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Autore: MadLucy    07/06/2012    4 recensioni
Tutti, nessuno escluso, ritenevano che Near non fosse capace di sbagliare. Le voci erano state tanto insistenti che anche lui aveva finito per appoggiarsi stanco a quella bugia facile.
Non era difficile dare la risposta giusta, eccellere era banale.
Ma c'era qualcosa di stonato, di tralasciato. Un segno rosso, nella sua vita candida di freddo calcolo, che non riusciva a notare.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gkuhug

A crack.



Tutti, nessuno escluso, ritenevano che Near non fosse capace di sbagliare. Le voci erano state tanto insistenti che anche lui aveva finito per appoggiarsi stanco a quella bugia facile.
Non era difficile dare la risposta giusta. La sua mente, rapida ed efficiente, la forniva. Lui la ripeteva apatico.
Nessuno di quei quesiti era qualcosa. I libri, lo studio, i test. Banalità sconcertanti, la cui comprensione richiedeva un paio d'istanti. Dati, numeri e lettere a cui bastava dare un senso.
Tutto era liscio e compatto e giusto. Nemmeno una nota stonata, nemmeno una pagina tralasciata, nemmeno un segno rosso su verifiche candide.
Bravo, Near.
Non sapeva apprezzare niente di tutto ciò. Eccellere era banale, la sua mente squarciava qualsiasi ostacolo. E poi i sorrisi, gli applausi, la meraviglia e l'ammirazione della gente. Specchi opachi a riflettere sempre ogni sua vittoria, ogni suo successo, la sua incalcolabile abilità. Vanità offerta a piene mani, che non accettava mai.
Non era soddisfatto. Non bastava. C'era qualcosa di stonato, di tralasciato. Un segno rosso, nella sua vita candida di freddo calcolo, che non riusciva a notare.
Una crepa, seppur invisibile, incrinava l'armonia della cupola di cristallo sotto cui giaceva. Un'ombra violava quel muro che lo dipingeva il migliore. Muro che non aveva costruito Near, ma un destino senza occhi e la fama esasperante che tutti gli attribuivano.
Near non avvertiva le ferite dei fallimenti, ma il peso della loro assenza. Quel piedistallo da cui nessuno era disposto a farlo scendere, su cui lui non aveva mai chiesto di salire, era troppo vertiginoso per non fargli desiderare avere i piedi per terra.
Nessuno ama ciò che è perfetto, perchè non può trovare modo per superarlo. Nessuno amava Near, solo diffidenza e sguardi ostili per quel bambino che sapeva fare tutto.
Ma non soffriva. Solo il gelo di un passato infranto lo attanagliava in continuazione, non c'era posto per altro dolore -altre delusioni, altra rabbia, altre lacrime.
La solitudine lo proteggeva e trafiggeva senza salvarlo o scalfirlo. Un isolamento che non amava nè odiava, semplicemente accettava.
Tutti, nessuno escluso, ritenevano che Near non fosse capace di sbagliare. Nonostante ciò, lui credeva che nella sua vita nemmeno uno dei tasselli combaciasse.
Aveva composto il puzzle sbagliato.



































Note dell'Autrice: Ahh, Near. Mi intenerisce e intristisce nello stesso momento. Guardandolo sorrido, sentendolo parlare mi viene un nodo in gola. E' talmente infelice che non potevo non scrivere qualcosa su di lui. Certamente ha un passato doloroso alle spalle, come tutti gli studenti della Wammy's House, ma non credo proprio sia stato in grado di affrontarlo. Troppo bambino e troppo adulto insieme, un misto indefinibile. Ciò di cui sono sicura è che non è affatto sereno, l'inquietudine si vede riflessa nei suoi occhi.
Comunque questa è un'interpretazione come possono essercene molte altre. Spero che la storia vi sia piaciuta!
Lucy

  
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