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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    06/06/2012    3 recensioni
(A Kind Of Miracle Series/Spinoff)(SammyCentric)
Per un attimo, aveva pensato di aver già infranto un altro record, oltre a quello del più giovane capitano della Flotta, record che era appartenuto al padre e che lui aveva eguagliato all'età di trent'anni appena rispetto ai trentacinque del genitore, ovvero quello della carriera più breve e conclusasi nel modo più stupido, ma Samuel Kirk McCoy si rese conto invece di essere vivo.
Scrivere su “A Kind Of Miracle” è una specie di sogno che si realizza, data l'ammirazione che provo sia per le autrici sia per l'universo che ruota attorno a Sammy e a quella che ormai noi chiamiamo “next generation”, quella di Monica, la bimba di Scott e Uhura, di Demora, la figlioletta di Chekov e Sulu e di tutti gli altri che hanno preso il posto delle “leggende” della Flotta.
Le ragazze sanno quanto io amo questa serie e ho preso in mano la mia umile tastiera e ho messo a disposizione il mio quasi inesistente talento per dare voce ai bimbi ormai diventati adulti.
Ed eccoci qui infine. Ovviamente, tutti I personaggi appartengono in equal misura a Gene Roddenberry per quanto riguarda l'universo-mondo
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Kind Of Miracle - Spinoff'
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F

A KIND OF MIRACLE – INCONTRARSI IN UN SOGNO

§§§

Da un'idea di Rei Hino e Mkb-Diapason

§§§

Spin-off di “A Kind Of Miracle”

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Il crollo della galleria lo aveva preso del tutto impreparato. Aveva fatto in tempo a spingere via sia l'ufficiale che camminava davanti a sè sia l'indigeno che stavano scortando prima che la massa roboante di terra e pietre lo seppellisse, mozzandogli il respiro e facendogli balzare il cuore in gola. In un attimo, nella sua mente prese a vorticare un maelstrom di ricordi e pensieri, che lo lasciò frastornato al pari del rombo che aveva accompagnato la frana.

Per un attimo, aveva pensato di aver già infranto un altro record, oltre a quello del più giovane capitano della Flotta, record che era appartenuto al padre e che lui aveva eguagliato all'età di trent'anni appena rispetto ai trentacinque del genitore, ovvero quello della carriera più breve e conclusasi nel modo più stupido, ma Samuel Kirk McCoy si rese conto invece di essere vivo.

Anche se sepolto per metà e privo della sensibilità agli arti inferiori.

Capitano!” gridò spaventato Victor, un tenente dal forte accento russo e dall'esperienza praticamente nulla, al suo primo vero incarico.

Ogni tanto gli ricordava lo zio Pavel, anche se in sua presenza non lo aveva mai ammesso.

Aspetti qui! Vado a cercare aiuto!” strillò il ragazzo terrorizzato prima di alzarsi di scatto e sparire tra le ombre della galleria.

Sam sbattè ripetutamente le palpebre e tossendo per la polvere che gli era entrata nei polmoni, ritrovandosi davanti il viso impassibile dell'Antosiano, stretto nella sua tunica colorata di blu scuro del tutto impolverata: “Sta bene?” s'informò il capitano con un filo di voce, “Niente di rotto?” chiese ancora, cercando disperatamente di estrarre il braccio rimasto sepolto assieme a parte del corpo.

Questi annuì, scuotendo la chioma bianca come la neve e brillante a tal punto da risaltare maggiormente nell'oscurità sotterranea che li avvolgeva: “Mi hai salvato.” disse con voce monocorde lui, inginocchiandosi davanti a lui.

Beh, effettivamente era così, anche se non lo aveva fatto per ricevere un ringraziamento...

Mi hai salvato. Anche se a esserne rimasto coinvolto sei stato tu.” proseguì con quel suo tono piatto ma stranamente Sam non ne era infastidito, come invece capitava a tutti coloro che si trovavano ad avere a che fare con quella particolare razza.

