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Autore: AndreaAlexa    05/06/2012    0 recensioni
"Scusa, questi posti sono occupati?" Se prima non credevo ai miei occhi adesso so bene di essere cieca. Adam Brody, proprio lui, è di fronte a me e mi sta chiedendo di sedersi. I suoi occhi color nocciola, i suoi capelli ricci, il suo sorriso perfetto.. sto sognando di sicuro. E' uno di quei sogni in cui poi finisco a farci sesso. Apro e chiudo gli occhi, apro e chiudo gli occhi, ma la situazione non cambia. Sono "costretta" a rispondergli, per evitare di sembrargli una cretina.
"Ehm.. Uno sì, ma c'è n'è uno libero, quindi siediti pure" cerco di mantenere la calma.
"Grazie" sfoggia di nuovo quel suo sorriso perfetto, poi si accomoda sulla sedia "Posso conoscere il tuo nome?" mi chiede senza un filo di timidezza.
"Andrea, mi chiamo Andrea" lo dico più a me stessa che a lui. Data la situazione, sento di aver dimenticato tutto della mia vita.
"Andrea.. Che bel nome" un altro dei suoi sorrisi, ha detto che ho un bel nome.. quindi, mi chiedo, perchè sento di essere ancora in vita? O questo è il paradiso?
"..E tu sei Adam Brody"
Genere: Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New York. Stati Uniti. 5th Avenue.
Ho ottenuto il diploma e sono stata accettata alla Columbia University. E' un sogno, come questo appartamento in cui sono appena piombata con tutte le valige che ho portato dietro, e con la mia amica Giulia. E' il 3 Giugno, i nostri genitori hanno deciso di spedirci prima possibile qui per permetterci di ambientarci al meglio. Sono nella grande mela, sono a New York, ed è ancora difficile per me rendermene conto. L'appartamento è abbastanza grande, con una cucina, un salottino, un bagno e due camere da letto, e l'uomo a cui l'abbiamo affittato, James, non è poi così antipatico. E' arredato bene, le due camere da letto sono praticamente uguali. Io e Giulia ci siamo già sistemate.
"Allora tesoro, come ti sembra?" mi chiede papà al telefono mentre guardo fuori dalla grossa finestra che affaccia su Times Square.
"Non ho parole papà, è fantastico! Ma ora devo lasciarti, io e Giulia abbiamo deciso di andare a fare colazione da Starbucks e darci alla pazza gioia!" attacco il telefono nel momento in cui sta per rispondere ai miei toni eccitati. 
"Dio, ma ti rendi conto Andrea? Siamo a New York!" urla Giulia saltando sul letto.
"Non me ne rendo conto, mi sembra tutto troppo bello per essere vero!" urlo anch'io. Dopo un bel pò di schiamazzi, ci prepariamo e finalmente scendiamo. Le urla non mancano, ci guardiamo intorno e non crediamo ai nostri occhi. Ci catapultiamo nel primo Starbucks che troviamo. Io occupo un tavolo, mentre Giulia va ad ordinare un frappuccino per me, un caffè per lei e qualche biscotto. Non smetto di guardare oltre i vetri. Sto sognando? Istintivamente mi do un pizzicotto da sola, ma la scena non cambia. New York è qui. Ci sono dentro. C'è un giornale di New York Times sul tavolino che ho occupato, l'unico posto libero, con tre sedie. Do un'occhiata a Giulia che, impaziente, sbuffa in mezzo a tutta quella folla che ordina di tutto. Sorrido e mi fiondo sul giornale per leggere qualche articolo interessante. Mentre sono immersa in quella lettura piacevole, anche se in prima pagina c'è qualche morto, qualcuno abbassa leggermente la carta del giornale.
"Scusa, questi posti sono occupati?" Se prima non credevo ai miei occhi adesso so bene di essere cieca. Adam Brody, proprio lui, è di fronte a me e mi sta chiedendo di sedersi. I suoi occhi color nocciola, i suoi capelli ricci, il suo sorriso perfetto.. sto sognando di sicuro. E' uno di quei sogni in cui poi finisco a farci sesso. Apro e chiudo gli occhi, apro e chiudo gli occhi, ma la situazione non cambia. Sono "costretta" a rispondergli, per evitare di sembrargli una cretina.
