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Autore: VioletJuliet92    06/06/2012    2 recensioni
Hilary stava passeggiando per il parco, con la sua cagnolina Bunny che le aveva sempre tenuto compagnia, Non l’abbandonava un attimo, le stava sempre accanto.
Me quel giorno era diverso. Stavano percorrendo il solito sentiero, quando all’improvviso la cagnolina cominciò a correre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un vecchio, nuovo incontro

Hilary stava passeggiando per il parco, con la sua cagnolina Bunny che le aveva sempre tenuto compagnia, Non l’abbandonava un attimo, le stava sempre accanto.
Me quel giorno era diverso. Stavano percorrendo il solito sentiero, quando all’improvviso la cagnolina cominciò a correre.
<< Ma dove vai? Che ti succede? >> continuava a gridare la padrona per farsi sentire.
Dopo quasi un quarto d’ora la cagnolina si fermò, probabilmente raggiunse il suo obbiettivo.
Hilary dopo averla quasi raggiunta, si accorse di una musica.
<< E questa? Sembra provenire dallo spazio qui vicino. >>
In quel parco, avevano costruito un palchetto, con poi delle panche, chiamiamolo un anfiteatro moderno, perché posto su una collinetta.
Quando la giovane si avvicinò, silenziosamente, vide una figura con i capelli mossi, che gli arrivavano al di sopra delle spalle. Stava suonando la chitarra, una elettrica, il pezzo che suonava sembrava rock, ma dove si era nascosta lei non si sentiva bene.
Stava aspettando che quella persona si girasse per capire chi fosse, quando notò la sua Bunny, avvicinarsi al palco.
<< No Bunny. Torna indietro, dove vai? Vieni qui >> ma ovviamente la cagnolina non la sentiva, ormai aveva la sua età.
La padrona a quel punto uscì dal cespuglio e si avvicinò silenziosamente al palco. Nel mentre il cane, si era fatta vedere dal chitarrista, che smise di suonare e non esitò a farle i complimenti.
“ E’ molto strano”  pensò la giovane. “ Non si fa mai fare i complimenti da nessuno, figuriamoci poi essere accarezzata.”
Pensando che se il suo cane si faceva accarezzare, ed era molto più schizzinosa di lei, non doveva essere una persona antipatica.
E così intervenì: << Scusami. Sai non è da lei mostrarsi così cordiale.  Mi dispiace che abbia interrotto i tuoi esercizi. >> Si scusò un po’ imbarazzata.
Al sentire queste parole il chitarrista si alzò, girandosi verso la ragazza e con un enorme sorriso stampato in faccia disse: << Non devi preoccuparti, io adoro i cani! >>
Hilary rimase basita, da lontano non sembrava, ma era altissimo, ma specialmente.
<< Francesco sei tu!? >> riuscì a mala pena dire lei.
<< Ciao Hilary, è bello vederti >>
Non potè credere ai suoi occhi. Il suo ex compagno di classe delle medie, non che il suo primo amore.
<< Eheh… Cosa ci fai qui? >> chiese lei.
<< Oh bhè… Abito qua vicino, e trovo che questo posto abbia una buona acustica, anche senza amplificatore il suono è magnifico >>
“ Ma tra tutti i posti che c’erano proprio qua doveva venire” pensò lei un po’ irritata. “ E anche tu Bunny potevi trovarne un altro!”
Tra i due non correva buon sangue, o almeno era lei che non lo poteva vedere. Vi chiederete perché.

---


Era la prima media, sezione F. Per San. Valentino, la prof di inglese aveva fatto fare dei biglietti, con scritto “ Roses are red.
Violets are blue. Sugar is sweet as you are.” (Le rose sono rosse. Le viole sono blu. Lo zucchero è dolce come sei tu.)
Solo Dio sa quanto ci abbia messo a scriverlo, in inglese aveva zero. Chi voleva, dopo aver fatto il biglietto, lo poteva regalare a chiunque. Hilary penso che sarebbe stato bello darlo a Francesco, ma era talmente timida che non sarebbe mai riuscita a darglielo di persona. Così lo mise dentro la cartella, senza farsi vedere. Quando Francesco lo trovò, tutti i suoi amici lo accerchiarono, chiedendosi chi potesse aver scritto il biglietto, poi arrivò quella che era considerata la capo classe, Beatrice: << E’ stata lei! >> puntando il dito contro Hilary.
Tutti si girarono verso lei poi cominciarono a sghignazzarle in faccia e dicendo in coro: << Denti d’acciaio va dietro a Checco. >> e così per tutti i tre anni delle medie.
Potete immaginare come si sentisse Hilary, lei che non era particolarmente sveglia, non era affascinante come molte sue coetanee, non si truccava e on andava regolarmente dalla parrucchiera. In più, in quel periodo aveva tutti i denti storti, così tutti la  prendevano in giro, e piano piano le amiche si allontanarono da lei. In terza media era completamente sola, non parlava con nessuno e si sedeva sempre in un angolo, malediceva il giorno in cui aveva scritto il biglietto, e sperava con tutto il suo cuore, che finisse il prima possibile.

