"Forse dovremmo rinunciare"

"Forse.."

"Perfetto." disse lei con una tristezza celata. Iniziò a cambiarsi e proprio mentre si stava infilando la sua corta camicia da notte iniziò' a piangere. 

Quello era un pianto disperato, in pochi la potevano capire e suo marito era una di quelle persone. Così la sollevò da terra, la prese in braccio e l'adagiò sul letto stendendosi accanto a lei. L'abbraccio' da dietro.

Moriva ogni volta che la vedeva in quello stato, ultimamente succedeva spesso, ma lui più di consolarla non poteva far niente, il medico era stato chiaro: utero ostile.

Quante volte avevano provato? E quante senza risultato? Le giornate passate tra le lenzuola da loro scelte con tanta cura non avevano portato nessun risultato.

"Amore, per favore, non fare così ci possiamo ancora provare"

"Perchè non vuoi capire, il mio utile è ostile, è tutto inutile, ormai non..."

"Basta" le parole di lei vennero interrotte bruscamente.

"Finiscila di essere così pessimista, le possibilità ci sono: quante possibilità c'erano che i nostri genitori approvassero il nostro matrimonio? Eh? Dimmi, Isabella, quante?"

"Zero, ma quello non c'entra"

"Non è vero dannazione! Ho lottato troppo perchè tutto questo venga rovinato dal tuo essere così pessimista, io ti amo! ed ora che avevamo trovato finalmente un equilibrio, per favore, e ti chiedo per favore, non rovinare tutto, ci riproveremo, fino all'infinito se fosse necessario, ma non piangere, non ce la faccio più a vederti in questo stato."

Ci furono qualche secondo di silenzio, fin chè le parole di Isabella non riecheggiarono per la stanza.

"Va bene"

"Va bene?" chiese Edward alquanto confuso.

"Si hai ragione, abbiamo lottato troppo anche solo per stare insieme, ma promettimi che continueremo a provarci"

"Te lo prometto amore mio, fosse l'ultima cosa che faccio"