baciato?”
“Esperimenti, Watson, esperimenti” uscì dalla mia stanza borbottando qualcosa che non riuscii a capire.
Forse avrei dovuto rispondere, o forse sono contento così, lui tiene a me e io tengo a lui.

DAL DIARIO DI SHERLOCK HOLMES

Il mio enigma. L'unico caso che non risolverò mai, mi sono sbagliato anche questa volta. Dannazione!

  
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