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<< Ma sei cambiata tantissimo. Quasi non ti riconoscevo >>

<< Si anche tu. Hai cambiato stile eh… Alle medie portavi i capelli così corti, che pensavo li avessi lisci, e invece guarda che boccoli >>
<< Si ne sono molto fiero >>
“ Non ha capito. Io ero sarcastica.” << Ahah. Fortuna che sei castano, se no ti potevano scambiare per Riccioli d’Oro >>
<< Ahah, non ti facevo così simpatica. Ahah >>
“ Ma allora è scemo. Io lo stavo prendendo in giro.” << Bhe, come potevi saperlo, non mi hai mai rivolto la parola! >>
<< Si anche questo è vero. Mi dispiace per quello che è successo alle medie. Per caso ce l’hai con me? >>
“ E’ sveglio il ragazzo.” << Nooo!! >> in tono sarcastico << Ormai sono passati otto anni,  tre mesi, e vediamo… quindici giorni >>
<< Ahah, si sei proprio spiritosa >>
“ Basta mi arrendo. Questo non capisce la differenza tra sarcasmo e battute. Quello è il tempo che è trascorso da quando ti ho dato il biglietto. Io serbo molto rancore verso di te.”
<< Tu cosa fai qui? >>
<< Non si vede? Ho portato Bunny a fare una passeggiata. Veramente vengo qua ormai da tanto, sempre alla stessa ora, perché sono sicura di non trovare nessuno >>
<< Ahah si chiama Bunny, come Bugs Bunny, all’ora è un maschio! >>
<< No ti sbagli è una femmina, e il nome è ispirato a Sailor Moon >>
<< Capisco >>
<< Senti ora io torno a casa. Si è fatto tardi >>
<< Ti accompagno. Dove abiti? >>
<< Non serve vado da sola. Addio! >> e così si allontanò insieme alla cagnolina.
<< Stupido, sono uno stupido. Lo sapevo che mi odiava, e non ha tutti i torti >>
 
---
 
Il giorno dopo Hilary, si diresse come sempre al parco, sperando di non incontrare ancora Francesco. Ma purtroppo per lei era al solito posto del giorno prima.
<< Ciao Hil! Posso chiamarti così, vero? >>
<< Preferirei che usassi il mio nome completo >>
<< Ah, Va bene. Come va oggi? >>
<< Ci siamo visti ieri. Cosa credi sia cambiato? >>
<< Già, bhe ho capito che ce l’hai con me… e non ti do tutti i torti, ero proprio scemo alle medie >>
<< Senti non mi interessa. Per quel tuo comportamento mi hanno preso in giro per tutto il periodo delle medie, e ancora oggi se ne parla. Adesso preferirei dimenticare… OK? >>
<< Ma aspetta… lasciami spiegare, io… >>
<< No non me ne frega niente, e adesso devo proprio andare, a casa si sono preoccupati, per colpa di quelle aggressioni a giovani ragazze >>
<< Va bene me ne vado. Fa attenzione, non vorrei ti succedesse qualcosa >> così se ne andò lasciando.
Hilary rimase un po’ perplessa per quelle sue parole. “ Non gliene mai fregato niente e adesso mi dice di fare attenzione. Ma che problemi ha?”
 