Erano strani, gli Antosiani, ben strani.

Di loro si sapeva ben poco, a parte che era stato grazie a loro se Garth si era salvato, malgrado questi avesse poi tentato di farne piazza pulita dopo averne appreso le caratteristiche fisiche estremamente mutevoli.

Ricordava bene I racconti dei genitori in merito al parapiglia che Garth aveva fatto scoppiare su Elba II grazie a quelle caratteristiche.

Era lì indirettamente per quella loro capacità: in teoria, l'Enterprise si era spinta fino al quarto pianeta del sistema Antos per recuperare la squadra responsabile del progetto di studio, promosso dall'Accademia, in merito a quella civiltà, ma quando Victor, su insistenza del capo del team di studiosi, aveva accettato di accompagnare il rappresentante, che tanto li aveva aiutati a mantenere I contatti con la tribù, fino al suo villaggio, Sam lo aveva seguito.

E fin lì, le cose erano abbastanza semplici.

I problemi venivano dopo.

Come accidenti aveva fatto a crollare loro addosso l'intera galleria?

Grazie di avermi salvato.” di nuovo quella voce, ma questa volta sembrava meno neutra di prima, quasi come se un barlume di sentimento fosse riuscito a farsi strada.

Dovere... Mi scuso della situazione...” balbettò il capitano, ma un dito sulle sue labbra lo zittì all'improvviso mentre gli occhi saettanti e vivi dell'Antosiano lo ipnotizzavano quasi.

Voglio ringraziarti. So quello che vuoi... Posso dartelo.”

Come aveva fatto a diventare così calda, così carezzevole quella voce?

Lottando con tutta la forza mentale di cui era capace, il giovane cercò di opporsi a quello che chiaramente era un contatto telepatico, un contatto mentale, e discretamente forte.

La tua discendenza vulcaniana... Non opporti, non farà male... Non voglio farti male... Voglio ringraziarti... Voglio darti quello che più desideri...”

Disciplina della mente, chiusura... Il padre era stato un ottimo insegnante ma qualcosa, nella voce dell'Antosiano, lo spingeva ad abbassare tutte le difese e a farsi penetrare fin nell'intimo della propria anima.

Sentì il cuore battere all'impazzata nel fianco ferito e si lasciò immergere nella luce mentre ancora non capiva cosa volesse dire con “quello che più desideri”.

Lo sentì scavare, come se tentacoli lunghi, sottili e morbidi cercassero di farsi strada tra le alghe impantanate che nascondevano gli scrigni dei suoi sentimenti più intimi e nascosti, e scoperchiare infine I due più segreti e dolorosi, da un certo punto di vista.

Come... Come aveva fatto a...?

Vedo... E' successo qualcosa alla tua famiglia... Tante cose... Ma posso aiutarti...”

La luce che lo avvolse lo accecò per un attimo e, quando si attenuò, per un attimo il suo cuore sembrò ingranare il warp e dal fianco saltargli dritto in gola.

Non era possibile, vero...?

Stava sognando... vero?

Di loro non era semplice sentir parlare in casa, forse perchè faceva male, anche a distanza di anni, rievocare certe cose: esistevano alcune fotografie, ricordava le parole del padre Vulcaniano e del padre di cui aveva seguito testardamente le orme su di loro.

Eppure erano lì ma il come, decisamente, era fuori da ogni logica possibile, da ogni possibile conclusione razionale.

Chi sei, ragazzo?” chiese Sybok con voce gracchiante, a metà tra quella monocorde dell'Antosiano e quella che aveva sempre immaginato avesse mentre il biondo che gli stava accanto non apriva bocca, si limitava a guardare e basta.

S-Sam, toz'ot. Samuel Kirk McCoy” si presentò il ragazzo, voltando appena il viso verso David, che pareva essersi irrigidito

Sybok inarcò un sopracciglio, incuriosito dalla parola con cui si era riferito a lui il ragazzo, lo esaminò attentamente e I suoi occhi luccicanti indugiarono sulle orecchie visibilmente appuntite del giovane capitano.

