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Autore: gallavich    06/06/2012    2 recensioni
-Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.-
Niall si aprì in un sorriso che Laurel non poté vedere.
-Mmh… quindi se io… insomma… se io ti chiedessi di… ehm…-
-Niall, ce la fai a mettere una frase insieme o ti devo spiegare anche a parlare?- lo interruppe lei accavallando le gambe.
-No, cioè, volevo solo fare un esempio per spiegare il terzo principio!-
Laurel inclinò la testa e rispose: -Oh, si, scusa, continua.-
-Se io ti chiedessi di, ehm… uscire? Domani sera? Questa sarebbe un’azione, giusto?-
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“-Più tardi ti posso chiamare?”
Laurel era in camera sua, seduta sulla poltrona girevole davanti la scrivania mentre guardava una puntata del suo telefilm preferito al computer. Improvvisamente vibrò il cellulare e lei lesse il messaggio.
Chi poteva essere se non il suo compagno di classe Niall Horan che voleva aiuto con i compiti per il giorno dopo?
Era sempre così. Nel pomeriggio o anche verso le nove di sera, lui le mandava un messaggio per chiederle se poteva chiamarla in modo che gli spiegasse la matematica, la scienze, lo spagnolo e tutte le altre materie. Il ragazzo era proprio una frana a scuola.
Laurel non si faceva problemi e accettava con piacere, ma per quanto ci provasse, ogni sera finivano per parlare di ogni cosa a parte le materie scolastiche.
La sera prima, Niall l’aveva chiamata alle nove e cinquantasei di sera. Lei aveva risposto con il suo solito tono di voce comprensivo e amorevole aspettandosi una nottata di tante chiacchiere inutili. Il biondo voleva spiegato come si svolgevano le equazioni, perché il giorno dopo avrebbero avuto una verifica a sorpresa e il ragazzo voleva essere pronto. Era sempre informato sui compiti in classe e le interrogazioni delle professoresse perché il suo amico Connor, il rappresentante di classe, gli raccontava segretamente tutti i piani delle docenti. Così era sempre “preparato” e sapeva quando doveva chiamare la sua disponibilissima amica.
Dopo aver risposto, non cominciarono subito a studiare perché il ragazzo doveva prima controllare “le cinquantadue notifiche che c’erano sul suo account di Facebook.”
Lei aveva appena finito di mangiare e ancora si doveva lavare e mettere il pigiama e i suoi genitori dovevano venirle a dare il solito bacio della buonanotte. Laurel non diceva mai loro che stava parlando con Niall perché Kat e Trevor sapevano dei brutti voti a scuola del ragazzo, quindi lei si inventava che stava aiutando la sua amica Delilah con i compiti di francese. Entrambi non apprezzavano che stesse al telefono fino a tardi o che guardasse i film al computer perché alla TV non c’era niente da vedere, perché credevano che la tecnologia rendesse stupidi e che manipolasse il cervello. E nemmeno glieli volevano comprare quegli aggeggi tecnologici, ma Laurel aveva convinto sua zia a regalarglieli quando aveva passato l’esame di terza media.
Dopo aver svolto tutte le faccende che doveva compiere prima di mettersi a letto e dopo aver mentito ai suoi genitori, si distese sotto le coperte con l’abat-jour accesa e il libro di algebra davanti.
“-Niall, hai finito con il computer?” aveva chiesto lei un po’ arrabbiata perché la faceva sempre aspettare.
Il ragazzo rispose con un “…Si” trascinato e poi le disse che era pronto.
“-Allora, mi devi aiutare con le equazioni.”
“-Va bene.” concesse lei dicendogli di svolgere la numero 423 a pagina 354.
“-Ok, allora: prima la scrivi. Poi risolvi le operazioni tra le parentesi e dopo ti fermi e mi dici che hai scritto.”
“-Ok.”
Lui aveva un tono di voce molto convinto, ma Laurel sapeva che nemmeno quella sera ce l’avrebbe fatta a studiare. E si chiedeva sempre perché non la chiamava nel pomeriggio. Non se lo sarebbe mai spiegato.
Intanto, lei risolse l’equazione in meno di cinque minuti, quando lui ancora doveva scrivere il testo sul foglio.
“-Mmh… ok. Ma aspetta, domani è giovedì?”