---
 
Hilary, dopo il giorno che aveva detto chiaramente a Francesco di non rompergli, continuò ad andare al parco alla stessa ora, e di lui nessuna traccia. Continuò così per un paio di settimane.
<< Non si sta benissimo Bunny. Io te il sole e --- >>
All’improvviso si senti afferrare da dietro, le tapparono la bocca. Si trattava di due individui loschi, probabilmente gli stessi delle aggressioni precedenti. La tenevano d’occhio già da un po’, dopo aver capito che il ragazzo che era con lei, non si sarebbe più fatto vedere, e aver verificato che nei dintorni non ci fosse nessuno agirono.
La stavano trascinando verso un cespuglio. Frettolosi di compire le loro oscenità, non fecero troppo caso a Bunny che continuava ad abbaiare, cercando di attirare l’attenzione.
Uno dei due la teneva ferma, mentre l’altro cominciava a spogliarla. Le strappo la maglietta di dosso, poi senza troppa esitazione, le calò i jeans, passò poi al reggiseno. Una volta slacciato, si fiondo tra i seni della ragazza, che continuava a dimenarsi per cercare di liberarsi. Ma i sue erano molto più forti di lei, così si abbandonò a un pianto senza fine.
<< Forza muoviti ad entrarle dentro, voglio spassarmela pure io >>
<< Si non preoccuparti. Ce ne sarà anche per te >>
Così arrivò il turno degli slip,  senza neanche pensarci due volte si slacciò i pantaloni, avvicinandosi sempre più alla ragazza.
Fortunatamente l’uomo cadde a terra prima che riuscisse a violentarla.
<< Ma cosa? >> disse l’altro sorpreso. Girò la testa per capire cosa fosse successo, ma ricevette un colpo in testa.
Hilary sconvolta e impaurita, non riuscì a muovere un muscolo, ancora convinta di essere nella morsa di quei due.
<< Su vieni, non preoccuparti ho chiamato la polizia. E’ tutto passato >>
Lei non capiva bene ma strare stretta tra quelle braccia la rassicurava. Anche senza aver visto in faccia quella persona, sapeva che poteva fidarsi.
 
---
 
Passò un’oretta. La polizia aveva già portato via i due delinquenti, Hilary era stata visitata dagl’infermieri dell’ambulanza e le era stata data una coperta per potersi coprire, dato che i suoi vestiti erano stati strappati.
<< Bene è ancora presto per interrogarla, ma tu no. Spiegaci ragazzo? >>
<< Abito qua vicino. Ho sentito il cane abbaiare, così ho controllato dalla mia finestra… >>
Il ragazzo continuava a spiegare. Disse di come aveva steso, prima uno poi l’altro. Che quella era una ragazza che conosceva, e tutto il resto. Poi aggiunse che preferiva rimanere anonimo. Non voleva farle sapere che era lì, che non era arrivato in tempo. Se ne andò.
Finalmente Hilary si calmò, e dopo essersi ripresa spiegò la sua versione dei fatti.
<< Ha qualcuno che deve avvertire? >>
<< No, nessuno >> non voleva far preoccupare nessuno. Non sarebbe più riuscita ad uscire, e dire quello che era successo ai propri genitori, l’avrebbe fatta star peggio. Rima o poi lo avrebbe detto ma non subito.
Mentre si dirigeva verso l’auto della polizia, che l’avrebbe accompagnata a casa, si accorse di un cosa. Si avvicinò per raccoglierla, con grande sorpresa notò che si trattava del biglietto di San. Valentino. Quello che aveva dato a Francesco. Lo raccolse e salì in auto.
In tutta fretta corse in camera sua per non farsi vedere da nessuno. Per fortuna i genitori erano al lavoro
“Questo è il biglietto che ho dato a Francesco, ma cosa ci faceva là? Non può essere stato lui a salvarmi, non dopo quello che gli ho detto.” Poi rivolse lo sguardo verso la finestra, il sole ormai basso colorava tutto D’arancio. “Ma anche se l’avesse perso il giorno del nostro incontro, perché lo aveva con se? Pensavo lo avesse buttato.”.
Dopo tanto pensare, prese tra le braccia la sua Bunny e si addormentò, per quella giornata ne erano successe fin troppe.
 
