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Autore: Hero98    07/06/2012    3 recensioni
Questa è una storia ambientata nel Medioevo, tempo di monarchie, banchetti e cavalieri, ma anche di guerre, gogne e divari religiosi.
La storia di Yao il mercante, Ivan il medico, Ludwig e Gilbert i cavalieri, il monarca Matthew, Alfred la spia, Elizaveta la locandaia, Francis il bardo, Antonio il fabbro, Feliciano e Lovino i preti e Arthur il mago.
Dal 1 capitolo: "-Mercante Yao Wang sei convocato con urgenza da Lord Matthew! –Esclamò con una voce profonda e forte un cavaliere in piedi davanti lo sgabello dove era seduto il giovane orientale. Quest’ultimo si risvegliò dai suoi tristi pensieri per guardarlo negli occhi azzurro ghiaccio. 
-Cosa desidera questa volta il re? –domandò all’altro alzandosi dallo sgabello. Ma era più una domanda retorica perché intuiva già la risposta. Sicuramente lo attendeva un’altra spedizione."
Potrebbero esserci scene YAOI più avanti quindi il RATING potrebbe mutare.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Cina/Yao Wang, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mercante iniziava ad innervosirsi, stava ripercorrendo la strada che aveva fatto all’andata a ritroso per ritornare al villaggio ed era piuttosto stancante. Un giorno, forse, sarebbero riusciti a trovare una scorciatoia senza fare tutto quel giro largo per gli isolotti a causa degli ostacoli naturali. Un giorno, forse, si sarebbe potuto permettere un somaro o, con poche probabilità, un cavallo per spostarsi. Allora sarebbe diventato tutto più semplice anche per il trasporto delle merci.
Era ormai da mezz’ora che camminava un paio di passi dietro un mago più propenso alla conversazione del solito, non lo ascoltava perso com’era nei suoi pensieri per questo il vederlo girato verso di lui che lo osservava come aspettandosi qualcosa lo sorprese.
-Qualche problema…? –domandò allontanandosi per un momento dalle sue riflessioni per dedicare uno sguardo leggermente confuso ad Arthur.
-Non hai udito le mie parole? Ti ho domandato se pensi ci siano problemi nel regno! –esclamò indispettito l’altro in risposta. Più volte gli avevano fatto notare che parlava da solo, per una volta che si rivolgeva a qualcuno voleva essere ascoltato.
-Chiedo venia… -mormorò con lieve imbarazzo il mercante sinceramente dispiaciuto, non era affatto educato non partecipare alla conversazione. Poi rifletté sulla domanda rivoltagli –Problemi…? Non credo, ad eccezione dei soliti banditi.
Il mago rivolse uno sguardo pensieroso al cielo terso per poi girarsi e riprendere il cammino.
-Non saprei… la mia sfera di cristallo non mostra nulla di buono… Ho un leggero timore. –continuò dopo qualche minuto di un silenzio infranto solo dal rumore dei loro passi leggeri sulla stradina. Tutto intorno dei possenti alberi dalle foglie verdi e larghe riparavano il sentiero dal sole cocente che adesso era nel suo punto più alto.
Yao non rispose, rifletteva su quanto aveva appena sentito. Poteva anche sbagliarsi, ma Arthur era molto capace nelle predizioni. Si domandava cosa ne pensassero i frati delle due chiese del villaggio. Loro si muovevano secondo il volere del Signore e dei Suoi segni, mentre il mago secondo le leggi dell’alchimia e la magia, per lui strettamente legate l’una all’altra.
Quando passarono davanti al castello lasciò nelle mani di un cavaliere il medicinale reperito dal medico per la serva del re, poi proseguì al fianco del mago.
Finalmente raggiunsero la piazza cittadina e la prima cosa che notarono fu che la maggior parte dei contadini si raccoglievano in un disordinato cerchio intorno a qualcuno. Battevano le mani, urlavano entusiasti.
Poi una leggera melodia allegra si diffuse nell’aria, probabilmente prodotta da un liuto ben accordato, accompagnata da una voce profonda ma al tempo stesso squillante e capace di incuriosire chiunque.
 
