Non era una persona della quale si sentiva la mancanza. Solitamente, la sua presenza si limitava in due occhi molto tristi e in un miliardo di cellule semi umane che occupavano uno spazio. Fine.

Questo per quelli che non lo conoscevano. Che erano molti. Che erano i più tanti. Forse tutti.

I due paesi si trovavano a 3 giorni di distanza. Non si sa bene perchè lui fosse lì e perchè in compagnia sua proprio non ci è dato saperlo. E' che se ne stavano in quella stanza, ricca di simboli e significati, in silenzio, ed uno pensava a quanto poco si sentisse, e nel frattempo come era difficile fare a meno della presenza dell'altro, e l'altro in questione cercava di rifuggire i pensieri, come si era abituato a fare. Fu il ragazzetto dall'aria scaltra a cominciare a parlare.

"Non c'è molta gente, qua, eh?"

Domanda scema. Lo si capiva perfettamente sbirciando dalle finestre, alla viste di ampie strade spazzate dalla sabbia e completamente sgombre.

"Voglio dire... c'è silenzio."

Ed anche quello era vero, e pure perfettamente intuibile. Non gli piaceva quando nessuno rispondeva ai suoi sforzi per fare conversazione. Era una persona molto socievole, e l'imbarazzo sinceramente l'aveva conosciuto troppe volte. Troppe, troppe volte per soccombervici ancora.

"Non mi piace molto il silenzio, ehehehe"

Fu forse la risatina ansiosa ad attirare l'attenzione dell'altro ragazzo.

"L'avevo capito."

Fine primo round.

Il ragazzino dai capelli biondissimi e lo sguardo vivace non aveva goduto troppo della sua infanzia. Per questo si rifaceva ora. Un bambino così, con gli occhi azzurri, dovrebbe essere libero di correre e ridere con i suoi amici, è questo che ti aspetti da un bambino biondo e con lo sguardo vivace. E' questo che temi, a volte, da un bambino biondo e dallo sguardo vivace. E lui non era stato così, e ci si impegnava ora. L'altro ragazzino, lui sì che è stato quello che tutti si aspettano fosse stato. Dallo sguardo intenso, un bambino sulle sue, mooolto sulle sue, e meglio così. Che con quegli occhi dal colore indecifrabile avrebbe portato solo guai. Sono verdi? Sono azzurri? Un dubbio così sepolto da una testa rossa è meglio che stia alla larga, pensavano i grandi. A loro spesso non piace il dubbio.

Era chiaro che nessuno aveva mai educato per bene Naruto, ma d'altronde l'educazione non fa parte del pacchetto "biondo bambino con lo sguardo vivace", anche se questo Gaara non poteva saperlo. Non che lui fosse campione di educazione eh, intendiamoci. Solo... Si faceva i fatti suoi. Sempre che gli altri non interferissero. Come stava succedendo ora.

Non aveva mai usato molto il suo letto. Era un grande letto, sotto una finestra di una bella camera. Si era sempre chiesto il perchè di quel letto. Chissà. Forse avevano sperato, una volta, i suoi. Forse Temari qualche volta ci aveva dormito dentro, perchè era davvero un bel letto largo, e cigolava parecchio, pur non essendo stato mai usato.

Naruto di certo non intendeva farlo cigolare, quando ci era salito sopra, alzandosi dalla vecchia e infeltrita poltrona in qui si era abbandonato prima. Lui voleva solo..

"Che... che fai?"

I solitamente brillanti occhi ora ridotti ad una fessura, il viso così aperto  contratto in una insolita espressione era così vicino al suo che Gaara poteva sentire chiaramente il suo respiro. Che non era affannoso. Era sereno. Giocoso. Un respiro può essere giocoso? Beh, il suo poteva.

"Sono color acquamarina. E' ovvio. Non ci sono solo il blu, il marrone e il verde. Ci sono anche altri colori"

Sono color acquamarina, sono color acquamarina, sono color... Ma prima di riuscire a capire il senso, di tutto questo, Gaara doveva fare ancora qualcosa...

