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Autore: Martychan Fantasy    06/06/2012    5 recensioni
"Adesso posso capire cosa si prova, quando si ama una persona. Quando il cuore balza nel petto come mare in tempesta, ma non fa male, sono sussulti piacevoli che scaldano l'anima nel suo profondo. Posso sentire il mio stesso fuoco ardere il mio corpo da dentro, desideroso di uscire fuori, di scatenarsi, e di avvolgere e portare via con sè la persona che lo attrae. Posso sentire la dolcezza di uno sguardo limpido su di me, e capire che al mondo non può esistere niente di più bello!." -Portuguese D. Ace-
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fight for Fire - Ocean J. Eve -'
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Fight for Fire 2

Ocean J. Eve – Il Ritorno (Parte Terza)

 

Ansimai pesantemente tenendomi una mano sul cuore, una volta che atterrai sul pavimento di prua della mia nave. Non riuscivo ancora a crederci! Tutto quello che stava succedendo era semplicemente meraviglioso!. Mi voltai di scatto, per vedere se davvero l’asse di legno era appoggiata al cornicione di prua della mia nave, o se fino a quel momento avevo solo sognato tutto. No, era davvero lì, non era affatto un sogno!!.

-Ehi, Eve! Tutto bene, tesoro?- mi arrivò gentile e ironica la voce di Viola che mi guardava divertita, con una mano poggiata al mento e l’altra sul fianco sinistro del suo bellissimo corpo da modella.

-Sembri davvero sconvolta! Tesoro! Mi pari tanto un pulcino bagnato in questo momento!!- parlò anche Bett Mary al fianco di Viola, guardandomi con aria amorevole e preoccupata. Quella grande, grossa e muscolosa donnona mi faceva sempre sorridere, per il contrasto che i suoi sentimenti delicati con sfondo materno, avevano col suo prestante fisico da bodybuilder.

-E’ che..non riesco ancora a crederci,ragazze!! Non stò sognando, vero??Ho davvero rincontrato Ace???- dissi agitata tenendomi le mani sul volto in fiamme.

-Ah! Ah! Ah! Santo cielo!- scosse il capo Bett guardandomi con aria intenerita.

-No, mia cara! Non è per niente un sogno! Quindi ora da brava,vieni dentro con me a preparati,e vediamo di renderlo ancora più reale di prima!^^- Viola mi prese per le spalle, spingendomi decisa verso l’interno della nave.

Io la guardai perplessa. Prepararmi? Che dovevo fare? Si andava a mangiare a bordo di una nave di pirati, non in un ristorante di lusso con dei damerini da strapazzo!. Che bisogno c’era di prepararsi?. Quando vide la mia aria interrogativa, Viola si bloccò di colpo, ponendosi davanti a me con fare accigliato e le braccia sui fianchi:

-Non mi dire che pensavi di presentarti vestita così,VERO??- fece con tono di rimprovero

-B-B’è, ma si certo! Come diavolo dovrei presentarmi secondo te?? Andiamo a cena con uomini rudi, di mare! Con grandi pirati!! In che altra veste dovrei presentarmi, se non con questa??- feci davvero stupita dal suo rimprovero.

Viola, per tutta risposta, si pose di nuovo dritta in piedi, incrociando le braccia al petto, sospirò con aria delusa, scuotendo il capo, e poi, rivolgendosi a Bett che era lì accanto :

-Miseriaccia! Questa qui non capisce proprio niente! Vogliono festeggiarla con tutti gli onori per quello che ha fatto per loro…e crede di potersi presentare vestita da rissa da mercato!- biascicò

Io alzai un sopracciglio con stizza, combattuta tra il mantenermi calma o l’incenerirle i suoi delicati capelli scarlatti all’istante. Respirai profondamente. Dove voleva arrivare con quel discorso? Non capivo davvero che altro avrei dovuto aspettarmi come “festa” da Barbabianca e i suoi, se non unacaotica, chiassosa, e animalesca riunione di mascelle masticanti, narcolettici cronici e ananas arruffati!.

-DAAAH! Ora basta! Seguimi senza fare storie e lascia fare tutto a me! Ci penso io a renderti presentabile, diamine!! Bett! Dammi una mano, portiamola ai bagni!!- tuonò improvvisamente la mia scarlatta navigatrice, trascinandomi di peso per un braccio, mentre la cara Bett Mary mi spingeva per le spalle.

Poco dopo, mi trovavo nei bagni femminili della Fire and Tunder. Il nostro Tuono era giovane si, ma un carpentiere fantasioso e davvero di valore. Aveva dotato la nostra nave, oltre che di tutte le diavolerie belliche possibili, nascoste ovunque, anche di molti confort e aree spaziose a diverso tema, per ogni vice capitano ed i suoi hobby. In questo caso, aveva dotato la Fire and Tunder, anche di due ale diverse di bagni comuni, per donne e per uomini, con un sofisticato marchingegno idraulico, portava acqua alle grandi vasche, che veniva riscaldata da una cisterna interna nascosta in massi finti, posti qua e là nella grande stanza da bagno. Nonostante i miei continui insulti, le due care piratesse, mi avevano letteralmente spogliata e gettata come un sacco di patate, nella vasca calda più grande, intimandomi di lavarmi per bene, fin sotto l’ultima unghia del piede. Dovevo “risplendere” secondo loro, quella sera. Intanto che io mangiavo la foglia amara, pensando a come vendicarmi di Viola, e mi strofinavo con energia, rimase con me solo Bett Mary, mentre Viola sparì dicendo che doveva preparare l’abito adatto, e che mi avrebbe aspettata nella mia cabina.

-Mannaggia! Ma che bisogno c’era di fare tutto questo casino??Mi ero già lavata ieri sera poi!. Io Viola certe volte la strozzerei! Lei e la sua maniacale propensione per la moda ed il buon gusto!!- tritavo tra i denti, mentre passavo a sciacquarmi i capelli insaponati.

La mia cara navigatrice infatti, oltre ad essere una valente guida per mare, aveva l’hobby per il giardinaggio, e nel suo spazio personale sulla nave esattamente sul tetto, aveva una sorta di giardino fiorito con le piante ed i fiori più belli che onestamente, avessi mai visto in vita mia. Oltre a questo, era anche dannatamente amante della moda e del buon gusto, e, quando si trattava di essere coinvolti in feste, non importa se di paese o con pirati come nel nostro caso, voleva sempre a tutti i costi, che ognuno di noi fosse tirato a lucido ed al massimo splendore!.

-Eh eh eh! Dai, Eve! Lo sai quanto Viola ci tiene a queste cose! Non possiamo farci niente, è fatta così!. E oggi a maggior ragione..vuole che tu sia al meglio!- ridacchiò Bett mentre mi lisciava i capelli bagnati con una spazzola morbida.

-Ma è una festa tra pirati! Come altro dovremmo andarci se non da pirati??- insistetti tirando un pugno in acqua. Ero troppo convinta di sapere già come si sarebbero svolti gli eventi quella sera. Ah! Come mi sbagliavo di grosso invece!. Avrei ricevuto invece una favolosa smentita!.

Bett Mary non rispose subito, continuando a lisciarmi gentile i capelli con la spazzola, si mise a canticchiare una canzoncina infantile molto dolce. Nel sentirla, mi rilassai un po’, stendendo i nervi ed i muscoli, e poi sorrisi tra me. Bett era solita canticchiarmi quel motivetto, ogni volta che stavo male, oppure ero molto nervosa. Mi aiutava a calmarmi. Quando mi sentì più quieta infatti, la mia compagna ridacchiò nuovamente e mi rispose :

-Questa sera non è solo una festa tra pirati. E’ un evento molto importante, che segna un nuovo inizio per due persone.-

Trasalii alle sue parole, sentendomi un balzo veloce nel petto. Un nuovo inizio per due persone. Sapevo che si riferiva a me, ed alla mia venuta in quel mondo, ed alla vita che io avevo restituito ad Ace.

-Per questo..questa serata sarà speciale, vedrai!^^- mi sorrise passandomi poi un asciugamano quando mi voltai verso di lei con la faccia ancora da pesce lesso, aiutandomi ad uscire dall’acqua.

