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Autore: Nemia    26/12/2006    2 recensioni
Due esseri freddi. Insensibili. Non per scelta, ma costretti da un mondo falso e ipocrita. Riescono a ricongiungersi, dopo tanto tempo separati.
Un addio..
un addio?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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**+**

Amici?
Non ne aveva, non gli servivano.
L’Amicizia?
Una stupidaggine.
Era sempre rimasta sola, nessuno l’aveva voluta con sé…
Aveva imparato a tirare avanti con le sue sole forze e la sua unica amica è sempre stata la freddezza…

L’aveva resa sicura, le aveva dato la forza di vivere, l’aveva resa invulnerabile agli altri.

Eppure… eppure… le sarebbe piaciuto un amico, di cui potersi fidare…
Sulla cui spalla piangere…
Trovare un appoggio, un conforto..
Le sarebbe bastato uno sforzo in più,
Uscire dalle sue barriere di ghiaccio,
Esporsi per qualche attimo…
E forse… forse avrebbe trovato qualcuno…

**+**

Lara camminava per strada, non pensando a niente in particolare. Osservava le poche persone che camminavano con le teste altrove, pensando chissà a quali problemi, ma di certo non le importava cosa facessero o immaginassero: non erano affari suoi. Stava guardando la strada, quando una palla rotolò giù dal marciapiede e scivolò rimbalzando sulla carreggiata. Una bambina la seguì ridendo, ignara della vettura che sfrecciava a tutta velocità su di lei. Lara si precipitò verso di lei, senza pensarci due volte.
_ PICCOLA, FERMATI, E’ PERICOLOSO! _ gridò correndo in mezzo alla strada. Con una spinta allontanò la bimba dalla traiettoria della macchina, rimanendo lei. Non ebbe il tempo di spostarsi e cadde a terra, colpita in pieno. Un filo di sangue colò dal naso, mentre piegava la testa da un lato. Chiuse gli occhi e il buio la inghiottì.

*
Si risvegliò come destata da un lungo torpore. S’alzò a sedere. Si sentiva strana… con la punta della lingua sfiorò i canini e li trovò lunghi e appuntiti. Erano due zanne, non denti comuni. Si osservò le mani e notò le lunghe dita ornate da lunghi artigli affilati… e la cosa curiosa era la miriade di odori di sottobosco che le arrivavano alle narici! Rugiada, muschio, legno, erba selvatica sulla quale sedeva… e l’odore dell’acqua. Non aveva capito alcunché di quanto le era successo, ma non era da lei farsi prendere dal panico, sempre fredda e razionale. Mentre correva al ruscello si accorse di aver acquisito una velocità spaventosa nello spostarsi, ma non le importava. Prima arrivava, meglio era.
Un ruscello limpido e chiaro scorreva coprendo a malapena i bei sassi colorati del fondale. Si mise a ginocchioni sul bordo e si sporse per osservare la propria immagine riflessa… che era molto diversa dal suo solito…
Al posto dei bei capelli neri, le scendevano morbidamente sulle spalle capelli d’un azzurro gelido, con lievi sfumature argentee, gli occhi castani avevano assunto un colore simile all’ambra con tonalità madreperlacee e le orecchie si erano assottigliate, assomigliando molto a quelle degli Elfi… anche la carnagione abbronzantissima era cambiata, assumendo un colorito pallido, sul bianco. Insomma, non sembrava più lei!

