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Autore: MoonClaire    08/06/2012    0 recensioni
Essere influenzati è una tortura per molti di noi, per lei, quell'anno, lo era ancora di più...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio cellulare bussò sonoramente.
Alzando la testa dal cuscino cercai ad occhi chiusi il telefono sul comodino. Brontolando per il terribile mal di ossa e mal di gola che avevo, cercai di leggere e capire, più che altro, l’sms che mi era appena arrivato.
“Non vedo l’ora di vederti”
Quelle poche parole bastarono per farmi salire ancora di più la febbre. Imbronciata replicai un tristissimo “Non oggi, ho l’influenza” a cui seguì il silenzio assoluto.
Ributtandomi con la testa sotto al piumone, tentai di addormentarmi per non sentire il freddo che incominciava ancora a farmi tremare.
Sbuffai. Avrei voluto davvero vedere Chris. Dopo tutto questo tempo ero finalmente riuscita a baciarlo e non potevo rivederlo, non potevo stringerlo… in questi giorni per lo meno.
A dire la verità era stato lui a baciarmi, ma sono dettagli ai quali posso rinunciare.
No, non è vero, come posso dimenticare il modo in cui mi ha restituito le borse strapiene di regali e poi ha preso il mio viso tra le mani per baciarmi?
Sospirai e chiusi gli occhi.
Non avevo avuto il tempo di uscire per comprare i regali di Natale ed ero terribilmente in ritardo, così ero corsa dalla mia vicina di casa per chiederle se aveva voglia di accompagnarmi in giro per la città. Oltre che  abitare vicino, io e Mary eravamo anche grandi amiche. Avevamo un paio di anni di differenza e il vivere da sole ci aveva avvicinato molto. Avevamo imparato a fare molte cose insieme, dallo sport, allo shopping, al passare le serate in compagnia. E con Mary, avevo conosciuto anche suo fratello, Chris.
Ohhh… lo avevo sempre adorato… con i suoi occhioni blu, il sorriso dolce e il fisico ben piazzato. Era alto e con le spalle larghe, proprio come piacevano a me. E poi era dolce e intelligente e… mi ero innamorata di lui fin troppo velocemente… già… lo adoravo, sarei rimasta le ore a sentirlo parlare, ma purtroppo non abitava nella mia città. Arrivava ogni tanto a trovare Mary e i momenti che passavamo insieme erano magici. Ci eravamo avvicinati, giustamente anche con lui intorno, Mary non cambiava le sue abitudini e così spesso e volentieri mi ritrovavo in sua compagnia. Con la sorella erano una coppia molto affiatata e quindi, della mia cotta Mary non sapeva nulla. Non volevo intromettermi fra di loro. Sapevo che del fratello era molto possessiva, perché, a suo parere, nessuna poteva essere ai suoi livelli.
Così, quando eravamo insieme lui restava sempre e solo un amico. Non volevo farmi capire, non volevo mettere a rischio un’amicizia.
Ed io soffrivo. Soffrivo perché quando parlavo al telefono con lui avrei voluto dirgli qualcosa in più. Soffrivo perché quando era accanto a me avrei voluto abbracciarlo e accarezzargli il viso quando mi sorrideva.
Avrei voluto che diventasse mio, tenergli la mano in mezzo alla strada, ma non volevo intaccare i rapporti con sua sorella, era una delle mie migliori amiche dopotutto e quindi preferivo lasciare stare.
Ma era giusto lasciarlo andare?
E così quando Chris aprì la porta, mi prese alla sprovvista. Non pensavo fosse in visita. Perché non era passato a salutarmi? “Chris…” borbottai impreparata. Forse arrossii, il cuore batté forte alla sua vita. “Cercavo tua sorella…”.
“Lasciala perdere quella cretina!” replicò arrabbiato e uscendo sul pianerottolo si richiuse la porta alle spalle. "Posso aiutarti io?” e chinandosi mi baciò la guancia.
“Ehm…” balbettai ancora una volta colta di sorpresa. “Sto andando in giro a comprare i regali di Natale, volevo chiedere a tua sorella se…”.
Scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo, Chris sorrise “Ti accompagno io… meglio se non le parli per i prossimi giorni…”.
“Perché? Cioè, che le prende?”.