Capisco...” e non disse più nulla, si limitò a sorridere misteriosamente mentre David, da parte sua, continuava a fissarlo con espressione stranita.

Mi hanno raccontato di voi solo non credevo...” Sam era sconvolto ma non poteva perdere quell'unica occasione che aveva per poter parlare con loro; con la coda dell'occhio spiò il volto dell'Antosiano e ne vide gli occhi rivolti all'indietro, si vedeva solo il bianco.

Che potessimo incontrarci? Beh, figliolo... Francamente neppure io pensavo di avere un nipote, ad essere sincero... Solo mi chiedo come sia possibile.” azzardò Sybok, grattandosi il mento.

Se il nodo in gola glielo avesse permesso, Sam sarebbe scoppiato a ridere dalla gioia: “E' una lunga storia.” azzardò unicamente una risatina nervosa, “Molto lunga,” aggiunse poi, “Diciamo che qualcuno non proprio sano di mente ha tentato di clonare papà Spock.”

A quell'affermazione, così poco logicamente Vulcan e così squisitamente passionale e 'terrestre' entrambi I fantasmi, o quello che fossero, ebbero un vero e proprio sussulto: “Poi il teletrasporto malfunzionante ha fatto il resto e I DNA di papà Jim e papà Len si sono mischiati al clone, zio Scotty ha sempre detto che una cosa del genere, se fosse stato lui ai comandi, non sarebbe mai successa.” si sentiva tornato come l'undicenne che parlava coi genitori riguardo al suo passato, alle sue origini, ed era buffo pensare che ne stava parlando proprio con le due persone che più di tutte rimpiangeva di non aver mai potuto conoscere nella sua vita.

E io non pensavo di avere un... fratello.” disse cautamente David, incerto del sapore di quella parola nella propria bocca: “Non sapevo...”

Neppure io, a essere sincero.” ammise Sam con aria cupa: “E quando sei... Io ero troppo piccolo, sono successe tante, troppe cose, ma ho cercato il più possibile di conoscerti.” dichiarò con convinzione il giovane ufficiale, “Ho chiesto a papà Jim, sono riuscito a farmi parlare di te da... Carol. Ho cercato di conoscerti quanto più potevo, ho cercato di conoscerVI quanto più potevo, perchè anche voi siete famiglia.” concluse con un certo orgoglio nella voce.

Tutto questo ti fa onore ragazzo. Davvero.” disse Sybok, chinandosi leggermente verso di lui.

So che è incredibile quello che sto dicendo, Dio, non so neppure perchè sto piangendo...” balbettò nervoso, asciugandosi con il braccio rimasto libero il viso: “E' incredibile di per sè quello che sta succedendo.” notò David, inginocchiandosi di fronte a lui, “Io sono cresciuto con mia madre su una stazione spaziale, a essere sincero... Avrei voluto avere una vera famiglia, avrei voluto conoscere mio padre.” sorrise imbarazzato, “Sarebbe stato bello avere un fratello.” mormorò con gli occhi visibilmente lucidi.

Il concetto di famiglia è un concetto molto forte per entrambe le razze a cui appartieni, figliolo, è un bene che tu lo senta così intensamente.” soggiunse Sybok: “Ed è bello che tu sia riuscito a ricomporre in questo modo il mosaico che è la tua esistenza.”

A poco a poco, mentre lo zio parlava, Sam ebbe l'impressione che le loro figure si stessero dissolvendo nella luce che pareva aumentare d'intensità mentre la voce di Victor, unita a molte altre, si avvicinava.

Ebbe appena il tempo di sorridere loro e di mormorare una frase nella lingua madre dello zio prima di venir nuovamente accecato per poi ripiombare nell'oscurità, questa volta quella di un sonno privo di sogni.

