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Autore: Rebychan    06/06/2012    1 recensioni
Uno "studio" sull'esistenza di Kanda, con mie innumerevoli licenze "poetiche".
Fic scritta per il compleanno dell'esorcista Giapponese.
Spoiler - Pairing: LaviYu
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Ecco qui questa one shot.
Ringrazio chiunque leggerà e commenterà.
I personaggi non sono miei! Scusate se ci saranno degli errori, io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Un bacione
Rebychan

ESISTENZA

Da quando era rinato, Kanda non aveva mai potuto scegliere niente della sua vita, se si escludeva quelle due cose.

Gli era stato imposto un corpo nuovo, l’innocence, dei ricordi che avrebbe preferito ignorare, un amore che apparteneva alla sua precedente vita, un’esistenza come esorcista da cui non poteva fuggire, una missione che lo rendeva importante e meno mostruoso di quello che credeva di essere.

Sì, perché lui considerava se stesso un mostro che non poteva morire.

Quante volte in quegli anni, lui era morto e resuscitato grazie all’arte dei Chan che gli aveva “regalato” una dose extra di energia vitale concentrata nel tatuaggio che gli decorava il petto e che s’ingigantiva più faceva uso di quella linfa?

Tante, troppe volte!

Eppure era stato proprio lui a scegliere di sopravvivere!

E quella era stata la prima cosa che aveva scelto per sé ragionando con la sua testa, e per portarla a compimento era arrivato addirittura al punto di uccidere il suo migliore amico, con tutto quello che aveva comportato ovvero la nascita di strazianti sensi di colpa.

Per vedere “lei” e trovare un senso alla sua esistenza aveva deciso di far continuare la sua grigia vita.

L’altra cosa che aveva scelto per sé invece era il modo di essere chiamato.

Kanda, non Yu.

Yu era il nome che gli avevano imposto al risveglio, appartenente all’altro sé che spesso reclamava i suoi pensieri.

Kanda era il cognome con cui aveva deciso di essere appellato. Essendo più impersonale, gli faceva meno pesare la sua esistenza che violava le regole base che madre natura aveva preteso per gli umani.

In fin dei conti lui non era tanto diverso dagli akuma che abbatteva.

Lui era un mostro quanto loro, solo fatto di carne e sangue, e non di bulloni e veleno.

Forse era vero il modo di dire che stabiliva che solo un mostro poteva ucciderne un altro.

Lui ne era una dimostrazione lampante.

L’unico esorcista che mai fosse riuscito ad abbattere un Noah e a uccidere il suo corpo per davvero.

Sulla carta avrebbe dovuto essere fiero di tutto ciò, in verità quella era solo un’altra macchia che gli ricordava la sua vera natura.



Poi era arrivato quel giorno!

Il momento in cui quell’idiota dai capelli bianchi che lui chiamava Mammoletta per via della sua stupida bontà e generosità lo aveva liberato dalle catene che lo tenevano legato all’Ordine Oscuro.

Ogni sua imposizione era sparita come neve al sole.

Aveva ancora quel corpo nuovo, ma avrebbe potuto rinunciare all’innocence, alla propria missione ed alla sua esistenza come esorcista.

Aveva rincontrato “lei” finalmente appagando quel bisogno interiore appartenente alla sua precedente esistenza che non gli lasciava scampo.

E nell’abbraccio finale ad Alma aveva cancellato i suoi sensi di colpa e detto addio a quell’amore passato, accettandolo.

Aveva accettato i suoi ricordi precedenti, per essere finalmente pronto a voltare pagina.

Probabilmente era stato quello il momento in cui il mostro dentro di sé era non poteva dire sparito, ma aveva allentato la sua presa sul suo animo, per lasciare spazio all’uomo che poteva diventare.

Un uomo fedele alle sue scelte, e capace di ogni cosa per restituire un favore.

Non solo un uomo capace di vivere giorno per giorno senza più il peso di non poter morire.

Sì, perché Alma era come lui ed era morto!

E quindi ora aveva la consapevolezza che anche per lui prima o poi sarebbe giunto quel momento. Bastava solo attenderlo.

Di sicuro poi visto quanto grande era diventato il tatuaggio quell’istante sarebbe arrivato presto se non fosse stato attento.