Non erano stati gli artigli, i denti, il fiuto fine, i capelli, la carnagione e neanche le orecchie a punta ad impressionarla… ma gli occhi… quegli occhi così ambigui… quelli sì!!! Quel colore così caldo non si addiceva proprio al suo temperamento freddo! Però quei riflessi di madreperla… davano un che… un che di freddezza allo sguardo. Riflettevano il carattere che aveva avuto un tempo da bambina e che aveva ora, da adulta.
Le orecchie captarono qualcuno dietro di sé, che la osservava. Non si spaventò, si girò, mantenendo il sangue freddo. Uno youkai dai lunghi capelli azzurro ghiaccio-argento la stava fissando con sguardo distaccato poco più in là, appoggiato ad un albero. I suoi occhi erano d’ambra, ma il colore caldo non sembrava addirsi a lui, perché il suo sguardo era freddo e distante.
Lara si alzò in piedi e fronteggiò quella freddezza con facilità, dato che ormai era abituata ad usare sguardi simili. Rimasero in silenzio, mentre s’udiva solo il suono zampillante dell’acqua.
_ Chi sei? Non t’ ho mai visto in queste parti, yasha (1) _ disse con voce inespressiva il demone. Continuò a fissarla, senza che lei abbassasse lo sguardo.
_ Lara Mengato… hajime mashte (2) _ rispose la ormai youkai Lara chinando il capo in un saluto. Nella sua voce però non albergava alcuna emozione, si sarebbe sottomessa perché sapeva di essere debole rispetto a Sesshumaru, il Principe dei Demoni. Sì, lei era un’amante di quel personaggio di Inuyasha, ma trovarselo così davanti… non le fece nessuna impressione particolare. Non capiva come fosse arrivata lì, nella Sengoku Jidai e fosse diventata una yasha… però in fondo non le dispiaceva affatto… anche se non lo avrebbe mai ammesso.
_ Verrai con me. Terrai a bada Rin _
_ Hai (3), Sesshoumaru-sama _
Sesshoumaru la scrutò per lunghi istanti: quella yasha non era male, anche se avrebbe dovuto imparare a non fissarlo in quel modo. _ Se tenti qualcosa, sappi che t’uccido _ la avvertì stringendo appena gli occhi ambrati.
_ E perché tradirvi mio signore? _ un mezzo sorrisetto si dipinse sulle labbra di Lara. In fondo, aveva altra scelta se non quella di seguirlo? Anche se morire non appariva sotto brutta prospettiva…
_ Sei avvisata _ disse quasi in un sibilo lo youkai, voltandosi. _ Ora seguimi _ aggiunse mentre si incamminava verso la collinetta più in là, fuori dal bosco. La ragazza lo seguì senza fiatare. Un forte odore umano colpì il suo naso sensibile, seguito a ruota da quello di sterco e da quello di molti animali. Storse il naso con disgusto: mai avrebbe creduto che potesse rimanere tanto nauseata da degli odori.
_ Siamo in un villaggio umano. Credo tu l’abbia sentito… dalla quantità di odori disgustosi che producono… _ mormorò Sessoumaru, senza scomporsi. Lara gli camminò al fianco e fissò il villaggio in piena attività, senza poter trattenere un sorriso: _ Se mi è concesso, come mai il grande Sesshoumaru si mischia con questa plebaglia umana? _ Lo youkai sentì chiaramente il tono quasi derisorio che quella ragazza usò, ma lo ignorò: _ Rin ha bisogno di stare ogni tanto con gente della sua razza, yasha _
_ Gradirei molto se mi chiamaste per nome _ disse lapidaria Lara.
Sesshoumaru la ignorò, camminando velocemente nella direzione ove un tesserino verde, molto simile ad un rospo, stava guardandosi preoccupato intorno. Non appena lo vide avvicinarsi cominciò a sudare freddo.
_ Mio signore… emh, ecco… il fatto è che… sì, insomma… _ mormorò torcendosi le mani ed aspettando la dovuta punizione. Sesshoumaru si ergeva impassibile al suo fianco, quando lo affiancò una yasha dagli occhi ambrati con sfumature madreperlacee, che usò lo stesso tono normalmente usato dal suo padrone, mentre pronunciava: _ …Rin è scomparsa di nuovo _
_ Vai a cercarla, Lara _ mormorò il Principe dei Demoni fissando in maniera poco rassicurante il servitore. Lara sorrise: l’aveva chiamata per nome… lo osservò in volto e si stupì lei stessa nel costatare che era veramente bello visto dal “vivo”.
_ Per quanto hai intenzione di osservarmi ancora, prima di eseguire ciò che t’ ho detto? _ domandò lo youkai, distogliendo lo sguardo da Jaken e fissandolo nei suoi occhi.

**
La ragazza trattenne un sospiro e, con un inchino, corse nella direzione in cui proveniva l’odore di Rin, confuso leggermente con quello di fiori dal profumo simile alle margherite. Arrivò in brevi istanti ad un prato immenso, strapieno di fiori e l’intenso odore la fece quasi svenire.
Una bambina dai capelli corvini con un piccolo codino sulla testa, stava canticchiando qualcosa, seduta in mezzo a tutti quei colori con una faccina così allegra… così felice… per un attimo l’immagine della defunta sorellina, morta qualche anno prima, si sovrappose a quella di Rin… voleva così bene a sua sorella… quella bimba così dolce… le lacrime le si affacciarono agli occhi e cominciarono a correrle lungo le guance e caddero sul prato. Anche Lisa, la sua piccola sorellina amava i fiori come Rin… come lei era muta… ma i suoi sorrisi, i suoi sguardi… esprimevano tutto: l’amore, la gioia, la felicità… tutto… le lacrime aumentarono, mentre singhiozzava senza più riuscire a controllarsi, senza riuscire più a mantenere freddi i suoi pensieri… cadde in ginocchio: sì… sua sorella le era stata strappata dalla morte che aveva spezzato troppo precocemente la sua vita… troppo in fretta… mentre scoppiava in un pianto liberatorio che esprimeva tutta la sua solitudine, la sua rabbia, la sua tristezza e tutti i pianti e i nodi che aveva tenuto dentro di sé tutti quegli anni…

