Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
Ricorda la storia  |      
Autore: Hattie Black    07/06/2012    1 recensioni
Era un qualunque giorno di Novembre, scuro e piovoso, con un cielo pieno di nuvole talmente grigie e spesse che avvolgevano tutto il paese in un cupo manto di morte. Fu quel giorno che decise di ritornare...
è la prima storia di questo genere che scrivo e mi è venuta in mente così, di getto, l'altra sera. Spero che sia di vostro gradimento
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era un qualunque giorno di Novembre, scuro e piovoso, con un cielo pieno di nuvole talmente grigie e spesse che avvolgevano tutto il paese in un cupo manto di morte. Fu quel giorno che decise di ritornare. E così arrivò all'improvviso, silenziosa come la notte.

Indossava un lungo abito bianco di seta, stretto in vita da un largo nastro che terminava in un morbido fiocco sulla schiena. La gonna scendeva aderente fino ai piedi che, nudi, calpestavano l'erba ghiacciata, mentre il corsetto era un complicatissimo intreccio di fiori veri al centro dei quali era stata cucita una perla. Era bellissima: la pelle diafana riluceva sotto le gocce fitte di pioggia e i capelli, lisci e biondi, quasi bianchi, le ricadevano sulle spalle come un mantello.

Si avvicinò piano alla lapide e con la sensazione delle lacrime che le pizzicavano gli occhi cercò di toccare le parole incise, ma le dita vi passarono attraverso rivelando ostinatamente l'inconsistenza del suo corpo.

Erano anni che vagava nascosta nelle tenebre cercando un rifugio introvabile, dove sfuggire ai mali che la tormentavano, lontana da qualunque cosa le manifestasse la sua evanescenza.

Devastata si lasciò andare ad un grido disperato, ma nessun suono riecheggiò nel cimitero, abbandonato da secoli. Solo un corvo sembrò disturbato e gracchiò un'oscura risposta in lontananza.

Si convinse a guardare di nuovo la lapide: un solo nome, due sole date, ormai sbiaditi e consumati dal vento.

Jack Loson 1794 – 1817

Solo leggendo il suo nome si sentiva piena di dolore e sofferenza; aveva trascorso così poco tempo con lui che non era nemmeno riuscita a dichiarargli il suo amore. Se ne era andato troppo presto,e lei dopo poco aveva deciso di seguirlo, per restare sempre con lui. O almeno così aveva creduto, ma solo da morta si rese conto dell'errore. Si era ritrovata fantasma, un essere senza corpo costretto a vagare finché la ragione che lo tiene imprigionato in questo mondo di mezzo non viene risolta, magari all'infinito, e lei naturalmente non ci era riuscita. Così era costretta in eterno in quella dimensione, fino alla fine dei tempi.

Centinaia di volte era ritornata a quella lapide con la speranza di ritrovarlo, ma invano, e dopo mille tentativi, distrutta dal dolore, aveva deciso di non farlo più. Ma ora la distanza era diventata così insopportabile e opprimente da spingerla a presentarsi di nuovo.

Aveva infatti compreso che tutto quel dolore derivava in realtà da un sentimento molto più intenso : l'amore verso di lui, che continuava a bruciare in quel cuore che ormai non esisteva più.

Non lo avrebbe più lasciato, avrebbe atteso accanto a lui, finché non avrebbe potuto averlo di nuovo.

Così si sedette sul marmo ancora bianco, come la sua veste, come i suoi capelli, come la sua anima, e iniziò a cantare una malinconica canzone d'amore che nessuno avrebbe mai potuto udire.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi / Vai alla pagina dell'autore: Hattie Black