Il mio nome la notte pronunciò,
e come ninfa albina, dalla insana malinconia
di nebulosi laghi marini,
salii a principessa degli abissi luminosi, innamorata di un angelo di pietra.

Un signore vampiro mi rubò il cuore
E allontanai, almeno, l'anima
Buttandola nelle acque dei monti.

Risorsi come spirito infame e insano,
dalle profondità delle tempeste di luna,
risalendo da anatemi e suicidi.

Corsi felice per i boschi del vento
E ti maledissi, con lacrime calde come il sangue:
non c'è angelo più bello di me…
Io danzerò e canterò con le note della terra e maledirò chiunque mi fermerà.