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Autore: Mikayla    26/12/2006    8 recensioni
L’intero universo s’è capovolto.
Ora calda è la neve, fredde sono le fiamme.
Bianco ciò ch’era nero, sangue ciò ch’era vino.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi appartengono agli aventi dritto. La storia non è stata scritta a scopo di lucro.




Apocalypsis
L’apocalisse




Cade il mondo sopra me.
Cade la luna sopra il sole.
Cadono stelle e pianeti gli uni sugl’altri.
Muoiono giorno e notte, fusi insieme in un’eterna alba ed un eterno tramonto.
Il cielo blu, azzurro, rosa, rosso, giallo, arancio, nero, viola, bianco e perfino verde, si specchia nelle acque chete.
I monti e le fosse di scambiano, tornadi di vento annullano maremoti fragorosi.
Caos e quiete convivono completandosi ed annullandosi a vicenda.
Il terreno trema ma le acque restano immobili, nemmeno una piccola onda increspa la superficie degli oceani grandi come pozzanghere.
Le acque risalgono dal mare alle sorgenti, la neve torna a formare le nuvole.
Lava ardente erutta dai vulcani come allegra fiammella e piano si spegne, come pioggia l’avesse bagnata.
Pesci volano, uccelli nuotano.
L’intero universo s’è capovolto rendendo calda la neve, fredde le fiamme, bianco ciò ch’era nero, sangue ciò ch’era vino.
Muoiono i vivi.
Vivono i morti.
Hotaru-chan mi fa dolce segno d’intesa mentre scorta la schiera dei neomorti e dei redivivi al cospetto dell’Alto Trono.
Non v’è paura alcuna sul viso della schiera, lieti e con gioia attendono Fato.
Vedono la morte, dolce e delicata amica, che incoraggia loro a proseguire.
I volti alzati invocano in silenzio il signore dell’ Alto Trono, colui che solo può decidere Destino.
Io pure alzo il capo al cospetto di quella sacra figura, contravvenendo alle regole del regno e del rispetto.
Ma se l’universo stesso è capovolto, perché non lo possono essere le regole?
Non attendo sguardi di biasimo per codesto mio gesto sconsiderato, osservo solo ciò che mi circonda.
Ed ecco, Hotaru-chan si stacca dalla folla.
Maestosa regina tra tutti, sovrana di Morte e Vita; va misurando a saggi passi le scale diritte.
Come spettatori assistiamo alla sua ascesa.
Quando raggiunge il maestoso trono la luce si dissolve, mostrando dietro lui molte altre figure, in piedi, accanto all’Alto Saggio.
Che emozione vedere la corte più alta, coloro che reggono e governano con giustizia l’universo intero.
Li conosco… credo.
Ma ecco, una luce abbagliante avvolge nuovamente l’Alto Trono, più sgargiante di prima.
L’Alto Saggio.
L’abito di un candido bianco rifulge di luce propria, la pelle diafana, i lunghissimi capelli color dell’oro splendono superando la beltà dei raggi del sole.
L’abbagliante luce s’intensifica quando, con un movimento leggero, i suoi occhi color del cielo si aprono.
L’Alto Saggio è la Regina Serenity.
Ed ora riconosco le figure che l’attorniano: Hotaru-chan, Suna-chan, Haruka-kun, Michiru-kun, Makoto-chan, Minako-chan, Rei-chan, Ami-chan e, proprio dietro al trono, Re Endymion.
Che gioia rivedere i grandi sovrani del mio mondo, che senso di tranquillità ho nel cuore a sapere che saranno loro a decidere Fato e Destino di tutti noi.
Non v’è una processione per raggiungerla, come mi sarei aspettata.
No, è lei ad alzarsi, è lei a scomodarsi discendendo tra noi.
È un lavoro duro ascoltare l’intera vita di tutti, ma lei ha tempo e pazienza.
Suna-chan le ha donato l’eternità del tempo intero.
Così Serenity ascolta, consola, valorizza e regala ad ognuno il suo premio.
Sono l’ultima: ho il terrore d’incontrarla.
L’ho osservata elargire dolcezza e amore per un tempo infinito per poi lasciarmi andare tornando ad ammirare l’apocalisse.
Chi l’avrebbe mai detto… l’universo infine è finito.
Ed io, come bimba curiosa, continuo ad osservare ammaliata i suoi effetti catastrofici.
La Luna oscura il Sole con la sua luce.
Fiori sbocciano nei deserti più aridi trasmutandoli in dolci praterie.