---
 
Passò circa un mesetto. Hilary non era più andata al solito parco, anzi non era proprio più uscita di casa.
“Basta! Non posso più starmene chiusa in casa. Devo tornare là in quel parco.”
Aveva letto che tornare sul luogo di un’aggressione aiutava a superare i trauma. Così si fece forza, prese il guinzaglio e usci con Bunny.
Quando si avvicinò al cespuglio dove l’avevano trascinata, si ricordò delle scene di  quel giorno. Tremava. Le gambe quasi non la reggevano. Crollò.  Poi si ricordo dell’uomo che l’aveva salvata. Era sicura si trattasse di un uomo, le braccia forti che la stringevano, il petto ampio dov’era appoggiata. Quando vide il volto di Francesco. Ora ne era sicura, era stato lui a salvarla. Si rialzo e si diresse verso l’anfiteatro.
Lì lo vide, seduto su una panca che si guardava intorno.
<< Ehi! Stai aspettando qualcuno? >> chiese lei avvicinandosi.
<< Si. Non ero sicuro che tornassi, ma volevo vederti >>
<< Bene eccomi qua >>
<< Volevo dirti che sono stato un cretino alle medie. Capisco che tu non mi voglia vedere… >> poi, diresse lo sguardo altrove per sfuggire allo sguardo di lei, e continuò  << …sai io alle medie ti trovavo carina, non mi importava dell’aspetto. Solo che tutti si fiondarono da me… e una cosa tira l’altra… >>
<< Shh… >> lo zitti lei poi tirò fuori il bigliettino di San. Valentino << …Ci riproviamo? Tieni questo è per tè >>
<< Ma questo dove lo hai trovato? >>
<< Credo ti sia caduto quando mi hai salvata >>
<< Ma allora lo sapevi. Te l’hanno detto >>
<< No! Ma tu ora hai confermato i miei sospetti >>
<< Scusami >> disse lui abbassando la testa.
<< E di cosa? Non è certo colpa tua >>
<< Si ma sarei potuto arrivare prima. Potevo evitare tutto questo >>
<< Ormai quel che è stato è stato, ma se vuoi rimediare, puoi proteggermi adesso >> poi porgendogli nuovamente il biglietto  << vuoi accettare o no? >>
<< Si accetto. Non ti lascerò scappare una seconda volta >> poi timidamente l’abbracciò. Lei si rassicurò, le piaceva stare stretta tra quelle braccia. Si sentiva così sicura, che senza nemmeno accorgersene si addormentò.
 
---
 
<< Ti sei svegliata finalmente >> disse Francesco con un enorme sorriso.
<< Ciao! Quanto ho dormito? >>
<< Tre ore. Devi proprio essere stanca >>
<< Si! Non mi sono sentita così con Davide. Non capisco >>
<< Tranquilla. Hai sentito la dottoressa, è tutto normale >>
<< Si si! Ma mi sento comunque stanca >>
<< Mamma, mamma. Guadda ho fatto pel la solellina piccola >> (Mamma, mamma. Guarda l’ho fatto per la sorellina piccola.)
<< Bravissimo Davide. Ma è bellissimo >> sorrise lei prendendo il disegno.
<< Si sei il degno figlio di tua madre >>
<< Gassie papà. Ola vado a fanne un’altlo >> (Grazie papà. Ora vado a farne un altro.)
<< Sai! Ho sognato di quando ci siamo messi insieme, sei anni fa >> disse sorridendo Hilary.
<< Ah si! Che bello >>
<< Già ho anche rivisto la mia Bunny. Mi manca tanto >>
<< Anche a me. L’ho conosciuta poco, ma era un bravo cane >>
<< Si! Mi ha tenuto compagnia, finché non ho incontrato te. Non mi ha mai mollato. Non ha voluto farmi star sola, finché non è stata sicura che mi saresti stato accanto >> ne pronunciare quelle parole le vennero le lacrime agli occhi, poi dopo essersi un po’ ripresa disse << e’ un nome strano per una bambina, ma che ne dici di chiamarla Usagi? Era il vero nome di Bunny in Sailor Moon. Ho pensato che se le diamo il nome Inglese, molti potrebbero prenderla in giro, mentre se le diamo il nome Giapponese, in pochi sanno il significato >>
<< Si mi sembra un bel nome. Usagi, suona bene >> sorrise lui. Poi aggiunse << ma sei proprio sicura che sia una femmina? >>
<< Si non so perché ma sento che è una bambina >>
<< Perché poi non hai voluto sapere niente non lo capisco >>
<< Voglio che sia una sorpresa per entrambi, e poi non avremmo problemi. I nostri genitori sanno di che sesso è il bambino >>
 