**

Nello stesso istante, in cui Eve si dirigeva alla sua cabina, sulla Moby Dick fremevano davvero i preparativi. Gli uomini di Barbabianca correvano come dei forsennati a destra ed a manca, portando sete, tende, tendoni, festoni, ghirlande e ghirigori di ogni tipo, per addobbare sia la prua della nave, che il suo interno nel salone principale dove si sarebbe tenuta la festa. Proprio così, come Eve sognava ad occhi aperti, la grande Moby Dick era davvero una nave immensa e favolosa! Al suo interno, non c’erano solo la cabina del capitano o degli altri pirati, ma anche diversi lunghi corridoi, ampie sale, ed un salone davvero immenso nella sua pancia, che veniva utilizzato ormai di rado, ma che era sempre servito per i raduni o gli incontri importanti. Ora quel salone, sotto la direzione di Vista e Rakuyou, veniva interamente ripulito in ogni suo angolo, venivano tirate fuori le sedie più belle ed i tendaggi più pregiati, le lunghissime tavolate venivano addobbate con tovaglie di lino candido, mentre tovaglioli e fiori freschi disposti ovunque avevano i toni del blu oceano. Fiori offerti dalla navigatrice dell’Asso di Cuori di Eve, Viola, che non si era risparmiata, nel fornire ai pirati di Barbabianca tutto il necessario floreale per rendere quella sala ancora più bella di quanto già non fosse. Il colore dominante sarebbe dunque stato il blu oceano. Blu, in onore della loro ospite. Sui ponti di prua e poppa le ramazze passavano in lungo ed in largo per lavare e lucidare i pavimenti, sotto l’occhio di Marco, mentre per quanto riguardava gli addobbi da disporre sul ponte di comando e nei pressi dell’asse di legno da dove sarebbe risalita Ocean, il tutto era seguito da Tuono il carpentiere della Fire and Tunder aiutato dai muscolosi Jaws, Fossa e Blenheim, che seguivano attenti le sue indicazioni su come disporre cosa e dove. Nelle cucine della Moby invece, c’era Oscar che dava man forte per preparare tutti i cibi che più piacevano al suo capitano, ma anche a Barbabianca ed ai suoi, informandosi con attenzione ai dettagli da Squardo e Curiel che gli mostrarono tutti i libri di cucina e gli appunti lasciati dal povero Satch, il cuoco della Moby e comandante della quarta divisione di Barbabianca, ucciso tempo addietro dal malvagio Teach Barbanera. Oscar assicurò che avrebbe fatto del suo meglio per eguagliarlo e renderli soddisfatti.

Ace in quel momento, era appollaiato su uno dei tetti della Moby, al di sopra del ponte di comando. Osservava con sguardo rapito l’orizzonte del mare, ed il cielo che tinto ormai di un acceso rosso, lasciava sempre di più spazio all’oscurità della sera, ed alle prime stelle.

-OHI,ACE!- sobbalzò sentendosi chiamare di colpo

-Ohi,Rufy…- guardò il fratello raggiungerlo sul tetto, e sedergli accanto con aria davvero allegra ed elettrizzata. Ace invece aveva ancora l’aria assorta.

-Che ti succede, fratellone??Mi sembri un po’ imbambolato!- commentò infatti cappello di paglia squadrandolo bene.

-Sono solo un po’ nervoso, tutto qui.- asserì il moro tornando a guardare il mare

-Nervoso? YAH AH AH AH AH! Ah b’è! Ti capisco! Con una ragazza come Eve!^^-

-RUFY!!- Ace arrossì un po’ alla battuta spontanea del fratello, e lo guardò anche un po’ male mentre lo riprendeva, non riuscendo però poi ad evitarsi, di mettersi a ridere a sua volta. La faccia che il fratellino faceva quando rideva era davvero un numero! Era troppo contagiosa per non lasciarsi coinvolgere!.

-Eh eh eh! Comunque hai detto bene infondo! Aaah! Accidenti!! Non so davvero come devo comportarmi!! Non ho mai avuto a che fare con una donna prima!!! Non ho la minima idea di come fare!- Ace scoppiò improvvisamente, per sfogare il suo nervoso, scompigliandosi con una mano i capelli ribelli.

Era una situazione davvero singolare. Vedere il fratello maggiore, quello che di solito si preoccupava per il più piccolo, lo aiutava e lo consolava, che si lagnava con quest’ultimo sfogando le sue ansie e i suoi timori. Rufy però, di tutto questo era davvero felice. Parlare per la prima volta col fratello di qualcosa che lo rendeva così preso e coinvolto, così preoccupato ma positivo, era per il giovane mugiwara un evento davvero importante. Significava che Ace stava iniziando ad aprirsi a qualcuno che non fosse lui, e a guardare a se stesso con più considerazione. Quella Eve stava compiendo davvero, il miracolo che cappello di paglia si era sempre augurato avvenisse un giorno. Dopo quei pensieri tra sé, Rufy fece di nuovo il suo goliardico sorriso, battendo una pacca decisa nella schiena di Ace,cercò di scuoterlo :

-YAH AH AH! Ma dai, Ace! Tu che affronti sempre tutto e tutti con sicurezza e spavalderia! Ti lasci spaventare così??-

-Facile per te! Il giorno che ti troverai al mio posto, riderò di gusto sappilo!!-

-Eh eh eh! Comunque, se vuoi il mio parere fratellone..non c’è un modo preciso in cui tu ti dovresti comportare. Semplicemente, devi essere te stesso, devi essere quello che sei, e mostrarti ad Eve così e basta! Sono sicuro che lei apprezzerà!^^-

Ace guardò il fratellino con tanto d’occhi e poi, scoppiò in una fragorosa risata divertita : - AH AH AH AH AH! Ma da quando in qua sei così profondo,eh Rufy??-

-Da quando…ti vedo vivo e felice,Ace!- gli sorrise convinto Rufy, provocando di nuovo stupore nel fratello, che poi però, ricambiò con lo stesso sorriso.

Ace allungò una mano, e scompigliò affettuosamente i capelli di Rufy, ringraziandolo. Il mugiwara, non riuscì ad evitarsi di fargli una domanda spontanea. Ce l’aveva lì da quando lo aveva visto illuminarsi, dopo aver ritrovato la sua salvatrice. Ace doveva essere rimasto molto colpito da lei. Ok, tutti loro erano affascinati e grati a quella fanciulla tanto bella quanto dolce. Però, cappello di paglia, era sempre convinto della sua teoria, circa i sentimenti che Eve doveva provare per forza per Ace, avendo fatto quello che aveva fatto per lui. Voleva sapere se per il fratello, quella ragazza poteva significare qualcosa di più, oltre alla gratitudine:

-Dimmi una cosa,Ace…Lei ti piace, non è vero?^^-

-!!!- Ace saltò sul posto da seduto, a quella improvvisa domanda inaspettata. Che diavolo prendeva a Rufy?! Che domande gli andava a fare!. Dopo l’improvviso turbamento però, pugno di fuoco stette a pensarci un momento. Cioè, non aveva nulla a cui pensare, perché la risposta l’aveva già lì nel cuore. Non sapeva però se renderla concreta in una frase, l’avrebbe aiutato in senso positivo, o si sarebbe ritorto contro di lui con il peggiore dei rifiuti. Era piuttosto travolto da tutte quelle intense e meravigliose emozioni che gli regalava quella ragazza,però, non sapeva niente di lei e le reali motivazioni che l’avevano mossa per salvarlo. Chissà magari, l’aveva fatto per altre ragioni o interessi, e non proprio per lui come persona. Si stava evidentemente arrovellando il cervello tra cuore e preoccupazioni, e Rufy se ne accorse mettendosi nuovamente a ridere del suo smarrimento. A salvare Ace da quella situazione, arrivò la voce argentina di Halta che lo chiamava a gran voce dal basso del ponte di comando:

-ACEE!!! DIAMINE!! FINALMENTE TI HO SCOVATO!!-

-Eh?Che succede,Halta??- si sporse il giovane guardandola

-Come “che succede”?! ACE! Devi venire immediatamente con me!! Ti devi preparare per la festa di stasera! Cosa credi..di venirci in mutante come tuo solito a cena??!!- lo rimproverò la piratessa sbraitando.

Ace fece tanto d’occhi, mentre Rufy si sbellicava dalle risate a quella scena.

-E TU??! Che cavolo hai da ridere Cappello di Paglia?! Sappi che lo stesso discorso vale per te!! Scendete subito da lì e venite con me! MUOVETEVI!!!-

Halta fu così imperativa, che i due ragazzi non poterono far altro che scattare in piedi come molle e seguirla seduta stante all’interno della Moby. Halta era pur sempre una donna, per quanto si abbigliasse e sembrasse più un maschio. E, con le donne , specie quando nervose o arrabbiate per qualsiasi cosa, era meglio non ribattere. Rufy lo sapeva meglio di Ace, vista la sua esperienza con Nami e le sue proverbiali incazzature.

