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Autore: Maya98    09/06/2012    2 recensioni
Luna. Rolf. Le memorie di un incontro. Visto che ci sono pochissime storie su di loro... (scusate se non ci sono gli 'a capo', ma non capisco perché non me li fa)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Luna/Rolf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ricordo ancora come ti conobbi. Oh si, signor Rolf Scamandro, lo ricordo come se fosse ieri. Era una giornata di mezza estate, se non sbaglio, quasi quasi affermerei il diciotto Luglio, ma non vorrei dire qualche sciocchezza. Ero in viaggio in Australia, da qualche parte nel nord con un nome che non ricordo, e cercavo di fotografare il Ricciocorno Schiattoso. Era uno dei miei tanti vagabondaggi, ormai lo facevo da anni. Partivo. Trovavo. Scrivevo. Inviavo. Gestivo così il Cavillo, a distanza, scrivendo articoli sui miei viaggi. Ricordo anche che sceglievo le destinazioni puntando a caso la bacchetta su un mappamondo. Oh si, Rolf, è un oggetto babbano che rappresenta la Terra. Una specie di mappa tridimensionali, simile ai nostri Planetari Stellari, solo che al posto che il cielo ci è racchiuso il mondo. Si, ora mi viene in mente. Mi trovavo a Katchkapolie Hall*, un'antica colonia inglese in Austrlia. Un paesino delizioso, soleggiato e aperto. Avevo voglia di respirare. Ti incontrai lo stesso pomeriggio del mio arrivo. Eri stato mandato da tuo zio a farmi alcune domande, se non sbaglio, perché aveva bisogno di catalogare nuovi animali per la ristampa del suo libro di testo. Lo usavamo a scuola, credo. Finalmente eri riuscito a rintracciarmi. Era molto difficile, perché non dicevo mai a nessuno dove andavo, e sparivo sempre nel nulla. Ma tu mi trovasti. Penso fossi l'unico in grado di riuscire a capire cosa girava nella mia testa, oltre al mappamondo. Mi offristi un caffè, ricordo. Il bar era il più piccolo e squallido del paese, ma era dipinto di giallo ed era rivolto sud. Per questo a mezzogiorno vedevo il sole. Cominciammo parlando di animali fantastici. Ricordo ogni conversazione. Tu mi facevi delle domande su una creatura, io ti rispondevo, tu sfilavi la matita dall'orecchio e prendevi appunti. Lo facevi sempre con grazia, mi ricordo, quasi avessi paura che ti sfuggisse dalle dita per scappare. E scribacchiavi. Scribacchiavi su quel misero quadernetto marrone, con grafia sinuosa e veloce. Eri sempre così concentrato, le tue sopracciglia sempre aggrottate, prendevi molto sul serio il tuo lavoro. Lo conservi ancora quel quaderno, vero? E' nascosto nel cassetto dei calzini. L'ho scoperto qualche anno fa, mi pare. Il giorno dopo il nostro matrimonio. Non sei mai riuscito a tenermi qualcosa segreto, Rolf. Apparte all'inizio. Dov'ero rimasta? Ah si! Prendevi appunti su appunti, e io ti parlavo di tutti gli animali che mio padre aveva scoperto. Cominciai a parlarti anche dei miei animali. Le mie scoperte. Ti mostrai qualche misero scatto, perché altre prove non ne avevo. Eppure mi credevi. Dopo qualche tempo smettemmo di parlare di animali. Eri ansioso di sapere qualcosa di me quanto io di sapere di te. Mi ricordo che eri l'unico che non riuscivo a leggere. Sono sempre stata brava nel leggere gli stati d'animo altrui, lo diceva sempre papà. Anche mamma me lo diceva. Ma non con te. Penso ti paragonassi, perdonami, ad un libro da leggere. Uno nuovo, dove la storia non è più la stessa. Mi incuriosivi. Mi ricordo anche che dieci settimane dopo il nostro primo caffè cominciasti a chiedermi ogni volta