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Autore: sciutomlinson    07/06/2012    7 recensioni
E urlava, singhiozzava, batteva i pugni contro il materasso troppo morbido per fargli del male. Louis non riusciva ad accorgersene, proprio non vedeva che tutta questa lontanza lo stava logorando dentro.
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too much angst, baby. Qui HarryxLouis ... davvero triste, mi sto sentendo una depressa del cavolo.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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they don't see the angel living in your heart .

Sono le cinque del pomeriggio, ma la sua camera d'albergo è buia, proprio come il suo cuore. Non ce la fa proprio, ha sopportato fin adesso tutto questo schifo, ma non ce la fa più. Tutto il tempo che è stato senza Louis lo sta uccidendo pian piano. Vuoi perché c'era la Calder con il suo amato, e okay, tanto, ormai è andata via, no? Esatto, ma lo stesso giorno della sua partenza è arrivato Stan, il migliore amico di Louis. In questo momento sono assieme nella camera accanto a giocare alla play, sgranocchiando qualcosa con gli altri, mentre lui è solo, in camera sua, stringendosi la testa tra le mani, appoggiandola alle ginocchia, con le guance solcate dalle lacrime amare di dolore. 
Harry poteva sembrare il più forte, fuori, ma quello che celava dentro non riusciva a capirlo nessuno. Gli faceva male, un male terribile vederlo con qualcuno che non sia lui, anche se alla fine era solo un amico, Stan. E urlava, singhiozzava, batteva i pugni contro il materasso troppo morbido per fargli del male. Louis non riusciva ad accorgersene, proprio non vedeva che tutta questa lontanza lo stava logorando dentro. 
Sente un urlo di gioia, e sei risate pronte a seguirlo. Qualcuno avrà segnato alla play, pensa, e riusciva a sentire le risate cristalline di tutti, tranne quella di Josh, troppo leggera per essere udita. La prima che riconobbe fu quella del suo amato, e gli si fermò il cuore due secondi, per poi riprendere a battere, ma solo esteriormente, perché dentro era spento, era stanco, non riusciva più a pulsare il sangue alla velocità di prima. 
Preme nervosamente la testa alle ginocchia e parte di nuovo a singhiozzare, senza essere udito da nessuno.  
Perché mi stai facendo questo? 
No, non ce la faceva. Aveva un disperato bisogno delle sue labbra ad alleviare le sue lacrime, ma con Stan era ancora più complicato, Louis non lo vedeva da molto, quindi avrebbe dedicato tanto di quel tempo al suo migliore amico che ad Harry parve infinita anche l'ora trascorsa per andarlo a prendere in aereoporto. Ne aveva piene le palle di questa situazione, prima la Calder, ora Stan... e poi? chi altro avrebbe impedito loro di amarsi come volevano? Perché Harry lo sapeva, lo sapeva che non doveva innamorarsi di Louis, benché l'amore fosse corrisposto, era tutto troppo complicato per un ragazzo diciottenne alla scoperta dell'amore. Che poi aveva sempre sognato di incontrare la persona giusta, ed adesso che l'aveva tra le mani sì era sentito per una volta amato, soprattutto quando di nascosto il più grande gl sussurrava quei 'ti amo' flebili , ma Louis in quel momento non glielo stava dimostrando più.
Si alzò di scatto, barcollando un po' per lo spostamento improvviso. Si asciugò le lacrime come meglio potè con la manica della sua camicia blu notte, ed uscì dalla stanza. 
Gli mancava il sapore delle sue labbra. 
Aprì di scatto la porta della camera in cui si trovavano i ragazzi sorridenti che, vedendo Harry in quelle condizioni, rimasero a fissarlo per cinque secondi mentre sulla soglia della porta  guardava Louis, seduto vicino a Stan, con il joystick in mano. Si avventò sulla televisione, pronto a spegnerla e lo fece.
"Che cazzo fai?" urla Stan dopo il gesto del riccio. 
E la sua rabbia crebbe di più, così tanto da indurlo a sferrare un pugno in faccia all'amico del più grande. 
"Me lo stai portando via! devi andartene, vai via! Lui ama me, solo me!" Riuscì a dire mentre sferrava pugni più deboli sul petto di Stan, piangendo come un matto, permettendo di nuovo alle lacrime di riempire quelle sue iridi colore verde smerarldo, che contrastava col rosso creatosi attorno per il troppo pianto. 