---
 
Il giorno del parto tutti i parenti andarono a trovare Hilary all’ospedale.
<< Bene Francesco. Sei eccitato all’idea di altri piedini in giro per casa? >>Chiese uno dei parenti.
<< Si non vedo l’ora >>
<< Ma perché non sei entrato >>
<< Bhe, quando è nato Davide, mi sono così tanto impressionato, che le infermiere si sono dovute occupare anche di me. Preferirei non ripetermi >>
<< Ahahah! Vedrai che sorpresa >>
 
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Qualche oretta più tardi.
<< Congratulazioni è una femmina >> disse un infermiera.
<< Hil se lo sentiva >> sorrise lui.
<< Ora aspettiamo l’altro poi potrà entrare a vederli >>
<< L’altro? Quale altro? Sono due? >> chiese sbigottito.
<< Si non lo sapeva? >>
<< No per niente >> rispose lui sconvolto. “E adesso avevamo scelto solo un nome. Ho trovato.” E prese a mano il cellulare, digitò Sailor Moon su internet, e trovò il secondo nome.
<< Ok ora può entrare, a vedere le sue principesse >>
<< Due femmine, che bello. Il nome che ho trovato sarà perfetto >>
Quando entrò dalla porta le vide. Sembravano due angioletti.
<< Sono bellissime complimenti >> Sorrise Lui.
<< Si bhe, è anche merito tuo, Per metà sono tue >>
<< Si anche questo è vero. Cambiando discorso. Scommetto che tu un secondo nome non l’hai pensato >>
<< Hai ragione. Alla prima abbiamo già fatto mettere il braccialetto. Ma la seconda… >>
<< Non preoccuparti ci ho pensato io. Cosa ne pensi di Serenity? >>
<< Oh ma è un nome stupendo, e poi centra sempre con Sailor Moon. Ti amo sei l’uomo perfetto >>
Lui sorrise e avvicinandosi la baciò. Ma non le rivelò mai che il nome lo era andato a cercare su Internet.
 
 
NOTE FINALI:
Salve a tutti, sono VioletJuliet!
Questa FF è più seria rispetto a “Quando i sogni si realizzano” e anche decisamente meno perversa. Ma non posso fare solo delle cretinate. (risata amara)
Parliamo di come mi è venuta l’idea, bhe questo è facile, L’ho sognato. Cioè ho sognato che due ragazzi si incontravano, dopo tanto finalmente si mettono insieme . Inizialmente i sue tizzi che volevano violentare Hilary, non dovevano esserci, ma i due protagonisti avevano preso una piega diversa. Così ho pensato che ci volesse una scena che cambiasse tutto. (Forse ho esagerato? Voi cosa mi dite?)
Per quanto riguarda il pezzo delle medie… è una storia vera. La mia. (Depres Depres)
Purtroppo per me non è andata a finire così bene. In più adesso sono sei anni che ho finito le medie, e alcuni compagni vogliono fare una cena di ex compagni. Io non sono molto convinta di volerci andare. Sinceramente temo ancora il loro giudizio. (Benché ora sia cambiata e di parecchio. Ho persino imparato a truccarmi, e non per vantarmi, sono anche piuttosto brava)(Smettila di vantarti ndTutti)
Altra cosa vera è la mia Bunny. Avevo veramente un cane che si chiamava Bunny, ma è scappata e da quel giorno non l’ho più trovata. Questa storia l’ho voluta dedicare a lei. Mentre scrivevo mi venivano i lacrimoni. Adesso ho un altro cane che si chiama Maya.
Ancora una cosa. Io sono un'appassionata di Sailor Moon, ma la mia preferita non era lei, bensì Makoto (Morea) alias Sailor Jupiter. ma i suoi nomi non mi piacevano molto. Makoto mi ricorda il nome di una scimmia, mentre Morea non mi dice niente.
Ok basta. Spero vi sia piaciuta questa brave storia, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, ovviamente accetto anche le critiche. (così potrò migliorare sempre più)
Ultima cosa. Chiedo scusa se questa storia dovesse essere già presente. Il mio problema è che non amo leggere, e con questo non ho idea se una storia così esista già.
Ciao ciao e grazie a chi l’ha letta.

   
 
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