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Autore: SanjiReachan    06/06/2012    3 recensioni
Bart è sempre il solito ragazzino, genio del crimine, presenza malefica nella sua città, idolo per tutti i teppisti.
Ma anche lui a volte si annoia delle solite cose... solo che nessuno lo riesce a capire. Fin quando non arriva nella sua vita questo "ragazzo" che scoprirà essere molto più simile a lui di chiunque altro.
Insieme parleranno a lungo, spedendosi delle lettere, finchè Bart non scoprirà che è solo l'ennesimo trucco del suo rivale più temuto... ma questa volta, riuscirà a non affezionarsi?
Pairing: BobxBart
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Okkey, vi lascio questa nuova storia, anche se io non la volevo pubblicare, insomma, per lo più l’ho fatto per alcune mie amiche (<3 <3) e perché volevo vedere l’effetto che faceva u.u
A me all’inizio non piaceva nemmeno questa coppia! Me ne sono innamorata leggendo una fan fiction davvero bella… e così ho pensato: “perché no?”
Si, insomma, lasciatemi anche i vostri pareri… Ne sarei felice!!
With love
XXX
By Rea-chan x3

You're... MINE.

Capitolo primo: Caccia al tesoro.


-Bart! Bart, svegliati, o farai tardi a scuola!-
-Tardi a scuola…bah.-
Un ragazzino biondo si sedette ancora un po’ stonato sulle coperte tutte arrotolate e in disordine. Fissò per un attimo la testa sorridente del pupazzo di Krusty che era accovacciato sul comodino alla destra del letto.
Il bambino prese il pupazzo tirando la cordicella e si sentì dire in rimando:
-A me non piace fare i compiti!- con una voce allegra e allo stesso tempo un po’ roca e squillante.
-Io invece odio la scuola, dannazione.-
 
Alcuni minuti dopo, Bart era pronto per un altro giorno scolastico. Si diresse verso la cucina e si sedette al tavolo, dove Marge, Lisa e Homer stavano facendo colazione.
-Buongiorno!- salutò Lisa educatamente.
-Buongiorno ciuccellona. Homer…-
-‘Giorno rospoco.- rispose il padre tra un boccone e l’altro di uova e becon.
Bart si stava versando un po’ di latte nella tazza, deciso a fare colazione con i cereali del suo idolo Krusty, ma quando afferrò la scatola vide che era completamente vuota.
-Ehi ciuccellona! Ti sei finita i cereali?-
-No Bart, non sono stata io!-
-Homeeeer, te li sei sbafati tu??-
-Tieni tesoro… mangia questo.-
Marge gli mise davanti un bel piatto di uova e pancetta e un bicchiere di succo di frutta.
-Grazie ‘ma!-
 