Scuotendo la testa e senza rispondermi, il ragazzo rientrò dalla porta per uscirne qualche minuto dopo con la giacca. “Andiamo!” esclamò facendomi strada con la mano.
E il pensiero di Mary ben presto svanì e mi ritrovai completamente rapita da Chris. Ridevamo, camminavano così vicina a lui da riuscire a sentire il calore del suo corpo, lo guardavo sorridere e mi veniva voglia di alzarmi in punta di piedi per baciarlo. Intorno a noi l'atmosfera Natalizia si faceva sentire. L’odore del freddo pungente ci solleticava il naso e ci faceva rabbrividire, le luci della città che si preparava alle feste illuminavano le persone che ridendo e passeggiando entravano ed uscivano dai negozi in cerca di regali.
Oh Chris, come fu paziente quel giorno. Dentro e fuori da ogni tipo di negozio per potermi aiutarmi a scegliere i regali, che poi, con molta galanteria, portava lui per lasciarmi le mani libere di osservare e guardare con più cura. Mi accorgevo di come le ragazze si giravano e non potevo fare a meno di essere gelosa, ma poi, i suoi sorrisi erano solo per me e la cosa mi calmava… forse gli piacevo… o, per lo meno, lo sperai con tutta me stessa.
Era bello passeggiare con lui, l’inverno ormai era alle porte e ci avvolgeva totalmente. L’atmosfera era magica e credo che anche tutte le persone intorno a noi la sentissero. I sorrisi sui loro volti, facevano capire che si stava avvicinando un momento magico.
“Che profumo di neve!” esclamò Chris. Lo guardai sorpresa e lui ridendo, alzò le spalle. “Non dirmi che non lo senti! Anche la neve profuma di… nuovo, di fresco!”.
Sorridendo, scossi la testa “A dire la verità lo sento sempre anche io, anche se le persone che ho intorno mi dicono che non sono normale…”. Rise ancora una volta e mi passò il braccio intorno alle spalle avvicinandomi al suo corpo. “Siamo due matti allora!”. E subito dopo si fermò fuori da un bar e aprendo la porta mi accompagnò dentro. “Due cioccolate con panna!” esclamò passando davanti al barista prima di fermarsi davanti a un minuscolo tavolino da consumazione in piedi. Posò le borse e si appoggiò con i gomiti. “Con panna vero?” sorrise insicuro. Annuii e arrossii alla nostra vicinanza. Non ero abituata ad avere il suo viso così vicino al mio. Spesso stavamo a parlare seduti sul mio divano, ma raramente eravamo da soli e anche se tante volte ci eravamo ritrovati così vicini, non avevo mai avuto il tempo di riflettere perché eravamo sempre circondati da qualcuno. Valutai per qualche momento se allontanarmi da lui e fare il giro del tavolino, ma forse avrei potuto passare per una stupida e così, assaporando quel momento restai al suo fianco. Potevo controllarmi, no? E così cercai di non farmi intaccare dai suoi piccoli gesti, come rubarmi la panna montata o sporcarmi il naso con un po’ di cioccolata per poi sorridermi come solo lui poteva fare.
Non appena finimmo, pagò il conto e recuperando le borse uscì ancora la freddo. “Posso portarti a pattinare?” domandò dopo qualche momento di silenzio. Corrugando le sopracciglia scossi la testa. “Non mi piace pattinare…”. Mi osservò in silenzio per qualche momento e poi, prendendomi la mano, iniziò a tirarmi fino alla pista di pattinaggio. “Magari vederla di persona ti farà cambiare idea!”, ma nonostante tutto, la musica, le campanelle che suonavano e le luci azzurre, non intaccarono minimamente la mia decisione. Chris rise e scosse la testa “Mi rendi tutto più difficile… ruota panoramica?” e ricominciando a tirarmi, si diresse verso la piazza illuminata a festa della ruota da cui avremmo potuto vedere tutta la città.
Mi fermai di botto e tirando la sua mano, lo obbligai a fermarsi a sua volta. “Chris, devo finire i regali e se aspetto ancora un po’ chiudono i negozi… non ho tempo per la ruota panoramica…”.