Le solite domande per cambiare argomento. Laurel rise e rispose con un “Si” e una risatina.
“-Cacchio, domani c’è la Gosling che interroga in storia!”
“-Già, a proposito, ti sei preparato?”
Non c’era motivo di chiedere quella domanda, perché tanto sapeva che lui avrebbe risposto con un’imprecazione. Laurel non capiva perché, ma Niall Horan veniva a scuola solo per scaldare la sedia. Nemmeno si ricordava le materie del giorno dopo e in classe portava solo uno zaino vuoto e il suo cellulare. A volte portava anche il caricabatterie per attaccarlo alla presa in fondo all’aula sotto l’ultimo banco, dove la professoressa non poteva vedere perché Sylvia e Ryan erano seduti al penultimo banco e coprivano la visuale. Così facendo Niall poteva ricaricare il suo iPhone tranquillamente e giocare a Temple Run mentre si spiegava storia e geografia. L’unica materia che adorava era educazione fisica, perché ogni scusa era buona per scendere nel cortile e giocare a calcio, mentre faceva il coglione con le ragazze dell’ultimo anno che si affacciavano alla finestra.
“-No, cazzo! Non sapevo che mi doveva interrogare!”
“-Niall, ma te l’ha detto tre giorni fa! Ha detto che tu e Carl dovevate essere pronti per domani! Hai meno del sei in storia!”
“-No, ma io non l’ho sentita!” cercò di trovare una scusa il ragazzo, ma la verità era che la colpa non era sua. Non era predisposto allo studio.
“-Mmh… mi sa che stavi messaggiando con quella bionda della G. Come si chiama? Stronza, troia…?”
Non era il suo usuale linguaggio, ma quando si parlava di Mindy Miller e di quelle come lei, aveva davvero bisogno di sfogarsi. Mindy se n’era fatti così tanti che bastava parlare di lei con qualche ragazzo che lui se ne usciva con la frase: “Si, ci sono andato a letto.”
Era quel tipo di ragazza che andava in giro con canottiere scollate, jeans attillati o minigonne e che parlava solo con i ragazzi più popolari. Ed era così stupida e superficiale. Laurel non riusciva proprio a reggerla.
“-Mindy non è una troia!” la difese Niall, anche se anche lui era di quel pensiero.
“-Ecco perché tutti l’hanno vista nuda e non riesce a tenere le gambe chiuse!”
Entrambi risero, poi Niall cominciò a parlare di Ryan che si era “innamorato” di un’altra ragazza. Quel ragazzo non ne aveva mai abbastanza.
“-Dai, dimmi chi è!” lo incitava Laurel. Non riusciva a resistere ai segreti, ma sapeva che prima o poi sarebbe venuta al corrente del nuovo bersaglio del ragazzo-dall’innamoramento-facile.
Dalla bocca di Niall uscirono dei suoni incomprensibili e pensierosi fino a che non riuscì più a trattenersi e sputò il rospo: “-E’ Cynthia!”
“-Davvero?! Lei?! E tu come hai fatto a saperlo?”
“-Me l’ha detto Sylvia! Ho fatto un po’ il cretino e ha confessato. Nessuna può resistermi.”
“-Vacci convinto, Horan.”
Risero di nuovo.
“-Allora, a che punto sei con l’equazione?”
Niall trattenne una risata prima di ammettere: “Devo copiare l’ultima operazione.”
“-Sei una causa persa.”
Continuarono a “studiare” fino all’una e mezza di notte, senza concludere niente un’altra volta. Era già da un po’ che questa storia andava avanti e Laurel lo doveva ammettere: non le dispiaceva affatto. Non aveva mai ricevuto tante attenzioni da qualcuno e, insomma… si sentiva importante. Non perché Niall frequentava solo studenti di un certo calibro e di una risaputa popolarità, ma perché era proprio quel ragazzo dai capelli biondi e dagli incredibilmente azzurri che la chiamava, la soprannominava “cucciola”  per ringraziarla degli aiuti scolastici a mezzanotte e ovviamente che le confessava ogni cosa. Si sentiva stimata e insostituibile.