 
Più tardi, Bart salì sul pulmino della scuola sbuffando sonoramente nel vedere sempre la solita solfa.
-Ehi, funghetto! Cosa c’è, non sei felice di vedermi?-
-Ciao Otto Disc, non sei tu, e che mi sono proprio rotto di andare a scuola.-
-Ti capisco terrestre, tu aspetta solo qualche altro anno e poi abbandona! Un po’ di pazienza…-
-Mmm… grazie.- rispose Bart non tanto convinto.
Lisa salì appena dopo di lui, e così le porte si richiusero.
-Ehi Lisa…-
-Babi, qualcosa che non va?-
-Non so… non riesco a spiegarlo. Ma non ti sembra che stiamo vivendo in modo troppo noioso? Ogni giorno facciamo sempre le solite cose, guardiamo sempre le solite cose… possibile che ci limitiamo solo a questo?-
-Oh Babi, non avrei mai pensato che potessi elaborare un pensiero complicato come questo. Come risposta vorrei dirti che sembra strano provare un senso di normalità quando si cresce in una famiglia come la nostra, ne abbiamo passate davvero tante, e quei pochi momenti in cui non capita niente sono una specie di vacanza che trovo spesso rilassante. Quindi non capisco fino in fondo quello che intendi dire, ma probabilmente è solo un periodo.-
Lisa mise una mano sulla spalla di suo fratello in segno di incoraggiamento, prima di superarlo e andarsi a sedere su uno dei posti liberi rimasti sul pulmino.
Bart la guardò con un senso di affetto misto a una strana malinconia. Era proprio da lei una risposta così, a volte credeva che quella ragazza fosse una specie di angelo sceso in terra. Ma se qualcuno gliel’avesse chiesto avrebbe negato fino alla morte. Quindi decise di accantonare quel pensiero un secondo dopo avergli dato vita dato che gli aveva procurato uno strano senso di disgusto alla bocca dello stomaco.
Percorse a piccoli passi il corridoio del pullman andandosi a sedere accanto a Milhouse, che gli aveva tenuto il posto.
Si appoggiò contro il palmo della mano, mettendo il gomito sul finestrino vedendo le solite strade ed edifici passare come ogni mattina accompagnandolo lungo il tragitto verso scuola.
-Buon giorno normalità.- sussurrò a denti stretti.
*** ***
-Tesoro, svegliati! È ora di andare a scuola!-
Come ogni mattina Marge fece capolinea nella stanza di Bart costringendolo ad alzarsi.
Con molta riluttanza, il ragazzino biondo si mise a sedere strofinandosi gli occhi, sentendo il peso della stanchezza.
Guardò con aria annoiata e apatica la finestra della cameretta che gli mostrava una chiara mattina di autunno, terribilmente uguale a tutte le altre.
Forse gli sarebbe bastato architettarne qualcuna delle sue per sentirsi subito meglio. Oggi a scuola avrebbe combinato qualche casino, giusto per tenersi in esercizio, gli sembrava davvero di essere andato in letargo.
Allungò il braccio afferrando il pupazzo di Krusty che gli mostrava un sorriso a trentadue denti sul suo comodino, per poi tirare la cordicella (gesto che era diventato una specie di abitudine ogni mattina).
-Sei il mio migliore amico! Sei il mio migliore amico!-
-Grazie Krusty… un momento, cos’è questo?-
Bart vide un foglietto di carta ripiegato su sé stesso in modo molto preciso, nascosto dietro al pupazzo, lo prese in mano e lo aprì. Dentro, con una calligrafia raffinata e scura, c’erano scritte queste parole:
-Guarda nella casetta sull’albero…-
-Ma chi lo ha scritto?-
Il ragazzino si rigirò il biglietto fra le mani più e più volte, cercando un segno, qualsiasi cosa che potesse essergli d’aiuto a capire di chi fosse.
Senza pensarci due volte andò alla finestra e l’aprì. Un getto di aria fresca mattutina l’ho investì in pieno volto, ancora mezzo intorpidito, ma Bart proseguì nel suo intento cercando in tutti modi di arrivare al ramo robusto e forte dell’albero che più volte utilizzava per uscire di nascosto. Con mani tremanti si sporse in avanti provando a raggiungere l’estremità del ramo quando…
-Bart! Sbrigati a fare colazione, o perderai il pulmino!!-
La voce di sua madre lo fece sussultare e per poco non perse l’equilibrio.
-Sai quanto me ne importa!-sussurrò di rimando il piccolo.
-Ragazzo!! Hai sentito tua madre?? Datti una mossa!- ora era stata la voce possente e scorbutica di suo padre a chiamarlo, ma questa volta non fece il minimo sussulto.
Ma che cavolo?? Oh, e va bene…
Bart scese dal davanzale e richiuse in fretta la finestra dietro di lui. Corse in bagno a lavarsi e vestirsi, e quando ebbe finito fece attenzione a ripiegare con cura il bigliettino mettendoselo in tasca.
Fece colazione rimanendo zitto, tutta la sua attenzione era sul quel bigliettino ormai. Non faceva che pensarci. Chi era stato a darglielo? Era entrato in camera sua?
Arrivò a pensare che era stato qualcuno della sua famiglia, non c’erano altre spiegazioni. Eppure era certo che la scrittura non corrispondesse a nessuna di quella dei suoi familiari, e comunque evitò di dirglielo… sentiva quasi che fosse un segreto, una specie di “cosa sua”…
Non ne fece parola nemmeno con il suo migliore amico e durante il tragitto verso scuola rilesse più volte il bigliettino, memorizzando ogni singolo particolare, incidendo affondo quelle parole nella sua mente…
*** ***
Appena tornato a casa corse in camera sua. Spalancò la porta buttando lo zaino sul letto, poi riscese di sotto, e andò in giardino.
Si fermò davanti alla casetta sull’albero e salì le scalette in legno per raggiungerla. A ogni passo sentiva il cuore battere sempre di più…
Entrò nel suo rifugio e con le mani sudate iniziò a guardarsi in giro: C’erano alcuni poster e disegni, alcuni vecchi pupazzi di Lisa e alcuni suoi fumetti… qualche figurina di Milhouse, e persino un ciucciotto di Maggie!
Cercò con lo sguardo ogni angolo, intento a individuare qualcosa che potesse interessarlo… ma in quel luogo non c’era niente e nessuno.
Amareggiato, Bart si sedette a gambe incrociate prendendo in mano una vecchia teiera di Krusty. Se la rigirò tra le mani, quasi sperando che ne potesse uscire un genio della lampada che avrebbe esaudito ogni suo desiderio…
Ma la verità è che non c’era assolutamente niente di speciale in quel luogo, a parte…
-E questo?-
Un altro bigliettino candido ripiegato in due era attaccato sotto il manico della teiera.
Bart lo prese aprendolo con mani tremanti. D’un tratto si ritrovò di nuovo di fronte a quella bella calligrafia… così familiare eppure in un certo senso decisamente nuova.
-Da un’occhiata alla tua bicicletta…-
Bart si catapultò giù in giardino, e in un attimo fu sul retro, dove teneva la sua bicicletta.
Si sentiva euforico… chissà, magari i suoi genitori gli avevano organizzato una caccia al tesoro dove alla fine avrebbe trovato un regalo…
Arrivato davanti alla sua bici frugò per bene nel cestino di Krusty, ed ecco che un altro biglietto fece capolinea:
-Bravo Bart. Ora perché non guardi tra i tuoi libri?-
- I miei libri?-
A qualcun altro poteva sembrare un indizio difficile, avendo molti libri, e l’indicazione non diceva esattamente in che libro guardare.
Ma Bart sapeva esattamente che fare.
Col battito del cuore che aumentava sempre di più, corse in camera sua e dallo scaffale prese un vecchio libro impolverato. Sapeva di non possedere molti libri, e quindi il campo si ristringeva, se vogliamo mettere che l’anno prima aveva comprato l’intera autobiografia di Krusty il clown, allora la cosa si faceva molto più semplice.
Infatti, come si aspettava, trovò qualcosa dentro una delle pagine. Però non era il solito bigliettino. Questa era una lettera, ripiegata accuratamente e posta in una busta  bianca.
La cacciò fuori senza troppi complimenti, leggendo quello che c’era al suo interno. La solita calligrafia mostrava:
-Ciao Bart. Il mio nome è Mr R. Piacere di fare la tua conoscenza. Abbiamo tante cose da dirci…-
-E questo che diavolo significa??-

Fine primo capitolo.

  
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