Vecchi ed immensi boschi lasciano spazio a brulle montagne.
Le cascate non s’infrangono più.
Ciò ch’era scritto ora non esiste più, ciò ch’era muto ora grida, ciò che subiva passivamente ora ha vita in sé.
I sassi spiccano il volo sfidando la forza di gravità, i ghepardi perdono la capacità di correre.
Vedo una lumachina divorare con gusto un leone, osservo un coccodrillo assaporare l’erba accanto a lui.
Trema ancora la terra sotto di me.
L’asse del mondo s’è distorto.
Ora è la Terra a girare attorno alla Luna.
Cristallo d’Oro e Cristallo d’Argento si spengono definitivamente.
I Semi di Stella sbocciano come fiori, illuminando di tenebre il luminoso oscuro universo.
Sento una mano delicata posarsi sulla mia spalla. È con uno scatto spaventato che m’appresto a voltarmi, il terrore fa fluire il mio sangue denso attraverso le mie vene ostruite.
Così mi specchio negli occhi del cielo dell’Alto Saggio.
Non è neppure un secondo che li vedo e già chiudo i miei.
No, non sono degna di vederla, non voglio che mi veda in questo stato: i vestiti stracciati, il mio corpo ferito, maciullato dagli edifici che mi sono crollati sopra mentre facevo da scudo a mia figlia.
Non sono colei che Serenity cerca, sono solo l’ombra marcia di ciò che ero in vita, appena un giorno fa… o sono già passati millenni?
Ma per quanto mi sforzi di chiudere gli occhi essi s’aprono appena lei lo richiede con le parole silenziose del suo cuore.
Ed ammiro nuovamente quei ritagli di cielo, aborrendo il rosso che vedo rispecchiato dai miei occhi.
I miei occhi rossi, i miei capelli rosa… sono sempre stata diversa sia da mia madre che da mio padre, un giorno pensai perfino d’essere un mostro e non loro figlia…
- Chibiusa -
Sento il mio nomignolo, sento il terrore attanagliarmi le viscere, sento la gioia di rivedere mia madre ancora una volta, anche se l’ultima.
- Regina Serenity -
Un titolo, qualcosa di completamente formale erutta dalle mie labbra quando m’inchino al suo cospetto, da brava principessa.
Ma invece vorrei piangere, impiastricciandole il vestito nuovo di bucato, vorrei correre tra le sue braccia, abbracciarla tirandole piano i capelli color del grano, specchiarmi nei suoi ruscelli d’acqua purissima… vorrei tornare ad essere l’imbranata principessina che voleva solo crescere ed era intrappolata nel corpo di una bimba di sei anni quando invece ne aveva 900.
- Vieni a rifugiarti tra le mie braccia, figlia mia, piangi pure sulle mie vesti, saranno liete di cogliere il nettare delle tue lacrime. Gioca con i miei capelli, rispecchiati nei miei occhi, sogna ancora, anima mia. -
Non faccio in tempo ad alzare il capo che lei ha già smesso di parlare.
Ora incrocio impudente il suo sguardo, timorosa di vedere collera e non affetto.
Sussulto.
Serenity s’è appena inginocchiata dinnanzi a me, aprendo le braccia in un gesto d’accoglienza.
Non mi resta altro che abbracciarla, che tornare bambina per quell’ultima volta, per l’attimo di un sogno mentre fuori da quel tiepido abbraccio regna l’anarchia più assoluta.
- Vedrai che andrà tutto bene. -
Questo sussurro amorevole mi sfiora i capelli in un alito caldo.
Lacrime color vino insudiciano le vesti candide, braccia tumefatte circondano la sua vita, un viso deturpato si rifugia sul suo seno aspirando il buon profumo di madre.
Ma divento insensibile.
Piano non riesco più ad abbracciarla, non posso più piangere, smetto di sentire il suo calore, il suo profumo.
Sto svanendo.
Il mio corpo si sta dissolvendo…
- …in mille splendidi Petali di Stella, Chibiusa. Sei così brillante, bambina, che tutti gli altri messi insieme non hanno raggiunto il tuo splendore. Stai andando a formare il nuovo mondo. -
Non faccio in tempo a chiedermi come abbia fatto a completare il mio pensiero che pure la mia coscienza sparisce; si dissolve come neve al sole, ne resta meno che polvere.
Rimane soltanto l’oblio.
Il piacevole senso di non esistenza.
Tutto si spegne, infine.
Tutto meno il buio
L’oscurità.