-GURARARA! Sono proprio contento! Aahh! Non mi sentivo così felice, dal giorno in cui Ace è diventato mio figlio! GURARARA!- Barbabianca intanto, seduto nel suo immenso trono sul ponte di comando, si crogiolava nella felicità del momento, rendendo partecipe Rayligh seduto accanto a lui.

-Eh eh eh! Lo vedo! Sei proprio felice mio caro Ed! Sai, sono davvero contento per te, e per tuo figlio! Una ragazza davvero speciale è arrivata nelle vostre vite!- commentò il vecchio Ray col suo sorrisino enigmatico.

-UHM? E tu mi dai proprio l’aria di chi la sa lunga,vecchio mio! Come mai tutto il tuo improvviso interesse per la nostra Ocean? Sei venuto qui solo per vedere colei che possiede il potere di un unico incrocio di frutti del diavolo…o c’è dell’altro?- gli occhi di Newgate scrutarono profondamente Rayligh che però, non si lasciò affatto sconfiggere dalla loro prepotenza. Notava già come Barbabianca considerasse loro compagna, quella giovane misteriosa, e la cosa faceva davvero sorridere allegramente il vecchio Ray. Barbabianca non si smentiva mai, era un uomo che si lasciava sempre guidare dai sentimenti paterni, prima la famiglia e poi tutto il resto.

-Eh eh! Mi conosci bene vero? Sai che non mi muovo mai senza un vero e proprio motivo. Ebbene..cosa ti ricordi di Marineford, Ed?- domandò all’improvviso Ray lasciando l’imperatore bianco di stucco per un istante.

-COME?- chiese infatti con leggera prepotenza Newgate

-Cosa ricordi esattamente di ciò che è successo ad Ace, a Marineford?- ripetè Rayligh più deciso di prima.

C’era un punto focale, che il vecchio pirata di Roger voleva raggiungere. C’era una realtà, prima di quella che stavano vivendo in quel momento, una realtà orribile e sconvolgente, stravolta subito dopo, da una volontà molto forte, che invece di una morte aveva restituito una vita. Gli occhi di Barbabianca a quel punto tremarono, mentre ricordava bene, quei pochi orribili istanti, come un incubo ad occhi aperti.

-Ace..era stato colpito da un pugno di quel marine di magma..per proteggere suo fratello. E poi…- Newgate chiuse gli occhi incupendosi, non avendo la forza di andare oltre a quell’orribile ricordo.

-Quindi..l’avete vista chiaramente..quella realtà!- disse Silvers incrociando le braccia al petto

-E’ stato un orribile incubo! Non so come, ma poi è cambiato tutto! E’ arrivata la nostra Ocean, ed Ace si è salvato! Ma tu..tu come fai a sapere queste cose Ray??-

-Attraverso degli schermi giganti, disposti nelle isole, la Marina ha mostrato a tutto il mondo l’esecuzione in diretta di Ace. Ho visto anch’io coi miei occhi quel ragazzo morire per salvare Rufy, ma poi, la realtà si è come distorta, e tutto è cambiato! Ace era ancora vivo e quell’Akainu sconfitto da quella ragazza..- spiegò Silvers seriamente.

Ci fu del silenzio. Barbabianca rimase assorto in se stesso per un po’, ma poi parlò convinto :

-Non mi importa. La cosa che conta, è che Ace è vivo! Se il suo destino è stato stravolto e mutato dalla volontà di quella ragazza…se davvero lei è riuscita a fare tutto questo, per lui e per noi…io le sarò debitore per tutto il resto della mia vita!-

Silvers sorrise di nuovo, stavolta con gentilezza, verso quel suo vecchio amico-rivale così profondo. Era davvero un uomo incredibile, la sua grandezza si dimostrava davvero in tutte le sue forme, soprattutto nella forma dei suoi sentimenti paterni.

-Sei incredibile,Ed! Ad ogni modo, è andata proprio così, quella ragazza ha compiuto un’impresa eccezionale, rompendo gli equilibri di questo e del suo mondo, e tutto per dare una nuova speranza di vita al tuo figliolo!-

-EH? Non credo di riuscire a seguirti bene,Ray!- fece tanto d’occhi Barbabianca

-Eh eh eh! Io, sono sempre stato molto affascinato, non solo dai poteri dei frutti del diavolo, o dai poteri mentali come la volontà o l’ambizione. Sono sempre stato convinto, nel fatto che al nostro mondo, se ne colleghino molti altri differenti. E’ questo quello che è accaduto in questo caso, Ed! Da un altro mondo è giunta quella fanciulla, sconvolgendo gli equilibri delle cose, e tutto per salvare tuo figlio!-

-Incredibile…-fece Barbabianca tra sé. Faticava un po’ a credere alle affermazioni di Rayligh. Ma sapeva anche che il suo vecchio rivale, era un uomo che non parlava mai a sproposito, ma solo se era pienamente certo delle sue affermazioni. Altri mondi, diceva? B’è! Che esistessero pure allora! A Barbabianca la cosa non sconvolgeva né importava proprio!. La sola cosa importante era suo figlio Ace ancora con lui e quell’adorabile fanciulla venuta per dargli una vita nuova.

-Non mi sembri sconvolto dalle mie affermazioni!- ridacchiò Rayligh

-Perché non lo sono,infatti! Che esitano pure altri mondi! Ne ho viste tante nella mia vita da pirata! E non sarà certo questa nuova rivelazione a sconvolgermi!. Gurarara! No! Non mi importa! La cosa importante per me è che mio figlio è ancora con noi, e che la nostra Ocean gli ha restituito il sorriso!-

A quelle parole Silvers non ebbe bisogno di aggiungere altro. Si alzò in piedi, sorridendo convinto dalle parole del vecchio bianco.

-Bene! Se la metti così, non posso dirti altro, solo che sono felice per te, Ed! Davvero. Ora posso anche tornarmene sulla mia isola, ad aspettare Rufy…-

-Oh no,mio vecchio amico! Dove pensi di andare?? Gurararara! Sei anche tu invitato a questa festa! Non puoi rifiutare!!-

Silvers, rise con Barbabianca. Si, dopotutto perché andarsene?Restare e vedere come andava a finire quella storia che aveva del miracoloso, non era cosa da tutti i giorni. Il vecchio Ray era davvero curioso di vedere, se i buoni sentimenti della fanciulla, sarebbero riusciti a dare la risposta che Ace cercava da tutta la vita.

-Una cosa sola mi domando..Ci vuole un’Ambizione molto grande, per attraversare un mondo per un altro e sconvolgere tutto! Cosa avrà mai dato tutta quella forza alla nostra Ocean?- si chiese Barbabianca pensieroso..

-Eh eh eh! La risposta già la sai, vecchio amico mio! C’è un’unica forza in questo ed in tutti gli altri mondi, che muove le volontà e dà loro le potenze più grandi! Una forza che nasce direttamente da lì!- Silvers indicò il cuore di Barbabianca, che, afferrando al volo il messaggio, scoppiò a ridere felice :

-GURARARARA! Sono proprio contento! GURARARA!-

**

Ace in quel momento, si trovava nella sua cabina. Si stava specchiando da dieci minuti, continuando ad armeggiare col colletto della camicia bianca che indossava, tentando invano di fare il nodo al cravattino nero. Gli tremavano le mani, e non riusciva proprio a calmare i battiti accelerati del suo cuore. Cercò di non ripensare ancora a mezz’ora prima, quando Halta era andata a recuperare lui e Rufy per le orecchie, e li aveva “gentilmente” gettati nei bagni della Moby sotto alle docce, intimando loro di profumare più di due delicati neonati!. Ace si era stupito di trovare le docce stipate dai suoi compagni!. Una cosa mai vista! Tutti gli uomini della Moby che a turno, tra una faccenda e l’altra per preparare la festa, venivano a lavarsi, canticchiando allegramente e commentando quanto fosse carina quella Ocean J. Eve. Pugno di Fuoco aveva fatto tanto d’occhi a quelle scene!. I suoi compagni che a malapena si lavavano una volta la settimana…che si strofinavano e inamidavano peggio di delicate signorine in fiore!. Era rimasto di sasso, ma aveva fatto altrettanto alla fine, lavandosi al meglio, con accanto Rufy che faceva lo stesso ridendo a crepapelle. Sulla Moby Dick, erano diversi anni che non si organizzava un evento, e non si tiravano fuori le argenterie migliori o gli abiti da sera. Marco gli aveva raccontato delle grandi feste che il Babbo organizzava spesso, prima di cadere malato.

