Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: ignorance    06/06/2012    2 recensioni
“Sai, se tu non fossi un tipo così terribilmente silenzioso mi chiederei perché non mi hai ancora urlato di stare zitto. Probabilmente sei solo un sordo selettivo e decidi di ascoltarmi solo quando ti dico le porcherie e ans-”
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Commenti: uhm. È difficile pubblicare dopo mesi d'assenza, per di più nella sezione Originale. In effetti questa è la prima che pubblico, oltre ai Crack!pairings (ulteriori informazioni sul mio profilo, cough, e via dicendo) che comunque originali non erano. Sì, be'. Comunque, stavo pensando di fare una raccolta di alcune One-shot di questo genere, fluffose fino alla nausea e inutili, ma vorrei ponderare ancora un po' nel mio pertugio. /muor/ Anche perché avrei già qualcosa in cantiere, ma- basta parlare, lo giuro.
A chi interessassero ulteriormente i miei sproloqui (l'inizio della storia è subito dopo le tre stelline, cough), la fonte di questo mio coming out nella sezione Originali non è certo mia. È di due donnine bellissime, che mi costringono nonostante le mie pare mentali siano argini mooolto sostanziosi da superare. Bòn.
I due personaggi mi sono venuti in mente così, alla carlona (sì, queste espressioni ricercate...), e mi piacerebbe scrivere altro su di loro: il tizio petulante e quello taciturno. Ehe.
Bene, ciancio alle bande! (?) Sono fiera di evitare i Disclaimers, visto che i personaggi stavolta sono tutti miei. *sventola pon pon*
Come sempre, i commenti sono talmente graditi che potrei regalarvi qualcosa - non so, un pezzo di torta? Un gelato? *ride*



***



Matt tamburellava le dita sulla tastiera del portatile con velocità intollerabile. Stava cercando di battere il record di uno stupido giochino online, e imprecava tra i denti, tirando fuori la lingua come un cane e mordendosela appena.

Un idiota con cui si stava combattendo il titolo da secoli continuava a lanciargli sfide e lui non si sarebbe mai tirato indietro. Mai. Avrebbe strappato quel disegnino a forma di coroncina dal nome di quello sfigato senza una vita e avrebbe goduto come un riccio nel vederla spostarsi sul suo. E poi, da persona civile, avrebbe infierito sul suo corpo morente lanciandogli frecciatine online.

Non che lui fosse così bisognoso di vendetta, beninteso. Era il principio. Il principio di vendetta. Ora, se solo quella stupida pallina si fosse tramutata nel colore che gli serviva...

I suoi movimenti si fecero frenetici e i suoi occhi sfavillarono dietro le lenti, facendole brillare di luce propria, mentre il suo sorriso andava allargandosi. Sembrava aver raggiunto l'apice, la sedia traballava sotto di sé, pericolosamente, e il rumore cigolante che produceva non era affatto rassicurante. Ma, incurante del pericolo, l'impavido Matthew... cadde miseramente dalla sedia, battendo sulle piastrelle e ricevendo un contraccolpo decisamente spiacevole.

Una vampata di calore lo investì mentre cercava di tirarsi a sedere bestemmiando anche in turco. Il box doccia nel bagno contingente alla camera da letto sfornava vapore come un fornitore mancato della Val Padana. Matt aveva cercato di capire perché, ma evidentemente forze superiori volevano che fosse così – seppur la finestra, in quella stanza infernale, fosse sempre spalancata. Dalle nebbie di Avalo- del bagno fuoriuscì un altro impavido paladino della giustizia dalla spada sfavillante... che si limitò a sbadigliare pigramente frizionandosi i capelli scuri gocciolanti con un asciugamano.

Matt tirò su la testa e guardò la figura nebulosa farsi sempre più chiara; ammirò il corpo snello e pallido del proprio coinquilino, gli arti aggraziati e filiformi, coperti da un misero asciugamano legato alla vita, stagliarsi nel vapore. Come un'idilliaca rivisitazione di Silent Hill. Solo, be', decisamente rivisitata. Perso nelle sue elucubrazioni, Matt dimenticò anche del giochino online. E quasi dimenticò anche il suo record miseramente perduto, sfumato, abbattuto- fino a che non vide il naso della figura arricciarsi e le sue sopracciglia alzarsi fino all'attaccatura dei capelli.