Non mi interessava pattinare, non mi interessava un giro su una ruota che probabilmente mi avrebbe fatto ammalare, ma mi interessava stare lì con lui, la sua mano che teneva saldamente la mia.
Le sue dita stringevano con fermezza la mia mano e anche quando si bloccò e si voltò per guardarmi, non la lasciò andare. Ascoltò le mie parole e poi, sorridendo e allargando le braccia in segno di arresa, si incamminò nuovamente tra le persone, la mia mano ancora nella sua.
Nessuno di noi due parlò più. Probabilmente un gesto valeva molto di più delle nostre parole, ma mi piaceva la scioltezza con cui, fuori da ogni negozio, mi riprendeva saldamente, come avesse paura di perdermi.
Avevamo oltrepassato la soglia? Quando? Alzando gli occhi su Chris mi persi ad osservarlo. Ero perplessa, non capivo dove tutto questo stava andando a finire. Mi tirò verso di lui, in modo da farmi schivare una persona e lo sentii ridere. “Cosa guardi? Sono così bello?”.
“Sì” replicai senza pensare, ma non appena realizzai cosa gli avevo detto, mi sentii avvampare. Ma intanto lui rideva ancora. “Mi fa piacere!” esclamò divertito.
E lasciandomi andare, mi passò un braccio intorno alle spalle stringendomi a lui. “Continua a fare quello che stavi facendo allora, gestisco io la situazione…” e guardando avanti continuò a camminare in mezzo alla folla.
E fu così che tornammo a casa. Stretta a lui ero riuscita a finire tutti i regali di Natale, ma quel pomeriggio con lui mi aveva confusa. Cosa era successo? Perché Chris aveva cambiato tutto così in fretta?
Possibile che non mi fossi mai accorta di niente?
Salendo l’ultimo gradino, cercai le chiavi in tasca e mi avvicinai alla porta. “Tua sorella allora ha intenzione di fare la scorbutica?”, domandai guardandolo.
“Oh, sì! Spero che le passerà in fretta…”.
Guardandolo scettica, allungai una mano per prendere le borse, ma prontamente le tirò via dalla mia portata. “Le ho detto che mi sono fatto trasferire qui per lavoro e che per un po’ dovrò approfittare della sua ospitalità!”.
Lo osservai a bocca aperta. Cavoli, questo sì che era un regalo di Natale. Iniziai a sorridere, non riuscii proprio a farne a meno, e Chris replicò immediatamente la mia espressione “Vedo che dispiace anche a te…”. Tentando di fare la mia espressione più triste, annuii, “Certo, non potevi darmi notizia più brutta… ma come mai tua sorella non ne è felice? Generalmente adora il suo fratellone!”.
Avvicinandosi di qualche passo, dall’alto del suo metro e ottanta mi sovrastò e mi riconsegnò le borse. “Perché sa che il mio tempo lo voglio passare con te…”. Lo guardai e annuii… possibile che non mi ero mai accorta del suo interesse?
Facendo un profondo respiro, sentii le sue mani fredde sul viso. I suoi occhi azzurri mi guardavano, mi studiavano e non mi davano possibilità di allontanarsi. Sempre lentamente, come per darmi una scelta, lasciò scivolare con cura le dita sul collo per poi risalire nei capelli, facendomi così rabbrividire. Sorrise quando mi vide tremare. E poi si chinò velocemente e catturò le mie labbra nel nostro primo bacio.
Mi ci volle qualche secondo per capire cosa stava succedendo, ma il bacio di Chris ben presto mi rapì e lasciando cadere quello che tenevo in mano, gli passai le braccia intorno al collo, mentre le sue lasciavano il mio visto per passare velocemente intorno alla mia vita e tirarmi a lui. Mi spinse lievemente all’indietro e mi ritrovai bloccata contro la porta. Mormorò qualcosa che non capii e allontanandomi, mi voltai verso la serratura e prendendo le chiavi dalla tasca aprii velocemente giusto in tempo per venire girata verso di lui. “Ancora…” mormorò abbassandosi ancora su di me.