Eccolo lì, davanti alla specchiera della sua stanza, che scioglieva e tentava di fare il nodo al cravattino per la centesima volta!. Adesso poteva prendere parte ad una sfarzosa festa sulla Moby in prima persona, e si sentiva dannatamente il cuore in gola al pensiero!. Non per doversi mettere un elegante vestito nero da sera..quello lo poteva anche fare, ma al pensiero di come sarebbe stata Eve, quella sera. La sua salvatrice, era già una ragazza molto bella in vesti da piratessa..come sarebbe stata in vesti eleganti??.

“Sono..completamene spacciato!!” pensò tra sé con un ghigno tra il nervoso e l’eccitato.

-Dannato, nodo alla cravatta!!- sbraitò ad alta voce sciogliendolo nuovamente.

>TOC! TOC!

-Ehi, Ace! Come và? Ti sei messo il vestit--! Ma…che stai combinando?!-

Arrivò Halta, seguita da Izo e Rufy, già pronto di tutto punto anche lui, in un bel completo da sera elegante, grigio scuro,ed un cravattino grigio chiaro a righini bianchi fini, ben fatto. Probabilmente, qualcuno doveva averlo aiutato, Rufy non sarebbe proprio stato in grado di vestirsi così bene da solo!.

-Dai,Romeo! Lascia fare a me! Togli le mani!- Izo si avvicinò ad Ace mettendosi ad armeggiare col suo cravattino, e , in pochi secondi, un nodo perfetto, ed un cravattino ben tirato e sistemato nel doppiopetto, si stagliava fiero sul petto del fireboy.

-Bene! Ora mettiti la giacca,svelto! Non manca molto all’arrivo della nostra ospite!- gli fece cenno di sbrigarsi Halta.

-Si,si! Ho capito,diamine! E’ tutto il pomeriggio che mi fai dannare! Non ho bisogno di ulteriore nervosismo,grazie!!- biascicò il moro a denti stretti, mentre Izo gli sistemava la giacca da dietro le spalle.

-OH! OH! OH! Il nostro ROMEO è nervosoo??!! Ma quanto è romantico!!!- sbucò improvvisamente il riccio testone di Vista assieme al suo immancabile cilindro nero, che faceva capolino insieme a Marco e Jaws dalla porta.. Tutti e tre i pirati, erano a loro volta vestiti elegantemente da sera.

-YAH AH AH! Si,si! Hai detto bene,amico! Mio fratello è proprio sull’orlo di una crisi di nervi! Non sa come comportarsi con Eve!!^^- rise Rufy

-RUFYYY!!!!- lo riprese Ace diventando paonazzo di vergogna. Le sue orecchie presero a fumare in maniera molto evidente, proprio com’era successo ad Eve non molto tempo prima.

-OH OH! Ma guardatelo! GUARDATELO! L’avete mai visto così,ragazzi??- riprese Vista

-Il ritratto della felicità!- commentò Izo sognante

-Io dico che la nostra Ocean l’ha completamente rimbambito,eh!- disse Marco con un sorrisetto divertito.

-Ma,no! Ma,no! Voi energumeni non capite niente! Si chiama “colpo di fulmine” questo! Mai sentito parlare di “amore a prima vista”??- sventolò un indice in aria Halta, con l’aria di chi la sa più lunga di tutti.

Ace era rosso all’inverosimile e stava davvero per scoppiare.

-IL FRATELLONE E’ INNAMORATOO! IL FRATELLONE E’ INNAMORATOO!!- si misero a canticchiare in coro Rufy,Vista, Marco e Jaws tenendosi a braccetto saltellando come scimmie, mentre Izo e Halta ridevano di gusto.

La testa di Ace si era messa a dar man forte alle sue orecchie, fumando come una pentola a pressione. Il moro stava davvero per esplodere ed incenerirli tutti, se non che, arrivò alla porta Rakuyou, chiamandolo :

-Ehi,Ace! Il babbo vuole parlarti un attimo. Ti aspetta sul ponte di comando!-

L’intervento provvidenziale di Rakuyou, aveva salvato davvero quei bricconi da una bruciacchiata sicura. Cercando di ridarsi un contegno, Ace uscì sparato dalla cabina, senza però risparmiarsi di guardarli tutti storto, facendo loro capire che l’avevano scampata bella. Quando se ne fu andato, scoppiarono tutti a ridere :

-YAH AH AH AH AH! Era davvero furioso! YAH AH AH!- rideva Rufy di gusto

-GYAH AH AH AH! Una cosa è certa ragazzi! E’ cotto! STRA-COTTO! Ve lo dico io!- rideva Vista

-EH EH EH! Si, ma l’avete scampata bella lo sapete? Ancora un po’ e vi avrebbe dato fuoco!- ridacchiava Halta.

Ace intanto a passo svelto, sistemandosi un po’ il cravattino, allentandolo lievemente, visto che Izo aveva stretto un po’ troppo, raggiunse il padre sul ponte di comando. Lo trovò in piedi di spalle, che osservava l’orizzonte ormai tinto dei colori della sera. Barbabianca, quando lo sentì arrivare, si voltò di poco verso di lui guardandolo, per poi fargli un sorriso paterno. Era vestito da sera con un completo bianco e beige, una cravatta blu oceano con una spilla d’oro appuntata al centro, e il suo immancabile mantello da capitano con le spalline d’oro a spazzola recante sulla schiena il suo stemma. Ace pensò che il padre, faceva davvero la sua bella figura, tirato così a lucido. Era stato senz’altro un uomo molto affascinante ai suoi tempi.

-Eccoti qui, figliolo! Vieni un momento!- lo chiamò gentilmente

Ace si avvicinò, lisciandoli una ciocca di capelli ribelle, passandosi una mano sul lato sinistro del capo. Era davvero agitato, e cercava in tutti i modi di non darlo a vedere e controllarsi. A quanto pareva però, era fin troppo evidente, dato il risolino divertito del genitore :

-Gurarara! Figliolo! Sei teso come una corda di violino! Devo dire che non ti ho proprio mai visto così!-

-E la cosa ti diverte tanto babbo?!- rispose Ace un po’ seccato

-Eh eh eh! Marco e gli altri ti hanno preso ancora un po’ in giro vero? Ma devi capirli! Sono così felici di riaverti qui, e di vederti così felice! Gurarara!-

Felice. Oh, si! Si sentiva tremendamente felice, non poteva negarlo. Felice di essere ancora con loro, felice di essere ancora col suo fratellino e di poter avere la possibilità di vederlo realizzare il suo sogno, felice di essere ancora vivo!. Felice…Felice di quei due occhi nocciola così limpidi e profondi, che l’avevano completamente rapito fin dal primo istante che si erano incrociati coi suoi a Marineford. Non poteva negare, che tra tutte le burle dei suoi compagni, ci fosse un fondo di verità. Si, perché lui..

-Tu ti sei innamorato,figliolo!- proruppe gentilmente Barababianca, riscuotendo Ace dai suoi pensieri e lasciandolo di stucco dalla sua improvvisa affermazione. Suo padre, aveva concluso per lui a voce altra, uno dei suoi pensieri più profondi. –Gurarara! Chiudi quella bocca da pesce lesso,Ace! Gurarara! Ti sconvolge così tanto?-

Ace fece un largo sorriso al padre. Non aveva nessun bisogno di mentire, o fare finta di niente con lui.

-No..hai ragione babbo, è come dici tu, mi sono innamorato. E’ questo allora..che si prova quando si ama qualcuno? Provare sensazioni ed emozioni profonde e sconvolgenti per una persona..fin dalla prima volta che incroci il suo sguardo..Sentire il cuore galoppare furioso nel petto, e non avere il controllo? Sentirsi, grande, e forte..come se potessi spaccare il mondo intero??-

-GURARARA! Una descrizione davvero azzeccata per un colpo di fulmine,Ace! Ma del resto..lei non è forse fuoco e fulmine,dico bene? Ti ha proprio centrato in pieno direi! GURARARA!- Barbabianca diede una lieve pacca sulla schiena ad Ace, che, alla sua affermazione era arrossito vistosamente, poi continuò:

-Ora..tieni! Mettiti questo,figliolo!-

-Mh?- Ace guardò stupito quello che il babbo aveva tirato fuori da un taschino della sua giacca, e gli porgeva con una mano.