Era un rimprovero silenzioso, Matt lo conosceva bene. Tipico. Era una pratica universalmente riconosciuta come la più fastidiosa mai esistita, sebbene funzionasse con solo determinati soggetti: consisteva, semplicemente, nell'alzare le sopracciglia fino ad un'altitudine allucinante e fissare il povero soggetto prescelto per farlo sentire la più piccola particella di polvere esistente sul pianeta. Sfortunatamente, Matthew poteva annoverarsi tra questi pochi eletti. Ma non oggi, non nel momento in cui avrebbe potuto ottenere la coroncina.

Rimanendo nella sua postazione strategica – con il sedere ben appiccicato alle piastrelle della camera –, guardò il compagno criticamente e poi aggrottò la fronte di rimando, opponendosi con tutta la sua forza mentale al disturbo psicologico che stava ricevendo. Dopo aver abbattuto i primi strati del senso di colpa – quelli più facili da eliminare, ma i più depressivi –, soffiò via una voluta di vapore da sotto il suo naso e ghignò. “Puoi parlare, sai”, concesse magnanimamente, e in tutta risposta ricevette uno sbuffo che più che una risata pareva un “idiota”.

“Non hai il diritto di giudicarmi!” continuò, in quello che sembrava – e sarebbe stato – un vero e proprio soliloquio idiota. “Non ti capita mai di cadere da una sedia mentre giochi ad un-” la frase morì in un fioco sussurro non appena le sinapsi si collegarono e riconobbero colui di cui si stava parlando. Lui, l'apatico, terrorizzante coinquilino. “Non è colpa mia se sei così... Così, James!” sbuffò infine, abbattuto. “Allora, io stavo giocando a questo giochino e probabilmente ho, dico, innavvertitamente perso l'equil-” anche questa frase si perse nel vuoto, mentre Matt veniva tirato su di peso da una mano bagnata ma dalla presa salda.

“Grazie” sputò, inviperito, mentre le labbra di James si arcuavano appena. Matt si gettò sul letto matrimoniale a pesce e seppellì il volto nel cuscino per evitare di guardare cose che non avrebbe voluto vedere. O che sarebbe stato meglio che lui non vedesse, a dire il vero. “Comunque ho perso, se ti può far piacere” soggiunse, imbronciato.

Un grugnito neutro fu tutto quello che ottenne. Una risposta apprezzabile, non c'è che dire, pensò Matt con un sospiro.

Dopo aver meditato per qualche istante, alzò la testa di scatto e prese ad osservare James che si sfilava l'asciugamano dalla vita, indossando un paio di mutande anonime e una maglietta a righe con lo scollo. La maglietta a righe no, pregò invano Matt, quella no. Era un'arma di distruzione di massa, quella maglietta.

“Sai, Jay, sei un grande oratore”, si decise ad interrompere il silenzio, alzando un sopracciglio. Anche lui poteva farlo, volendo.

“Non chiamarmi Jay”, replicò l'altro, con tono lugubre, abbandonando l'asciugamano su una sedia.

“Gesù, ti mancano solo le occhiaie e i canini e saresti un ottimo vampiro!” Matt ridacchiò, poi si fece d'un tratto serissimo. “O preferisci anche sbrilluccicare alla luce del sole? Sai, fa molto new age, di questi tempi. Voi vampiri avreste bisogno d'innovarvi, ogni tanto. Ne hanno tutti bisogno, uh. Anche io mi innovo ogni giorno, cambiandomi le mutande”.

Silenzio.

“Sai, se tu non fossi un tipo così terribilmente silenzioso mi chiederei perché non mi hai ancora urlato di stare zitto. Probabilmente sei solo un sordo selettivo e decidi di ascoltarmi solo quando ti dico le porcherie e ans-”

“Matt”

“Sì, chérie?” Matt sfarfallò le ciglia, intercettando lo sguardo del compagno, e rise.

“Matt” ripeté l'altro, con una nota che suonava tanto di avvertimento.

“Jamie, sei proprio un ghiacciolo” fu la risposta cantilenata. “Sei esattamente come uno zombie. Grugnisci e ti agiti solo quando l'attrezzo ne ha bisogno, e io veramente non capisco come-”

Si ritrovò con la testa schiacciata contro il cuscino e un peso sullo stomaco, e dovette deglutire un bolo d'aria per non soffocare. “Hai visto?” esclamò, offeso “Adesso soddisferai i tuoi bisogni carnali e poi mi getterai via come se fossi una bambola” fu tentato di mettersi a cantare, ma decise che non sarebbe stata una risoluzione saggia e rimase in silenzio.