"Ehm.. Uno sì, ma c'è n'è uno libero, quindi siediti pure" cerco di mantenere la calma.
"Grazie" sfoggia di nuovo quel suo sorriso perfetto, poi si accomoda sulla sedia "Posso conoscere il tuo nome?" mi chiede senza un filo di timidezza.
"Andrea, mi chiamo Andrea" lo dico più a me stessa che a lui. Data la situazione, sento di aver dimenticato tutto della mia vita.
"Andrea.. Che bel nome" un altro dei suoi sorrisi, ha detto che ho un bel nome.. quindi, mi chiedo, perchè sento di essere ancora in vita? O questo è il paradiso?
"..E tu sei Adam Brody" tanto vale essere spontanea, evitando di saltargli addosso. Non voglio perdere quest'occasione. Fa un risolino che è musica per le mie orecchie. 
"Hai indovinato" 
"Ora non ti dirò che ti seguo da sempre, che ho tutte le puntate registrate di O.C., che ho visto tutti i film in cui ci sei, e di certo non ti rivelerò le perver.. insomma, hai capito, no?" credo che mi sotterrerò. Ride ancora, un pò più forte di prima, e non smette di guardarmi negli occhi. Mette una mano dietro la nuca e muove un pò il collo, come se si sentisse in imbarazzo.
"E io non ti dirò che mi fa molto, ma molto piacere e che in realtà ci speravo da quando ti ho adocchiata passando fuori di qui" mi dice con una naturalezza disarmante. In quel preciso istante arriva Giulia.
"Ecco qui il tuo frappuccino e i muff.. Cazzo" dice prima parlando con me e poi guardando Adam. A Giulia non è mai piaciuto particolarmente, ma non ha mai messo in dubbio la sua bellezza. D'altronde, chi mai potrebbe? 
"Ciao Giulia" la saluta lui, aprendo la grande mano. 
"Ciao. Okay Andrea, mi spieghi?" mi interroga, titubante.
"I posti erano tutti occupati e.. Lui voleva sedersi" le dico, sotto lo sguardo di Adam, che mi mette in soggezione. 
"Ah bene, e.. Dove sono le ragazzine urlanti, i paparazzi, etc etc?"
"C'hanno fatto l'abitudine a vedermi" le risponde lui, sempre sorridente.
"Okay.. bene, senti Andre, mi ha chiamata Alice.. dice che anche i suoi l'hanno fatta venire qui, quindi io adesso la raggiungo a Central Park" dice prendendo la borsa e reggendo il caffè "e vi lascio da soli. E ci sentiamo dopo, okay?"
"Ma.." 
"Ciaaao!" non faccio in tempo a finire di parlare che si è già chiusa la porta alle spalle. Proprio non capisco perchè si è comportata così. Ma mi chiedo anche chi saprebbe come comportarsi in certe situazioni. E ora che faccio?
"Simpatica la tua amica" mi dice Adam dopo un pò.
"Già.. proprio simpatica, a casa facciamo i conti" 
"Dove abiti?" insomma, non sa niente di me e vuole sapere dove risiedo?
"Scusa?" domando stranita.
"Ti ho chiesto dove abiti.. Me lo dici o no?" assume quell'espressione tra il tenero e il figo della situazione. E' così maledettamente affascinante.
"Beh, in realtà io e Giulia abbiamo affittato un appartamento qui nella 5th Avenue, siamo italiane!"
"Oh.. italiane. E perchè siete qui? Sono curioso!"
"Siamo state accettate alla Columbia, io alla facoltà di architettura e Giulia.."
"Architettura? Ma è meraviglioso!" mi interrompe. 
"Sì, lo è" sorrido "E lo è anche stare qui e trovarsi Adam Brody di fronte" cerco di essere più naturale possibile.
"E sarebbe meraviglioso anche passare una giornata con Adam Brody?" rimango in silenzio, titubante, incredula "Ti sto chiedendo di passare la giornata con me, ed anche la serata, accetti?" di nuovo quell'espressione.
"Volentieri" gli rispondo.
"Bene" dice, con un sorriso che va da un orecchio a un altro "ora vado ad ordinare qualcosa anch'io" si abbassa a darmi un bacio sulla guancia "promettimi di non scappare" Giuro che mi inchioderei su questo stesso pavimento.
"Te lo prometto" sorrido, con le gote rosse.

  
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