Era una bellissima spilla d’oro, recante il simbolo di Barbabianca. Era la spilla del capitano della Moby Dick. Ace serrò la mascella, e poi deglutì, guardando infine il babbo negli occhi :

-Non posso accettarla,babbo! Questa è la TUA spilla! E’ la spilla del solo ed unico capitano di questa nave, che sei TU! Non posso indossarla io…-

-ACE!- lo interruppe il padre imperativo, ma con una nota di dolcezza nella voce – Lo sai..qual’è il mio sogno, non è vero? Te lo accennai una volta..tempo fa! Ma tu non mi avevi voluto ascoltare. Ora..te lo ripeterò di nuovo…- disse il vecchio bianco, mentre appuntava con cura con le sue stesse mani, la spilla al lato sinistro della giacca di Ace : -Il mio sogno più grande..è vederti diventare il capitano di questa nave! Vederti prendere il mio posto, e rendermi fiero diventando il mio erede!. Vederti guidare i nostri compagni in altre grandi avventure! E perché no? Vederti diventare Re dei Pirati, un giorno!^^-

-Babbo..- fece Ace un po’ commosso, quando il padre gli sistemò meglio la spilla appuntata alla giacca.

-Si?^^- gli sorrise il vecchio con affetto.

-Ti ringrazio tanto,babbo! Ma per quanto riguarda il diventare il Re dei Pirati…quel posto è già occupato dal mio fratellino Rufy!^^-

-Gurarara! Davvero,eh? Ma due re non sarebbero male infondo! Gurarara!-

-AH AH AH AH AH!-

Ace rimase a ridere e conversare col padre ancora un pò. Poi, la sua attenzione fu catturata da alcune luci che iniziarono ad accendersiper tutta la nave. Si sporse dal cornicione per vedere meglio dal ponte di comando, e rimase sbalordito. Non aveva mai visto la Moby Dick in quel modo, prima di quel momento!. Era semplicemente fantastica! Magica! Mille e più lanterne luminose, attaccate in ogni angolo della nave, sembravano appese nel nulla da fili invisibili sistemati con cura ovunque da Supper Tuono il carpentiere della Fire and Tunder, e tante ghirlande di fiori blu e bianchi, tendaggi di seta, riempivano ogni cornicione da prua a poppa. C’erano petali di rosa blu disposti a terra, lungo il percorso che portava dall’asse di legno al portone principale della Moby che conduceva al suo interno, sotto ai petali, era stato disposto un tappeto rosso. Ace notò solo in quel momento, che l’asse di legno era sparita ed al suo posto, era stata installata una scalinata di legno, ricoperta anch’essa dal tappeto rosso e dai petali. Non riusciva a credere ai suoi occhi, ed al lavoro straordinario che avevano fatto tutti. Il carpentiere di bordo di Eve,poi, era un ragazzino, ma aveva la maestria di un vecchio esperto!. Era davvero incredibile.

Deglutì. La sua salvatrice..Eve..sarebbe salita da quella scalinata di lì a poco, e lui l’avrebbe accompagnata per tutta la serata. Sarebbe stato all’altezza? Si sentiva terribilmente agitato, ma cercò con tutte le sue forze di mostrarsi calmo, ricordando le parole di Rufy “Secondo me,fratellone..devi mostrarti a Eve per quello che sei!”. Sorrise. Il suo fratellino poteva essere un caso disperato per svariate cose, ma quando si trattava di questioni veramente importanti e serie, sapeva essere davvero maturo, ed incredibilmente perspicace.

**

-Oh,mio Dio!-

Ansimai pesantemente, guardandomi ancora una volta alla grande specchiera della mia cabina, decorata con intagli realizzati a mano , osservando sconcertata il mio riflesso.

-Sei splendida piccola mia!!!- si complimentava Bett Mary esaltata

-Concordo! Stasera superi te stessa,Eve! Sei bellissima!- annuì Viola soddisfatta della sua opera, realizzata su di me con sapienza.

Dovevo ammettere, che vedermi in quelle vesti, mi sconvolgeva. Poche volte, avevo permesso alla mia navigatrice modaiola, di conciarmi con abiti da sera per alcune feste a cui avevamo preso parte,ma questa sera, aveva battuto ogni suo record. Mi aveva resa davvero bella. Non mi riconoscevo quasi!. Chi era quella meraviglia allo specchio?.

Viola, mi aveva fatto indossare un vestito da sera lungo fino alle caviglie, in stile impero, morbido, di seta pura, color blu oceano.. Avevo una scollatura sul seno, non troppo profonda, a forma di onda ovale, ed una più audace sulla schiena, che mi arrivava però sopra al sedere per non essere volgare. Le spalline erano a loro volta morbide, e mi cadevano di poco gentili appena sotto alle spalle. Sapendo quanto non amassi i tacchi, e anche per il fatto che ero già piuttosto alta di mio con un buon metro e ottanta abbondante, la mia navigatrice, mi aveva fatto indossare delle scarpe da sera blu scuro, con un po’ di tacco, ma giusto per non dover soffrire di mal di piedi a metà della serata. Mi aveva inoltre agghindata con alcuni gioielli di fine fattura, non pacchiani o pesanti, ma fini e semplici, proprio come piaceva a me. Al polso sinistro avevo un bracciale d’argento puro a forma di spirale, con incastonate alcune piccole gemme azzure. Dello stesso materiale erano gli orecchini e la collana. Ai lobi portavo degli orecchini d’argento a forma di goccia finemente ricamata con ghirigori degni del più bravo tessitore di tele, e due zaffiri azzurri splendenti, uno per orecchino. Al collo portavo una fine catenina d’argento con attaccato un piccolo pendente con incastonato un altro zaffiro anch’esso a forma di goccia azzurro mare. I miei lunghissimi capelli castano scuro, così lucidi e puliti in quel momento, avevano dei bellissimi riflessi giallo e rosso ramato sotto alla luce, ed erano stati tirati su in un’acconciatura stupenda. Alcune ciocche ricadevano come una leggera cascata sulla mia schiena, mentre il resto era legato alla nuca con varie trecce lungo il capo. Oltre alle forcine che tenevano fermi i miei capelli, Viola mi aveva ricoperta la testa di tante piccolissime schegge ovali di diamanti bianchi, che si erano attaccati perfettamente alle mie ciocche, facendomi risplendere il capo ad ogni mio più piccolo movimento.

-Qu-questa sono..veramente io??- balbettai rossa in viso, girandomi verso le mie due compagne che mi osservavano soddisfatte.

-Certo, sciocchina! Ora..stà ferma un secondo!- e dicendomi così, Viola si avvicinò con in mano una matita, mentre i trucchi li reggeva Bett con una mano. Mi passò la matita sotto agli occhi, leggera, mentre poi mi ornava le palpebre con un leggero spruzzo di ombretto azzurrino. Per finire mi mise un lieve filo di lucidalabbra rosato, giusto per lasciarmi il più naturale possibile.

-Un’ultima cosa!- disse con dolcezza quando riaprii gli occhi, e andò alla mia scrivania per recuperare qualcosa.

-Oh!- quando vidi cos’aveva preso, feci un verso di stupore. Era una delle rose che Viola coltivava nel suo spazio personale sul tetto della nostra nave. Una rosa blu, meravigliosa!. Viola amava creare questo tipo di colore, dando da bere alle sue rose più belle dell’inchiostro elaborato assieme a Boward, apposta per non rovinare la loro salute, e tingerle al meglio. Viola aveva adattato la rosa a mò di spilla per capelli, e mi si era avvicinata per appuntarmela al capo. Io mi commossi, quando finì di sistemarmela tra i capelli.

-Oh, no Eve! Ti prego! Non piangere! Ti farai colare il trucco!- ridacchiò la mia navigatrice asciugandomi prontamente le lacrime con un fazzolettino.

-Scu-scusatemi ma…i-io…- balbettai completamente in panico.

-EVE! Adesso calmati e ascoltami!!- Viola mi prese per le spalle con decisione –Questa è la tua serata! E’ il sogno che porti nel cuore da tantissimo tempo! E tu sei meravigliosa! Andrà tutto bene, credimi! Sali quelle scale..raggiungi quel ragazzo e sii te stessa!-

Me lo disse, guardandomi dritta negli occhi, con una luce davvero intensa nei suoi. Era felice per me, lo vedevo chiaramente.