Una ciocca di capelli bagnati di James gli finì sulla guancia, facendogli il solletico, e lui sorrise semplicemente, tirandola indietro con due dita e infilandogliela dietro l'orecchio pallido. Ammirò gli occhi grigi, le labbra carnose e il naso piccolo e posò la bocca sulla curva del collo, lasciandovi un leggero bacio.

James sorrise e lo tirò via, riportandolo al punto di partenza, e lo guardò negli occhi. “Aspetta, aspetta” Matt interruppe prontamente il momento idilliaco, mordendosi le labbra e tirandogli una ciocca. “Non ti vorrai prendere una polmonite! Asciugati questi cosi, capellone, e poi ne riparliamo”.

James roteò semplicemente gli occhi, ma si alzò e sciabattò verso il bagno con passo strascicato. “Bravo bambino!” lo seguì l'eco divertito, e Matt si convinse di aver sentito una risata soffocata giusto prima del rumore del phon che si accendeva.

Rimase imbambolato a fissare il muro per qualche istante, poi la musichetta proveniente dalle casse di un rumore che indicava l'arrivo una notifica lo riportò brutalmente alla realtà. Si guardò intorno con circospezione, poi si fiondò nuovamente davanti allo schermo. Il suo volto si fece livido in un battito di ciglia. Quel... Quel coso aveva battuto di nuovo il proprio record. Era proprio vero che certa gente non aveva niente da fare! Calcolando circa un paio di minuti di vantaggio, meditabondo, raccolse la sedia e cominciò una nuova partita. Non lo avrebbero battuto, questa volta. Non lo avrebbe permesso.

Fu quando non sentì una presenza dietro di sé che si ricordò che di matematica non valeva un'acca e che i suoi sensi di ragno facevano cilecca da tempo. E quando qualcuno gli soffiò nell'orecchio, facendolo cadere di nuovo dalla sedia a gambe all'aria, ricordò anche che non era bene mostrare tutti i propri lati deboli al partner. Lo dicevano tutti i giornaletti per adolescenti – e chi era lui per discuterne?

Si sentì tirare su, con uno strano senso di deja vù, e sbattere sul materasso, poi avvertì un peso addosso e ridacchiò. “Parli poco ma sei un animale, eh?”

James inarcò un sopracciglio e gli passò la mano tra i capelli, separando le ciocche bionde con le dita, e con l'altra mano gli sfilò abilmente gli occhiali, posandoli dove non sarebbero potuti cadere, poi lo baciò spingendolo contro il cuscino.

Senza pensarci, Matt allacciò le braccia al suo collo e si inarcò per offrirsi meglio, mentre James si stiracchiava sopra di lui stringendogli il fianco con una mano, e l'altra rimaneva seppellita nei suoi capelli. “Vedi?” gli soffiò Matt sulle labbra, ridacchiando “Non c'è comunicazione”. Questi si limitò a guardarlo male, strattonandogli delicatamente una ciocca per farlo stare zitto, ed emise uno sbuffo divertito.

Ma Matt non si diede per vinto. Si divincolò gentilmente, posandogli un bacio sull'angolo della bocca, e si tirò leggermente indietro. Lo scrutò, meditabondo, per qualche secondo, come cercando di ricordare qualcosa, e a fior di labbra disse, infine: “Sai, questo gesto viene comunemente chiamato cafuné. Voglio dire, quello di tirare indietro i capelli al proprio partn-”, ma venne zittito da un bacio irruento.

“Taci”, ingiunse seccamente James, sopra di lui, e gli tappò la bocca schiacciandovi la propria. La risata di Matt si perse tra i loro respiri, mentre un suono fastidioso fuoriusciva dalle casse e un numero rosso lampeggiava sul monitor.



. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .



Sì, lo so. *facedesk* Potete tirarmi ciò che volete - i cibi sani sono graditi, in vista della prova costume- no, okay, seriamente. Citerei tumblr e modificherei il classico Hey, I just met you per i miei loschi scopi:
"Hey, I just met you
and this is crazy.
So, comment my story.
Maybe."
Tiratemi qualcosa. *dalla regia tossicchiano un "carote!"*
Ci terrei a dire che cafuné significa veramente quello di cui sta sproloquiando Matt, coff.
Bene, ora fuggo, forse è meglio. *scompare*

(Uh, il titolo è semplicemente "sordità selettiva" in inglese. Ehm)

Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(© elyxyz)

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ignorance