Avvicinò il viso a quello dell'altro ragazzo. Ora sì che era mooolto vicino. Ancora un po'. I due nasi si toccavano. Naruto lo guardava... Giocoso? No, non aveva il coraggio o la voglia di studiare meglio la sua espressione. Si spostò un attimino a destra. Ora Naruto sorrideva apertamente, e avrebbe ridacchiato pure, se solo tutto quel silenzio non lo avesse suggestionato in quel modo. Il naso di Gaara ora seguiva le linee di quei buffi segni che Naruto aveva sulle guance. Era una cosa buffa. Decise che era il momento di chiudere gli occhi, anche perchè non aveva voglia di vedere cosa stavano combinando quegli occhi azzurri, quindi, bye bye al mondo visivo, a strizzando gli occhi premette il naso sulla guancia del ragazzo e per qualche strano motivo respirò molto intensamente. Gli era venuto freddo.

Si dice che sua l'istinto a dominare gli animali. Anche gli essere umani, in parte. I Mostri no, i Mostri sono dominati da quello che gli altri credono non abbiano. Un qualcosa di più del semplice istinto, un qualcosa che gli esseri umani spesso non riconoscono e gli animali non provano.

E' per quello che Naruto gli morse una spalla. Non per fare male,perchè non gli fece male. Aveva spostato quel tanto i vestiti per mordergli il pezzo di pelle nuda che attacca le spalle al collo. Certo lui non aveva pensato al fatto che così facendo aveva fatto rabbrividire di freddo (di freddo?) Gaara. Ma se non ci aveva pensato lo notò subito, in compenso.

Si sdraiarono sul letto cigolante che era abbastanza grande da avere spazio per altre 2 persone, se avessero voluto ospitare altre 2 persone. E in realtà, non volevano.

Le coperte erano spesse, spesse quanto la notte era fredda. E' questo che ti frega, nel deserto. Sottovaluti il caldo di giorno e sopravvaluti il sole la notte. Fa freddo, la notte, freddo quanto durante il giorno non arrivi a desiderare. Per questo c'erano delle coperte così grosse. A Naruto piacevano un sacco quelle coperte. Non serviva un lenzuolo, avrebbe ingombrato troppo. Erano coperte fatte per starci in due, tutto qua. Questa era la sua personalissima interpretazione di quelle coperte.

Era sdraiato, al caldo, e comodo. Ma gli mancava ancora qualcosa. Gaara aprì gli occhi quel tanto che gli bastò per inquadrare l'effettiva posizione dell'altro. Un piccolo tuffo in avanti, e la sua faccia fece di nuovo nido su una pelle non sua. La pelle che lo ospitava era proprietà esclusiva di un biondo ragazzo con lo sguardo vivace, che in cambio dell'ospitalità si era impadronito di un dito dello special guest e ci giocava con la bocca.

Fu così che quella notte non passo mai.

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p.s Se non si fosse notato, sono affetta dall'handicap del titolo XD Non sono assolutamente in grado di trovarne uno decente, se avete consigli sono più che ben accetti!

Per DarkFeder: grazie per il complimento XD In realtà questa fic era nata come un sogno di Gaara, pooooi mi sono ricordata che Gaara non può sognare ^^'' Per questo non mi convinceva molto X)

Per Verity1987: Oddio, non o se ci sarà un seguito però ho un qualcosa in cantiere, sempre con Gaara ^^

Per Chase: BWAAAAH, che vergogna >.< Avevo postato la versione non corretta!  "un po' di errori di battitura" ehm, non c'era una parola scritta correttamente XD Grazie per avermelo fatto notare, ora la ho postata corretta ^^

Per le GaaLee... La coppia non mi dispiace ma... Non riuscirei MAI  a scrivere un qualcosa di serio con Rock Lee XD Forse forse una demenziale!