-Grazie,Viola!- le sorrisi grata, facendo un respiro profondo e prendendola per le mani che mi reggeva ancora sulle spalle, annuii cercando di ritrovare un po’ di controllo.

-Coraggio, Eve!- mi sorrise raggiante anche Bett Mary.

E così, non lasciai altro spazio ad indugi e paure. Uscii dalla mia cabina, scesi i gradini che portavano al ponte principale, e rimasi alcuni istanti immobile, davanti al cornicione laterale di prua, dove doveva trovarsi l’asse di legno. Solo..che al suo posto, c’era una scalinata di legno adornata da un tappeto di velluto rosso, con sparsi sui gradini tanti petali bianchi e blu di rosa.

-Ma…!- guardai a bocca aperta Viola chemi fece il segno di vittoria con le dita.

Ridacchiai. I miei vice avevano davvero fatto del loro meglio, mentre io ero distratta con i miei preparativi tra bagno e vestiti. Avevano fatto davvero di tutto per me, accompagnandomi sino a quel momento così importante, che avevo sempre e solo potuto sperare nei miei sogni notturni, quando ancora ero Martine Dowall e mi trovavo nel mio mondo d’origine. Credere nei miei sogni, fare di tutto per realizzarli, come mio nonno mi predicava sempre nelle nostre traversate per mare. Vivere per la mia libertà ed i miei ideali. Non avrei mai creduto che un giorno, un lieve sogno di fantasia, ed un dolore profondo, mi avrebbero permesso di superare confini impensabili e misteriosi, per riuscire a giungere in quel luogo speciale, dove avrei potuto realizzare me stessa, come il mio “io” gridava da sempre dentro di me.

I sottoposti dei miei sette vice capitani, si erano tutti disposti in due file, facendomi da corridoio verso quel “ponte” che mi collegava al sogno. Sogno, che sarebbe divenuto realtà, una vota attraversato. Mi guardavano tutti sorridenti ed ammirati, mentre mi avviavo a quella scala. Tutti vestiti elegantemente, tutti pronti a prendere parte ai festeggiamenti per la mia riunione con coloro che da sempre ammiravo ed amavo, e soprattutto, con colui che da sempre, amavo. Viola e Bett Mary, luminose anche loro nei loro abiti da sera, mi seguivano raggianti. Quando giunsi a pochi passi dalla scalinata, mi fermai, osservandola con occhi tremanti. Mi voltai a guardarle ancora una volta. Mi sorridevano incoraggianti :

-Oscar, Tuono e gli altri sono già sulla Moby ad aspettarti, vai! Noi ti raggiungeremo tra poco!^^- mi sorrise Viola.

Le annuii, e poi mi voltai di nuovo del tutto, alzando lievemente il mio abito con una mano, misi un piede in avanti con un po’ di tremore, posandolo sul primo gradino. Mi feci coraggio, inspirando ed espirando più volte, sollevando anche l’altro, prendendo poi a camminare lentamente, salendo gradino dopo gradino. I miei occhi, non poterono fare a meno di ammirare il mare calmo e oscuro, che rifletteva le miriadi di stelle luminose che adornavano il cielo limpido della sera. Era tutto magnifico, e l’imponente fiancata della Moby, si faceva sempre più grande davanti a me, più salivo, provocandomi una lieve vertigine. Riuscii però a controllarmi, continuando la mia salita. Mentre proseguivo, alla mente, tornarono immancabili le immagini di alcuni mesi fa, quando la mia esistenza era mutata per sempre. Ricordai con commozione, quando piangevo amaramente sullo schermo della tv, incapace di accettare la fine assurda di Ace. Ricordai il frutto che mangiai, e che, assieme alla mia forza di volontà ed ai miei sentimenti per quel ragazzo di fuoco, mi permise di oltrepassare il confine della mia realtà, per giungere in quel mondo incredibilmente fantastico, e gettarmi in difesa di Ace pochi istanti prima che venisse colpito. Ricordai…i suoi bellissimi occhi, diamanti oscuri, sconvolti, smarriti, che mi guardarono per la prima volta, come si guarda un essere mistico piovuto dal cielo. Ricordai il suo odore, intenso, avvolgente, l’odore sfavillante del fuoco, e tutta la beatitudine che avevo provato al primo contatto di pelle, seppur breve, che avevamo avuto.

Ero giunta a metà della scalinata.

Sorrisi teneramente tra me. E poi..la gioia immensa, indescrivibile, la consapevolezza di poter fare davvero ritorno di nuovo, e di poterlo incontrare ancora. L’amore di mia nonna che mi benediva mentre mi lasciava andare al mio destino, l’affetto paterno di Barbabianca quando mi strinse tra le sue grandi braccia, l’allegria di Rufy e.. il bellissimo sorriso di Ace, che sapeva sempre sciogliermi e rapirmi.

“EVEEE!!! VIENI!!”

Chiusi gli occhi arrossendo al ricordo del suo richiamo deciso, affettuoso. Il ricordo del nostro abbraccio, imbarazzato, indeciso, ma subito dopo travolgente, per tutte le emozioni che silenziosamente eravamo riusciti a scambiarci anche senza parole. Era quello allora, che si provava quando si amava una persona incondizionatamente. Quando tutto il resto non ha importanza, ma vivi solo della sua felicità e della sua emozione. Quando tutto è perfetto, perché la sua felicità e la sua emozione sono fuse in te.

Ehe. Mi sentivo un po’ sciocca. Amore, si, ma solo mio. Ace non mi conosceva, non sapeva chi io fossi oltre al mio nome e le mie qualità pirata. Era solo grato alla persona che lo aveva salvato, e voleva ringraziala per ciò che aveva fatto. Non dovevo sperare di più di ciò che potevo vivere di speciale quella sera. Dovevo essere felice, anche solo per i pochi istanti che avrei passato in sua compagnia, senza illudermi, per non bruciarmi dello stesso fuoco di cui anch’io ormai ero materia, e soffrire ancora di più.

>TAP!

Eccoli…gli ultimi otto gradini, e poi sarei stata di nuovo in piedi sul cornicione della Moby, davanti a tutti gli uomini di Barbabianca, a lui, a Rufy , Rayligh e ad Ace. Mi fermai un istante, mettendomi una mano sul cuore che batteva furioso, cercando in altri respiri profondi la maniera di calmarmi un po’, ma invano. Sarei stata all’altezza? All’altezza di Ace e di tutte le aspettative nutrite su di me, quella sera?. Ad ogni modo, ormai era tardi per i ripensamenti, e quindi, afferrai di nuovo l’ultimo spicchio di coraggio rimastomi nell’animo, e mi apprestai a chiudere la poca distanza che mi separava dal realizzare un sogno.

**

Ace, in quello stesso momento, mentre Eve saliva la scalinata di legno per giungere alla Moby, era sceso dal ponte di comando insieme al padre, e si era messo a camminare nervosamente su e giù per la fiancata della nave, nei pressi della scalinata. Newgate si era tenuto a distanza, vicino al portone principale d’ingresso della sua nave, con accanto Rayligh e Rufy. Quasi tutti gli altri uomini, sia suoi che dell’Asso di Cuori, erano disposti in due file, in attesa della gradita ospite, mentre i restanti, erano già nel salone dove si sarebbe svolta la festa, per gli ultimi ritocchi finali.

Marco, Vista e gli altri, poco distanti, avevano deciso che in quel momento così cruciale per il compagno, era meglio lasciare da parte le loro battutacce allusive, per non metterlo ancor più in agitazione di quanto già non fosse. Erano tutti felici per lui, e speravano davvero, che quella sera, sarebbe stata per Ace un nuovo inizio, con una nuova ragione di vita e nuove prospettive, più dirette verso se stesso ed una più alta considerazione della sua esistenza, a dispetto di ciò che aveva sempre affermato. Quella ragazza, stava permettendo ad Ace di compiere quel passo importante verso un nuovo inizio, questo, in quel momento, stava pensando la fenice Marco, mentre osservava il fratello, camminare su e giù agitato, lisciandosi spesso delle ribelli ciocche di capelli corvini con una mano.