Sì, ancora… dopo un bacio così non sarei più riuscita a farne a meno e mentre ricominciava a baciarmi senza controllo, le sue mani passarono dai miei fianchi, al mio viso, alla mia testa… mi rattristava solo non poterle sentirle come volevo attraverso il cappotto, e tutta l’impalcatura anti freddo che avevo addosso. Indietreggiai nel mio appartamento tirandomi dietro Chris per la cintura ma bloccandosi sull’entrata si trattenne allo stipite con entrambe le mani allontanandosi a forza dal mio corpo.
“No… saltarti addosso subito e senza ragione mi sembra troppo brutale e animale, quindi…”, si chinò, raccolse le borse e porgendomele sorrise, “Vado a risolvere il problema con mia sorella… Ci vediamo domani, ok bambolina?”.
Involontariamente un infantile broncio si dipinse sulle mie labbra e lui rise “Domani… solo io e te...” e baciandomi velocemente si incamminò all’indietro verso l’appartamento di sua sorella. “Domani è la vigilia di Natale Chris, ho tantissime cose da fare…”. Con un veloce occhiolino, tirò fuori di tasca le chiavi e aprì la porta, salutando a gran voce la sorella prima di entrare.
Sospirai, confusa e felice… già, sembra una canzone, ma ero davvero confusa, non mi ero mai accorta di niente e felice perché… non mi sembra il caso di spiegarlo, pare una cosa piuttosto ovvia…
Posando i miei regali sul tavolo mi guardai in giro per il piccolo appartamento. Dovevo ancora fare l’albero e preparare la casa con i decori natalizi e… Chris mi aveva baciato!
Sì, stavo per tornare con un balzo ai miei 15 anni quando avevo ricevuto il mio primo bacio.
Euforica, mi buttai sul letto e mi resi conto che nonostante tentassi di pensare ad altro, Chris era l’unico nei miei pensieri. E avvolta da lui mi addormentai…
E il resto è storia… il giorno dopo, proprio alla vigilia di Natale ero influenzata e bloccata a letto, impossibilitata dal finire tutti i preparativi.
A parte quel raro momento in cui mi ero svegliata per rispondere al suo messaggio o mi ero alzata per andare in bagno avevo passato tutto il giorno a dormire, sperando che gli antipiretici che prendevo uno dopo l’altro facessero effetto il più in fretta possibile.
Era ormai il crepuscolo quando qualcosa mi svegliò. Restai per qualche momento in ascolto e poi un altro rumore proveniente dalla stanza accanto catturò la mia attenzione. Perfetto, come potevo combattere un pazzo assassino quando non avevo forze? Prendendo la coperta di pile che stava sopra il piumone, con i miei calzettoni rossi e nient’altro, silenziosamente mi avviai verso la sala pronta a scacciare il malvivente a suon di starnuti e microbi.
“Lascialo mettere a lei il puntale, Mary!” sussurrò Chris tirandole via dalle mani la stella azzurra.
“E’ malata, avrà la febbre a 40, non ci penso a farla arrampicare su una scala per vederla cadere rovinosamente sull’albero che ho fatto con così tanta fatica!”.
Alzando un dito in direzione della sorella, Chris la guardò severamente. “Non te l’ho chiesto io, ti ho detto che volevo farle una sorpresa e ti sei prepotentemente intromessa!”.
Mettendosi le mani sui fianchi e scuotendo i lunghi boccoli rossi, Mary lo sfidò con lo sguardo. “Giusto perché hai appena messo le tue manacce su di lei, non vuol dire che mi faccio da parte, resta sempre prima amica mia e poi, forse, la tua ragazza…” e alzando gli occhi, mi vide, moribonda, appoggiata alla porta. “Tesoro, fai schifo!” borbottò lei avvicinandosi, ma Chris, velocemente, la superò, arrivando al mio fianco più veloce di un fulmine. “Ohhh, ma dai!” esclamò Mary. “Devo anche lasciarti solo con lei?” e facendomi l’occhiolino, si avviò verso la porta.
“Chris…” mormorai con una voce proveniente dalle caverne. “Che fai qui?”.
Sistemandomi la coperta intorno al corpo, mi abbracciò, “Sapevo che non avevi fatto l’albero e volevo toglierti un pensiero…” e lasciandomi andare, si avvicinò alla presa della corrente, accendendo l’albero di Natale che aveva preparato per me. Sorrisi e sospirai. Era bellissimo… uguale a ogni anno, ma siccome lo aveva fatto lui per me, questa volta era davvero stupendo!