§§§

Cosa vuol dire che non riusciamo a metterci in contatto con la Flotta?!”

La voce pericolosamente aggressiva della giovane timoniera fece rabbrividire il tenentino responsabile delle comunicazioni: “Q-Quello che ho detto, Demora. La Flotta è irraggiungibile, un intenso campo mangnetico ha bypassato I nostri sistemi di comunicazione, dobbiamo allontanarci da quest'orbita prima di poter anche solo fare un tentativo. La tempesta solare che ha investito l'intero sistema Antos non ci permette altro...”

All'età di venticinque anni, solo uno in più rispetto a quelli che suo padre aveva alla prima missione su una nave che portava lo stesso nome della propria, Demora Sulu Chekov era, oltre che amica d'infanzia del capitano Kirk McCoy e dell'ingegnere Scott, era nota per avere il temperamento più instabile dell'intero Quadrante: timoniere in grado di portare la nave fuori da ogni problema, talento che le era stato inculcato dall'altro genitore, un'altra leggenda decisamente, la ragazza semplicemente detestava I problemi, e soprattutto non aveva molta pazienza, specialmente dopo aver, nell'ordine, dovuto affrontare un lieve malfunzionamento dei motori, aver perso le tracce del capitano e aver ricevuto un allarme riguardo a un presunto crollo dove, guarda caso, era rimasto coinvolto proprio Samuel Kirk McCoy.

Innervosita dalla piega che gli eventi avevano preso, andò a sedersi sul bracciolo della poltrona di comando, comando che era stato affidato a lei quando Sammy aveva raggiunto la squadra di sbarco, e armeggiòcon I pulsanti del piccolo tablet: “Monica-nee, potresti salire un attimo sul ponte?”

La voce gracchiante dell'ingegnere si fece sentire, era chiaramente esausta e preoccupata: “Arrivo subito.”

E infatti, pochi minuti dopo, Monica Scott fece la sua comparsa in plancia, la divisa stropicciata e sporca, e gli occhi cerchiati di nero e stanchezza: “Cosa succede?” chiese con tono il più possibile calmo, “Succede che non riusciamo a contattare la Flotta...” ammise la ragazza, anche lei visibilmente esausta come tutti.

Monica soppesò un attimo le sue parole, poi annuì lievemente e si avvicinò al posto delle comunicazioni, fece spostare il tenentino, che fu ben lieto di fuggire nel turboascensore, e prese ad armeggiare coi comandi.

Mezz'ora dopo, finalmente, dopo più di dodici ore di totale isolamento, comparve sullo schermo il volto sgranato e confuso di uno degli ufficiali assegnati all'Ammiragliato.

Qui luogotenente Demora Sulu Chekov, sostituto del Capitano dell'Enterprise Samuel Kirk McCoy, ci ricevete?”

Vi riceviamo Enterprise... Cosa vi è successo? Siete scomparsi da radar e il vostro sistema di comunicazione risultava irraggiungibile.”

Abbiamo avuto... problemi....” azzardò lei, scoccando un'occhiata riconoscente all'altra giovane: “E abbiamo bisogno di cure mediche specifiche. La dottoressa Joanna a quale stazione è stata assegnata?”

§§§

Dottoressa, è arrivato un messaggio subspaziale urgente, una richiesta di cure mediche specifiche, ecco la cartella.”

Joanna McCoy, cinquantasette anni e reintegrata per sua specifica richiesta nella Flotta da tre, scorse piuttosto attentamente I pochi dati che le erano stati recapitati, sentendo che c'era qualcosa di estremamente familiare in loro, non erano poi molti gli ufficiali che presentavano brutte ferite che potevano compromettere il funzionamento dell'organo cardiaco che si trovava all'altezza della milza.

Anzi, erano anche pochi.