-Che espressione serena, Marco! Sei davvero contento,vedo!- affermò Vista accanto a lui

-Nostro fratello, può diventare il futuro della nostra famiglia! Sono felice, di come gli eventi abbiano deciso di muoversi per lui! Spero tanto che Ace…sappia afferrare e tenere stretta con forza, la prospettiva di vita futura che gli stà proponendo il suo destino stasera!-

La risposta così coinvolta e profonda di Marco, lasciò sia Vista, che gli altri vice comandanti, e i vice capitani di Eve, piacevolmente colpiti. Sorrisero tutti tra loro, annuendo a quel bel pensiero. Marco non era solito esprimersi in quella maniera, od avere pensieri profondi espressi ad alta voce. Soleva invece tenersi sulle sue, commentare puntigliosamente solo quando aveva voglia, col suo fare da saputo. Ma, per quella sera, aveva deciso di essere più limpido, e più aperto. Lo voleva fare, non solo per se stesso, ma anche come ringraziamento a chi gli aveva ridato il fratello.

-Izo! La cravatta com’è?! E’ a posto??-

Ace aveva smesso di andare su e giù per il ponte, dirigendosi verso Marco e gli altri, avvicinandosi a Izo con aria davvero carica di panico.

-E’ a posto! E’ tutto ok, Ace! Diamine! Non essere così teso!- cercò di calmarlo il compagno samurai, mentre gli dava una veloce sistemata al cravattino.

-S-si, lo so! P-però io…!-

Stava per dire Pugno di Fuoco, quando, l’inconfondibile rumoredi tacchi e passi lenti e leggeri, si fece udibile alle orecchie di tutti, riecheggiando nel silenzio di attesa di quella sera.

>Tac..tac..tac..tac..

Ace sgranò gli occhi guardando nel vuoto alcuni secondi. ECCOLA!! Stava arrivando!!.

-Dai Romeo! Datti una mossa, e vai a prendere la tua bella!- gli bisbigliò ridacchiando Marco, non riuscendo ad evitarsi quella piccola battuta.

Riuscì a scuoterlo però in quel modo. Infatti Ace, si riprese dallo smarrimento, gli sorrise grato annuendo, e si voltò verso quella scalinata cosparsa di petali, da cui la fanciulla che gli aveva ridato la vita, stava per giungere. Strinse i pugni lungo i fianchi, e , con sguardo deciso, si portò verso quel punto cruciale, facendo appello a tutto il coraggio che poteva. Non era il momento per fare il bambino spaurito quello! Doveva semplicemente comportarsi da sé e basta, e tutto sarebbe andato bene!. Sentì il cuore balzargli nel petto, quando il rumore dei passi di Eve, si fece ormai vicinissimo. Rimase impalato a circa sei metri di distanza dalla scalinata, troppo emozionato per andare oltre. Voleva prima vederla, voleva prima ammirarla, e perdersi nei suoi profondi occhi nocciola, e nel suo sorriso dolce, prima di avvicinarsi.

Il silenzio d’attesa che calò, spense anche i più piccoli brusii, lasciando che le attenzioni di tutti, si concentrassero sull’unico punto dove doveva apparire la fanciulla di Marineford. E lei, non si lasciò attendere oltre, giungendo infine ai loro occhi.

Si alzò un lieve venticello serale, che scosse in piccoli mulinelli d’aria, i tanti petali sparsi sulla parte di scalinata che conduceva all’interno della Moby. In quello spruzzo profumato dell’aroma dolce di quel delicato fiore, apparve lentamente la figura di Eve. Salì leggiadra sul cornicione della Moby, e con un lieve movimento della mano, lasciò andare il lembo di gonna che aveva tenuto sollevato, alzando poi lentamente lo sguardo su Ace. Era imbarazzata da morire. Non sapeva come comportarsi, cosa dire, come muoversi. E rimase così con le guancie purpuree a guardare negli occhi il ragazzo di fuoco, che dal canto suo, era rimasto completamente rapito dalla sua visione. Ace infatti, non aveva parole. Era bellissima! Meravigliosa! Ancora più bella, se possibile, di come l’aveva vista quel pomeriggio. Quel vestito le stava d’incanto, e fasciava con morbidezza il suo bellissimo corpo snello e formoso. I capelli acconciati, risplendevano di tanti piccoli punti luce, come se avesse le stelle tra le ciocche castane. E i suoi occhi nocciola. Così grandi, profondi, belli e luminosi, permettevano ad Ace di vederla dentro, e di poter ammirare tutta la sua pura bellezza d’animo. Notò che era vistosamente arrossita, indecisa su come proseguire, come intimorita da tutti quegli sguardi ammirati su di lei. Sorrise, intenerito dalla sua timidezza, muovendo gli ultimi passi che lo separavano da lei, raggiungendola alla scalinata, la guardò con dolcezza.

Eve dal canto suo, trasalì quando l’ebbe lì davanti, ai piedi di quegli ultimi gradini che aveva da scendere, che le sorrideva con aria davvero dolce. Si portò entrambe le mani al petto, per cercare di calmare i battiti selvaggi del cuore, ma non ci fu niente da fare. Era consapevole che, finchè quegli occhi neri e magnetici, sarebbero rimasti puntati nei suoi, non sarebbe riuscita a fare molto.

-E-ehm..scu-scusatemi ma io..Non sono a-abituata a questo genere di vestiti! F-forse stò male così?- domandò preoccupata balbettando, vedendo che tutti rimanevano in religioso silenzio a fissarla.

Ace non poteva credere alle sue orecchie. Ma non si era vista allo specchio??! Quale uomo sano di mente, avrebbe mai potuto dirle che stava male vestita a quel modo?? Era un sogno! Semplicemente meravigliosa! E si preoccupava?

-Eh eh!- ridacchiò infatti intenerito porgendole poi la mano destra, per aiutarla a scendere – Non hai nulla di cui preoccuparti..- iniziò a dirle, mentre lei, rapita, poggiava la mano sulla sua, scendendo gli ultimi scalini, trovandosi faccia a faccia. Le sorrise in quella maniera particolare, che Eve non era ancora riuscita a capire, inchinandosi poi galantemente. Portò la mano della ragazza alla bocca, baciandogliela lentamente ed intensamente, tenendo prima gli occhi chiusi, e poi aprendoli e fissandola calorosamente.

Quel bacio, era rovente, ed Eve sentì come se la pelle delle sue dita si fosse scottata, ma non di una scottatura dolorosa, bensì piacevole, solleticante, fatta di un calore che le penetrava sotto pelle, arrivandole fin nei muscoli e nelle ossa. Quanto caldo doveva essere quel fuoco? Chissà se bruciava come bruciava lei. Avrebbe tanto voluto scoprirlo, ma si impose di nuovo controllo, e poche fantasie, ricordandosi ciò che si era detta mentre saliva la scalinata poco prima. Ace le era solo grato, era gentile perché voleva omaggiarla. Non doveva volare troppo in alto con le speranze!.

-..sei..davvero bellissima..Eve..- le disse sottovoce, con fare davvero accattivante, mentre, prima di risollevarsi dritto, le dava un ultimo bacio all’indice della mano, toccandolo fuggevolmente con la punta della lingua. Eve rimase sconcertata da quel gesto così audace, ma cercò di non lasciarsi prendere. Ace tornò dritto davanti a lei, sorridendole e continuando a tenerle la mano nella sua. Eve fece altrettanto, regalandogli uno dei suoi amorevoli sorrisi, che tanto facevano felice il cuore del fireboy.

-Ti ringrazio, Ace..- rispose con dolcezza, mentre risatine compiaciute, brusii allegri e piccoli applausi, si levavano intorno a loro, accogliendola definitivamente sulla nave.

Arrivarono anche Viola, Bett Mary e i restanti uomini dell’Asso di Cuori, unendosi al gruppo festante.

La festa poteva avere inizio.

Ace porse il braccio ad Eve, che un po’ imbarazzata, lo prese a braccetto, lasciandosi condurre da lui, verso il grande portone principale che portava all’interno della Moby Dick, dove, ad attenderla, c’era il grande Newgate con Rufy e Rayligh. Prima di giungere a loro però, Eve passò accanto ai comandanti delle flotte di Barbabianca, che la guardavano sorridenti e rapiti. Sorrise loro, e sorrise anche di più, quando arrivò da Marco. Quel ragazzo sempre serio e mono espressivo, le era sempre stranamente piaciuto. Era un ragazzo di valore, di lealtà e di profondi sentimenti. Amava il suo babbo ed Ace con tutto il cuore, e questo lo aveva visto chiaramente dal suo televisore di casa, soprattutto durante la guerra contro la marina ed il governo per salvarlo.

-Benvenuta sulla Moby Dick, Eve!- le sorrise infatti il comandante della prima divisione di Barbabianca, lasciandola piacevolmente sorpresa. Non era proprio da Marco quell’atteggiamento, ma era tremendamente felice, se proprio verso di lei, si mostrava in quel modo.

