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Autore: hibou    07/06/2012    0 recensioni
“Hai paura?” furono le parole che uscirono dalle sue labbra sottili. La voce vibrò vuota e lontana, arrivò alle orecchie di Sakura come una lenta ed inquietante nenia che preannuncia morte e sofferenza.
Sorrise mesta, contemplandolo, ammirandolo. “No” sussurrò lieve.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più nero della notte





Si infiltrava in ogni fessura con il suo freddo e oscuro alito, la notte, coprendo ogni angolo ed ogni mobile della casa con la sua buia presenza. Il suo manto spettrale si propagava ovunque, risvegliando i più terrificanti pensieri e provocando brividi di paura a chiunque osasse inoltrarcisi.

Solo i più forti non si lasciavano intaccare da quell’atmosfera glaciale, solo gli animi più freddi trovavano in quel tetro ambiente una comoda casa in cui rifugiarsi, solo uomini come Sasuke provavano piacere e agio in quella penetrante tenebra. Uomini come lui, che la notte ce l’avevano nel sangue, regnante nella loro anima.
Percorreva il porticato della grande e vuota casa Uchiha, ascoltando l’eco delicato e silenzioso dei suoi passi che gli perforava i timpani. La disperazione di quel momento, il camminare solo in quello spazio così familiare, così nauseabondo, scatenarono in lui i sentimenti più sprezzanti, mentre il suo sguardo immobile non mutava di una virgola.
Voltò il viso verso il rigoglioso e abbandonato giardino, dominato da arbusti spinosi ed erbacce dalle folte chiome, non riuscendo più ad intravedere tra la fitta foschia la passata gloria dei fiori e degli alberi che componevano il grande prato d’erba.
Fece pochi passi e svoltò l’angolo, si bloccò all’improvviso notando con leggero stupore la ragazza seduta sui gradini all’ingresso.
Si avvide poco dopo della sua presenza, Sakura, che a testa china voltò leggermente lo sguardo verso di lui, spiandolo attraverso le ciocche rosa che le erano scivolate davanti il viso.
Restarono immobili a studiarsi, ognuno perso in pensieri antistanti, scossi da emozioni lontane e dolorose. Fu lei a rompere il silenzio.
“Mette i brividi, eh?”
Si strinse nelle spalle accarezzandosi le braccia, sentendo un’onta gelida percorrerle la schiena.
Sospirò, le ginocchia vicine, a proteggere il petto. “Questa notte, intendo”
Si voltò a guardarlo, gli occhi lucidi di un sentimento radicato nel profondo, di una lontananza sofferta e sentita. Pensò a quanto fosse maledettamente bello, Sasuke, anche in quella posa stralunata, mentre la fissava imperscrutabile ed immobile come una statua greca. Nonostante la possente muscolatura lo facesse sembrare più adulto rispetto il bambino che aveva conosciuto, gli anni passati al cospetto di Orochimaru lo avevano sciupato e reso più magro: le lunghe ciocche nere gli ricadevano ai lati del viso, gli occhi risaltavano incavati nel cranio, la pelle diafana infondeva un senso di gelo che si propagava nell’aria.
“Hai paura?” furono le parole che uscirono dalle sue labbra sottili. La voce vibrò vuota e lontana, arrivò alle orecchie di Sakura come una lenta ed inquietante nenia che preannuncia morte e sofferenza.
Sorrise mesta, contemplandolo, ammirandolo. “No” sussurrò lieve.
Fece un piccolo passo avanti, e lo spostamento d’aria fu, per Sakura, impetuoso come la forza di un monsone. Sentì le viscere contorcersi, i brividi scorrerle in tutto il corpo; le si gelò il sangue nelle vene, man mano che la distanza diminuiva percepiva la sua anima intaccarsi di un lerciume insalubre. Il freddo si fece più avvolgente, il buio la strinse in una morsa ferrea e dolorosa, mentre il cuore pompava un’emozione folle e disperata per un uomo che viveva nelle tenebre.
Le si sedette accanto, ben attento a mantenersi ad una debita distanza, osservando i suoi grandi occhi verdi scossi da una tempesta interiore.
“Sei sicura Sakura?”
No, no che non lo era. Avrebbe voluto scappare, togliersi i vestiti di dosso e bruciarli pur di sbarazzarsi del puzzo che la invadeva. Avrebbe voluto voltarsi e proibirsi il suo sguardo così cupo e nero, talmente arrogante da sfidare notti oscure e terrificanti come quella. Avrebbe voluto mandarlo all’inferno per averla fatta soffrire per anni, per averla abbandonata a causa di uno stupido sentimento di vendetta. Ma sapeva bene, Sakura, che era inutile condannare un diavolo alle tenebre.
Fu così che, preso coraggio, deglutì ed annuì decisa nel buio della notte, afferrandogli una mano e stupendo entrambi.
Perché era stufa di vederlo struggersi alla ricerca di una pace interiore ormai persa da anni. Perché lei, a differenza sua, conosceva una varietà di sfumature che andavano oltre al grigio e nero su cui si basava la sua frastagliata esistenza. Lei sapeva che per quanto lunga potesse sembrare la notte, essa componeva solo una piccola parte della giornata, perché alla fine il sole sorgeva per tutti, e lui non era di meno.
Perché ora nel campo di battaglia non c'era più un solo guerriero nudo e fragile costretto a difendersi dagli attacchi ingrati di una vita difficile, bensì due.
E da quel momento, decise Sakura, avrebbero combattuto insieme.









***


Buona sera popolo di efp!
Vi ringrazio sentitamente per aver aperto la mia umile storia -nonstante il titolo penoso: perdonatemi, dovrei impegnarmi di più ma proprio non ci riesco, scegliere il titolo è più difficile che scrivere la fiction- ed averle dedicato una piccola parte del vostro tempo. Vi sono veramente grata!
Spero sia stata di vostro gradimento e che non vi abbia depresso troppo, nonostante l'atmosfera truuuce che circonda i nostri amici.
Oh si, a proposito, fatemi sapere se vi sono sembrati ben caratterizzati perché sono una forestiera, sono nata e appartengo con il cuore ad un altro fandom ed è poco che ho iniziato a sperimentare su Naruto, ditemi se ho scritto boiate che rimedio all'istante :)
Un grazie di cuore, un abbraccio!
hibou.
  
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