Ma l’oscurità s’accende nuovamente, splendente di nuova luce rossastra.
Il caldo, umido e soffocante, mi preme addosso.
Invano stringo i pugni nel tentativo di scappare, i miei calci non servono allo scopo… mi va il sangue alla testa.
Possibile che stia morendo di nuovo?
È doloroso, terribile la stretta che m’attanaglia crudele, asfissiante è tutto ciò che mi circonda.
Fatemi uscire!
Se questa è la vera morte rimpiango quella di prima, preferivo andarmene insensibile tra le braccia di mia madre.
Vi prego, fate smettere queste fitte dolorose che mi premono costanti e crudeli su tutto il corpo.
Vi prego, madre, Alto Saggio, portate lontano da me queste sofferenze!
Oppressa in questo mondo stretto ed angosciante, compressa e sospinta provo con tutte le mie forze a scappare.
Mi muovo piano e con fatica, ma con costanza testarda: non mi lascerò sopraffare!
Combatterò e vincerò, sfido il dolore a testa alta, non mi lascerò sottomettere.
Gelo.
Improvvisamente è il gelo che mi coglie impreparata.
Tuoni.
Fragori assordanti raggiungono le mie orecchie ormai disabituate al minimo rumore.
Grandi ed esperte mani mi afferrano portandomi nel mezzo della tormenta.
Grido con tutto il poco fiato che ho nei polmoni.
Un urlo disumano e roco, ma non lo ascolto, non so cosa sto dicendo, ho solo paura.
Terrorizzata, nel mezzo del caos, attendo il mio destino.
Sono pronta ad essere sbranata dal mostro gigantesco che mi tiene saldo.
Ma non mi trattiene per molto, cosa vuole fare di me?
Mi posa, sento altre braccia che mi prendono.
Strano: torna la quiete attorno a me, non la quiete angosciante di prima, una diversa, più... piacevole.
Sono dolci le mani che amorevoli mi accolgono.
Mi coccolano delicate stringendomi al petto con tenero affetto e con preoccupata cura.
Calde voci ora m’attorniano ammantandomi di liete e soavi parole cantilenate.
Dischiudo gli occhi al giorno, godendo della pace che mi circonda.
Ma… sono piccola, vedo sfocato… e che buon profumo!
Profumo di latte… e di mamma!
Sol’ora le riconosco: sono tra le braccia di mia madre.
No, perché?
Perché mi portano di nuovo via?
Grido ancora, ma questa volta ascolto le mie parole.
- Ueeeè! -
Questa è la mia supplica accorata.
Vi prego, non separatemi da lei, non portatemi via, non rinchiudetemi nel crudele palazzo di cristallo!
Non di nuovo, non ora.
- Schhh, Chibiusa. Lascia che la mamma dorma, è tanto stanca. Starai con papà. Vuoi stare con papà, vero? -
Papà?
Mamma?
Non più Re?
Non più Regina?
Ma ove sono, ove mi trovo?
Che sia questo un meraviglioso sogno?
Non è Crystal Tokyo questa, non è la mia infanzia, cos’è?
“Il tuo nuovo mondo, il mondo che sei andata a creare dissolvendoti.”
Chi sei?
Cosa mi stai dicendo?
Io… non capisco, non so.
Voglio capire, sono tornata, di nuovo?
“Non è importante chi io sia, sono solo una tua amica, qualcuno che ti veglia, che veglia tutto l’universo rinato. Sono qui per tranquillizzarti.”
Tranquillizzarmi?
Mi stai spaventando, invece.
Ho paura, voglio la mamma, voglio il papà!
M’aggrappo alle vesti di mio padre, spasimi di dolore mi irrigidiscono.
Sento la preoccupazione del mio genitore… papà, aiutami!
“Ascoltami, Chibiusa, devi prestarmi la massima attenzione.”
Ascoltarti?
Perché mai dovrei ascoltarti?
Non ti conosco, ho solo paura.
“Paura giustificata, ma devi capire, questa non sei più tu, non puoi influenzarla. È la tua reincarnazione ed è tuo compito proteggerla, nulla più.”
Io, proteggere me stessa?
“Sì, proteggere te stessa vegliandola con amore. Ne sarai capace? Riuscirai a scordare tutto ciò che hai passato occupandoti solo di ciò che sei adesso?”
Sì, lo posso fare… posso occuparmi di me stessa.
“Puoi farlo senza mai influenzarla?”
Esito.
Sì, posso riuscirci, sono in grado di farcela.
Le gambe si rilassano, le coliche sono finite.
Adesso c’è solo la gioia d’essere stretta tra mamma e papà.
Non sento più la preoccupazione, solo l’amore mi sfiora gentile sostenendomi come fossero dolci angeli.
Niente più Crystal Tokyo, nessuna principessa, niente Re e Regine né balli né ricevimenti né galatei…
Non v’è più Small Lady Serenity, con Serenity ed Endymion… ora v’è solo Chibiusa, con Usagi e Mamoru.
Mi piace di già, questo nuovo universo.




Note di fine Fan Fiction:

Così finisce anche questa one-shot scritta sotto ispirazione quando sembrava a me che fosse la fine del mondo.
Per questa storia devo ringraziare due persone in particolare: Kar-chan (aka Kar85), che ringrazio per avermi convinta a non buttare via questa storia e m’ha convinta a spaccarmici la schiena sopra per far venire fuori quello che è venuto… ma forse non dovrei ringraziarle, voi che dite? XD
In secondo luogo devo obbligatoriamente ringraziare la mia mamma, perché mi ha dato consigli preziosi, si è sorbita una figlia che le chiedeva ogni cinque minuti di scendere a leggere una nuovo frase, che era d’accordo con me nel dire che la ‘prima parte’ era molto bella e che la ‘seconda parte’ faceva schifo, che mi ha ascoltato mentre le raccontavo le mie idee, che m’ha incoraggiata, che, insomma, ha fatto sì che questa creatura venisse al mondo.
Credo d’avervi detto tutto, perciò vi lascio a ciò che stavate facendo prima d’imbattervi in questa storia.
Un bacio a tutti.


Mikayla





   
 
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