-Ace..aspetta..- sorrise al moro, lasciando lieve il suo braccio, e fermandosi davanti a Marco, gli fece un dolce sorriso : -Grazie di cuore, Marco!^^- lo prese per le mani, lasciando la fenice di stucco e completamente spiazzato, mentre arrossiva lievemente.

In quel “grazie di cuore”, Eve ci aveva messo molto più di ciò che la fenice poteva capire in quel momento, e la ragazza lo sapeva bene, ma non era proprio riuscita ad evitarselo! Aveva sentito di dover agire spontaneamente come era solita fare, lasciandosi guidare dai suoi sentimenti. Aveva desiderato da sempre, di poter toccare e poter parlare coi compagni di Ace, ed in quel momento poteva farlo.

-Meravigliosa, fanciulla! Sei un balsamo per questi miei occhi stanchi di essere sempre avvezzi a rudi corpi maschili!!- intervenne Vista con galanteria, levandosi il suo cilindro, fece un plateale inchino ad Eve, bacandole poi una mano.

-E io che sarei secondo te,maleducato??!- si spazientì Halta incrociando le braccia al petto – Ufff! Comunque concordo! Benvenuta cara Ocean!^^- le sorrise

-Ne ho viste tante di fanciulle nella mia vita..ma tu hai decisamente qualcosa di speciale!- commentò Izo avvicinandosi e stringendole una mano.

-CARINA!-

-BELLISSIMA!-

-QUANTO E’ DOLCE!!-

Si alzavano i commenti estasiati degli altri comandanti che si chiudevano a cerchio su Eve per riuscire a parlarle e stringerle una mano. Ace, fu completamente tagliato fuori, e rimase un po’ perplesso, facendosi poi una ridacchiata, nel vedere come Eve gestiva bene da sola quell’ammasso di energumeni, avendo una gentilezza per tutti. Gli sparì il sorriso di colpo però, quando vide Marco prenderle entrambe le mani, e posarsele sul suo petto con gli occhi decisamente troppo sognanti per i suoi gusti.

-Mia dolce, Eve!! Se non fosse che sei qui per il nostro Ace..ti chiederei di venire via con me e la mia divisione!!-

-GYAH AH AH AH- tutti scoppiarono a ridere a quell’uscita della fenice.

Era lampante, che si trattava per vie traverse, di un'altra frecciatina dell’ananas, per far indispettire Ace. E infatti, la reazione di pugno di fuoco non tardò ad arrivare:

-COME OSI BRUTTO ANANAS GALLINACCIO?! Toglile subito quelle brutte zampacce di dosso!! Giù le mani dalla MIA Eve!!!!-

Ace reagì di getto con le parole, mentre con una mano “mozzava” l’aria tra le mani di Eve e Marco, costringendolo a lasciarla andare. L’ananas gallinaccio, era comunque riuscito nel suo primo “diabolico” tentativo di metterlo in imbarazzo, facendolo smuovere e dire ciò che davvero pensava. Tutti, compreso Barbabianca risero di gusto a quella scena, mentre Eve guardava Ace sconvolta, con il viso completamente in fiamme per la reazione del fiammifero, e per le sue improvvise parole. Come avrebbe dovuto interpretare quelle sue affermazioni?! Il cuore perse più di un battito, prima di riprendere furioso il suo galoppo. Resosi conto di quello che aveva detto, Ace arrossì un po’ a sua volta, grattandosi il capo nervoso, guardò Eve negli occhi, con una risatina, mentre intorno a loro tutti ancora ridevano di gusto. La ragazza, lottando per controllare il suo turbamento, gli fece un altro sorriso gentile, per cercare di superare quell’imbarazzante momento, cercando di fargli capire di andare oltre. Ace per tutta risposta, ricambiò il suo sorriso gentile, e le porse di nuovo il braccio, per poter proseguire il loro cammino verso l’ingresso della Moby.

Quando lo prese nuovamente a braccetto, Eve sentì come se del calore, dal corpo di Ace si trasmettesse nel suo, arrivando ad infiammarle l’animo. Possibile, che Ace potesse sentire anche solo una briciola di quello che provava lei per lui??!!. Eppure, quell’aperta affermazione, seppur strappata a tradimento da Marco, aveva lasciato un segno nel cuore della ragazza. “La MIA Eve” aveva detto chiaro e tondo, e lei non sapeva assolutamente da che parte doveva prendere quelle parole!. Strinse leggermente di più la mano sul braccio del giovane, arrossendo come mai in vita sua, provando il bruciore del suo fuoco sulle guance. Le stava costando davvero cara quella serata. Sarebbe riuscita ad arrivare fino alla fine, senza lasciarsi bruciare? Temeva proprio di no, dato che era già completamente in balia della fiamme di quel ragazzo. Lo era dalla prima volta che lo aveva visto in tv, e non c’era niente che potesse fare perché fosse diverso. Ace, sentendo quella lieve pressione sul braccio, abbassò leggermente lo sguardo su di lei. La vide, a capo leggermente chino, con le gote vistosamente rosse, gli occhi luminosi e tremanti, e l’aria davvero indifesa. Chissà cosa stava pensando. Chissà se era rimasta turbata dalla sua uscita di poco prima, o se ne era rimasta contenta. Se lo chiedeva, ma si rispondeva che non poteva saperlo, non conoscendo quali sentimenti provava per lui. Perché l’aveva salvato a Marineford? Era davvero ansioso di poterglielo domandare, di poterla conoscere, di poterla comprendere, perché per lui era importante, davvero importante. Le era entrata dentro dal loro primo incontro, e non poteva più farne a meno, ora che era lì con loro, e con lui. Sorrise lievemente tra sé. Era così tremendamente bella! E quel rossore e quell’espressione timorosa, non lo aiutavano per niente a tenersi calmo, anzi! Gli facevano venire una voglia matta di prenderla di nuovo tra le braccia e scappare a nascondersi da qualche parte, per poterle dire tutto quello che di sconvolgente gli aveva fatto!. Gli veniva voglia di abbracciarla, vedendola così.

Agì d’istinto allora.

Allungò la sua mano libera, e la posò su quella che Eve teneva al suo braccio, avvolgendo quell’esile manina delicata, sentendo chiaramente come delle piccole scariche elettriche solleticargli il palmo quando entrò in contatto con la sua pelle. Eve sgranò gli occhi, guardandolo sorpresa. Non si aspettava anche quel gesto così affettuoso, ma, vedendo negli occhi del fireboy uno scintillio particolare, e vedendo anche quel suo sorriso particolare ancora indecifrabile, riuscì a sua volta, a sorridergli, combattendo con tutte le sue forze, l’imbarazzo che la pressava incessantemente.

Quella serata, con lui e tutti coloro che aveva sempre amato, sarebbe stata la più importante e la più bella di tutta la sua vita, ormai ne era convinta.

 

Fight for Fire2 (Parte Terza) –Fine-

Avvisi dell’autrice : Allora, prima di passare ai saluti, volevo dirvi due cose.^^ Avrete sicuramente notato l’atteggiamento e le parole di Rayligh circa “altri mondi” e cose del genere. Non so se il personaggio sia uscito dal suo originale in questo modo, ma mi serviva tantissimo per la storia questo suo atteggiamento. Silvers ha troppo l’aria da Gandalf il Bianco non trovate??^^ E da mago buono, non poteva non fare la parte di quello che dà grandi rivelazioni per aiutare i protagonisti!. Idem per Marco! L’ho fatto agire e parlare come non è proprio da lui, ma anche in questo caso era necessario per lo sviluppo della vicenda. E poi, passatemelo dai! Marco è felice per il ritorno di Ace, lasciamo che si esprima con chiarezza a parole quel simpatico ananas pennuto azzurro no?XD

Note d’autrice:

Ci rivedremo presto con la Quarta Parte che concluderà questa lunghissima one-shot dedicata al nostro amato Ace!!. Vi fermo subito, nel restare delusi!^^ Sappiate che dopo la Quarta Parte, Ace e Eve torneranno presto!. Vi aspetterò con “Fight for Fire – The Cronicles of Ace and Eve –“ che non sarà più una serie di one-shot, ma una vera e propria ff a capitoli!. Cosa ne pensate? Continuiamo a sognare insieme ancora un po’?? ^__^

Vi ringrazio di cuore per avermi seguita fino a qui!

Grazie e a presto!!

Martychan^^

   
 
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