“E non solo!”, esclamò lui, e passandomi un braccio intorno al corpo, mi portò verso la cucina, dove trovai svariati piatti pronti solo per essere riscaldati.
“Li hai fatti tu?”, domandai sorpresa.
“Sì, bambolina… appena ho letto il tuo messaggio ho iniziato a cucinare… sapevo che domani lo passerai con la tua famiglia, ma so anche che non vuoi andarci a mani vuote e quindi…”, lo interruppi, guardandolo male. “Come fai a saperlo?”.
Alzando le spalle, coperte da una camicia bianca e dalla felpa grigia, replicò con un semplice “Ti conosco…”. Moribonda, brutta e spettinata, tornai verso la mia camera da letto, sentivo Chris accanto al mio corpo e le luci dell’albero che illuminavano l’appartamento mi tranquillizzarono.
“Chris… non mi sono mai accorta di…”.
Aggrottò le sopracciglia sedendosi sul mio letto e mi aiutò a coprirmi. “Di cosa? Del fatto che io ti muoio dietro?”.
“Più o meno…” replicai con voce più roca che mai.
“Non hai mai notato che quando mi stavi troppo vicino a volte balbettavo o perdevo le parole? Oppure che notavo ogni singolo cambiamento facevi? O che ti ho portato a vedere il concerto di quel Caden Gail anche se mi faceva vomitare? O che ti riempivo di complimenti e ad ogni occasione ogni scusa era buona per sederti accanto e trascinarti a ballare per poterti toccare?”.
Brontolando mi accoccolai sotto il piumone. “Sono cose troppo difficili per me, oggi sto male…”. Chris rise e calciando via le scarpe, si infilò sotto le coperte, completamente vestito.
“Ho freddo…” borbottai abbracciandolo. “Mi spoglio se vuoi!”, esclamò lui prontamente.
Tossendo valutai l’idea, quel corpo grosso e muscoloso doveva essere parecchio caldo, ma la sua tuta e la sua felpa mi stavano già aiutando. E così nascosi il viso nel suo collo e chiusi gli occhi respirando il suo profumo… l’avevo sempre adorato…
“Bambolina… vorrei baciarti ancora…” sussurrò lui accarezzandomi la testa.
Starnutendo, mi coprii il naso e la bocca e poi alzai lo sguardo verso di lui. “Ho lasciato i fazzoletti nello scaffale in bagno…”. Annuendo, Chris andò a prenderli senza dire una parola e tornando in fretta, si riaccomodò accanto a me, dandomi il tempo di fare tutte le mie cose.
Non appena mi ributtai con la testa sul cuscino, lo guardai tristemente, “Ti ammalerai anche tu se mi baci…”. E mi allontanai da lui.
Guardandomi con il suo solito sguardo da volpe, infilò una mano sotto il piumone e frugando in quello che speravo fossero le tasche, poco dopo tirò fuori un rametto di vischio. “Questo me lo ha dato mia sorella… sapeva bene che avresti opposto resistenza, ma sapeva anche bene quanto io volevo baciarti e quindi…” e mettendomelo sopra la testa, mi sorrise e iniziò ad avvicinarsi lentamente ed io, troppo stanca per oppormi e con il cuore che batteva forte all’idea di ricevere ancora un suo bacio chiusi gli occhi e lo aspettai.
Sentii il suo bacio sulla mia fronte e aprii gli occhi giusto in tempo per incontrare i suoi azzurrissimi. Poi la sua perfetta bocca si posò sul mio naso, delicatamente e, infine, sulle mie labbra per baciarmi come entrambi volevamo. Ma fu un bacio veloce, e mi lasciò ancora lì, a desiderarlo come avevo fatto per tutto quel tempo. “Domani bambolina…” e prendendomi tra le sue braccia mi cullò e mi parlò dolcemente fino a quando la stanchezza e la febbre non iniziarono a portarmi via da lui. “Chris… resti qui con me?” chiesi dopo qualche minuto di silenzio e il suo respiro pesante, mi diedero la conferma che avrei avuto compagnia nella notte più magica dell’anno.
Era tanto che non ricevevo un regalo così bello a Natale…
   
 
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