La notte e la mattina dopo passarono in una maniera incredibilmente veloce e ovviamente la Gosling interrogò Niall e lui lesse due parole della lezione cercando di unirle e di creare un discorso compiuto, ma senza successo. A terza ora il compito di matematica andò male, perché Laurel non era molto brava a suggerire e a mandare bigliettini, né a messaggiare in classe, quindi quando Niall non riuscì a fare né l’equazione, né il problema di geometria, la situazione precipitò irrimediabilmente ed entrambi si accorsero che un altro brutto voto era in arrivo.
Poi alle sei di quello stesso pomeriggio le arrivò il solito messaggio che riceveva ogni giorno e lei rispose con un “Va bene.”
Passarono altre quattro ore e finalmente Niall la chiamò.
-Hey, Laurel, com’è andata la giornata?- chiese Niall di buonumore. In sottofondo si sentiva il ritornello di Turn this club around.
-Bene, a te?- rispose lei sedendosi con la schiena poggiata alla testiera del letto.
-Benissimo. Mia madre però ha sentito di come è andata la verifica e mi ha ordinato di studiare seriamente.-
-Come ha fatto a saperlo?-
-Connor. Non fa la spia solo con me, sai?-
Laurel rise sommessamente senza farglielo sentire.
-Allora, stasera che dobbiamo studiare?-
-Mi devi spiegare la dinamica. È tutto il pomeriggio che cerco di capirla, ma non mi entra in testa!-
La ragazza sapeva che Niall non aveva speso nemmeno un minuto della sua vita per aprire il libro e studiare la lezione. Come al solito contava sulla bravura dell’amica ed era più che sicuro che lei l’avrebbe aiutato. Non si sbagliava.
-Ok. Però stasera facciamo sul serio. Domani ti deve interrogare quella di scienze.-
-Va bene. Comincia a spiegare.-
-Allora: la dinamica studia i movimenti dei corpi in funzione delle forze che li producono. Si fonda sui principi della dinamica.-
-Rallenta! In parole povere?-
Laurel si coprì gli occhi con la mano e fece una smorfia, mentre Niall rideva beffardo.
-La dinamica studia come si muovono i corpi in movimento.-
-Ok, perfetto. Continua.-
-Il primo principio della dinamica è detto anche principio di inerzia e sostiene che un corpo rimane fermo se non viene mosso da qualcosa. Va bene?- continuò Laurel scandendo le parole e facendo dei gesti piccoli con le mani per aiutarsi.
-Si. Quindi la dinamica è una scienza chee studia i corpi e si basa su dei principi. Il primo è che i corpi non si muovono se nessuno li tocca.-
Lei rise di gusto. “Se nessuno li tocca.”
-Che c’è?- chiese Niall un po’ infastidito.
-Niente, niente… Poi il secondo principio è più difficile e dice che una forza agisce su una massa di un corpo producendo un’accelerazione che è direttamente proporzionale alla forza applicata e inversamente proporzionale alla massa del corpo. Dimmi che l’hai capito e vado avanti.-
-No, non l’ho capito. Sappi che io sono Niall Horan, non me ne intendo di queste cose!-
In effetti era Niall Horan e in scienze e matematica era una schiappa totale.
-Qualcosa fa muovere un oggetto creando un’accelerazione che cresce quando cresce quel qualcosa e diminuisce quando l’oggetto si ingrandisce.-
Poi Niall ripeté tutto quanto e disse a Laurel di continuare. Intanto la musica dall’altra parte del telefono era cambiata ed oltre ad essere “Kiss the stars” di Pixie Lott era anche ad un volume più basso.
-L’ultimo principio, invece, dice che se un corpo esercita una forza su un altro corpo, questo agisce sul primo con una forza uguale, ma opposta.-
-Sarebbe a dire…?-
Sei così stupido,pensò la ragazza. Così non avrebbe mai fatto una bella interrogazione, né avrebbe preso un voto maggiore del sei. Ma Laurel sapeva che in qualche modo Niall sarebbe riuscito a dire qualcosa di più anche facendo degli esempi, quindi al sette ci sarebbe arrivato, probabilmente.
-Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.-
Niall si aprì in un sorriso che Laurel non poté vedere.
-Mmh… quindi se io… insomma… se io ti chiedessi di… ehm…-
-Niall, ce la fai a mettere una frase insieme o ti devo spiegare anche a parlare?- lo interruppe lei accavallando le gambe.