La bambina smise di raccogliere fiori e corse verso di lei con un’espressione preoccupatissima sul bel visino allegro. Si inginocchiò accanto alla yasha e la guardò con apprensione.
_ Perché piange, signorina? _ quella sua vocina dolce fece riprendere un po’ Lara. Sollevò il capo e la guardò. Accarezzò dolcemente il visino e, con un sorriso, rispose: _ Piango perché assomigli tanto alla mia sorellina morta… _
Rin le asciugò le lacrime con le ditina piccole e delicate e disse tristemente: _ Anche mamma e papà sono morti… _
Lara la abbracciò per consolarla e sorrise, sussurrandole: _ Scusami piccola… mi dispiace… _
_ Come si chiama Signorina? _ disse con un grande sorriso la bambina.
_ Lara Mengato _
_ Io sono Rin! E accompagno Sesshoumaru-sama nei suoi viaggi! Tieni, questo è per te! _
La bambina raccolse una margherita e la mise fra i capelli della ragazza che, con un sorriso, la ringraziò, alzandosi in piedi. La prese per mano e sussurrò: _ Vieni, andiamo da Sesshoumaru… _

Quando si voltò sobbalzò nel ritrovarselo davanti che le osservava con uno strano cipiglio: sembrava combattuto fra il sorridere e il rimanere serio. Che la stesse osservando già da un pezzo?
_ Sesshoumaru-sama… _ mormorò imbarazzata. Accidenti… se l’aveva vista frignare… chinò il capo, tenendolo così: certo in quel momento non doveva essere granchè con gli occhi arrossati e ancora lacrimanti. Il demone con un movimento improvviso le afferrò con due dita il mento, alzandolo. La guardò mentre distoglieva gli occhi dai suoi e guardava altrove.
_ Guardami, Lara _ intimò. La yasha voltò lentamente lo sguardo verso di lui e fissò quegli stupendi occhi ambrati, mentre sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi.
Lo vide sobbalzare.
“Kami-sama… non può essere possibile… lei… questo sguardo…” pensò l’ inu –youkai. Le lacrime scesero lungo i dolci contorni delle guance di lei, impossibili da trattenere oltre. Un pugno sembrò colpirlo allo stomaco: non aveva dubbi, sì, lei era la yasha che aveva amato e che trenta anni prima era scomparsa misteriosamente, senza che nessuno sapesse che fine avesse fatto… ed ora… ora gli era di fronte… era tornata da lui…
_ Rin… vai da Jaken… _ bisbigliò il demone, mentre la bambina correva via con un grande sorriso.
Non appena fu fuori portata di voce, Sesshoumaru, accarezzando la guancia vellutata di Lara, sussurrò: _ Sei tu… vero? _
La yasha scoppiò a piangere e, abbracciandolo con irruenza, esclamò: _ Mi dispiace, Sesshoumaru… io, io non volevo! _ un fiotto di ricordi l’assalì, rammentandole tutti i momenti passati con l’algido demone… e la propria scomparsa…

_ Non importa… ora che siamo insieme niente ci separerà più… _ mormorò, cingendola. Chinò il bel volto sul suo viso e posò le proprie labbra su quelle di lei, in un bacio lieve, carezzevole… mentre la ragazza premeva il proprio corpo contro quello di lui. Non oppose resistenza quando la spinse delicatamente a terra, mentre le sue mani scendevano sul suo collo bianco, sul seno, sui fianchi morbidi…

*
_ Ti amo, Lara… _ Sesshoumaru le accarezzò una guancia, mentre la sua testa gli premeva sullo sterno. La ragazza alzò il capo verso di lui e lo guardò negli occhi, bisbigliando: _ …anch’io… per sempre… _ un sorriso malinconico apparve sulle sue labbra. Lo baciò e lentamente la sua immagine si fece più trasparente. Sparì con un: _ Arrivederci… _
Sesshoumaru guardò il punto ove lei si trovava fino a qualche istante prima. “Stavolta non mi lascerai solo, Lara…” Con un mezzo sorrisetto si alzò in piedi, rivestendosi.

