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Autore: small    05/06/2012    1 recensioni
Nema e Fabio sono due bambini in attesa di scoprire quale sarà il loro destino.
Per sapere altro, entrate!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fragole di cenere'
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A Sara, perché una nuova avventura merita una nuova avventuriera.
 

Fragole di cenere

 

“La cenere non è affatto bionda,
solo la fantasia di chissà quale
 poeta potrebbe descriverla così”
Kenneth Lillington, “Una strega biondo cenere”





 

Nema stava passeggiando per la strada, tranquilla. La cartella sulle spalle le pesava tantissimo, ma era così adorabilmente rossa che la bambina non se la sarebbe sfilata per nessun motivo al mondo. Il sole di ottobre era troppo caldo e lo zaino troppo pesante. Ma le piaceva il rosso, anche se stava sudando. Le piaceva quasi quanto i suoi capelli biondi e lisci.
“Ciao!” le urlò un bambino.
Sedeva in mezzo al parco giochi, nella polvere. Non lo conosceva: Nema decise di continuare a camminare. Ma i piccoli scocciatori sono i più difficili da allontanare.
“Ehi!” gridò lei, mentre il bambino le afferrava un ciocca di capelli.
Quando diavolo si era avvicinato?
“E’ cenere” osservò il bambino, concentratissimo.
Nema rimase un attimo sorpresa. Nessuno – davvero nessuno – aveva mai osato apostrofare i suoi capelli in quel mondo. Non sapeva esattamente cosa fosse la cenere, ma aveva in mente la fiaba della scarpetta di cristallo… si ricordava perfettamente che non era carino per Cenerentola stare in mezzo alla cenere.
“Cenere saranno i tuoi!”.
Lui scoppiò a ridere, sempre tenendo tra le dita una ciocca dei biondi capelli della bambina.
“Non possono” spiegò il bambino ad un’infastidita Nema “Sono solo neri!”.
Lo disse con ovvietà, come se tutti fossero in grado di notarlo. Non era per niente ovvio, pensò con rabbia Nema.
La bambina sbuffò. Si sarebbe volentieri allontanata, se soltanto lui avesse mollato la presa sui suoi capelli.
“Come ti chiami?” le aveva chiesto il bimbo.
“Nema” era stata secca.
Lui aveva arrotolato la ciocca bionda intorno al dito, pensieroso.
“E’ come se leggi al contrario Amen… significa così sia” aveva detto poi scrollando le spalle “E’ buffo”.
“Ah si?” si era arrabbiata Nema “E tu come ti chiameresti?”.
“Fabio”.
Semplice. Innocuo.
“Beh… anche questo è buffo!” aveva esclamato lei, rossa in volto.
Naturalmente lui l’aveva ignorata. Continuava a guardare incantato la ciocca bionda. Nema aveva sbuffato e Fabio, finalmente, l’aveva guardata. Banali occhi marroni.
“Non ti pesa lo zaino?”
“No” aveva risposto lei, sorpresa “E poi è rosso. Mi piace il rosso”.
Lui aveva annuito serio, abbassando di nuovo lo sguardo sui capelli biondi stretti tra le sue dita. Lei era in silenzio, mentre Fabio ricominciava a parlare.
“Vuoi un po’ di fragole? Le ho qui, nella cartella… per merenda”.
Prima che Nema potesse dire di no, si era trovata un contenitore di plastica sotto il naso. Dentro c’erano strani triangoli rossi e succosi con tanti puntini neri.
“Cosa sono?”
“Fragole” aveva risposto lui, aprendole e mangiandone una.
Anche Nema le aveva mangiate.
E mentre stavano in silenzio, seduti tra la polvere vicino alle altalene, Fabio aveva lasciato la sua ciocca bionda. Si era alzato, spavaldo nonostante la scarsa altezza.
“Ho deciso” aveva proclamato al mondo “Se ci rincontreremo, diventerai la mia ragazza… sei biondo cenere! Ci stai?”.
E Nema, semplicemente, aveva annuito.
 

 

***
 

 

“Ho portato le fragole” esultò il ragazzo, sorridente.
“Era ora” osservò Nema, bionda come il sole nel fiore dei suoi diciotto anni.
“Erano le ultime… per la verità erano cadute per terra e mi hanno fatto un ottimo prezzo… non speravano più di venderle!”.
Le fragole li guardavano ammiccando, ancora polverose.
“Le ho lavate!” si scusò lui.
Nema già non lo ascoltava, troppo impegnata ad osservare le fragole.
“Un giorno mi spiegherai perché questa mania delle fragole ad ottobre!”.
“E’ una storia lunga”.
Il ragazzo, biondo come lei, aveva sorriso.
“Vuoi assaggiarle, tesoro?”.
Lei aveva già una fragola in bocca, quando all’improvviso scoppiò a ridere.
“Sanno di cenere!” esclamò.
“Vuoi che ne prendi altre?”.
Lei aveva scosso la testa, sempre ridendo.
“Sai cosa vorrei?” aveva detto, finendo di masticare la sua fragola “Vorrei incontrare di nuovo una persona, due banali occhi marroni”.
“Perché?”.
“Per sapere come sarebbe andata” rispose lei, semplicemente.
“Cosa?” chiese lui, confuso.
Nema scrollò le spalle.
“Sai… a volte proprio non ti capisco”.
Lei si era alzata, aveva scrollato le spalle e poi si era allontanata.
“Amen” aveva sussurrato.
 
 
 
















Writer’s corner
Non so da dove esca, non so se vi piacerà. Spero che si capisca che il secondo ragazzo non è Fabio e che Nema pensa ancora a Fabio. Avete notato l’amen finale? E le fragole e la cenere? Potrebbe essere l’inizio di qualcosa… non saprei… beh, comunque, godetevela.
 
small
 
… e tutto questo è scritto in verde perché il verde è il mio colore… 

   
 
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