-No, cioè, volevo solo fare un esempio per spiegare il terzo principio!-
Laurel inclinò la testa e rispose: -Oh, si, scusa, continua.-
-Se io ti chiedessi di, ehm… uscire? Domani sera? Questa sarebbe un’azione, giusto?-
La ragazza arrossì e si aprì in un sorriso gigantesco. Non le importava dell’esempio che Niall aveva elaborato, perché tanto sapeva che non era assolutamente un esempio, ma un invito. Un invito vero per un vero appuntamento. In quel momento la ragazza pensava solo alla prima frase e al modo impacciato di porre quella domanda, in quel modo così dolce che non gli aveva mai visto assumere.
-Si, sarebbe un’azione. Quindi vuoi sapere la… mia reazione?-
Laurel aggrottò le ciglia. Non aveva idea di quello che stava dicendo ed era anche nervosa, perché non sapeva se il tono che stava usando era abbastanza malizioso e interessante da farlo incuriosire, o se si stesse rendendo ridicola anche solo parlando. Se fossero stati faccia a faccia sarebbe stato un disastro.
-Si… qual è la tua reazione uguale e contraria?-
Lei si mise un’altra volta la mano sulla faccia.
-Ehm… si! Si, perché no?-
Fece sembrare tutto naturale, anche se si sentiva troppo felice. Il suo cervello stava andando in tilt. E Niall era ancora a telefono.
-Ok, per-perfetto! Ci vediamo domani, grazie per l’aiuto!-
E chiuse la telefonata.
Laurel lasciò che il cellulare scivolasse sul copriletto e poi si distese guardando il soffitto. Spense l’abat-jour, sperando di dormire, anche se non fece altro che pensare alle parole di Niall e al volto di quel bellissimo angelo dagli occhi azzurri.
 
 
 
Il giorno dopo, durante le prima due ore, Niall e Laurel non si incontrarono, forse perché entrambi erano così imbarazzati per parlarsi o perché provavano così tanto a vedersi che in qualche modo non finivano mai faccia a faccia, fatto sta che la prima volta in cui si videro durante quella giornata, fu all’inizio della terza ora, davanti l’aula di scienze.
Laurel stava per entrare e Niall l’aspettava dentro. Il ragazzo si mise davanti a lei e Laurel ci andò contro, visto che aveva lo sguardo puntato a terra. Niall le disse che era stato un incidente, quando invece era un tentativo per parlare.
Tutti i libri di Laurel finirono a terra e mentre entrambi si chinarono per raccoglierli e le loro mani si toccarono senza volerlo, tutti e due alzarono il viso per scusarsi con lo sguardo, ma invece si persero l’uno negli occhi nell’altra: Laurel nelle incredibili pozze d’acqua del ragazzo e lui in quelli verde erba della ragazza.
Il primo a sorridere fu Niall creando un’espressione così dolce da far sorridere anche Laurel e da costringerla a sistemarsi una ciocca di capelli castani dietro l’orecchio.
-Scusa, colpa mia.- disse Niall, mentre portava i libri che erano caduti verso il banco in seconda fila di Laurel.
-Fa niente.- rispose lei.
Si guardarono ancora negli occhi e poi Niall si abbassò per lasciarle un bacio dolcissimo sulla guancia rosea. Laurel rabbrividì perché il ragazzo non le aveva proprio baciato la guancia, aveva posato le sue labbra nel suo posto preferito per dare i baci: tra l’orecchio e il collo. Era stata una sensazione meravigliosa.
Poi il ragazzo si diresse verso il suo banco: l’ultimo della fila a sinistra, quando la professoressa entrò nell’aula.
Passarono circa quindici minuti di chiacchiere e di appello finché la docente si decise ad interrogare. Come previsto chiamò Niall che cominciò a parlare della dinamica facendo alcuni esempi stupidi. Era stata la sua migliore interrogazione.
-…E infine il terzo principio dice che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.- concluse lui.
Laurel si girò e vide che Niall le sorrideva. Era veramente la creatura più bella che avesse visto. Mimò un “bravissimo” con le labbra e gli mandò un bacio volante quando lesse la risposta silenziosa sulle labbra del ragazzo.
“Non vedo l’ora di uscire stasera.”
“Nemmeno io.” rispose.

  
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