Finalmente poteva essere come tutti!



Ed era stato con quella consapevolezza che era tornato all’Ordine Oscuro, che aveva deciso di riaccettare l’innocence, per diventare di nuovo un esorcista.

Nessuno gli aveva imposto niente stavolta. Aveva scelto da sé.

Ora era libero!

Ed infatti non ci aveva pensato nemmeno mezzo secondo a seguire Johnny per rintracciare la mammoletta.

Doveva a quest’ultimo un piacere, e avrebbe fatto di tutto per ridarglielo.

La Mammoletta gli aveva ridato la sua umanità, e a quel punto lui lo avrebbe aiutato a morire da uomo, nel caso in cui il Noah che era dentro di lui avrebbe preso il sopravvento.

Era quello il suo intento.



Riabbracciare la vita però implica anche lasciarsi andare a tutta una serie di emozioni che fino a prima aveva ricacciato.

Se prima era la rabbia a mandarlo avanti, ora il suo cuore aveva iniziato a aprirsi quasi senza che se ne accorgesse a sensazioni quali l’amicizia e l’amore.

Non che il suo carattere indisponente fosse cambiato, ma nel ritornare all’Ordine Oscuro si era reso conto che abbracciare Marie gli aveva fatto piacere, perché lo considerava un amico, che rassicurare Linalee gli aveva fatto battere forte il cuore perché era quasi una sorella, che gli mancava una voce squillante che urlava il suo nome con il tentativo di provocare in lui una reazione, perché… non lo sapeva il perché, sapeva solo che era così.

L’altro insieme a Tiedoll erano le uniche persone che lo chiamavano come non avrebbe voluto.

L’altro con il suo carattere gioviale gli faceva ricordare cose spiacevoli, che avrebbe preferito dimenticare.

Eppure forse proprio perché c’era stato lui a rammentargli quelle cose, nel momento importante era riuscito ad agire nel modo giusto.

L’altro non gli aveva mai permesso di dimenticare Alma come se volesse fargli capire con la sua presenza che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quel demone personale del suo passato, se voleva avere una vita che fosse tale.

Chissà forse aveva agito così perché essendo un Bookman conosceva l’importanza dei ricordi.

Kanda infatti non era così stupido da non sapere che Lavi era già a conoscenza di cos’era lui.

I Bookman avevano avuto libero accesso a quasi tutti i segreti dell’Ordine per offrire i loro servigi.

E loro si potevano definire un’enciclopedia di ricordi.

E così Lavi non poteva non sapere che anche le cose brutte a volte è giusto rammentarle, perché insegnano a non fare più gli stessi sbagli, perché anche quelle sono esperienze che aiutano a crescere.



Stava il fatto che Lavi all’Ordine Oscuro quando Kanda era tornato non c’era più. E nessuno sapeva che fine avesse fatto.

Ucciso o catturato dai Noah, dato alla macchia perché essere un esorcista era diventato troppo pericoloso.

Era difficile dire cosa gli fosse capitato.

Lui ed il suo mentore dopotutto erano solo affiancati all’Ordine Oscuro, non erano parte integrante di quegli ingranaggi che regolavano quell’organizzazione.

Erano altri i meccanismi che li spingevano ad andare avanti.

Erano regolati dalle leggi dei Bookman, ignote ai più.

Forse fu anche a causa della sua mancanza, che Kanda non ebbe nessun problema a lasciare l’Ordine Oscuro con quel rammollito di Johnny.

Dentro il suo cuore però incredibilmente sentiva il desiderio di rincontrarlo.



E ciò accadde.

Qualche mese dopo.

Come si seppe era stato catturato dai Noah, ma in qualche modo era riuscito a fuggire.

Bookman però non ce l’aveva fatta!

Come se fosse stato il destino, fu Kanda a trovarlo per primo. E fu tra le sue braccia che il ragazzo che non doveva provare sentimenti pianse il suo mentore.

Lasciarsi andare con Yu era fin troppo facile anche per lui.

E fu così che anche per l’altro giunse il momento delle scelte.

Continuare ad essere un Bookman rigido come lo era stato il Vecchio Panda, o perseguire i suoi desideri diventando un Bookman anomalo.

Optò per la seconda opzione.

Lui provava sentimenti reali, e voleva continuare a farlo.