com'era il cielo quel giorno. Dicevi che avevo un talento per descrivere le cose. Soprattutto il cielo, e che usavo così tanti aggettivi che rendevano l'idea meglio di una fotografia. Io accettavo solo se tu promettevi di chiudere gli occhi, così potevi visualizzare meglio ciò che la mia voce dipingeva. Mi ricordo che quando dissi 'celeste' per la prima volta tu esclamasti 'come i tuoi occhi!' Ne ero lusingata. Nessuno aveva mai notato che i miei occhi non sono azzurri, ma celesti. Tu si. Dicesti anche 'velati' e 'persi nel loro mondo'. Forse hai ragione, anzi...quasi sicuramente. Mi ricordo quando una volta mi chiedesti di drescrivermi ed io dissi solo 'me stessa, è l'unico aggettivo adatto.' E allora tu alzasti lo sguardo sorpreso che anche un'altra volta ero riuscito a stupirti. Poi mi chiedesti di descriverti. Io dissi 'non ci sono parole' e tu abbassasti il capo deluso, perché pensavi che non ti ritenessi all'altezza. Invece no. 'Perché non ci sono termini abbastanza buoni, sono tutti restrittivi.' Tu mi sorridesti felice. Poi fu la mia volta di farti domande. Mi raccontasti tutto il tuo passato, i tuoi sogni, le tue paure. Ricordo che avrei voluto esserti stata vicino nei momenti bui, ma non ti avevo ancora conosciuto. Soltanto quando tu mi chiesesti di descrivere la nostra amicizia riuscii veramente a capirti. Usai una sola parola, mi pare, e penso che fosse 'amore'. Ma non ricordo con precisione. Ricordo solo che fu la volta in cui tu spalancasti i tuoi occhi castani e il tuo universo si aprì sotto i miei occhi. Ricordo come mordicchiavi la matita mentre dicevo 'penso di essermi innamorata di te'. Ricordo come ero felice io quando ti sporgesti in avanti per baciarmi. Fu il mio primo bacio, lo sai? Nessuno mi aveva mai guardata così com'ero come te. Nessuno. Sei la più grande eccezione della mia vita, lo sai Rolf? E ora guardaci. Sposati da tre anni, con due splendidi figli. Dicono che l'ottimismo è il meglio, ma io ribatto come facevo io a diciannove anni 'Com'è bella la vita. Sarà tutta una sorpresa'? Come lo sapevo? Era impossibile esserne certi. Eppure il giorno che girai il mappamondo la mia bacchetta si posò proprio sull'Australia. E' bello quando le coincidenze cambiano la vita. Il mio è stato un caso meraviglioso. Ora sono felice. Se adesso tu mi chiedessi di descriverti il cielo adesso, adesso che è inverno, fuori il cielo è nebuloso e grigio e piove, penso che ti direi che il cielo non è mai stato così limpido. Celeste, direi anche. Non mi è mai piaciuto usare due volte la stessa parola, perché ogni volta è diverso e così deve essere la parola: differente. Eppure ora mi sento esattamente come quel giorno in cui dicesti 'come i tuoi occhi, Luna'. Così felice. Ricordo ancora come ti conobbi, Rolf. Da ragazzino, da ragazzini entrambi. Era tutto diverso, allora. Eppure mi ricorderò sempre dell'Australia, del giorno di mezza estate e del bar rivolto a sud. Ricordo ancora come ti conobbi, signor Rolf Scamandro. E penso anche tu. Perché nel mio cuore sento che è uno di quei ricordi che non potrei scordare mai. THE END _____________________________________________________________________________________ Angolino della Skizzata: scusate se non ci sono gli a capo. Mistero che non me li fa. Sono nuova, ho tanto da imparare, sono giovane, e anche se le storie fanno schifo i giovani sono il futuro. Questa l'ho scritta due anni fa................................. * non esiste alcun villaggio, è inventato
  
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