Liam corse ad aiutare Stan, che sanguinava dal naso copiosamente, mentre Harry, ormai accasciato sul pavimento urlava di dolore. Ma non era lo stesso dolore che Stan provava in quel momento, no. Era il dolore del cuore che si fa in frantumi, il dolore della voglia di essere amato. Amato da Louis, che in quel momento lo fissò con gli occhi pieni di lacrime, pronti ad esplodere. Quest'ultimo si alzò, andando vicino ad Harry, cercando di alzare il suo viso per abbracciarlo, ma non ci riuscì perché il più piccolo lo spinse via con una sola mano, facendolo sbattere contro il divano. E anche le sue lacrime, velocissime, cominciarono a scendere inesorabili sul suo viso. Lo sapeva, lo sapeva anche lui che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere. I ragazzi li lasciarono da soli, d'altronde loro sapevano cosa c'era tra il più piccolo e Louis. 
"Cosa cazzo ti è passato per la testa? non puoi fare così, lo sai che ho un disperato bisogno di te ad ogni ora del giorno, Louis, lo sai cazzo!" disse bloccato dal pianto Harry, mentre si stringeva sempre più a se.
"Non so neanche io cosa mi stia succedendo, sono stanco di dovermi nascondere con te, sono stanco di dover tenere la mano ad una ragazza che non amo e non ho mai amato, sono stanco di dover reprimere la mia voglia di baciarti, assaporarti, sul palco. Sono stanco..."  La voce gli tremava, e non riusciva a trattenere i singhiozzi tra una frase e l'altra. Harry spostò lo sguardo nelle sue iridi azzurro cielo, che tanto amava. 
"Perché stai andando via da me?" sibilò talmente piano da riuscirsi a sentire a stento. 
"Non... non è colpa mia, lo sai." 
"PERCHE' NON SEI RIMASTO CON ME IN CAMERA MIA? SIAMO SOLI, SOLO NOI DUE, E ME NE SBATTO IL CAZZO DI STAN, CON LUI PUOI STARE ANCHE FUORI PERCHE' NESSUNO SOSPETTEREBBE, MA CON ME NO! LO SAI CHE DOBBIAMO NASCONDERCI, E LO SAI CHE IO HO BISOGNO DI TE OGNI FOTTUTO MOMENTO, E MENTRE AVEVAMO LA POSSIBILITA' DI AMARCI, TU NON C'ERI, NON C'ERI! " urlò il più piccolo all'improvviso, scoppiando in un pianto più forte, seguito dal più grande che prontamente si avvicinò a lui abbracciandolo da dietro. "Scusa, scusa, sono stato un coglione, non posso fare altro che chiederti scusa, anche se non lo sai, fa male anche a me allontanarmi, e non so neanch'io perché l'ho fatto. Io ti amo Harry, tu sei il mio inizio, e vorrei che fossi anche il mio ultimo respiro. Nessuno capisce realmente cosa provo per te, solo io posso capire quanto ti amo, e sono un coglione, sono  solo un coglione, tu sei troppo perfetto per stare con un coglione come me. Non ti merito, ma ti amo, e non ti lascerò mai andare."
Harry si girò ancora in lacrime, quelle parole fecero ripartire il suo cuore, e anche se non sorrideva, era felice. E un altro 'ti amo' a fior di labbra, per poi partire a torturarsi le labbra con lingua, denti, e per impregnare l'ennesima camera d'hotel di un amore intenso, un amore che aveva il profumo di due giovani ragazzi innamorati, intenti ad amarsi, come se fosse l'ultima volta.




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*posa fazzoletto* Ciao a tutti! Qui, come al solito, Sof.
cristo, sono depressa, si vede? non dovrei sfogare la mia depressione sui Larry,
come sono sadica.
*soffia il naso*
cccioè io in questo periodo ce li vedo troppo così, 
e mi fa male
*piange*.
Non ho niente contro Stan, anzi mi sta simpatico, però mi serviva
qualcun'altro per il ruolo da rompipalle di turno.
Non so, spero di esser riuscita ad esprimere bene le loro emozioni, 
anche perché per una volta mi piace ciò che ho scritto.
(attenzione, il contenuto, non la forma, peché faccio schifo a scrivere) 
anyway, spero che vi piaccia, e per quelle che seguono la mia long,
credo che aggiornerò domani o  dopodomani.
Il titolo è tratto da una canzone dei
Sixx: A.M. , si chiama Skin, consigliata da Ale()
Saluto tutte le bagascie mie del gruppo Bitch, please. I SHIP LARRY STYLINSON. Vi amo all day and all night 
Grazie a chi recensisce/aggiunge a preferite xx.
piesse: cieeo :')

 
                                                                                                                     Sof.   
  
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