Il baciò che diede a Kanda sulle labbra sancì quella sua scelta.

E fu in quell’istante che il giapponese capì che quello che provava per l’altro era amore.

Un nuovo amore si era affacciato alle porte del suo cuore e lo accolse.

E quello comportò nuove scelte ed accettazione di sé per entrambi i ragazzi, anche se furono costretti ad attendere la fine della guerra per riuscire a viverle.

Nel mentre, la morte poteva raggiungerli in ogni momento, per cui si accontentarono di vivere il sentimento che li legava giorno per giorno senza troppi pensieri per la testa.



Fu alla fine di tutto, dopo essere sopravvissuti, che i due furono pronti ad una nuova vita.

C’erano stati delle morti tra i loro compagni, e li avevano pianti, ma loro erano sopravvissuti.

C’era chi era sopravvissuto come loro, e finalmente poteva guardare ad una vita di pace, senza più pericoli a sconvolgergli l’esistenza.

Kanda e Lavi se ne andarono via dalle macerie lasciate dall’Ordine Oscuro insieme.

Komui aveva detto all’orientale che la linfa vitale che aveva in corpo gli bastava per una singola esistenza normale.

Lui non chiedeva di meglio.

Voleva vivere quanto Lavi, non un giorno di più.

Non voleva più perdere la persona che amava.

Ed una volta conclusa la sua esistenza non desiderava altro che ricongiungersi nell’aldilà con le persone che aveva amato in vita.

Gli sarebbe andato bene anche andare all’inferno se era con le persone cui voleva bene.

La nuova esistenza di Lavi e Kanda fu piena.

Kanda diede una mano a Lavi nel suo lavoro, proteggendolo e sostenendolo nei momenti del bisogno.

Lavi aiutò Yu a rifarsi una vita completa, facendogli abbracciare altre parti del suo precedente “io” che fino a quel momento aveva ricacciato.

Kanda scese a patti con il suo nome proprio, accettando di sentire l’altro usarlo.

Scese a patti con il suo caratteraccio, addolcendosi quel tanto per far capire a Lavi che gli voleva bene davvero.

Scese a patti anche con la data del suo compleanno. Il sei giungo fino a quel momento per lui non era stato niente. Era stato solamente il giorno in cui era rinato ad una vita piena di sofferenze. La data di nascita del suo altro sé non aveva la più pallida idea di quando fosse.

Grazie a Lavi che si accaniva a festeggiarlo anno dopo anno ringraziando l’Ordine per averlo rigenerato ed avergli permesso d’incontrarlo quel giorno però a poco, a poco divenne anche per lui importante.

Era sempre solo il giorno della sua rinascita, ma non più ad una vita colma di dolore, bensì per un’esistenza serena.

Era il giorno in cui aveva avuto una seconda possibilità di vita che per anni non era riuscito ad accogliere, ma che poi gli aveva aperto la strada ad un’esistenza che lui visse pienamente fino alla fine dei suoi giorni, trovando finalmente un senso al perché era lì nel mondo.

Quando comprese tutto quello, fu con soddisfazione che Kanda si rese conto che finalmente il mostro dentro di sé era sparito completamente, ed in lui era rimasto solo l’uomo.

FINE ESISTENZA

Come avrete notato se siete arrivati a leggere fino a qui in fondo, questa one shot è  una sciocchezzuola scritta per il compleanno di Kanda, ma spero che a qualcuno sia piaciuta lo stesso.
Qui e li mi sono volutamente presa delle licenze poetiche, per cui ho “tradito” il canone.
AUGURI YU KANDA.
Vi saluto. Alla prossima.

PROMEMORIA FAN FIC FANDOM D.GRAY-MAN:
Capitoli scritti di Jack The ripper: 19 (Spero di riuscire a postare presto i prossimi due capitoli).
Capitoli scritti di L’altra minaccia: 23 (per ora non sono previsti nuovi aggiornamenti).
Capitoli scritti di Oujisama: 22 (per ora non sono previsti nuovi aggiornamenti).

PROSSIMA FIC IN AGGIORNAMENTO
La one shot per il compleanno di Mukuro della raccolta Operazione Compleanno – Il regalo più adatto per il fandom di Reborn.

Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan
   
 
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