“Ieri, mentre camminavo per le strade del villaggio
alla ricerca di qualche forma di formaggio,
notai, davanti una casa, una famiglia
con la moglie che mostrava la cav-” *
 
Un pomodoro raggiunse il viso del bardo che recitava quell’allegra poesia in rima baciata impedendogli di terminarla. Il poveretto estrasse da una piccola tasca di cuoio della veste un fazzoletto di tessuto per pulirsi. I suoi occhi turchesi invasi dall’irritazione cambiarono espressione non appena si posarono sul delinquente che aveva commesso quell’atto vandalico: Arthur.
Il mago si era fatto largo tra la folla insieme al mercante, incuriosito da quella voce a lui familiare. Appena notò quello sguardo divertito sul volto del bardo si avvicinò con fare minaccioso e piuttosto furioso.
-Non puoi narrare una storia simile, Francis! Sono presenti anche fanciulli in piazza! –sibilò a denti stretti per non farsi sentire dai contadini che dapprima erano rimasti senza parole per quel gesto, ma poi si erano lasciati andare a risate fragorose.
Il giovane bardo, Francis Bonnefoy, era alto quanto il mago e portava i capelli biondi e mossi lunghi fino alle spalle larghe e esili, gli ricadevano intorno al viso sottile incorniciandolo con armonia e sul mento era presente un po’ di barba scura che lo rendeva più maturo. Aveva modi delicati, degni di un reale, dovuti proprio al suo passato. Infatti il bardo aveva lavorato a lungo a castello con la madre, scomparsa da poco per malaria. Indossava spesso una veste azzurro scuro che gli ricadeva larga su braccia e fianchi, stretta in vita da una corda cremisi, in testa un cappello con la visiera larga tutt’intorno dello stesso colore della veste ornato da delle piume rosse. A volte lo si poteva vedere con un elegante mantello carminio che invece di rendere più goffi i suoi movimenti donava loro eleganza.
-Va bene, solo perché sei tu a domandarlo modificherò il finale della mia splendida opera! –esclamò Francis con un caldo sorriso dipinto sul volto.
Arthur si limitò a borbottare in risposta.
La musica del liuto tornò a riecheggiare nell’aria accompagnata sempre dalla voce soave del bardo.
 
“notai, davanti una casa, una famiglia
con il marito che riparava della porta la maniglia.
Sembravano una famiglia ricca d’amore
tanto da far sciogliere il mio povero cuore”
 
La folla di contadini ricominciò a battere le mani e a fischiare entusiasta, alcune donne lanciavano fiori a Francis che si esibiva in piccoli inchini ringraziandole.
-Ti ho reso contento, Arthur? –chiese quando i contadini iniziarono ad allontanarsi e a dedicarsi ai loro problemi.
Il mago annuì con il capo con aria di sufficienza senza mostrare alcuna reazione particolare.
Poi un giovane si avvicinò al bardo, era poco più alto di lui e aveva una carnagione molto più abbronzata.
-Bella esibizione amico! –esclamò allegro con un sorriso ampio.
-Grazie Antonio! –rispose il bardo dando una pacca amichevole sulla spalla dell’altro.
Il fabbro, Antonio Carriedo, aveva gli occhi verde oliva che sembravano brillare ogni volta che sorrideva, cosa piuttosto frequente. Aveva i capelli castani che ricadevano in morbidi riccioli sulla fronte e sulle tempie sempre disordinati. Indossava sempre maglie giallognole aperte in uno spacco sul petto con le maniche arrotolate fino al gomito per resistere al calore del forno dove fondeva i metalli da lavorare. Era abbastanza muscoloso a causa del suo lavoro che necessitava di forza nelle braccia. Era un giovane molto espansivo che rivolgeva sempre a tutti il suo aiuto ed era semplice nei modi di fare, molto campagnolo, ma per nulla rozzo come molti contadini.
-Devo recarmi in chiesa! –annunciò Antonio portandosi le mani sui fianchi senza smettere un attimo di sorridere.
Il mercante, fino ad allora rimaste in silenzio in disparte, si fece avanti.
-Sei molto devoto al Signore? –domandò per semplice curiosità siccome l’aveva visto più volte tornare dalla chiesa più vicina alla piazza cittadina.
-Si, e poi frate Lovino mi aiuta molto! –rispose allargando ancora il sorriso che divenne improvvisamente più luminoso. Era risaputo nel villaggio che Antonio provava una sorta di affetto fraterno per il frate essendo cresciuti insieme.
-Potremmo andare insieme, dovrei porgere delle domande ai due frati… -propose leggermente titubante Yao, non conosceva molto bene il fabbro quindi, forse, non gradiva la sua compagnia.
-Ma certamente! –il fabbro circondò le spalle dell’esile mercante con energia. Questo cercò di allontanarlo senza sembrare scortese, purtroppo non aveva mai apprezzavo le dimostrazioni di affetto così esagerate.

*una piccola nota: nel Medioevo le caviglie erano considerate la parte più "sexy" del corpo e mostrarle era scandaloso. xD

Angolino di Hero~
Chiedo venia per il ritardo ma adesso finalmente la scuola è finita e posso dedicarmi alle mie opere! Ho apprezzato molto le vostre recensioni, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento! Ciao!
   
 
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