***+***

_ Guardate, si sta svegliando! _
_ Ma è incredibile! Neanche un graffio! _

Il vociare delle persone intorno a lei, la fecero svegliare. Aprì gli occhi con cautela, sbattendo più volte le palpebre e si alzò a sedere. Con la punta della lingua sfiorò i canini e li trovò appuntiti, come due zanne… e in più… i suoi capelli erano ancora azzurro- argentei… per fortuna la ciuccia nera che aveva indossato prima di uscire, li teneva tutti all’interno…ridacchiò, alzandosi in piedi come se le avessero detto una barzelletta, nel rammentarle di essere stata investita… dunque non era stato un sogno…

_ Mi spiace… credo abbiate avuto un abbaglio… io sto benissimo _ borbottò rivolta alla gente che la circondava, asciugandosi col dorso della mano il filo di sangue che era colato dal naso. Si fece largo fra loro quasi a gomitate e guardò in direzione del marciapiede. Si paralizzò: lì, davanti a lei c’era… c’era Sesshoumaru! Nonostante il cappotto e i capelli legati, sotto il cappello tirato sugli occhi che la fissavano, l’aveva lo stesso riconosciuto! Ma come… come aveva fatto a raggiungerla lì, nel suo mondo?! Gli corse incontro senza pensarci due volte e gli si fermò davanti.

_ Sei… sei davvero tu? _
_ E chi sennò? _ domandò ironico, con un piccolo ghignetto. Prima che lei potesse fare qualunque cosa, la attirò a sé, abbracciandola. La ragazza ricambiò, accarezzandogli la schiena con la punta delle dita.
_ Ciao, lala-chan! _ esclamò Rin dal fianco dello youkai con un sorriso a 45 denti che fece sorridere anche Lara. Le scompigliò amorevolmente i capelli neri e abbracciò anche lei.
Poi tornò di nuovo nel suo stato di confusione totale, guardando stranita gli occhi d’ambra del demone: _ Ma come… perché… cosa… dove… _ prima che potesse formulare un qualsiasi pensiero compiuto, Sesshoumaru la zittì posandole l’indice sulle labbra. Le accarezzò il collo e sussurrò: _ Quante domande… potrei decidere di non darti risposte… sai? _

Inaspettatamente la ragazza gli prese il viso fra le mani e, alzandosi in punta di piedi, lo baciò. Lo sentì irrigidirsi e, staccandosi da quelle labbra irresistibili, leccò maliziosamente le proprie; il demone stava diventando di tutti i colori, mentre sia Rin che Lara ridacchiavano, trattenendosi a stento dallo scoppiare in fragorose risate. Cercando di far sparire il rossore e riacquistare il controllo sulle proprie emozioni, afferrò entrambe per i polsi e le trascinò quasi, via da quella strada affollata di gente a bocca aperta che fissava solo loro.

Lara osservava sorridente Sesshoumaru, mentre cercava di portarle via da quella confusione assordante o meglio (come l’avrebbe chiamata lui) quella moltitudine di esseri inferiori che correva qua e là come formiche impazzite. Non poteva far altro che essere allegra nel vedere il Principe dei Demoni in difficoltà con quella marmaglia d’umani che lei affrontava ogni giorno… pensò che quella era la prima volta che era felice in quel mondo schifoso e che ora le cose sarebbero cambiate… o almeno, la sua vita…
Quando lo youkai riuscì ad uscire dal trambusto del centro città, si ritrovarono in un grande parco verde e pulito, immerso negli alberi. Il demone lasciò i polsi di entrambe e le guardò con sguardo minaccioso: _ Chi vi aveva dato il permesso di ridere? _
Entrambe si guardarono negli occhi per un attimo e poi esplosero in risate cristalline. Sesshoumaru abbozzò un sorriso: era da tanto che non vedeva così allegria…
Lara gli s’avvicinò e, prendendogli la mano, sussurrò: _ Ti amo, Sesshoumaru… _ e lo baciò di nuovo. Stavolta il demone non s’irrigidì, ricambiando, anzi, attivamente: sapeva che Rin avrebbe compreso… «Finalmente i vostri cuori sono sinceri… » una voce fece voltare tutti verso una bambina, la stessa bambina che era stata salvata da Lara! Sotto i loro occhi si trasformò in una donna alta e snella, con lunghi capelli verdi e occhi d’un colore molto caldo e dolce, con indosso un chimono d’un bianco niveo che quasi li accecò. Con voce soffice e leggera che parve il sussurro del vento, aggiunse: « Ora che avete aperto il vostro cuore all’amore… l’ avete aperto anche alla felicità… vivete e siate felici… » e scomparve, così com’era apparita.

Sia Sesshoumaru che Lara si sentirono più leggeri, come se il dolore, la sofferenza e il rancore che li avevano sempre animati contro il mondo, fossero scomparsi con lei… nel loro cuore ora, v’era posto solo per l’amore… si presero per mano, incamminandosi verso una nuova via… la via che li avrebbe condotti verso il loro destino… stavolta insieme…

“Ora che avete trovato l’amore… avete trovato tutto”

+++***+++
Vocabolarietto:

(1) yasha = demone femmina
(2) hajime mashte = molto lieta
(3) hai = sì

+++***+++

  
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