Frugò l'intero rapporto alla ricerca del nome del paziente e sentì il suo cuore fermarsi letteralmente: malgrado I documenti puntualizzassero che il paziente fosse vivo e vegeto, non poteva non preoccuparsi per...

Sammy!” gridò lei agitata, arrivando presso il gate di transito nell'esatto momento in cui la barella giungeva dalla sala teletrasporto.

Ciao, Joy.” bofonchiò il capitano, rintanato per metà sotto la coperta: “Ciao un corno!” gridò lei, affiancando la barella che veniva spinta verso l'infermeria della base, “Non farla così tragica, non sono morto...” borbottò il biondino, beccandosi un pizzicotto da parte della sorella maggiore, “Ci mancherebbe altro!” la voce della donna s'alzò di parecchie ottave, “Aspetta che papà e gli zii lo vengano a sapere!”.

Per un attimo, Sam sbiancò letteralmente, e non per il sangue che aveva ripreso a scorrere dalla ferita al fianco ma per ben altre ragioni, più precisamente per tre.

Nella fattispecie, I tre uomini che erano anche, guarda caso, I suoi genitori.

Papà Len mi ammazzerà.” notò con tono cupo il ragazzo, trattenendo a stento un gemito di dolore.

Se non stai fermo, non arriverai neppure al prossimo turno alfa.” lo rimbeccò la sorella con preoccupazione.

Un'ora dopo, quando il testardo capitano venne spostato in una delle stanze separate in seguito alla conclusione delle cure, venne raggiunto da Monica e Demora, entrambe seguite da Vorak, che osservava il cognato con espressione pensierosa, e da un adolescente a sua volta immerso nei propri pensieri.

Joy-nee sta parlando con l'Ammiragliato in questo momento.” annunciò Demora con aria trionfante: “ Non ci vorrà molto prima che chi di dovere sappia.”

Samuel guardò male entrambe: “Non vi facevo così vendicative.” borbottò lui, sistemandosi meglio la coperta addosso, “E noi non ti facevamo così spericolato come lo zio Jim.” ribattè Monica, facendo spazio a Vorak e al figlio.

Joy era matta quando l'ho incrociata nel corridoio,” lo informò il cognato gravemente: “Ti consiglio caldamente di prepararti.”

Sentendosi improvvisamente stanco, la voce di Vorak gli giungeva stranamente attutita alle orecchie, Sam socchiuse gli occhi, cercando di mettere una parvenza di ordine nel caos emotivo che non lo aveva mollato un attimo dal momento in cui era stato riportato a bordo dalla squadra di soccorso che Victor aveva allertato.

Si beò della conversazione che aveva avuto con il fratello e lo zio, certo unicamente del fatto che non aveva più quel peso abnorme sullo stomaco: non era ancora sicuro di volerne parlare a terze persone, soprattutto non sapeva se e quando affrontare il discorso coi genitori, ma era ottimista del fatto che, finalmente, la famiglia era definitivamente completa.

Sam, papà e gli zii arriveranno tra due giorni.”

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Note del Lemure:

Scrivere su “A Kind Of Miracle” è una specie di sogno che si realizza, data l'ammirazione che provo sia per le autrici sia per l'universo che ruota attorno a Sammy e a quella che ormai noi chiamiamo “next generation”, quella di Monica, la bimba di Scott e Uhura, di Demora, la figlioletta di Chekov e Sulu e di tutti gli altri che hanno preso il posto delle “leggende” della Flotta.

Le ragazze sanno quanto io amo questa serie e ho preso in mano la mia umile tastiera e ho messo a disposizione il mio quasi inesistente talento per dare voce ai bimbi ormai diventati adulti.

Ed eccoci qui infine. Ovviamente, tutti I personaggi appartengono in equal misura a Gene Roddenberry per quanto riguarda l'universo-mondo di Star Trek e alle due fantastiche Rei e Maya, che mi hanno permesso di aggiungere un piccolo tassello al loro mosaico. Grazie veramente di cuore.

   
 
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